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Verona
Verona
chiesa
parrocchiale
Santi Nazaro e Celso Martiri
Parrocchia dei Santi Nazaro e Celso Martiri
Pianta; Facciata; Strutture di elevazione; Strutture di orizzontamento e/o voltate; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Prospetti interni; Prospetti esterni; Campanile; Cappella di S. Biagio
presbiterio - intervento strutturale (1965-1970); altare - intervento strutturale (1965-1970); sede - aggiunta arredo (1965-1970); ambone - aggiunta arredo (1965-1970); custodia dell'eucarestia - intervento strutturale (1965-1970); fonte battesimale - aggiunta arredo (1965-1970)
V sec. - VIII sec.(origini e costruzione intero bene ); 933 - 996(restauro e rinnovamento intero bene ); XI sec. - XI sec. (costruzione intero bene ); XII sec. - XIII sec. (notizie dal XII e XIII sec. carattere generale ); 1174 - 1174(reliquie dei SS. Biagio e Giuliana carattere generale ); 1444 - 1444(soggezione a S. Giustina di Padova carattere generale ); 1464 - 1483(costruzione intero bene ); 1483 - 1483(consacrazione carattere generale ); 1488 - 1519(costruzione cappella di S. Biagio); XVI sec. - XVI sec. (decorazione pittorica interno ); 1517/05/23 - 1517/05/23(erezione in parrocchia carattere generale ); 1550 - 1550(erezione campanile ); 1688 - 1688(rinnovamento sagrato); 1770 - 1771(soppressione monastero carattere generale ); 1801 - 1810(notizie dal XIX sec. carattere generale ); 1834 - 1876(interventi vari intero bene ); 1896 - 1942(restauro cappella di S. Biagio); 1985 - 1988(restauro copertura e decorazioni pittoriche); 1998 - 2013(restauro intero bene )
Chiesa dei Santi Nazaro e Celso Martiri
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Nazaro e Celso Martiri <Verona>
Altre denominazioni Chiesa di San Nazaro e Celso
Autore (ruolo)
Farinati, Paolo (interno, decorazione pittorica)
Francesco da Castello (campanile, erezione )
Rizzi, Gualtiero (restauro)
Ambito culturale (ruolo)
architettura altomedievale (restauro e rinnvoamento)
architettura gotica (costruzione)
architettura gotica (cappella di S. Biagio, costruzione e decorazione)
arte rinascimentale (interno, decorazione pittorica)
architettura rinascimentale (campanile, erezione)
architettura barocca (sagrato, rinnovamento)
architettura neoclassica (interventi vari)
architettura contemporanea (cappella di S. Biagio, restauro)
architettura contemporanea (copertura e decorazioni pittoriche, restauro)
architettura contemporanea (restauro e rinnvoamento)
Notizie Storiche

V sec. - VIII sec. (origini e costruzione intero bene )

La prima citazione diretta della chiesa di S. Nazaro proviene dal “Versus de Verona” (composizione in versi ed in prosa facente parte del genere letterario conosciuto come "laudes civitatis"), in cui si legge: “o felice te Verona, e ricca e gloriosa, cinta qual sei da un vallo di custodi santi che ti difendono e liberano dal nemico d’ogni giustizia! A oriente c’è il protomartire Stefano, Fiorenzo e Vendemmiale e Mauro vescovo, Mammam, Andronico e Probo con i Quranta martiri [...] e il martire Nazario, insieme con Celso e Vittore e Ambrogio [...].” L’edificio di cui parla il testo è probabilmente identificabile con l’antico sacello scavato nel tufo del monte Costiglione, da alcuni ritenuto di epoca paleocristiana (V sec.), da altri di epoca longobarda (VI-VIII sec.)

933  - 996 (restauro e rinnovamento intero bene )

Nella prima metà del X sec. il sacello dei SS. Nazaro e Celso venne saccheggiato nel corso di una delle frequenti calate degli Ungari (probabilmente quella del 933). Nel 996 il vescovo di Verona (992-1008 ca), amico e confidente dell’imperatore Ottone III, lo fece restaurare, decorare con cicli d'affreschi (staccati nel 1885 e da allora custoditi presso i Musei Civici di Verona) e dedicare a S. Michele.

XI sec.   (costruzione intero bene )

Nell'XI sec., in considerazione dell’aumento demografico nell’area compresa tra Porta Organa e Porta Vescovo, si decise di edificare a lato del sacello una chiesa più ampia, che venne affidata ai monaci benedettini. Il nuovo edificio, con pianta a cinque navi, in stile romanico, venne terminato e consacrato dal vescovo Giovanni (1016-1037) nel 1031.

