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Gonnoscodina
Ales - Terralba
chiesa
parrocchiale
S. Sebastiano Martire
Parrocchia di San Sebastiano Martire
Impianto strutturale; Struttura; Facciata; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (2010)
XVI - XVII(preesistenze intero bene); XVIII - XIX(preesistenze marmi); XIX - XIX(costruzione campanile); 1839 - 1845(costruzione intero bene); 1873 - 1873(consacrazione intero bene); 1883 - 1890(completamento intero bene); 2020 - 2021(Restauro esterni)
Chiesa di San Sebastiano Martire
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Sebastiano Martire <Gonnoscodina>
Altre denominazioni S. Sebastiano Martire
Ambito culturale (ruolo)
maestranze sarde (costruzione)
Notizie Storiche

XVI - XVII (preesistenze intero bene)

Fin da quel tempo esisteva sicuramente una chiesa di San Sebastiano Patrono del paese ed una chiesa di San Daniele; ma erano chiesette assai modeste, molto più piccole e molto più basse di quelle che furono edificate più tardi. La chiesa di San Sebastiano era la parrocchiale ed aveva due cappelle; quella del Cristo Crocifisso e quella della Madonna, cioè del Rosario. (tratto da Memorie del passato - Appunti di storia diocesana, Mons. Severino Tomasi, 1997, Vol.II p.75).

XVIII  - XIX (preesistenze marmi)

Al tempo del Rettore Marras furono rifatti in legno il tetto della chiesa di San Sebastiano e della chiesa di San Bartolomeo. Erano però chiesine molto piccole. La parrocchia costruì un pulpito in legno, e portò da Cagliari nel 1768 il Fonte Battesimale di marmo, che rimase poi anche nella chiesa nuova. Nell’'anno 1780 fu eretto in marmo dalla Ditta Battistino Spazzi di Cagliari anche l'altare maggiore, con la balaustra in marmi policromati, compresi i gradini che scendono all'attuale sagrestia e alla navata. I due mascheroni che si osservano ai lati della gradinata centrale rimontano al tempo in cui questi marmi furono ricollocati nella nuova chiesa (1845) ad opera del marmista Michele Fieschi. L'altare maggiore di Gonnoscodina nella sua prima erezione fu senza nicchie e comprendeva solo, con la mensa ed il palliotto, i tre gradini inferiori ed i tre gradini superiori con l'interposto grandioso tabernacolo del Santissimo Sacramento.

XIX  (costruzione campanile)

A fianco della nuova chiesa di San Sebastiano e contemporaneamente ad essa, fu costruito anche il bel campanile, ove fu collocato il pubblico orologio. Le campane sono tutte più antiche. Una di esse ha il diametro di 50 centimetri ed una altezza eguale al diametro, con l'iscrizione: AD MAJOREM DEI GLORIAM ET AD HONOREM B. SEBASTIANI M. ANNO 1709. Altra campana ha il diametro di centimetri 43 e l'altezza di 40, con l'iscrizione: AVE MARIA, ORA PRO NOBIS - ANNO DOMINI 1711. La terza e la più antica con un diametro di 55 centimetri e con un'altezza di 48. L'iscrizione di questa è a caratteri gotici. La tradizione popolare dice che essa sia appartenuta all'antica parrocchia di San Bartolomeo. Ha due stemmi caratteristici ed una Madonna col Bambino.

1839 - 1845 (costruzione intero bene)

Il 10 agosto 1839 egli iniziò la fabbrica della nuova parrocchia, cioè dell'attuale chiesa di San Sebastiano, sull'area della vecchia chiesa intitolata allo stesso Santo. Ne fece il progetto l'architetto Gaetano Cima di Sanluri; ne furono capi mastri i fratelli Emanuele ed Agostino Sitzia di Gonnosnò. I cantoni e le lastre del primo pavimento furono lavorati dai fratelli Garau di Mogoro e dai fratelli Puxi di Sardara. La calce fu provveduta da Pietro Concas di Nureci. Mons. Vargiu concesse al popolo la dispensa di poter fare in giorno festivo carriaggi gratuiti a favore della fabbrica; ma quei buoni contadini preferirono rispettare la festa ed offrire la loro opera in giorno feriale. Lavorò in San Sebastiano anche quel mastro Raimondo Randacciu che già aveva servito nella fabbrica di San Daniele. La chiesa fu terminata nel 28-12-1845. Il Rettore Cabras morì in Gonnoscodina il 4 febbraio 1862 nell'età di 68 anni.

