chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Alassio Albenga - Imperia chiesa parrocchiale Sant'Ambrogio Parrocchia di Sant'Ambrogio Pianta; Elementi decorativi; Arredi; Facciata; Prospetti; Campanile; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni altare - intervento strutturale (1966) 1169 - 1169(citazione intero bene); XV sec - 1507(ricostruzione intero bene); 1511 - 1511(costruzione portale); XVII sec - XVII sec(costruzione intero bene); 1638 - 1638(realizzazione sagrato); 1644 - 1658(rifacimento altare); XVIII sec - XVIII sec(trasformazione intero bene); 1739 - 1740(decorazione altare); 1823 - 1823(costruzione intero bene); 1855 - 1857(costruzione organo); 1859 - 1860(decorazione intero bene); 1876 - 1897(decorazione facciata); XX sec - XX sec(rifacimento altari); 1908 - 1908(modifiche intero bene); 1912 - 1912(costruzione intero bene); 2006 - 2009(restauro intero bene); 2009 - 2001(restauro sagrato)
Chiesa di Sant'Ambrogio
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di Sant'Ambrogio <Alassio>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze liguri (costruzione)
Notizie Storiche
1169 (citazione intero bene)
La chiesa di Sant’Ambrogio si trova citata per la prima volta nel 1169 come prima attestazione di un edificio ecclesiastico dedicato a S. Ambrogio, sotto la giurisdizione dei benedettini dell’isola Gallinaria.
Cessato il pericolo saraceno, al centro della baia che si estende da Capo S. Croce alla regione Serre prese a svilupparsi un nucleo abitato, presso il quale, in mezzo alla "braida de versum orientem", era già sorta una piccola chiesa. Data la presenza da tempo in loco di una colonia di milanesi, era stata dedicata a S. Ambrogio, vescovo di Milano del 374 al 397 d.C.. E' noto infatti che in seguito all'invasione dei Longobardi ariani nel VI sec molte famiglie di Milano, per sfuggire alle persecuzioni, si erano rifugiate in Liguria.
XV sec - 1507 (ricostruzione intero bene)
Quando la comunità alassina divenne autonoma, sul sito della chiesetta di S. Ambrogio si decise di costruire un grande edificio che fosse la nuova parrocchia. Le decime versate alla chiesa e l'assegnazione di carati da parte degli armatori costituirono un valido contributo per il finanziamento dei lavori. Atterrata verso la metà del '400 la chiesetta di S. Ambrogio, si potè dunque iniziare la costruzione della nuova S. Ambrogio. I lavori si protrassero fino al 1507, quando la chiesa venne aperta al culto con la consacrazione il 17 ottobre alla presenza del vescovo di Albenga L. Marchese. Il nuovo tempio sorse nello stile romanico; l’edificio doveva essere a tre navate, con abside orientata ad Est, probabilmente semicircolare e spazi interni spartiti dai dieci pilastri poligonali conservatisi fino ad oggi. La navata centrale doveva essere coperta da travature lignee mentre le navatelle erano già voltate a crociera; quanto al campanile si ritiene che fosse in origine una torre di difesa.
1511 (costruzione portale)
Nell'anno 1511, il primo di agosto, al tempo dei massari Giacomo Ferrari, Antonio Nattero e Michele Brea, fu realizzato il maestoso portale centrale in pietra nera, opera dei maestri lapidici della Valle di Rezzo (Imperia).
XVII sec (costruzione intero bene)
Nella prima metà del Seicento avviene la costruzione degli altari in marmi policromi della navata sinistra, dedicati a Santa Lucia, alla pentecoste e ai Santi Crispino e Crispiniano e la costruzione dell’altare della madonna del Rosario, a capo della navata destra. Nella seconda metà del Seicento viene eretto l’altare maggiore in marmo di cui rimangono il tabernacolo in marmi policromi, opera egregia di una delle botteghe dei marmorari genovesi di quel secolo.
1638 (realizzazione sagrato)
Realizzato con ciottoli bianchi (quarzi) e grigi (calcari marnosi), il risseu presenta soggetti marini, a sottolineare il ruolo delle attività marinare dedicate in prevalenza al commercio marittimo e alla pesca del corallo sostiuita verso i primi anni del Settecento dalla pesca del tonno.
