chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Carlantino Lucera - Troia chiesa parrocchiale San Donato Vescovo Martire Parrocchia di San Donato Vescovo e Martire Coperture; Impianto strutturale; Elementi decorativi presbiterio - intervento strutturale (1965-1991); altare - intervento strutturale (1965-1991); cattedra - intervento strutturale (1965 - 1991); ambone - intervento strutturale (1995 -2000) XVI - 1582(restauro carattere generale); XVII - 1602(restauro carattere generale); XVIII - 1757(restauro carattere generale); XX - 1949(restauro carattere generale); XX - 1965-1970(restauro carattere generale)
Chiesa di San Donato Vescovo e Martire
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Donato Vescovo e Martire <Carlantino>
Altre denominazioni
San Donato Vescovo Martire
Ambito culturale (ruolo)
maestranze molisane-pugliesi (costruzione chiesa)
maestranze molisane-pugliesi (restauro interni)
Notizie Storiche
XVI - 1582 (restauro carattere generale)
Una prima chiesa dedicata a San Donato Vescovo e Martire in Carlantino, costruita nella località chiamata "aia di san Donato" a sud del palazzo Baronale, fu fatta edificare dal Marchese Gambacorta Signore di Celenza Valfortore, dopo che questi chiese e fu autorizzato da Filippo II d'Aragona (1556 - 1598) a fondare un Casale nel suo feudo. La Camera della Sommaria ratificò il volere reale, per la costruzione un Casale "non murato" il 28 febbraio 1582, e nello stesso anno si iniziò la edificazione la primitiva chiesa di San Donato.
XVII - 1602 (restauro carattere generale)
Nel 1604 terminarono i lavori e la chiesa fu consacrata e dedicata a San Donato V. e M., che venne proclamato anche patrono del Casale.
XVIII - 1757 (restauro carattere generale)
Nel 1757 per venire incontro alle esigenze della popolazione, la primitiva chiesa di San Donato - diventato il Casale anche Parrocchia - venne abbattuta e ricostruita di sana pianta. Alla navata centrale fu aggiunta una navata laterale che iniziava subito dopo il campanile, con la sua uscita sulla strada pubblica. La facciata della chiesa fu arricchita da un elegante portale in pietra locale, come anche la porta laterale (verso la casa canonica) è tutta in pietra viva.
XX - 1949 (restauro carattere generale)
Nel 1949 vengono terminati altri lavori che, ad esclusione della volta sull'altare, hanno comportato l'abbattimento della volta e di tutti gli archi laterali. La volta viene ricostruita con rete metallica e in mattoni i nuovi archi. La navata minore, chiamata Cappellone di San Donato, viene separata dal corpo della chiesa e la cantoria in legno lavorato è stata sostituita con una più ampia con parapetto in mattoni e sorretta da due colonne di cemento. Il pavimento viene rifatto in mattonelle comuni di graniglia incolore bianco e nero.
XX - 1965-1970 (restauro carattere generale)
Dopo la metà degli anni sessanta l'edificio ha subito altri interventi di ristrutturazione che non hanno cambiato l'impianto tipologico della chiesa, ma che hanno interessato, dal punto di vista strutturale, la sostituzione della copertura, costituita da capriate in legno con sovrastante tavolato e manto di coppi, con l'attuale solaio in latero-cemento poggiante su cinque travi in cemento, visibili all'interno e parzialmente estradossate.
Descrizione
La chiesa parrocchiale di san Donato Vescovo e Martire in Carlantino, è situata sul corso principale del paese. La facciata, oggi a capanna, sostituisce l'antica e originaria facciata che era secondo gli stilemi del gotico abruzzese con una ricca e sporgente "romanella". Solenne e ricco nelle linee barocche è il portale di ingresso. La chiesa ha anche una entrata laterale in pietra locale con la sua gradinata, il tutto in pietra locale e "bocciardata". L'edificio è a navata unica con la facciata ad oriente , allo spigolo S/E è situato la torre campanaria, a struttura indipendente, con la copertura tronco conica a pianta ottagonale. La navata ha dimensioni in pianta di m. 22,72x9,23 e altezza massima interna di m.11,95; il presbiterio invece è pari a m.5,20x9,40 con altezza massima m.10,00
Coperture
La copertura attuale, che sostituisce quella in legno già modificata negli anni quaranta, oggi è fatta con un solaio in latero-cemento poggiante su cinque travi in cemento armato, visibili all'interno e parzialmente estradossate, collegate con cordolo di coronamento.
