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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Santa Maria
Negrar di Valpolicella
Verona
chiesa
parrocchiale
S. Maria
Parrocchia di Santa Maria
Pianta; Facciata; Strutture di elevazione; Strutture di orizzontamento e/o voltate; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Prospetti interni; Prospetti esterni; Campanile
aula dell'assemblea - intervento strutturale (1970-1982); presbiterio - intervento strutturale (1965-1970); presbiterio - aggiunta arredo (1965-1970); fonte battesimale - intervento strutturale (1995-2000); confessionale - aggiunta arredo (1982-1995)
1222 - 1458(origini e costruzione intero bene); 1553 - 1553(passaggio all'ordine dei Carmelitani intero bene); 1553 - 1605(ampliamento o ricostruzione intero bene); 1659 - 1659(diviene Rettoria e Santuario mariano carattere generale); 1710 - 1717(ricostruzione intero bene); 1951/12/25 - 1951/12/25(erezione in Parrocchia carattere generale); 1992 - 1994(restauro intero bene); 2020 - 2020(restauro e consolidamento strutture murarie e copertura)
Chiesa di Santa Maria
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria <Santa Maria, Negrar di Valpolicella>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria in Progno
Santuario del Carmine
S. Maria
Autore (ruolo)
Candiani, Michele (strutture murarie e copertura, restauro)
Ambito culturale (ruolo)
romanico (origini e costruzione)
rinascimentale (ampliamento o ricostruzione)
neoclassico (ricostruzione)
architettura contemporanea (restauro)
architettura contemporanea (strutture murarie e copertura, restauro)
Notizie Storiche

1222 - 1458 (origini e costruzione intero bene)

Il primo documento noto, inerente la chiesa di S. Maria in Progno, risale all'inizio del Duecento. Si tratta di un testamento redatto a Prun il 30 marzo 1222 nel quale un certo Januario de Pevecano stabiliva dei legati ad alcune chiese tra le quali figura anche "Sancte Marie in Progno". Allo stato attuale non si ha modo di conoscere alcun dato storico o architettonico inerente questo primo edificio. E' certo invece che fosse una delle cappelle appartenenti alla pieve di S. Martino di Tours in Negrar. Il vescovo Ermolao Barbaro (1453-1471), in visita pastorale ad alcune chiese delle Valpolicella nel 1458, definisce S. Maria in Progno "ecclesia campestris", peraltro in pessime condizioni e non officiata. Decise pertanto, in accordo con l'arciprete di Negrar, di darla in concessione a due religiosi, tale Roberto de la Padulla e Leo Persio, i quali ripristinarono prontamente l'edificio. A servirla fu incaricato l'arciprete stesso di Negrar.

1553  (passaggio all'ordine dei Carmelitani intero bene)

Nel 1553 al chiesa venne affidata all'ordine dei Carmelitani provenienti dalla chiesa cittadina di S. Tommaso Cantuariense (che qui rimasero fino al 1656, anno in cui la Repubblica di Venezia soppresse l'ordine), i quali introdussero la venerazione della Madonna del Carmine. Oggetto di culto era una statua del XVI sec. in marmo dorato raffigurante una Madonna in piedi con il Bambino in braccio, secondo la tradizione popolare miracolosamente recuperata tra le acque del torrente Progno.

1553 - 1605 (ampliamento o ricostruzione intero bene)

Dalla visita pastorale del vescovo di Verona Luigi Lippomano (1548-1558), a S. Maria nel 1553, apprendiamo che la chiesa era dotata di due altari portatili, mentre dalla visita del vescovo Agostino Valier (1565-1606), datata 1605, veniamo a sapere che gli altari sono ben cinque, quello maggiore più altri quattro (dedicati a S. Giovanni Battista, S. Domenico, alla SS. Trinità e a S. Maria), il che fa pensare che verso la seconda metà del Cinquecento la chiesa sia stata notevolmente ampliata, se non radicalmente ricostruita.

1659  (diviene Rettoria e Santuario mariano carattere generale)

A partire dal 1659 la chiesa di S. Maria in Progno diventa Rettoria della chiesa di S. Martino di Negrar e Santuario dedicato alla Madonna del Carmine. Ciò risulta dai verbali della visita pastorale del vescovo di Verona Sebastiano Pisani I (1653-1668).

1710 - 1717 (ricostruzione intero bene)

L'attuale aspetto del santuario si deve all'ultima ricostruzione avvenuta nei primi anni del XVIII sec. Il vescovo Gradenigo (1714-1725), a S. Maria nel 1717, nella sua relazione afferma che l'edificio precedente venne demolito e ricostruito ex-novo, ad aula unica e con soli tre altari.