La data riportata sul sagrato coincide con il decreto della Sacra Congregazione del Concilio del 13 novembre 1638 a firma del Cardinale Verospi e del segretario Paolucci con cui viene ribadito lo status della chiesa di Sant'Ambrogio quale "Parrocchia ossia Collegiata". Il risseu dovette sovrapporsi al cimitero originario della chiesa, che venne conservato nei suoi pressi. Il sagrato in origine proseguiva anche lungo il fianco destro della chiesa davanti alla porta laterale a ribadire la sacralità di tale spazio su cui era riportata la scritta "locis iste sanctus est".
1644 - 1658 (rifacimento altare)
Nel 1644 le antiche famiglie Brea e Giancardi fecero costruire la Cappella della Madonna della Misericordia in occasione della solenne consacrazione della Città alla Mater Misericordiae, apparsa a Savona nel 1536.
Tra 1644 e 1658 ci fu il cambio di titolazione e venne rifatto l’altare un tempo dedicato a San Giacomo e ora intitolato a Nostra Signora della Misericordia.
XVIII sec (trasformazione intero bene)
Nella seconda metà del Settecento vennero innalzate la grande cupola incentrata sopra il Sancta Sanctorum, la cupola minore che l'affianca sul lato mare (sopra la cappella del Rosario) e la volta a botte sulla navata centrale, in concomitanza con la trasformazione dell'interno dallo stile romanico a quello barocco.
1739 - 1740 (decorazione altare)
Il marmoraro genovese Carlo Antonio Ripa esegue la cornice marmorea in diaspro rosso con eleganti profilature in marmo bianco terminanti in riccioli con pendoni di frutta, per la pala con il Transito di San Giuseppe. Pala e cornice, in origine collocate nella prima cappella della navata sinistra, furono spostate nel 1914 alla parete della navata destra.
1823 (costruzione intero bene)
Nel 1823 ha inizio la costruzione della cupola sulla cappella della Madonna della Misericordia (lato monte).
1855 - 1857 (costruzione organo)
Tra il 1855 e il 1857 venne costruito il grande organo, pezzo unico di un giovane organaro di Garessio (Cuneo), il maestro Giuseppe Gandolfo.
1859 - 1860 (decorazione intero bene)
L’intera volta a botte della navata centrale venne affrescata in quattro riquadri dal pittore Virginio Grana, nativo di Albenga con bottega in Genova tra il 1859 e il 1860
1876 - 1897 (decorazione facciata)
Il primo progetto per la decorazione della facciata occidentale è datato 30 giugno 1876 ed in data 29 giugno 1895 viene redatto il progetto di restauro delle facciate e della copertura a firma del genovese ing. Emanuele Campanella. Tale restauro, che delineò l’attuale aspetto della facciata fu eseguito dalla Ditta Boscione Andrea di Antonio, terminò nel 1897. Di ispirazione rinascimentale, fino ad allora il prospetto era rimasto romanico, anche dopo la trasformazione settecentesca dell’interno in stile barocco. I portali vennero conservati al loro posto ad eccezione di quello dell’annesso Oratorio di S. Caterina, che non venne ripristinato.
XX sec (rifacimento altari)
Nella prima metà del '900 tre degli altari della navata destra, quelli dedicati ai Santi Cosma e Damiano, all’Immacolata e quello di Sant’Anna, costruiti nel Settecento in stucco colorato a simulare marmi policromi furono distrutti e ricostruiti in marmo da Olinto Pezzolo di Alassio in stile tardobarocco. Nell’altare dedicato a S. Anna fu rifatto solamente il paliotto, conservando la restante decorazione.
1908 (modifiche intero bene)
Dopo lunghe contese tra il comune e la fabbriceria della chiesa, venne tracciata la nuova strada di collegamento dalla piazza della stazione alla piazza di Sant’Ambrogio che comportò la demolizione del sagrato sul fianco destro della chiesa, delle vecchie canoniche e la sopraelevazione dell’ingresso laterale con la scalinata e la balaustra marmoree attuali.