1873  (consacrazione intero bene)

Altra solennità memoranda fu la consacrazione della Chiesa, che egli (Rettore Teol. Raimondo Mara) ottenne da Mons. Zunnui. Infatti l'8 giugno 1873, Domenica della Santissima Trinità, il Vescovo di Ales consacrò quella Chiesa e quell'Altare maggiore, presenti il Decano Dott. Raimondo Cabras, il Rettore Dott. Raimondo Mara, il Parroco di Ales Can. Sebastiano Frau e molti Parroci e Sacerdoti di altri paesi. Insieme con le Sante Reliquie fu racchiusa dentro la pietra sacra questa iscrizione in pergamena: «Anno 1873, die 8 Junii Ego Franciscus Zunnui Casula Episcopus Usellenses et Terralbensis consacravi ecclesiam et Altare hoc in honorem S. Sebastiani Martyris; in eo inclusi Reliquias Santorum Martyrum Polycarpi, Urbani, Benedictre, Singulis Christi fidelibus concessi hodie unum annum, ed in die anniversario quotannis, Indulgentiam 40 dierum, in forma Ecclesire consueta, visitantibus hanc Ecclesiam».

1883 - 1890 (completamento intero bene)

Nel 1883 (Francesco Pirastu) fu Rettore di Gonnoscodina. Ove fece il pianellamento in marmo della chiesa, e sistemò in apposita cappelletta il Fonte Battesimale, con artistica cancellata in ferro che porta la data del 1890.

2020 - 2021 (Restauro esterni)

Fra il 2020 e 2021 sotto la direzione dell'architetto C. Zedda di Ussaramanna, si è svolto un intervento di restauro grazie al finanziamento della CEI art. 6 e un cofinanziamento comunale. I lavori hanno riguardato principalmente la messa in sicurezza degli ornamenti lapidei della facciata quali cornici, lesene, capitelli e coronamento, e dell'intero campanile ove si è provveduto all'inserimento di una cerchiatura in acciaio livello della seconda cornice. Si è inoltre provveduto ad una revisione dell'intera copertura, dei canali di gronda e del sistema di pluviali. Infine sono stai puliti i prospetti e rinfrescate le tinteggiature della della facciata, del campanile e dei prospetti laterali.
Descrizione

La chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire sorge all’interno del centro storico di Gonnoscodina lungo la via Vittorio Emanuele II. L’attuale chiesa fu riedificata a partire dal 1883 nella stessa posizione in cui sorgeva un’altra chiesa, molto più piccola, dedicata allo stesso martire. L’opera, progettata dal prestigioso architetto cagliaritano Gaetano Cima, fu realizzata in pochi anni. Terminata nel 1845 fu poi consacrata l’8 giugno 1873. L’edificio, realizzato da maestranze provenienti da vai paesi della Marmilla, racchiude al suo interno opere marmoree già presenti nella precedente chiesa come il Fonte Battesimale arrivato da Cagliari nel 1768 e l’altare maggiore con la balaustra e la gradinata, eretto dalla ditta Battistino Spazzi di Cagliari nel 1780 ed in parte rimaneggiati nel 1845 quando furono ricollocati nella nuova chiesa ad opera del marmista carrarese Michele Fiaschi. Il Fonte Battesimale ed il pulpito furono eseguiti, dopo la morte del Fiaschi, dallo scultore genovese Andrea Ugolini. L'altare maggiore di Gonnoscodina nella sua prima erezione fu senza nicchie e comprendeva solo, con la mensa ed il paliotto, i tre gradini inferiori ed i tre gradini superiori con l'interposto grandioso tabernacolo del Santissimo Sacramento. Nella chiesa è custodito un calice molto antico e di notevole pregio, e una reliquia della S. Croce. Sul lato sinistro del prospetto principale della chiesa è presente il coevo campanile, su quello destro è invece presente la casa parrocchiale risalente agli anni ’30 del Novecento.
Impianto strutturale
Edificio in muratura portante caratterizzato da una pianta a croce greca, iscritta in un quadrilatero avente dimensioni 23,70x19,50 m, e con la facciata principale orientata ad ovest. All’intersezione tra la navata e il transetto è impostata una imponente cupola eretta su tamburo ottagonale. Tra i 4 bracci sono ricavati altri quattro ambienti: la sacrestia, due ripostigli e l’oratorio della confraternita.
Struttura
Strutture verticali murarie in conci di arenaria e marna locale allettati con malta di calce; coperture voltate a tutto sesto in conci lapidei e mattoncini laterizi; cupola impostata su tamburo all’intersezione dei 4 bracci della chiesa; tutte le coperture esternamente sono costituite da falde inclinate;
Facciata
La facciata principale è caratterizzata dal colonnato ionico tetrastilo, presente anche nelle limitrofe chiese parrocchiali di San Bernardino da Siena a Mogoro e della Beata Vergine delle Grazie a Masullas. L'elegante terminale superiore è delineato dalla successione di volute concave e convesse. Al centro del registro superiore, una piccola finestra flabelliforme ricorda uno dei motivi decorativi caratteristici del rococò piemontese. Il portale è racchiuso da una cornice di derivazione michelangiolesca. Alla sinistra della facciata si eleva il campanile a triplice ordine;
Coperture
Le coperture della navata, delle cappelle del transetto e del coro sono costituite da doppie falde inclinate, così come quelle della sacrestia e degli altri locali accessori. Tra le coperture si erge il tamburo su cui è impostata la cupola che termina con una piccola lanterna superiore. Tutte le coperture, inclusa la cupola, sono rivestite da manti di copertura in coppi curvi laterizi; Il cupolino di copertura del campanile è invece rivestito con scandole maiolicate policrome, restaurato nei primi anni 2000.
Pavimenti e pavimentazioni
I pavimenti in biancone di Orosei sono stati realizzati nei primi anni 2000. Tracce della vecchia pavimentazione marmorea sono ancora presenti nell’area del coro, dietro l’altare maggiore;
Elementi decorativi
Nella chiesa si trovano le opere marmoree già appartenute alla preesistente chiesa romanica di San Sebastiano quali il Fonte Battesimale, arrivato da Cagliari nel 1768, e l’altare maggiore con la balaustra e la gradinata, eretto dalla ditta Battistino Spazzi di Cagliari nel 1780 ed in parte rimaneggiati nel 1845 quando furono ricollocati nella nuova chiesa ad opera del marmista carrarese Michele Fiaschi. Il Fonte Battesimale ed il pulpito furono eseguiti, dopo la morte del Fiaschi, dallo scultore genovese Andrea Ugolini. L'altare maggiore di Gonnoscodina nella sua prima erezione fu senza nicchie e comprendeva solo, con la mensa ed il paliotto, i tre gradini inferiori ed i tre gradini superiori con l'interposto grandioso tabernacolo del Santissimo Sacramento. Nella chiesa è custodito un calice molto antico e di notevole pregio, e una reliquia della S. Croce.
Elementi decorativi
I quattro capitelli ionici presenti attualmente in facciata sono realizzati ad opera della ditta Desogus Restauri Srl di Cagliari durante il restauro della chiesa nel 2021 in accordo con la Soprintendenza di Cagliari. Questi sostituiscono i precedenti capitelli, già oggetto di intervento in epoche passate mediante la realizzazione di ricostruzioni anche cementizie ed inefficaci scialbi di malta che non hanno arrestato l’avanzare del degrado che ha portato alla perdita della loro funzione statica oltreché comprometterne l’integrità figurativa.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2010)
L'adeguamento liturgico è stato realizzato nello spazio ristretto del presbiterio mediante il posizionamento di arredi lignei dorati, altare ambone e sede del celebrante. La custodia eucaristica è localizzata sempre nel tabernacolo dell'altare maggiore.
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