chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Isola della Scala Verona chiesa sussidiaria Madonna delle Grazie Parrocchia di Santo Stefano Pianta; Facciata; Strutture di elevazione; Strutture di orizzontamento e/o voltate; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Prospetti interni; Prospetti esterni; Campanile presbiterio - aggiunta arredo (1965-1975) VIII sec. - IX sec.(origini e costruzione intero bene); 1126 - 1126(costruzione intero bene); XV sec. - XV sec.(rinnovamento intero bene); 1412 - 1412(collocazione ed erezione fonte battesimale e campanile); 1541 - 1526(visite pastorali del vescovo G. M. Giberti carattere generale); XVIII sec. - XVIII sec.(apertura finestre in facciata); 1950 - 1960(erezione torre campanaria); 2008 - 2008(restauro statua lignea della Madonna); 2012 - 2012(restauro affreschi interni)
Chiesa della Madonna delle Grazie
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa della Madonna delle Grazie <Isola della Scala>
Altre denominazioni
Chiesa della Bastia Chiesa della Madonna delle Grazie alla Bastia Santuario della Bastia
arte contemporanea (statua lignea della Madonna, restauro)
arte contemporanea (affreschi interni, restauro)
Notizie Storiche
VIII sec. - IX sec. (origini e costruzione intero bene)
Le origini della chiesa "delle Grazie", o della "Bastia", a Isola della Scala, sono molto antiche. Lo testimonia la presenza in facciata di bassorilievi decorati di derivazione longobarda o carolingia, che collocano la sua costruzione ad un periodo compreso tra l'VIII ed il IX sec. Tale edificio, che verosimilmente presentava pianta ad aula unica ed era finemente decorato, venne probabilmente distrutto dal rovinoso terremoto del 1117.
1126 (costruzione intero bene)
Come risulta dall'iscrizione posta in facciata sopra l'angolo sinistro del portale di'ingresso, l'edificio di fase successiva venne edificato nel 1126 da Chebizo, Wariento e Annone ("CHEBIZO WARIENTO ET ANNO A.D. MCXXVI HOC OPUS FECERUNT"). Essa sorse all'interno del castello, esistente sin dall'XI sec., appartenne ai signori di Isola della Scala, i Conti da Palazzo, fino al XIII sec. allorchè fu distrutto dai signori Scaligeri. La chiesa di allora differiva da quella attuale e comprendeva anche un ospedale ed un convento. Essa aveva facciata a salienti, con la navata principale più alta di quelle laterali (delle quali si può tutt'ora leggere l'andamento delle falde del tetto, impostato sugli archetti pensili visibili in facciata). Originariamente l'ingresso doveva essere protetto da un protiro pensile simile a quello oggi murato sul lato sinistro. Anche l'interno era suddiviso in tre navate.
XV sec. (rinnovamento intero bene)
Nel corso del XV sec., durante la dominazione veneziana, la chiesa fu radicalmente modificata, assumendo le forme attuali. L'impianto planimetrico venne trasformato da tre navate ad un'unica navata, il corpo centrale abbassato e le ali laterali alzate, creando una copertura a capanna. Fu aperto il rosone in facciata e collocato un nuovo portale di gusto rinascimentale (rimuovendo il protiro pensile romanico). A questa fase sono attribuiti gli affreschi (raffiguranti principalmente la Vergine) che impreziosiscono l'interno dell'edificio. In questi anni la chiesa cominciò ad essere chiamata "della Bastia", in quanto i Veneziani in questa zona costruirono una "bastita", una sorta di fortilizio protetto da palizzate lignee, all'interno del quale si rifugiava la popolazione locale in caso di pericolo.
1412 (collocazione ed erezione fonte battesimale e campanile)
Un'iscrizione incisa sul fonte battesimale (RAINERIUS SINDICUS ET MASSARIUS FECIT FIERI DE MCCCXII), ricorda che esso venne commissionato nel 1412 da Rainerius, sindaco e massaro di Isola della Scala. A lui si deve anche l'erezione o il completamento della torre campanaria.
1541 - 1526 (visite pastorali del vescovo G. M. Giberti carattere generale)
Il vescovo di Verona G. M. Giberti (1524-1543) fu in visita alla chiesa della Bastia a più riprese (1526-1541). Sin dalla prima visita (1526) ci informa che la chiesa era un tempo dotata di un ospedale. Il parroco, interrogato a riguardo, riferisce che un tempo tale ospedale (xenodochium) era provvisto di tre letti destinati ai poveri ("erant tres lecti, ubi hospitabantur pauperes"). E infatti nelle visite successive del Giberti egli vi si riferisce chiamandola "ecclesie Sanctae Mariae a Bastia nuncupata de l'hospitale". E' dunque probabile che per qualche periodo la chiesa fosse dotata di una sorta di ospedale per i poveri (che poi decadde) e che quindi venisse chiamata dell'ospedale. Quando nel XV sec. i Veneziani costruirono il fortilizio cominciò a prendere piede il toponimo "della Bastia" o "della Bastiglia", fino ad obliterare completamente il toponimo precedente.