XII sec.  - XIII sec.  (notizie dal XII e XIII sec. carattere generale )

Durante il periodo di dominio del ghibellino Ezzelino da Romano, il potente abate Bonifacio, guelfo ed alleato dei Conti Sambonifacio, fu esiliato ed il monastero privato dei suoi beni. In epoca scaligera con Mastino I della Scala, il monastero riottenne i propri possedimenti ma perse peso nell’ambito politico, strettamente controllato dai Signori Scaligeri.

1174  (reliquie dei SS. Biagio e Giuliana carattere generale )

Nel 1174, presso l’ospedale gerosolimitano di S. Toscana (di proprietà dell’abazia di S. Nazaro) morì un nobile cavaliere tedesco di nome Bonifazio, ammalatosi durante il viaggio di ritorno dalla Terra Santa. Da oltre mare aveva trasportato i corpi di S. Biagio, vescovo di Sebaste (Armenia) e martire, e di S. Giuliana, con l’intento di donarli a qualche chiesa tedesca. Tuttavia, come ringraziamento per le cure ricevute dai monaci, decise di donare i corpi all’abate Adamo di S. Nazaro che provvide a tumularli sotto la mensa dell’altar maggiore.

1444  (soggezione a S. Giustina di Padova carattere generale )

Nel 1444 papa Eugenio IV decise che la congregazione benedettina veronese fosse assorbita da quella di S. Giustina di Padova. Poco tempo dopo perse lo status di abbazia ed ottenne quello di chiesa parrocchiale.

1464 - 1483 (costruzione intero bene )

Nel 1464 presero il via i lavori di ricostruzione del complesso chiesa-convento. Fautore del rinnovamento fu l’abate Guglielmo da Milano. Dopo aver demolito la chiesa di epoca romanica si procedette alla ricostruzione in situ del nuovo edificio, ispirato ai canoni costruttivi dell’epoca (gotico). Nel 1466, come lo si evince da una lapide bilingue, in latino e greco, murata sopra il portale d’ingresso, erano già completate le opere murarie. Il resto dei lavori si conclusero entro il 1483, anno della consacrazione dell’edificio ad opera del vescovo di Verona Giovanni Michiel (1471-1503). In questi anni venne anche ampliato il monastero adiacente con la costruzione del chiostro superiore (ora demolito) e di un nuovo dormitorio presso il fiumicello (ora scomparso).

1483  (consacrazione carattere generale )

Il nuovo edificio fu consacrato nel 1483 dal vescovo di Verona Giovanni Michiel (1471-1503).

1488 - 1519 (costruzione cappella di S. Biagio)

Nel 1488 iniziarono i lavori di costruzione di una nuova cappella laterale absidata, la cappella di S. Biagio, atta ad ospitare il corpo del vescovo di Sebaste. La prima messa fu celebrata nel 1491. Alla decorazione pittorica, iniziata nel 1497 e terminata nel 1517, collaborarono, a intervalli diversi, i più grandi artisti veronese del tempo: Gian Maria Falconetto (dal 1497 al 1499), Bartolomeo Montagna (1504), Paolo Morando (1510) e Francesco Morone (1517 ca). Notevole l’arca contenente le spoglie di S. Biagio e S. Giuliano, opera del lapicida Bernardino Panteo datata 1508, e l’ancona di Francesco Bonsignori, collocata nel 1519.

XVI sec.   (decorazione pittorica interno )

Nel corso della seconda metà del XVI sec. l'area del presbiterio fu decorata dal pittore Paolo Farinati.

1517/05/23  (erezione in parrocchia carattere generale )

Il 23 maggio del 1517 il vescovo Marco Corner (1503-1524) concesse ai frati benedettini l’erezione del fonte battesimale.

1550  (erezione campanile )

Risale al 1550 l’erezione della torre campanaria su disegno dell'arch. Francesco da Castello.

1688  (rinnovamento sagrato)

Nel 1688, su disegno dell’arch. veronese Antonio Saletti e con il contributo economico del nobile Francesco Moscardo, il sagrato fu rinnovato nelle forme barocche attuali.

1770 - 1771 (soppressione monastero carattere generale )

Nel 1770 il Consiglio della repubblica Veneta soppresse a Verona l’ordine dei frati benedettini. Il monastero di S. Nazaro si svuotò e perse i numerosi benefici accumulati nei secoli. L’anno seguente (1771) il convento fu acquistato dalle suore benedettine provenienti da S. Daniele al Ponte Rofiolo.

