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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Verona
Verona
chiesa
parrocchiale
S. Tomaso Becket
Parrocchia di San Tomaso Becket
Pianta; Facciata; Strutture di elevazione; Strutture di orizzontamento e/o voltate; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Prospetti interni; Prospetti esterni; Campanile
presbiterio - intervento strutturale (1970); altare - intervento strutturale (1970); sede - aggiunta arredo (1970); ambone - aggiunta arredo (1970); custodia dell'eucarestia - intervento strutturale (1970)
1173 - 1185 (origini e costruzione intero bene ); XIV sec. - XIV sec. (Carmelitani carattere generale ); 1351 - 1351 post(costruzione chiesa della Vergine Annunciata ); 1449 - 1504(ampliamento chiesa della Vergine Annunciata ); XVI sec. - XVI sec (assorbimento della dedicazione a S. Tomaso carattere generale ); 1504 - 1504 (consacrazione carattere generale ); 1518 - 1518(collocazione portale ); 1805 - 1867(notizie dal XIX sec. carattere generale ); XX sec. - XX sec. (restauro intero bene ); 2011 - 2011(restauro portale )
Chiesa di San Tomaso Becket
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Tomaso Becket <Verona>
Altre denominazioni Chiesa di San Tomaso Cantuariense
Chiesa di San Tomaso Cantuariense (Becket)
S. Tomaso Becket
Ambito culturale (ruolo)
architettura romanica (origini e costruzione )
architettura gotica (chiesa della Vergine Annunciata, costruzione )
architettura gotica (chiesa della Vergine Annunciata, ampliamento)
architettura gotica (portale, collocazione)
architettura contemporanea (restauro )
architettura contemporanea (portale, restauro )
Notizie Storiche

1173 - 1185  (origini e costruzione intero bene )

La chiesa di S. Tomaso Cantuariense all'Isolo è citata per la prima volta da papa Lucio III nel 1185 come priorato benedettino soggetto all'abbazia di S. Pietro in Villanova, nella Diocesi di Vicenza ("unam capellam Tomae in Insula veronensi sitam cum pertinenciis suis"). L'edificio fu costruito nell'intrevallo di tempo intercorso tra la canonizzazione di S. Tomaso (3 febbraio 1173) ed il sopracitato documento di Lucio III (1185).

XIV sec.   (Carmelitani carattere generale )

Nei primi decenni del XIV sec. i Benedettini furono sostituiti dai Carmelitani.

1351 - 1351 post (costruzione chiesa della Vergine Annunciata )

Nel 1351 i frati Carmelitani ottennero dal vescovo di Verona Pietro della Scala licenza per costruire a lato della chiesa di S. Tomaso una seconda chiesa dedicata alla Vergine Annunciata, patrona del loro ordine (su terreno donato dai nobili Grifalconi).

1449 - 1504 (ampliamento chiesa della Vergine Annunciata )

Nel XV sec. i Carmelitani ricostruirono e ampliarono la chiesa della Vergine Annunciata nelle forme attuali. I lavori, principiati nel 1449, ebbero compimento nel 1504. Nel 1478 fu innalzata la torre campanaria, mentre nel 1493 fu collocato il portale d'ingresso archiacuto, offerto dal conte Cristoforo Lanfranchini (l'evento è ricordato da una epigrafe, il cui testo recita: ""DEO M. ET MATRI SEMPER VIRGINI / CHRISTOFORUS FRANCHINUS IURIS DOCET COMES / EQUESO SUO ERE ET SPONTE VIVENS DICAVIT / ANNO SALUTIS MCCCCLXXXXIII").

XVI sec.  - XVI sec  (assorbimento della dedicazione a S. Tomaso carattere generale )

L'originaria chiesa di S. Tomaso, citata da Papa Lucio III nel 1185, non è più attestata a partire dal XVI sec. Fu probabilmente demolita o riconvertita ad altri usi, mentre la vicina chiesa della Vergine Annunciata, oggi conosciuta come chiesa di S. Tomaso, ne assorbì definitivamente la dedicazione.

1504 - 1504  (consacrazione carattere generale )

Il nuovo edificio fu consacrato in data 1504 dal vescovo Antonio Zio.

1518  (collocazione portale )

Il portale d'ingresso, proviene dalla chiesa di S. Maria Mater Domini in Valdonega, fu realizzato nel 1493 per volere e su offerta del conte Cristoforo Lanfranchini, il quale a ricordo dell'evento volle fosse incisa la seguente iscrizione: "DEO M. ET MATRI SEMPER VIRGINI / CHRISTOFORUS FRANCHINUS IURIS DOCET COMES / EQUESO SUO ERE ET SPONTE VIVENS DICAVIT / ANNO SALUTIS MCCCCLXXXXIII". Quando nel 1518 la chiesa di S. Maria Mater Domini fu demolita, il portale fu traslato e riadattato alla facciata della chiesa di S. Tomaso.

