chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Capua
Capua
chiesa
sussidiaria
San Salvatore Piccolo
Parrocchia di Santi Filippo e Giacomo
Coperture; Facciata; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Presbiterio
presbiterio - aggiunta arredo (1970)
X - X(costruzione intero bene); 1116 - 1116(cessione intero bene); 1164 - 1164(ristrutturazione intero bene); 1600 - 1600(ristrutturazione intero bene); 1912 - 1912(ritrovamento affresco presbiterio); 1954 - 1954(restauro affresco); 1970 - 1970(sistemazione intero bene); 1994 - 1994(restauro copertura)
Chiesa di San Salvatore Piccolo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Salvatore Piccolo <Capua>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
Notizie Storiche

 (costruzione intero bene)

L’edificazione della chiesa di San Salvatore piccolo risale alla fine del secolo X.

1116  (cessione intero bene)

La chiesa fu ceduta nel 1116 al Monastero di S. Giovanni delle Monache.

1164  (ristrutturazione intero bene)

L’edificio sacro fu ristrutturato nel 1164 così come è ricordato nell’epigrafe della fascia orizzontale sul vano d’ingresso.

1600  (ristrutturazione intero bene)

Una sostanziale trasformazione della chiesa venne effettuata in età barocca come ricordato in un inventario del 1720

1912  (ritrovamento affresco presbiterio)

Nel 1912 fu ritrovato nell’abside l’affresco di scuola giottesca, attribuito dal Quintavalle a Pietro Cavallino (secolo XIII)

1954  (restauro affresco)

Poiché era in via di decomposizione, l’affresco che decorava l'abside della Chiesa di S. Salvatore Piccolo, datato XIII secolo, fu distaccato dalla sede originaria e restaurato a cura della Soprintendenza alle Gallerie di Napoli nel 1954. Successivamente fu collocato nel Museo Provinciale di Capua.

1970  (sistemazione intero bene)

La chiesa fu adeguata alle norme postconciliari nel 1970. In quest’occasione furono intonacate e tinteggiate le pareti interne ed esterne della chiesa.

1994  (restauro copertura)

Dalla Confraternita della Madonna del Carmine furono finanziati i lavori di restauro della copertura della chiesa danneggiata dall’umidità.
Descrizione

La chiesa di San Salvatore piccolo, la cui costruzione risale alla fine del secolo X, fu ceduta nel 1116 al Monastero di S. Giovanni delle Monache e fu rifatta nel 1164, come attesta l’epigrafe della fascia orizzontale sul vano d’ingresso. Aveva tre navate, ma questo impianto sussiste in minima parte dopo i radicali rifacimenti settecenteschi. Una sostanziale trasformazione venne effettuata in età barocca come ricordato in un inventario del 1720 dove si fa riferimento alla volta ad incannucciata sulla navata ed alle colonne inglobate nei pilastri. La fase angioina della chiesa è attestata dall’affresco di scuola giottesca (sec. XIII) ritrovato nell’abside ed attribuito dal Quintavalle a Pietro Cavallino, affresco che è stato distaccato dalla sede originaria e restaurato a cura della Soprintendenza alle Gallerie di Napoli nel 1954. Attualmente è conservato nel Museo Campano di Capua. La facciata della chiesa si apre su Via Principi Normanni e continua lateralmente in Via Michele Monaco con due ingressi chiusi da cancelli in ferro: il primo presenta, incisa sull'architrave, un’iscrizione i cui caratteri sono di epoca normanna. La facciata, settecentesca, è delimitata da due lesene con capitello a grottesca. Il fastigio campanaro con l’originaria bifora, il grande oculo mistilineo ed il semplice portale rivelano le dimensioni della chiesa. All’interno l’edificio sacro si presenta a navata unica con l’abside alterata nel suo impianto originario. Infatti essa è stata tompagnata per ricavarne una nicchia in cui è conservata la statua della Madonna del Carmine.
Coperture
L’antica copertura ad incannucciata è stata sostituita alla fine del 1900 quando è stata riparato il tetto ammalorato da infiltrazioni di acqua piovana.
Facciata
All’esterno la chiesa presenta due ingressi: il principale, su via Principi Normanni, è sormontato da un’epigrafe in caratteri normanni; l’altro, più semplice, si apre su via Michele Monaco. Sulla facciata dell’edificio sacro si apre un portale settecentesco elevato di tre gradini, leggermente incassato, sormontato da un oculo. Due lesene con capitello a grottesca delimitano il prospetto lievemente aggettante. Un’alta cornice marcapiano è definita da una serie di modanature sporgenti, nello stesso colore delle cornici delle finestre per contrastare sullo sfondo della parete esterna. Per dare movimento al prospetto, nella parte centrale del tetto, è stato innalzato in muratura un motivo nel quale trovano posto due campane non più funzionanti. Il fastigio campanario (che utilizza l’originaria bifora del prospetto) e il grande oculo mistilineo caratterizzano la facciata. Sul corpo laterale si apre un’altra finestra incassata nel muro, schermata da una grata in ferro.
Interno
La chiesa ha una pianta rettangolare e modeste proporzioni; è formata da un’unica navata, piuttosto bassa. Dell’antico impianto a tre navate sussiste solo la centrale e la sinistra adattata a sacrestia. L’abside risulta alterata nel suo impianto originario: nel seicento essa è stata tompagnata per ricavarne una nicchia in cui è conservata la statua della Madonna del Carmine. L’altare maggiore, di fattura antica, è in marmo commesso; nel tabernacolo è custodito il SS. Sacramento. Le pareti laterali sono intonacate e tinteggiate di bianco e giallo ocra. Decorano le pareti quadretti con immagini sacre e le stazioni della Via Crucis. Ai due lati dell’altare vi sono le statue dell’Immacolata e del S. Cuore di Gesù. La struttura è illuminata da applique su cui sono montate lampadine a goccia.
Elementi decorativi
Richiama l’attenzione la struttura architettonica della chiesa che ben s’inserisce nel tessuto urbano tipicamente medievale. L’affresco raffigurante l’Assunzione di Maria, vera ricchezza dell’edificio sacro, è conservato oggi nel Museo Campano dopo essere stato asportato dalla sua sede originaria e opportunamente restaurato della Soprintendenza alle Gallerie di Napoli. Di pregevole fattura è la statua della Madonna del Carmine custodita in una nicchia, protetta da vetri, scavata nell’abside. Le fanno corona due angeli collocati in nicchie più piccole, sullo stesso stile della precedente. La statua ha mani e viso in porcellana ed un sontuoso abito intessuto con fili dorati.
Pavimenti e pavimentazioni
Senza alcuna pretesa la pavimentazione sostituita nei primi anni del novecento. Mattonelle quadrate in segato di marmo sono posizionate in modo regolare; solo i due gradini dell’area presbiterale sono in marmo povero di più antica fattura.
Presbiterio
Due gradini delimitano l’area presbiteriale dove è collocato l’altare maggiore in marmo commesso, sovrastato dalla statua della Madonna del Carmine. In posizione più avanzata verso l’assemblea dei fedeli c’è l’altare postconciliare in legno; in legno anche l’ambone posizionato a sinistra della mensa eucaristica.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970)
Negli anni settanta nell’area presbiterale sono stati aggiunti la mensa eucaristica in legno ed un ambone, sempre in legno, removibile. Il Santissimo è conservato all’interno del Tabernacolo dell’altare maggiore.
Contatta la diocesi