1801 - 1810 (notizie dal XIX sec. carattere generale )

In seguito alla pace di Luneville del 1801, Austria e Francia si spartirono il territorio veronese: ai francesi la porzione di città a destra dell’Adige, agli austriaci la sinistra. Fu così che per qualche anno S. Nazaro fu nominata Cattedrale di Veronetta. Nel 1810, per decreto napoleonico, furono soppressi gli ordini religiosi. Anche le suore benedettine furono costrette ad abbandonare il convento, che in parte venne abbattuto ed in parte alienato a favore del sig. Giovanni Smania, che lo adibì a fabbrica di sapone.

1834 - 1876 (interventi vari intero bene )

Risale al 1834 la collocazione dell’attuale pavimentazione in quadrotte di marmo bianco e rosso. Del 1876 è un intervento di restauro della copertura.

1896 - 1942 (restauro cappella di S. Biagio)

Tra il 1896 ed il 1914 furono eseguiti lavori di restauro alla cappella di S. Biagio (condotto di scolo esterno alla cappella, consolidamento e impermeabilizzazione della copertura della cappella, pulitura degli affreschi del Morando). Nel 1942, grazie all’interessamento del soprintendente arch. Pietro Gazzola si provvide alla revisione e manutenzione della copertura della cappella di S. Biagio, al consolidamento delle murature di fondazione, alla costruzione di un doppio cunicolo di aerazione ed al restauro degli affreschi del Montagna raffiguranti “le storie di S. Biagio” e quelli della cupola, opera del Falconetto e di Domenico Morone. Tra il 1973 ed il 1978 si registra un ulteriore intervento di restauro della cappella di S. Biagio, volto soprattutto a limitare i danni provocati dai precedenti interventi eseguiti nella prima metà del XX sec.

1985 - 1988 (restauro copertura e decorazioni pittoriche)

Tra il 1985 ed il 1988 si eseguì un intervento di restauro della copertura e di consolidamento delle decorazioni ad affresco della cappella di S. Biagio. Vennero inoltre restaurati gli affreschi di Paolo Farinati nel catino absidale e nel presbiterio.

1998 - 2013 (restauro intero bene )

Tra il 1998 ed il 2013 si registrano i seguenti interventi: integrale ed organico intervento di restauro delle decorazioni ad affresco della cappella di S. Biagio (1998-2000), restauro della sagrestia e delle parti lignee del coro (2008-2009), manutenzione straordinaria della falda di copertura nord-ovest della chiesa, adiacente alla cappella di S. Biagio. Progetti a firma dell'arch. Gualtiero Rizzi.
Descrizione