1951/12/25  (erezione in Parrocchia carattere generale)

Il 25 dicembre del 1951 viene smembrata dalla parrocchiale di Negrar, divenendo Parrocchia autonoma col titolo di S. Maria in S. Maria in Progno.

1992 - 1994 (restauro intero bene)

Tra il 1992 ed il 1994 la chiesa ed il complesso degli edifici parrocchiali furono restaurati esternamente. Nel corso dei lavori è stata coperta una vecchia meridiana affrescata sul prospetto meridionale, in quanto completamente illeggibile a causa dell'usura degli agenti atmosferici. Al suo posto ne è stata disegnata una nuova, diversa dalla precedente, con l'iscrizione "horae umbra solis".

2020  (restauro e consolidamento strutture murarie e copertura)

Nel 2020 la chiesa è stata interessata da interventi conservativi consistenti nel restauro e pittura delle facciate esterne, nella realizzazione di una barriera idrofobizzante alla base delle murature, nella manutenzione ordinaria del tetto e nel consolidamento statico della struttura portante della copertura. Progetto a cura dell'arch. Michele Candiani e dell'ing. Leonello Lavarini.
Descrizione

In zona pedecollinare accanto al torrente Progno, si trova la chiesa di S. Maria in Progno, conosciuta anche come Santuario della Madonna del Carmine. Una prima cappella doveva esistere già tra il XII ed il XIII sec. Dal 1659 Rettoria della parrocchiale di Negrar e Santuario Mariano. Ricostruita nei primi anni del Settecento, divenne Parrocchia autonoma il 25 dicembre del 1951. La facciata principale è attualmente occultata dai corpi di fabbrica del complesso parrocchiale che vi si affiancano; l'ingresso alla chiesa avviene lungo entrambi i prospetti laterali. Impianto planimetrico ad unica navata rettangolare, con presbiterio quadrangolare rialzato di un gradino; lungo i fianchi dell'aula si collocano due altari minori. I prospetti interni sono intonacati, con una zoccolatura inferiore in pietra bianco-rosata della Lessinia, ed una cornice superiore modanata; gli altari laterali sono inquadrati da arconi a tutto sesto con modanature in aggetto e trattamento cromatico a finto marmo dei piedritti e della ghiera dell’arco; il presbiterio presenta i fianchi laterali interessati da una decorazione pittorica. All'interno della chiesa è conservata la tela del "Battesimo di Cristo" di Felice Brusasorzi e la "Madonna e i Santi" di Marcantonio Bassetti. La navata è coperta da una volta a botte decorata nel quadrilungo centrale con il dipinto raffigurante la "Madonna del Carmine", opera del 1939 del pittore Agostino Pegrassi. Copertura a due falde con struttura lignea portante e manto in coppi di laterizio. La pavimentazione dell’aula è costituita da lastre rettangolari in marmo biancone e marmo rosso Verona; la pavimentazione del presbiterio è caratterizzata da un motivo geometrico in marmi policromi.
Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica ampia navata rettangolare con asse maggiore longitudinale; il presbiterio, a pianta quadrangolare e di larghezza ridotta rispetto l’aula, presenta il piano rialzato di un gradino che si prolunga fino ad occupare parte della navata. Al centro dei fianchi laterali dell’aula si collocano due altari minori, uno per lato, ospitati all’interno di un modesto sfondamento della struttura muraria inquadrato da un’archeggiatura in aggetto. Sul fianco settentrionale del presbiterio si colloca la sacrestia, sul lato opposto il battistero; entrambi gli ambienti sono accessibili dall’aula. La torre campanaria si eleva addossata al fianco settentrionale della navata ed in aderenza al corpo di fabbrica che ospita la sacrestia. L’ingresso in facciata, con bussola lignea interna a cui sui sovrappone la cantoria, è di fatto inaccessibile dall’esterno trovandosi parte dell’adiacente casa canonica addossata al fronte principale della chiesa. L’aula risulta pertanto accessibile da tra ingressi laterali, due sul fianco meridionale ed uno sul lato opposto.
Facciata
La facciata della chiesa di S. Maria, orientata a ponente, è stata inglobata dalle costruzioni parrocchiali adiacenti. Attualmente funge da fronte principale il prospetto meridionale, lungo cui si aprono due portali simmetrici, al di sopra dei quali due finestrone esagonali danno luce all'interno dell'edificio. Al centro una meridiana realizzata nei primi anni Novanta.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante costituita da conci di pietra calcarea locale legati con malta di calce; i paramenti murari sono intonaci sia all’esterno che all’interno. Nel corso degli ultimi restauri (2020) le strutture murarie sono state oggetto di risanamento dall'umidità di risalita mediante la realizzazione di barriera idrofobizzante, e di consolidamento statico mediante iniezioni e la stilatura profonda dei giunti di malta, oltre che con la messa in opera di tiranti longitudinali e trasversali perimetrali, in corrispondenza della quota di imposta della struttura portante di copertura.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
