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Brienza
Potenza - Muro Lucano - Marsico Nuovo
chiesa
sussidiaria
San Zaccaria
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Impianto strutturale; Pianta; Campanile; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1970-1972)
XIII - XIII(inizio lavori intero bene); 1561 - 1571(ricostruzione intero bene); 1656 - XVII(variazione qualificazione intero bene); 1750 - 1750(completamento intero bene); 1857 - XIX(ricostruzione campanile); 1980 - XX(ristrutturazione intero bene)
Chiesa di San Zaccaria
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Zaccaria <Brienza>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Zaccaria
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lucane (costruzione)
Notizie Storiche

XIII  (inizio lavori intero bene)

All'inizio del XIII secolo venne innalzato in Brienza un sacro fabbricato, alquanto modesto, eretto all'esterno delle mura poco fuori porta, intitolato a San Zaccaria martire.

1561 - 1571 (ricostruzione intero bene)

Nel 1571 la Chiesa fu ricostruita in situ, ampliata e architettonicamente rivista rispetto all'originale andata molto probabilmente distrutta in seguito al violento sisma del 31 luglio 1561. La riedificazione avvenne su progetto dell'architetto Donato Cafaro, detto "il pignoloso", nativo di Cava dei Tirreni, attivo con la sua famiglia di impresari edili anche nell'edificazione del coevo convento francescano dell'Annunziata.

1656 - XVII (variazione qualificazione intero bene)

San Zaccaria, che al tempo della sua fondazione era una delle sei parrocchie di Brienza, dopo la terribile epidemia di peste del 1656, che falcidiò quasi metà della popolazione, perse alla fine del 1600 il rango "parrocchiale", divenendo al pari delle altre "filiale" della Chiesa madre di Santa Maria Assunta.

1750  (completamento intero bene)

Intorno al 1750, anno al quale risale il monumentale ed artistico portale in pietra opera del maestro scalpellino padulese Andrea Carraro, vennero eseguiti i lavori che portarono alla realizzazione della nuova sacrestia, dell'organo a mantice con cantoria pensile e di un prolungamento di entrambi i lati della navata, con la realizzazione del coro absidale, prima assente.

1857 - XIX (ricostruzione campanile)

La torre campanaria, molto alta e snella, situata a ridosso della sacra fabbrica crollò a seguito del violento sisma del 1857 che rase quasi al suolo la parte più antica dell'abitato provocando 151 morti. La nuova torre campanaria, a pianta quadra, alquanto corta e tozza, fu ricostruita anni dopo nell'aria di sedime.

1980 - XX (ristrutturazione intero bene)

Dopo la ristrutturazione seguita al sisma del 1980 che ha interessato l'intera chiesa, sono venuti alla luce alcuni frammenti di affreschi che coprivano le pareti perimetrali raffiguranti scene e soggetti sacri e che furono ricoperti, probabilmente per motivi igienici, dopo la peste del 1656. Alcuni affreschi sono attribuiti, da alcuni, al brienzano Pietro Giampietro, mentre le opere antecedenti (1586), secondo alcuni esperti, riflettono la mano di Girolamo Todisco, un "frescante" attivo tra la seconda metà del XVI e la prima metà del XVII secolo.
Descrizione