Un primo sacello dedicato a S. Nazaro fu scavato nel tufo del monte Costiglione, nel V o nel VI sec. d.C. Successivamente, nell'XI sec., vicino al sacello fu edificata una nuova chiesa, che venne affidata ai monaci benedettini. La chiesa attuale è il risultato della ricostruzione avvenuta tra il 1464 ed il 1483. Tra il 1488 ed il 1519 fu realizzata e decorata la cappella di S. Biagio. L'erezione della torre campanaria risale al 1550. Il sagrato chiuso da mura ellittiche fu realizzato nel 1688. Esternamente l'edificio si presenta con facciata a salienti interamente edificata in mattoni di laterizio faccia a vista. Orientamento a meridione. Torre campanaria addossata al fianco orientale della chiesa. Impianto planimetrico a croce latina, con aula a tre navate suddivise da due file di archeggiature impostate su pilastri quadrangolari decorati con lesene in marmo chiaro a semplice modanatura, sorrette da massicci basamenti; sul prolungamento della navata maggiore si sviluppa il profondo presbiterio a pianta rettangolare concluso con il coro a sviluppo semicircolare; i bracci laterali del transetto si attestano in corrispondenza dell’ultima campata delle navate minori, e sono occupati a sinistra dalla cappella di S. Biagio, e a destra dalla sagrestia. Lungo le navate laterali si svolge una sequenza di nicchie di ridotta profondità in cui trovano sede gli altari minori, introdotte da archeggiature con piedritti ornati da lesene a candelabra e festoni floreali affrescati; le lunette sono impreziosite da pregevoli affreschi di significativi pittori cinquecenteschi; le pareti del presbiterio, la volta sferica di copertura del coro ed il catino absidale, sono ornati con tele ed affreschi del Farinati raffiguranti episodi della vita dei Santi patroni; al centro dell’abside è posta la pala d’altare settecentesca di Giambattista Burato con “La Vergine in gloria con i SS. Nazaro e Celso”. Le navate sono coperte da una teoria di volte a crociera scandite da costolonature trasversali decorate a motivi floreali, e con nervature diagonali ornate a squame; il presbiterio è sovrastato da un’ampia crociera nelle cui vele sono affrescati angeli con drappi. Copertura a due falde in corrispondenza della navata centrale e del presbiterio, ad unico spiovente lungo le navate laterali, con struttura portante costituita da capriate e travature lignee, e con manto in coppi di laterizio. La pavimentazione dell’aula è realizzata in quadrotte di marmo rosso Verona, nembro giallo chiaro e pietra bianca posate a corsi diagonali; il piano del presbiterio è caratterizzato da una composizione geometrica con intarsi in marmi policromi.
Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico a croce latina, con aula a tre navate articolate in sei campate, suddivise tra loro da due file di cinque pilastri a sezione quadrata; sul prolungamento della navata maggiore si sviluppa il profondo presbiterio a pianta rettangolare, rialzato di due gradini, e concluso con il coro a sviluppo semicircolare, sopraelevato con due ulteriori alzate; i bracci laterali del transetto si attestano in corrispondenza dell’ultima campata delle navate minori, e sono occupati a sinistra dalla cappella di S. Biagio, e a destra dalla sagrestia; lungo entrambi i fianchi longitudinali delle navate laterali si dispongono cinque altari minori, mentre in testa all’ultima campata, a lato del presbiterio, si collocano la cappella dell’Assunta, a destra, e la cappella del Santissimo, sul lato opposto. L’ingresso principale della chiesa, con bussola lignea interna, si apre al centro della parete di facciata, verso l’ampio sagrato antistante a pianta ellittica. La torre campanaria si eleva addossata al fianco orientale del presbiterio.
Facciata
Facciata a salienti, interamente edificata in mattoni di cotto faccia a vista. Al centro si apre il portale d'ingresso archiacuto con lunetta decorata con un'immagine raffigurante la Vergine. Oltre il portale un ampio oculo illumina l'interno dell'edificio. Nelle due ali laterali sono aperte due ampie monofore a tutto sesto. Lungo i sottogronda dei quattro spioventi corre una decorazione ad archetti pensili trilobati.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante di mattoni pieni in laterizio legati con malta di calce e con tessitura regolare; le strutture murarie longitudinali sono controventate mediante catene metalliche all’imposta delle costolonature traversali delle volte di copertura. I paramenti murari esterni sono privi di intonacatura; le pareti interne presentano un rivestimento ad intonaco con decorazioni pittoriche.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
Le navate dell’aula sono coperte da una teoria di volte a crociera scandite da costolonature trasversali controventate mediante tiranti metallici, con nervature diagonali ornate a squame e con decorazioni a motivi floreali agli intradossi degli archi; pitture murali realizzate da Francesco Rigondanzo e Aligi Miolato (1925). Il presbiterio è sovrastato da un’ampia crociera con spesse costolonature a decorazioni policroma; nelle vele sono affrescati angeli con drappi; la volta sferica ed il catino absidale che chiudono la struttura absidale presentano un intenso ciclo pittorico con affreschi raffiguranti storie della vita dei SS. Nazaro e Celso; gli affreschi delle volte del presbiterio sono opera cinquecentesca di Paolo Farinati. Le strutture voltate sono realizzate in muratura.
Coperture