1912 (costruzione intero bene)
Copia fedele della grotta di Massabielle, la Grotta di Lourdes venne realizzata dal cementista Attilio Velati, per iniziativa del prevosto Mons. Bartolomeo Podestà. Essa è posta nella prima cappella della navata sinistra, dedicata a San Giuseppe.
2006 - 2009 (restauro intero bene)
Con Autorizzazione della Soprintendenza del 04/04/2006 vengono assentiti lavori interni di restauro della volta e delle pareti. Essi hanno compreso il restauro degli affreschi, la pulitura dei dipinti murali, il consolidamento degli intonaci e il rispristino delle parti mancanti del modellato in stucco e delle dorature. A completamento dei lavori è stato effettuato lo spostamento del pulpito in pietra nera dalla posizione esistente (in prossimità della prima lesena della navata sinistra) alla posizione originaria a ridosso della quinta colonna destra della navata centrale. I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Formento Filippo Carlo di Finale Ligure e sono terminati il 25/05/2009
2009 - 2001 (restauro sagrato)
Il 22/06/2009 la Soprintendenza autorizza il progetto di restauro del sagrato. I lavori, iniziati il 10/05/2011 hanno interessato i sottofondi interessati da affossamenti e rappezzi impropri realizzati in epoca recente.
Descrizione
Edificio a impianto basilicale a tre navate, separate da dieci pilastri poligonali, disposti cinque per parte, con capitelli corinzi,uniti tra loro da archi a tutto sesto. Al di sopra dei capitelli continuano il disegno dei sottostanti pilastri delle corte lesene corinzie, decorate, come i pilastri, a finto marmo, che nel presbiterio si sviluppano maggiormente in altezza. Al di sopra si sviluppa la cornice risvoltata anche nell’abside. Tutti i capitelli e le decorazioni sugli archi e nella cornice della pala dell’altare maggiore sono dorati. Il campanile è composto da una base liscia e inarticolata e da sei livelli ed è concluso da una cuspide piramidale su cui poggiano due orologi metallici.
Pianta
La pianta si sviluppa in tre navate delimitate da due ordini di colonne poligonali. Esse sono coperte da volte a crociera ai lati e a botte al centro, l’abside è semi esagonale. Appena entrati, ci si trova sotto la tribuna della cantoria del grande organo, addossata alla controfacciata. Il parapetto, le quattro colonne in basso e la cassa dell’organo sono state eseguite dall’Alassino Emanuele d’Amico.
Addossato alla parete di fondo dell’abside si trova il secondo organo a canne che delimita il coro da cui si accede alla sacrestia.
Le navate laterali sono scandite da 12 altari e si concludono rispettivamente a sinistra con la Cappella della Beata Vergine di Misericordia e a destra con la Cappella della Beata Vergine del Rosario. in corrispondenza della terza campata della navata sinistra si trova la porta di collegamento con l'attiguo Oratorio di S. Caterina, esso è incorniciato da un portale in pietra nera scolpita.
Elementi decorativi
La volta a botte della navata centrale è suddivisa a riquadri dove sono raffigurate scene della vita di S. Ambrogio e l’Allegoria della musica sacra, databili all’Ottocento.
La cupola sopra al presbiterio è decorata a finti cassettoni e poggia su lesene ioniche; sui pennacchi della cupola sono affrescate le figure dei quattro dottori della Chiesa: S. Agostino, S. Gregorio, S. Gerolamo e S. Bernardo, opere del pittore piemontese N. Borgna. Le decorazioni del catino sono del Grana.
Arredi
L’ Altare maggiore è in marmi policromi con scenografica espansione laterale dei gradini reggicandelabri e paliotto a forma di sarcofago, decorato con strigliature e piccoli ventagli a tarsia. Al centro del paliotto, a bassorilievo in marmo bianco, le insegne vescovili del santo titolare. Due bellissime testine angeliche concludono lateralmente il gradino superiore. Al di sopra del tabernacolo è collocato l’antico tabernacolo seicentesco, trasformato in tronetto per l’esposizione eucaristica; a forma di tempietto è caratterizzato da colonnine tortili in marmo mischio e da motivi decorati a tarsie in marmi policromi. Settecenteschi sono gli angeli che reggono il tendaggio in marmi policromi e le due testine angeliche sul fastigio. La composizione è chiusa in alto dalla statua di S. Ambrogio, opera di uno scultore di fine Seicento vicino all’opera di Pierre Puget.