1805 - 1867 (notizie dal XIX sec. carattere generale )

L'8 giugno del 1805 i monaci Carmelitani furono allontanati dalla chiesa che fu trasformata in Ospedale Militare per le truppe francesi, mentre il convento fu adibito a caserma. La parrocchia venne aggregata a S. Paolo in Campo Marzo. Nel 1836 fu riaperta al culto e nuovamente eretta in parrocchia autonoma. Nel 1859 fu nuovamente chiusa al culto e adibita a magazzino militare. Nel 1867 definitivamente riaperta al culto.

XX sec.   (restauro intero bene )

Nel corso del XX sec. si registrano alcuni interventi sull'edificio: restauro della copertura della chiesa (1978), restauro della sagrestia (1993).

2011  (restauro portale )

Risale al 2011 l'intervento di restauro del portale d'ingresso.
Descrizione

La chiesa di S. Tomaso Cantuariense all'Isolo fu edificata dai monaci Benedettini tra il 1172 ed il 1185. Nei primi decenni del XIV sec. i Benedettini furono sostituiti dai Carmelitani, i quali ottennero dal vescovo di Verona Pietro della Scala licenza per costruire a lato della chiesa di S. Tomaso una seconda chiesa dedicata alla Vergine Annunciata, patrona del loro ordine. Nel XV sec. i Carmelitani ricostruirono e ampliarono la chiesa della Vergine Annunciata nelle forme attuali, mentre l'originaria chiesa di S. Tomaso, edificata dai Benedettini, non è più attestata a partire dal XVI sec. Fu probabilmente demolita o riconvertita ad altri usi, mentre la vicina chiesa della Vergine Annunciata, oggi conosciuta come chiesa di S. Tomaso, ne assorbì definitivamente la dedicazione. La consacrazione risale al 1504. Esternamente l'edificio si presenta con facciata a capanna rivolta ad occidente. Torre campanaria addossata al fianco orientale del presbiterio. Impianto planimetrico ad unica aula rettangolare, presbiterio quadrangolare rialzato di cinque gradini concluso con abside emergente semicircolare, e fiancheggiato da due vani laterali entrambi conclusi con una cappellina con altare. Le pareti laterali dell’aula sono modulate lungo il settore inferiore dalla sequenza degli apparati marmorei degli altari minori, quattro su ciascun lato, ospitati all’interno di nicchioni emergenti di ridotta profondità; il presbiterio è introdotto da un alto arco trionfale impostato su massicci pilastri polistili, inserito nel settore centrale di un’elegante partitura architettonica neoclassica; al centro della parete absidale una cornice architettonica accoglie la pala raffigurante la “Vergine e Santi”, opera del pittore F. Brusasorzi. La navata è coperta dalla sovrapposta struttura lignea di copertura a capanna con capriate a vista e controsoffittatura a cassettoni decorati; il presbiterio è sovrastato da una volta a crociera con decorazioni pittoriche; i due ambienti a lato del presbiterio sono coperti da una volta a botte; l’abside è chiuso da una semi-calotta sferica. Copertura a due falde con struttura lignea portante e manto in coppi di laterizio. La pavimentazione dell’aula è realizzata in quadrotte alternate in marmo rosso Verona e marmo biancone posate a corsi diagonali; il presbiterio è pavimentato con lastre di marmo rosso Verona.
Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare con asse maggiore longitudinale, presbiterio quadrangolare rialzato complessivamente di cinque gradini, fiancheggiato da due bracci di ampiezza ridotta posti a livello della navata, e concluso con abside emergente a sviluppo semicircolare, rialzato di un ulteriore gradino; il settore centrale del presbiterio è sottolineato da quattro massicci pilastri polistili. Lungo i fianchi dell’aula si dispongono in sequenza otto altari laterali, quattro su ciascun lato e fra loro prospicienti, ospitati all’interno di nicchioni emergenti di ridotta profondità: l’altare dei SS. Antonio ed Onofrio (altare dei Tintori), l’altare di S. Giovanni Battista, S. Pietro e S. Paolo (altare Carteri), l’altare della Vergine con i SS. Girolamo e Alberto (altare Dionisi) e l’altare della Madonna dello Spasimo, sul lato sinistro; l’altare di S. Gioacchino con S. Anna e la Vergine fanciulla che legge (altare Dolcetti), l’altare di S. Maddalena (altare Da Prato), l’altare dell’Annunciata e l’altare dei SS. Sebastiano, Rocco e Giobbe, sul lato destro. I due ambienti a lato del presbiterio sono conclusi entrambi con una cappellina che accoglie l’altare del Crocifisso, a destra, e l’altare della Vergine con S. Simone Stock, S. Teresa d’Avila e S. Carlo Borromeo (altare Saibante), a sinistra. Sul fianco destro del presbiterio insistono la sacrestia, la cappella feriale e, in corrispondenza dell’abside, la torre campanaria. L’ingresso principale, con bussola lignea interna, si apre al centro della parete di facciata; è presente un’entrata laterale lungo il fianco sinistro dell’aula.
Facciata