La navata è coperta da una volta a botte ribassata con teste di padiglione. Il corpo absidale è chiuso superiormente da una volticciola a botte. Le strutture voltate sono realizzate in canniccio intonacato collegato ad un sistema di centinature lignee portanti, queste ultime ancorate alle catene lignee delle capriate delle struttura di copertura.
Coperture
Copertura a due falde con struttura portante costituita da un sistema di cinque capriate lignee a schema statico semplice con monaco centrale, e con orditura secondaria di tipo tradizionale; manto in coppi di laterizio. Nel corso di recenti restauri (2020) la struttura di copertura è stata consolidata con la messa in opera di controventature a rinforzo delle capriate lignee.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula è costituita da lastre rettangolari di pietra calcarea locale, alternata ad elementi in marmo rosso Verona. Nella fascia centrale che attraversa longitudinalmente la navata sono presenti antiche lastre tombali. La pavimentazione del presbiterio è caratterizzata da un motivo geometrico policromo, realizzato con elementi in marmo rosso Verona, marmo biancone e marmo nero; l’intero disegno è contornato da una bordatura in pietra bianca. Il piano absidale è pavimentato con lastre rettangolari di pietra calcarea rosata (pietra di Prun).
Prospetti interni
L’ambiente interno presenta un ampio impianto spaziale, caratterizzato da una composizione architettonica semplice ed armonica, illuminato dalle ampie finestrature ottagonali che si aprono lungo i fianchi longitudinali. I prospetti interni sono intonacati, con una zoccolatura inferiore in lastre di breccia rosata, ed una cornice superiore modanata che si estende anche al vano absidale. Gli altari laterali sono inquadrati da arconi a tutto sesto con modanature in aggetto e trattamento cromatico a finto marmo dei piedritti e della ghiera dell’arco. Il presbiterio, introdotto dall’arco trionfale a tutto sesto con modanature decorate a finto marmo, presenta i fianchi laterali interessati da una decorazione pittorica; nella lunetta della parete absidale si apre una finestratura con vetrata raffigurante una Madonna con Bambino. La parete di controfacciata, lungo cui si svolge la cantoria lignea sorretta da sei colonnine doriche, è caratterizzata dall’ampia finestratura ottagonale che si apre nella lunetta superiore.
Prospetti esterni
I prospetti esterni dell’edificio, dalla geometria lineare, si presentano intonacati e tinteggiati, percorsi alla base da una zoccolatura in lastre di pietra calcarea rosata, e conclusi in sommità da una cornice sottogronda in muratura intonacata, assente sul fianco settentrionale. Ampie finestrature ottagonali con contorni in pietra si aprono sui fianchi longitudinali, sovrapponendosi alle aperture degli ingressi laterali, di cui quelli sul fianco meridionale presentano cornici in pietra modanata con architrave mistilineo. Nella parete absidale un’apertura semicircolare di tipo termale presenta una vetrata nella campitura centrale. Al centro del prospetto meridionale è presente una meridiana realizzata negli anni ’90 del Novecento in sostituzione di una precedente non più leggibile; sullo stesso prospetto è lasciata a vista una piccola lapide rettangolare di probabile origine romana.
Campanile
Il campanile, addossato alla fiancata settentrionale della chiesa, è a pianta quadrata. La prima metà, in conci di pietra, squadrati ma irregolari, è più antica ed appartiene all'edificio cinquecentesco. La seconda metà, intonacata, è frutto dell'innalzamento settecentesco. Sul fronte settentrionale è inserito un orologio circolare. La cella campanaria presenta quattro aperture a tutto sesto. La copertura, a quattro falde, presenta manto in coppi di laterizio. Sulla sommità campeggia una croce in ferro infissa in una sfera in pietra.
Adeguamento liturgico

aula dell'assemblea - intervento strutturale (1970-1982)
Riduzione della predella degli altari minori posti lungo i fianchi della navata, nella porzione che si prolungava sul piano dell'aula.
presbiterio - intervento strutturale (1965-1970)
Prolungamento della pavimentazione del presbiterio verso la navata.
presbiterio - aggiunta arredo (1965-1970)
L'intervento di adeguamento liturgico del presbiterio ha previsto l'introduzione di un nuovo altare rivolto verso l’assemblea. Si conservano l'altare maggiore pre-conciliare con il tabernacolo, e le antiche balaustre in marmo ricollocate in posizione avanzata.
fonte battesimale - intervento strutturale (1995-2000)
Sul fianco destro del presbiterio è stato ricavato un ambiente adibito a battistero.
confessionale - aggiunta arredo (1982-1995)
Nuovo confessionale ligneo.
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