La cappella della navata destra è delimitata da una balaustra in marmo intarsiato come anche l’altare con colonne e paliotto scolpito con la Madonna e il Bambino. La cappella di sinistra contiene un altare marmoreo con colonne tortili tra le quali è posta la statua della Beata Vergine.
Il pulpito in pietra nera è diviso in riquadri decorati a rilievo che raffigurano la Crocifissione con S. Giovanni e la Madonna dolente, il Profeta Isaia e la Sibilla Cumana.
Facciata
La facciata ottocentesca è in stile neo rinascimentale e presenta la parte centrale composta da due livelli, coronati da un timpano triangolare dentellato con al centro un tondo con il Sacro Cuore di Gesù a bassorilievo, mentre il secondo livello, incorniciato da due costolonature, presenta una serie di archi a tutto sesto con tre nicchie contenenti le statue della madonna, di S. Ambrogio e S. Agostino e al di sopra tre ovali uguali a quello del timpano, con a bassorilievo le figure dei Santi Rocco, Giuseppe col Bambino ed il Battista. Ai lati del timpano due bassorilievi raffiguranti la Natività e la Risurrezione. I due livelli della facciata sono divisi da una cornice dentellata al di sotto della quale quattro costolonature scandiscono gli spazi in corrispondenza delle navate. Un ordine di lesene corinzie affianca le costolonature. I portali in pietra nera sono quelli cinquecenteschi. Quello centrale ha il timpano sorretto da due lesene corinzie scanalate che sorreggono l’architrave con la data e al centro una formella con S. Ambrogio, al di sopra, sempre in bassorilievo Gesù benedicente e gli Apostoli. Il timpano triangolare contiene la raffigurazione di Dio Padre benedicente, attorniato da Cherubini. I portali laterali sono anch’essi in pietra nera scolpita e presentano sugli stipiti medaglioni con le immagini di S. Ambrogio e S. Agostino a destra, e di Mons. Marchese e papa Giulio II a sinistra.
Prospetti
Il prospetto prospiciente sulla via Aurelia è intonacato con basamento in pietra ed include l’ingresso laterale incorniciato da un portale in pietra nera. Nei due medaglioni sugli stipiti sono effigiati i poeti Dante e Petrarca, in alto, ai due lati angoli dell’architrave si ripresenta la scena dell’Annunciazione. Al centro dell’architrave, in rilievo, racchiusa da cornici circolari, un’iscrizione con il trigramma di Cristo IHS. Tale iscrizione ricalca i moduli di quelle dei portali minori della facciata, di cui è coeva. Il portale tuttavia si arricchisce di raffigurazioni di gusto classico nelle figurazioni e sugli stipiti.
Campanile
Il campanile è composto da una base liscia e inarticolata e da sei livelli, il primo con una stretta monofora e gli altri con una sequenza di cinque bifore il cui sesto acuto si trasforma in arco a tutto sesto nelle ultime due. La terza finestra dal basso è l’unica ad avere come sostegno una finissima colonnina in marmo, con capitello a foglioline, mentre gli altri hanno grezzi piastrini in laterizio. Gli ultimi tre livelli sono decorati da archetti pensili, evidenti soprattutto nell’ultimo, grazie ai peducci in pietra nera. Le ultime due cornici marcapiano sono decorate da un fregio a denti di sega in laterizio. Il campanile è concluso da una cuspide piramidale su cui poggiano due orologi metallici.
Coperture
La copertura è a due falde con manto in ardesia. Le cupole hanno manto in scandole di ardesia.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento interno è in marmo nero e bianco. Il sagrato si compone di tre grandi tappeti in corrispondenza delle tre porte di ingresso alla chiesa. E’ realizzato con ciottoli bianchi e grigi delimitati da fasce di ciottoli bianchi. Il tappeto di sinistra presenta al centro un grande motivo a stella a otto raggi con ai lati quattro piovre dotate di altrettanti tentacoli; quello al centro reca il motivo dell’ostensorio raggiato. Il tappeto di destra è decorato al centro con un grande motivo curvilineo e ai lati quattro stelle marine.