Facciata a capanna, edificata in mattoni faccia a vista. Non fu realizzato il rivestimento marmoreo previsto da progetto. Orientamento a ovest. Due ampie bifore trilobate inquadrano centralmente l'ampio portale d'ingresso archiacuto, lievemente strombato. Sopra il culmine dell'arco è collocata una statua raffigurante la Vergine con in braccio il Bambino benedicente. Oltre il portale un rosone illumina l'interno dell'edificio.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante di mattoni pieni in laterizio legati con malta di calce e con tessitura regolare; gli arconi trasversali che sostengono la crociera del presbiterio, impostati su massicci pilastri polistili, sono controventati mediante catene metalliche. I paramenti murari esterni sono privi di intonacatura; le pareti interne presentano un rivestimento ad intonaco.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
La navata è coperta dalla sovrapposta struttura lignea di copertura a capanna con capriate a vista e controsoffittatura a cassettoni decorati. Il vano quadrangolare del presbiterio è sovrastato da una volta a crociera decorata a tempera con cornici policrome e con pitture murali raffiguranti i quattro Evangelisti; i due ambienti a lato del presbiterio sono coperti da una volta a botte; l’abside è chiuso da una semi-calotta sferica.
Coperture
Copertura a due falde con struttura portante composta, in corrispondenza della navata, da un sistema di quindici capriate lignee a schema statico composito, poggianti su mensole in legno a barbacane in corrispondenza dell’innesto nelle pareti d’ambito; sovrapposta controsoffittatura lignea a cassettoni; manto in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata, realizzata in quadrotte alternate in marmo rosso Verona e marmo biancone posate a corsi diagonali, è attraversata lungo l’asse longitudinale da una fascia centrale in lastre di marmo rosso Verone a pietra bianca. Il piano rialzato del presbiterio e dell’abside è pavimentato con lastre di marmo rosso Verona.
Prospetti interni
Il vasto ambiente interno della chiesa ad impianto basilicale, sobrio ed austero nell’essenzialità delle sue linee, presenta il settore inferiore delle pareti d’ambito dell’aula modulato dalla sequenza degli apparati decorativi degli altari laterali; il presbiterio è introdotto da un alto arco trionfale impostato su massicci pilastri polistili, inserito nel settore centrale di un’elegante partitura architettonica neoclassica, che regola la composizione geometrica dell’intero corpo presbiteriale, con lesene e semipilastri d’ordine corinzio; le pareti dell’abside sono ritmate da lesene con fusto decorato con specchiature; al centro della parete di fondo una cornice architettonica accoglie la pala raffigurante la “Vergine e Santi”, opera del pittore F. Brusasorzi, fiancheggiata da due alte finestrature rettangolari con vetrate artistiche.
Prospetti esterni
I prospetti esterni, con paramento in laterizio a vista, sono scanditi lungo i fianchi longitudinali da snelle lesene che si prolungano fino alla linea di gronda; il settore inferiore è caratterizzato dalle emergenze appena accennate dei vani che accolgono gli altari laterali; l’ingresso secondario, con portale ogivale in rosso ammonitico, è protetto da un modesto protiro pensile; due finestrature centinate (tamponante quelle sul lato sinistro) si aprono nel settore corrispondente al presbiterio, di poco sopraelevato; due stretti ed alti finestroni rettangolari interessano il volume semicilindrico dell’abside, coronato da una cornice modanata con una teoria di mensoline.
Campanile
Torre campanaria addossata al fianco orientale del presbiterio. Basamento a pianta quadrangolare. Fusto edificato in mattoni di laterizio faccia a vista. Cella campanaria ad ampie bifore a tutto sesto. La coronano quattro pinnacoli. Copertura conica in laterizio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970)
L’intervento di adeguamento liturgico del presbiterio ha previsto la rimozione delle balaustre e lo smembramento dell’altare maggiore pre-conciliare, la cui mensa in marmi policromi è stata ricollocata in posizione avanzata verso l’assemblea, in ottemperanza alle prescrizioni del Concilio Vaticano II. Nel settore anteriore del presbiterio, prospiciente l’aula, sono posti la sede e l’ambone.
altare - intervento strutturale (1970)
Altare fisso in marmi policromi rivolto verso l’assemblea, collocato al centro del presbiterio e rialzato su una predella in marmo rosso Verona.
sede - aggiunta arredo (1970)
Cattedra in legno intagliato collocata nel settore anteriore del presbiterio, rivolta verso l’aula.
ambone - aggiunta arredo (1970)
Ambone in legno intagliato posizionato sul settore anteriore del presbiterio, rivolto verso l’aula.
custodia dell'eucarestia - intervento strutturale (1970)
Il ciborio con il tabernacolo è stato collocato sull’altare della cappella a sinistra dell’abside.
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