Impianto strutturale
La chiesa oggi è a navata unica fiancheggiata da graziosi archi che custodivano gli antichi altari in pietra locale, eliminati negli interventi realizzati tra il 1965 e il 1970. In ogni arcata vi è una nicchia con la statua cui era dedicato l'altare, eccetto qualche aggiunta di statua devozionale come quella di santa Rita e del Sacro Cuore. Nella controfacciata della chiesa vi è la cantoria in cemento sorretta da due colonne sempre in cemento. Il pavimento è in pietra "bronzino" di Apricena. Con due gradini si raggiunge il presbiterio che ha conservato la copertura a vela. Dell'antico altare in marmi policromi del secolo XIX non è rimasto nulla mentre il nuovo altare, in pietra bianca di Apricena, è stato realizzato negli anni '90. La navata è illuminata da otto finestre. I prospetti della chiesa si presentano intonacati con rete metallica portaintonaco e tinteggiata con colori chiari negli anni '90.
Elementi decorativi
Decorazioni originali le troviamo nella parete del presbiterio dove sono conservate le due "ancone" con stucchi barocchi che affiancano la preziosa e originaria "ancona" in legno intagliato e dorato - appartenente all'altare ligneo del secolo XVIII, e che custodisce il grande quadro del Cati, famoso artista che aveva bottega a Roma.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1965-1991)
Il presbiterio ha subito una radicale trasformazione negli anni seguenti il Concilio Vaticano II. Con la sistemazione di un nuovo altare e di una nuova sede presidenziale sotto il parrocato di d. Antonio Romano e l'episcopato di Mons. Criscito. In questi interventi non fu previsto un nuovo ambone.
altare - intervento strutturale (1965-1991)
L'antico altare in massa di fabbrica con marmi policromi del secolo XIX è stato totalmente eliminato e le sue parti marmoree usate per una sede che fu posta sotto l'antica ancona lignea dove è custodito il prezioso dipinto su tela della Madonna delle Grazie con sotto i Santi patroni dei Feudatari di Celenza che vollero la nuova chiesa per il Casale di Carlantino, con i santi Donato, Andrea, Girolamo e Francesco d'Assisi. Questo altare è stato sostituito da un altare che aveva come base una struttura a calice in ferro con una lastra in pietra bianca di Apricena. Questi lavori sono stati eseguiti sotto il parrocato di d. Romano e l'episcopato di Mons. Criscito. Questo altare fu sostituito negli anni ottanta da un nuovo altare costituito da una base in pietra di Apricena lavorata come un tronco, volendo richiamare la profezia di Isaia "un germoglio spunterà dal tronco diJesse" sotto il parrocato di d. D'Apollonio. Negli iterventi fatti dalla pubblica amministrazione tra il 1999/2000 l'altare è stato rifatto di nuovo (così com'è attualmente) con una struttura tutta in pietra di Apricena con delle colonne e un quadrato centrale che custodisce le reliquie dei Martiri. Questi lavori sono stati eseguiti sotto il parrocato di D Paolella e l'episcopato di Mons. Castielli.
cattedra - intervento strutturale (1965 - 1991)
La sede presidenziale costruita ex novo con marmi policromi negli anni 1965/1970, aveva due gradini in marmo nero che salivano verso i sedili con una struttura di marmo a forma di semicerchio aperto. Questo lavoro fu eseguito sotto il parrocato di d. Romano. Questa sede è stata eliminata, poi, negli interventi degli anni 1999/2000 e sostituita da una sede in legno.
ambone - intervento strutturale (1995 -2000)
L'attuale ambone è stato costruito con il recupero di due "gattoni" in pietra viva locale, provenienti dagli antichi altari della chiesa, con una lavorazione artigianale di uno scalpellino di Celenza. Il lavoro è stato fatto sotto il parrocato di d. Tommasone e d. Onorato e sotto l'episcopato di Mons. Zerrillo.