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Descrizione |
La chiesa medievale di S. Maria “ad fossam”, legata alla storia della fiorente comunità rurale dell’omonimo centro e costruita nelle immediate vicinanze della Via Campana, sorgeva “ad costam” cioè presso la sponda del fiume Volturno. Riferiva il canonico Francescantonio Natale nel 1776 “esser la chiesa di struttura longobardica”. Essa, infatti, edificata nel 1084 da alcuni signori capuani che la dotarono di ingenti benefici, conserva chiari lineamenti romanico-longobardi tra i quali appaiono cenni gotici. Nel piazzale avanti alla Chiesa sorgevano delle colonne che delimitavano il confine dell'area sacra, per cui non poteva essere arrestato chiunque, perseguitato dalla legge, si trovava all'interno dell'area sacra. La progettazione dell’edificio sacro si ispira a principi di notevole sobrietà stilistica: la facciata, “a capanna composita”, fa intravedere dall’esterno la suddivisione interna delle navate, con la navata centrale più alta di quelle laterali. Un gioco simmetrico di lesene, che poggiano su un alto basamento murario, crea un elemento di spicco nell’uniformità architettonica della struttura. Lo spazio interno è suddiviso in tre navate: la maggiore, al centro, è separata dalle altre due da archi su pilastri ed è ornata semplicemente con stucchi bianchi e dorati. La chiesa presenta 5 ambienti a sinistra e 4 a destra. Molte delle parti strutturali della chiesa esibiscono un paramento faccia a vista. Sulla navata sinistra, in corrispondenza dei muri delle cappelle laterali sono presenti delle colonne tozze con dei pulvini quadrati che presentano un paramento faccia a vista. Al suo interno ci sono molti affreschi e statue lignee. La struttura del campanile è staccata dal corpo dell’edificio sacro: la linea architettonica, geometricamente lineare, rende slanciata ed elegante la massiccia torre. Sulla base si innalzano due piani dalla muratura piena; nella parte più alta dalle tre monofore aperte s’intravedono due grandi campane; sul tetto c’è un’altra campana più piccola.
Contesto |
Tito Livio parla di un territorio nei pressi di “Fossa Greca”, zona del casertano in cui sorge il Comune di Santa Maria la Fossa. Questo - denominato nell’antichità semplicemente “Fossa”, e poi, dopo la costruzione della Chiesa in onore della Madre di Dio, Santa Maria la Fossa – rivestì, nel corso dei secoli, il ruolo di “casale” della città di Capua, raggiungendo l’apice del suo sviluppo in epoca longobarda, tempo in cui divenne anche uno dei centri più cospicui di quella porzione del principato capuano compresa “intra viam novam Neapolitanam, et flumen et terram ultra flumen versus mare”. L’economia della parrocchia è prevalentemente agricola; numerose anche le aziende bufaline e quelle per la trasformazione del latte, nonché le imprese artigianali ed edili. Alcuni cittadini hanno trovato stabile occupazione nell’industria mentre rimane sensibile il flusso migratorio vero il Nord Italia. Il livello culturale medio si è, in generale, innalzato. La chiesa è ubicata lungo la statale 264 che unisce l’Appia alla Domiziana; dista 7 Km da Capua e confina ad ovest con il comune di Grazzanise, a nord con Capua e Brezza, a est con Capua e San Tammaro e a sud con il comune di Casal di Principe. |
Fondazioni |
Le indagini geognostiche più recenti hanno evidenziato che l’intero organismo insiste su strati di argilla alternata a lenti di sabbia e, in qualche punto, è presente materiale di riporto. |
Facciata |
La chiesa presenta nel prospetto chiari lineamenti romanico-longobardi tra i quali appaiono cenni gotici. Essa all’esterno è improntata a caratteri stilistici molto semplici. La facciata è “a capanna composita”, facendo intravedere dall’esterno la suddivisione interna delle navate, con la navata centrale più alta di quelle laterali. Nella parte più alta del prospetto c’è un rosone, decorato semplicemente, con motivi che partono dal cerchio centrale e si diffondono fino alle estremità. Un gioco simmetrico di lesene, che poggiano su un alto basamento murario, crea un elemento di spicco nell’uniformità architettonica della struttura. Nella facciata si aprono tre porte di diverse proporzioni, in corrispondenza delle tre navate interne: tutte in legno massiccio, di color mogano, decorati con motivi eucaristici scolpiti a mano da un artigiano locale. La porta d’ingresso, quella centrale, è contornata da un riquadro in marmo; lo sovrasta la lunetta priva di motivi decorativi. |
Interno |
Lo spazio interno è suddiviso in tre navate: la maggiore, al centro, è separata dalle altre due da archi su pilastri ed è ornata semplicemente con stucchi bianchi e dorati. La chiesa presenta 5 ambienti a sinistra e 4 a destra. La prima cappella di sinistra, entrando, è stata di recente ricavata dalla chiusura del nartece, presente fino all’anno 1943, anno in cui l’edificio sacro fu minato dai tedeschi in ritirata. Il paramento murario è interessato da notevoli fessure in corrispondenza delle chiavi di volta degli archi sottostanti. Nella parte interna sono state riaperte le monofore già ripristinate all'esterno. Molte delle parti strutturali della chiesa presentano un paramento faccia a vista. Sulla navata sinistra, in corrispondenza dei muri delle cappelle laterali, sono presenti delle colonne tozze con dei pulvini quadrati