Copertura a due falde in corrispondenza della navata centrale dell’aula e del presbiterio, con struttura portante costituita da capriate lignee; copertura ad unico spiovente lungo le navate minori, sostenuta da capriate zoppe ovvero da falsi puntoni in pendenza; orditura secondaria composta da arcarecci e travetti con sovrapposte tavelle in cotto; manto in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula è realizzata in quadrotte alternate in marmo rosso Verona e nembro giallo chiaro o pietra bianca posate a corsi diagonali. Il piano del presbiterio, rialzato con due gradini in marmo rosso Verona, è caratterizzato da una composizione geometrica con intarsi in marmi policromi (marmo nero, rosso Verona e marmo biancone); il vano del coro è pavimentato con quadrotte in pietra bianca e marmo rosso.
Prospetti interni
L’interno della chiesa, armonico ed equilibrato nelle linee e nelle proporzioni, pervaso da una soffusa illuminazione naturale, è caratterizzato da un’articolata composizione spaziale ed architettonica. L’aula è articolata in tre navate suddivide da archeggiature semicircolari con sottarchi ornati con motivi vegetali, impostate su pilastri quadrangolari decorati con lesene in marmo chiaro a semplice modanatura sorrette da massicci basamenti; le pareti della navata maggiore e del presbiterio presentano una decorazione murale che simula un impaginato di conci squadrati di pietra; lungo le navate laterali si svolge una sequenza di nicchie di ridotta profondità in cui trovano sede gli altari minori ed opere pittoriche, introdotte da archeggiature con piedritti ornati da lesene a candelabra e festoni floreali affrescati; le lunette sono impreziosite da pregevoli affreschi di significativi pittori cinquecenteschi (tra cui Michelangelo Aliprandi, Antonio Badile, Domenico Brusasorzi, Paolo Farinati, Giovan Battista del Moro, Bernardino India); le pareti del presbiterio sono ornate con tele ed affreschi del Farinati raffiguranti episodi della vita dei Santi patroni; al centro dell’abside è posta la pala d’altare settecentesca di Giambattista Burato con “La Vergine in gloria con i SS. Nazaro e Celso”.
Prospetti esterni
I prospetti esterni della chiesa, con sviluppo geometrico sobrio e regolare, si presentano con paramento murario in laterizio a vista; i fianchi longitudinali della navata si articolano in due registri corrispondenti alla suddivisione delle navate interne; lungo il settore superiore, coronato da una cornice ad archetti pensili trilobati, si aprono le finestrature circolari che illuminano lo spazio interno dell’aula.
Campanile
Torre campanaria addossata al fianco orientale della chiesa. Basamento a pianta quadrangolare. Fusto slanciato. Cella campanaria caratterizzata dall'apertura di un'ampia bifora per ciascuno dei quattro lati, e coronata da una balaustra. Copertura a cuspide in laterizio e pietra calcarea poggiante su un tamburo a pianta quadrata.
Cappella di S. Biagio
Collocata a conclusione della navata sinistra, la cappella di S. Biagio si configura come un ambiente a pianta quadrangolare coperto da una cupola emisferica impostata su un tamburo cilindrico con pennacchi sferici, con ampia abside emergente a sviluppo poligonale a sette lati sovrastata da una semivolta ad ombrello costolonata suddivisa in sette spicchi; nell’abside si conserva l’arca dei SS. Biagio e Giuliana. Il ricco ed intenso programma iconografico che interessa tutte le superfici interne, è il risultato della collaborazione di più artisti. Le pareti dell’abside sono ornate con scene della vita di S. Biagio realizzate da Bartolomeo Montagna, mentre nelle lunette della volta Domenico Morone affrescò sette figure di Santi; al Morone si devono anche parte degli affreschi della cupola; la controfacciata è decorata con i dipinti raffiguranti l’Annunciazione, S. Biagio e S. Benedetto, opera di Paolo Morando detto il Cavazzola; pregevoli affreschi del Falconetto, Gerolamo Moceto e Jacopo Palma il Giovane interessano i prospetti laterali. Al centro della parete absidale è posta la pala d’altare di Francesco Bonsignori, raffigurante la “Vergine in gloria con i SS. Biagio, Martino e Sebastiano”. La pavimentazione è caratterizzata da un disegno geometrico con intarsi in marmi policromi (marmo rosso Verona, marmo grigio, nembro rosato e giallo). Lo sviluppo poligonale dell'abside è sottolineato all'esterno da massicci contrafforti angolari. Copertura a padiglione a pianta ottagonale ad otto falde con struttura lignea portante e manto in coppi di laterizio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1965-1970)
L’intervento di adeguamento liturgico del presbiterio ha previsto la rimozione dell’altare maggiore pre-conciliare e la realizzazione del nuovo altare in marmo rivolto verso l’assemblea.
altare - intervento strutturale (1965-1970)
Nuovo altare in marmo rivolto verso l’assemblea.
sede - aggiunta arredo (1965-1970)
Sedili mobili in legno intagliato collocati sul retro dell’altare, rialzati su una pedana lignea.
ambone - aggiunta arredo (1965-1970)
Leggio in legno intagliato e decorato, collocato sul piano del presbiterio in posizione avanzata verso l’aula.
custodia dell'eucarestia - intervento strutturale (1965-1970)
Il ciborio con il tabernacolo è posto sull’altare della cappella del Santissimo.
fonte battesimale - aggiunta arredo (1965-1970)
Il fonte battesimale è collocato nella cappella di S. Biagio.
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