La chiesa di San Zaccaria è ubicata nella parte più antica del paese poco lontano dalla chiesa madre e dal Castello Caracciolo. Si presenta all'esterno con una facciata caratterizzata da un monumentale ed artistico portale in pietra del 1750 situato al termine di una scalinata in pietra squadrata che si sviluppa dal piano stradale sottostate posto a circa due metri dall'ingresso principale. Il portale è costituito da una cornice multipla sormontata da stemma regale finemente scolpito con bassorilievo del Ss. Sacramento e arricchito da bassorilievi e teste di angeli sotto l'architrave. Al suo interno presenta una navata unica a pianta rettangolare con abside finale e una cappella laterale alla sinistra del presbiterio. Le pareti della navata presentano una serie di arcate cieche, sei sul lato destro e quattro sul lato sinistro. Tra la quinta e la sesta arcata, proprio sulla parete sinistra, furono ricavate nel 1750, con l'utilizzo degli spazi retrostanti adibiti a sacrestia, le attuali cappelle comunicanti con volte a crociera decorate con un ricco ornato in gesso e altari in pietra. Sul presbiterio, leggermente rialzato rispetto al piano di calpestio, è collocato l'altare maggiore secondo l'uso pre Concilio con immediatamente a ridosso la nuova mensa d'altare. Nell'abside, che è diviso dal resto della navata e quindi dal presbiterio da un arco a tutto sesto, si apre una un ampio finestrone rettangolare ed è presente un coro ligneo del XIX secolo. Dei dodici altari minori, posti sotto le arcate a tutto sesto delle mura perimetrali, ne sono stati rimossi il maggior numero dopo l'ultima ristrutturazione e attualmente ne rimangono solo tre, due nella cappella sinistra e l'altro sulla parete destra della navata. Sul presbiterio, ai lati dell'arco che la divide dall'abside, sono presenti due nicchie con le statue di S. Donato e S. Anna. Nella cappella laterale di particolare interesse è l'altare dedicato a San Gaetano realizzato in pietra marmolata grigia con riflessi verdini e venature bianche. Le arcate perimetrali che scandiscono la navata, divise da alte lesene, sono sormontate da un cornicione su cui si aprono grandi finestroni che illuminano la navata. Fino agli ultimi restauri della fine del secolo scorso erano presenti una serie di botole cimiteriali, ricavate sotto la pavimentazione, rialzata rispetto al piano stradale, in quanto la chiesa fino al XIX secolo era fornita di cripta. Era inoltre presente una cantoria, che ne ornava la parte posteriore, sopra la porta d'ingresso, smontata e della quale rimangono solo le travi in legno con facce di angeli scolpite che la sorreggevano. Esternamente sul lato est e posteriormente, a ridosso dell'abside, trova collocazione il campanile con un livello di finestre monofore sui quattro lati. L'area esterna è a ridosso di un piccolo piazzale pavimentato, con una scalinata che immette all'interno dell'edificio, e di strada adiacente adibita alla circolazione pedonale e veicolare.
Impianto strutturale
Edificio in muratura portante continua in pietrame locale intonacato e tinteggiato sia internamente che esternamente.
Pianta
Schema planimetrico a pianta rettangolare ad andamento longitudinale con navata unica, conclusa da abside rettangolare, e una cappella laterale sinistra.
Campanile
Campanile a pianta quadrata innestato posteriormente sulla fiancata destra, con cella campanaria aperta da quattro monofore, cornicione aggettante modanato.
Coperture
Tetto a padiglione sull'unica navata e a falda unica sull’area absidale. Copertura di tegole a coppi in cotto.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione interna in marmi policromi di buona fattura.
Elementi decorativi
Nella IV arcata sinistra è presente il più antico affresco del paese, datato 1586, commissionato dalla famiglia Leopardi. Esso rappresenta a destra la figura di Santa Caterina di Alessandria nell'atto di leggere e, a sinistra, San Leonardo di Noblac. All'apice della scena, la Trinità: Dio sorregge il Salvatore Crocifisso e la colomba vola su di lui. Particolare della III arcata di destra due affreschi sovrapposti, il più recente da datare probabilmente 1750, anno di una grande ristrutturazione.
Elementi decorativi
La chiesa ospita inoltre otto preziose tele datate tra il 1600 e il 1800 tra le quali spicca la "Circoncisione di Gesù" della seconda metà del '600 attribuito a Luca Giordano dal discepolo Simonelli. Altri quadri di un certo interesse sono senza dubbio "la Madonna del Rosario" (1794) e la Vergine con Sant'Anna e San Gioacchino, datata 1833, entrambi opera del Mangieri. Di particolare interesse anche il quadro rappresentante "santi medici Cosma e Damiano" (1790 circa) anonimo di fatto ma secondo alcuni anch'esso attribuibile al pittore Feliciano Mangieri.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970-1972)
L'adeguamento liturgico ha previsto l'integrazione dell'area presbiteriale, con l’aggiunta di un altare in pietra davanti l'altare tridentino nel quale si trova la custodia eucaristica; la sede della presidenza è in legno, mentre l'ambone è costituito da una struttura leggera in metallo.
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