che presentano un paramento faccia a vista. Il basamento delle colonne, nella parte centrale, sono poste ad una quota diversa dalle altre; altre, invece, poggiano direttamente sul pavimento come se fossero prive di toro, scozia e piedistallo. Duranti gli ultimi lavori di consolidamento è emerso un arco a sesto acuto con due strati di affresco sull’imbotto, raffigurante il primo S. Antonio di Padova e dei motivi fitomorfi in quello posto al di sotto. Il coro, eretto nel 1960, è stato abbattuto e sostituito da una passerella che mette in comunicazione le due coperture. La chiesa presenta decorazioni in stucco tipiche dell’inizio del secolo, cornici alle finestre, agli archi, riquadri e tondi negli imbotti ed un grosso cornicione aggettante sulla navata stessa. L’abside maggiore, per tutta la sua lunghezza, è arricchita da pregevoli affreschi dell’XI secolo. In essa sia apre una finestra sulla lunetta. Sull’abside minore è presente un affresco raffigurante una Madonna con bambino di età tardogotica; tutt'intorno emergono brani di altre decorazioni precedenti, raffiguranti parti di santi ed un velario nella parte bassa. |
Pavimenti e pavimentazioni |
L’attuale pavimentazione, nella navata centrale e quelle laterali, è costituita da mattonelle in graniglia con decoro prodotte dalla “Stico” di Napoli. Nella parte centrale c’è una botola colma di materiale di risulta. Tale botola è costituita da una voltina per due lati tompagnata. Il pavimento poggia su uno strato sottile di sabbia e cemento. Solo in alcune cappelle la pavimentazione si presenta con delle mattonelle in cotto con decori e manifattura databile anni 1940-50. |
Struttura |
La struttura portante è in muratura di tufo. L’ultimo intervento di consolidamento della struttura è stato realizzato mediante perforazioni ed iniezioni di cemento, realizzate dall'esterno con basse pressioni a crescere. I cantonali e gli incroci sono stati ammorsati per creare una continuità strutturale. |
Coperture |
La copertura poggia su colonne che sostengono la muratura. Le navate laterali sono coperte da un solaio in ferro e laterizio sostituite, poi, con delle mezze capriate per l’adeguamento statico delle navate laterali. |
Presbiterio |
Gli attuali gradini della zona presbiterale sono sovrapposti ai disegni del pavimento posti negli anni 50. I gradini sono stati anche ingranditi in tempi recenti. I 2 gradini dell’attuale altare hanno alzate differenti di una misura tale da lasciar supporre che il marmo che ora ricopre la zona presbiterale sia stato sovrapposto alla pedata di un altro gradino o comunque della quota originaria del presbiterio. In linea con lo stile della chiesa è l’altare: su un’antica colonna, recuperata in loco, è poggiata una semplice lastra di marmo; idem per l’ambone. Sul lato destro dell’ambone sono posizionati la poltrona per il Presidente e due sgabelli, tutti in legno noce e velluto rosso in stile barocco. |
Elementi decorativi |
Al suo interno vi sono numerose statue, in particolare vanno ricordate le statue lignee dipinte della Madonna Maria Ss. Assunta in cielo, Sant'Anna, San Michele Arcangelo e il patrono San Restituto, databili 1790. Ma oggi, più che in passato, la Chiesa suscita il comune interesse soprattutto per le sue pitture, molte delle quali, è da supporre, sono ancora celate dalle tinteggiature del sacro edificio risalenti a questo, nonché ai secoli scorsi. Di grande importanza sono gli affreschi dell’abside e del pilastro più vicino all'altare maggiore, tra la navata centrale e quella di destra, attribuiti al 1100. In buono stato vengono conservati gli affreschi del pilastro, raffiguranti due Madonne e databili a poco più tardi del XII secolo. Sulla parete di fondo della navata sinistra si ammira un dipinto (olio su tavola) del 1579 raffigurante l’Assunzione della Madonna. Lungo la navata centrale, sul lato sinistro e su quello destro, sono collocate le Croci dell'Assunta, in marmo scolpito, del secolo XIV. Del 1750 è, invece, la coppia di acquasantiera a muro in marmo policromo. Il fonte battesimale in marmo è del 1150. Nell'abside della navata sinistra è collocato un frammento del cero pasquale del 1849, in marmo scolpito, che, secondo quanto riferiscono gli storici, pesava ben 133 libbre, e pare che fosse più grande e più bello di quello della Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, che ne pesava 80. Per l’uso e la manutenzione del cereo di Santa Maria la Fossa si spendevano le rendite di quattro moggi di terreno. |
Campanile |
Il vicino campanile è stato eretto su materiale di riporto per cui presenta un leggero fuori piombo. Per riparare tale situazione è stato messo in atto un opportuno intervento di consolidamento sia a carico delle fondamenta sia in elevato. La struttura è staccata dal corpo dell’edificio sacro: la linea architettonica, geometricamente lineare, rende slanciata ed elegante la massiccia torre. Sulla base si innalzano due piani dalla muratura piena: il primo è arricchito da 2 lesene, il secondo da 4. La parte più alta ha tre monofore aperte da cui s’intravedono due grandi campane a suo tempo benedette; sulla zona superiore del campanile, lato destro, c’è un’altra campana più piccola in bronzo fuso a cera persa dei primi del 1900. Le campane, in tempi recenti, sono state elettrificate. |
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