XVIII sec. (apertura finestre in facciata)
Nel corso del XVIII sec. vennero aperte le due finestre rettangolari in facciata.
1950 - 1960 (erezione torre campanaria)
La torre campanaria venne eretta negli anni cinquanta del Novecento in sostituzione del campanile precedente, situato sullo stesso lato ma più in prossimità dell'ingresso laterale.
2008 (restauro statua lignea della Madonna)
Del 2008 è l'intervento di restauro della statua in gesso della Madonna, collocata nella nicchia del tabernacolo dell'altar maggiore. Tale statua, molto venerata dai fedeli, diede origine al toponimo di chiesa della Madonna delle Grazie.
2012 (restauro affreschi interni)
Del 2012 è l'intervento di restauro degli affreschi quattrocenteschi presenti all'interno della chiesa.
Descrizione
La chiesa della Madonna delle Grazie ha origini antiche. Edificata in epoca barbarica, tra l'VIII ed il IX sec., venne riedificata in forme romaniche a pianta basilicale nel 1126. Situata all'interno della cerchia muraria dei Conti di Isola della Scala, era parte di un complesso costituito da convento ed ospedale. Il castello venne demolito dagli Scaligeri nel XIII sec., mentre la chiesa venne conservata e rinnovata nelle forme attuali nel quattrocento. Risale a questo secolo la costruzione in loco da parte dei dominatori veneziani di un fortilizio in legno destinato a proteggere la popolazione locale chiamato "Bastita", da cui deriva l'odierno toponimo della chiesa. Altro toponimo con cui l'edificio è conosciuto è "chiesa della Madonna delle Grazie", derivante dalla devozione popolare nei confronti di una statuetta in gesso raffigurante una "Madonna con Bambino", recentemente restaurata (2008).
L'edificio si presenta con facciata romanica, a capanna, rivolta ad occidente, caratterizzata dal portale rinascimentale con soprastante rosone. Impianto planimetrico ad unica aula rettangolare, conclusa con abside emergente a pianta quadrata rialzato di un gradino; lungo i fianchi laterali si collocano l’altare del Crocifisso sul lato meridionale, e l’altare della Madonna sul fianco opposto. L'interno della chiesa, caratterizzato per la semplicità e l’essenzialità compositiva, è impreziosito da alcuni affreschi con immagini votive che emergono dall’intonacatura bianca che ricopre uniformemente le pareti. L’aula è coperta dalla struttura lignea della copertura a due falde con travature e capriate a vista; il vano absidale è chiuso da una volta a crociera in muratura intonacata. La pavimentazione della navata è realizzata in pianelle di cotto posate a corsi obliqui; il piano rialzato del presbiterio è realizzato in lastre di marmo rosso Verona con pavimentazione centrale in pianelle di cotto.
Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare con asse maggiore longitudinale, conclusa con abside emergente a pianta quadrata, il cui piano rialzato di un gradino si prolunga verso la navata. Lungo i fianchi laterali si collocano simmetricamente l’altare del Crocifisso sul lato meridionale, e l’altare della Madonna sul fianco opposto. La torre campanaria si eleva addossata al fianco settentrionale del volume absidale, da cui avviene il collegamento con l’ambiente al livello inferiore. L’ingresso principale, con bussola lignea interna, si apre in posizione leggermente disassata nella parete di facciata; lungo il fianco meridionale è presente un ingresso laterale, attualmente non utilizzabile.
Facciata
Facciata romanica, a capanna, rivolta ad occidente. Al centro si apre il portale d'ingresso rinascimentale a tutto sesto, incorniciato da due finestre di forma rettangolare e sovrastato dal rosone. Subito sopra il portale, alla sua sinistra, è ancora visibile la lapide che ricorda la fondazione della chiesa, il cui testo recita: "CHEBIZO WARIENTO ET ANNO A.D. MCXXVI HOC OPUS FECERUNT".
Strutture di elevazione
Le strutture portanti di elevazione sono realizzate in muratura mista legata con malta di calce, con paramento esterno lasciato a vista, caratterizzato da un articolato palinsesto di murario riconducibile alle principali fase edilizie o a puntuali interventi di rimaneggiamento. La facciata principale e la porzione occidentale della parete settentrionale sono costituite in prevalenza da mattoni pieni di laterizio, di dimensioni variabili e disposti a filari regolari; sono presenti puntuali conci di tufo e pietra calcarea. Le rimanenti strutture murarie presentano una tessitura eterogenea, con l’alternanza di corsi in ciottoli di fiume e conci di tufo a sottili corsi di mattoni. Le strutture angolari sono rinforzate con blocchi squadrati di pietra calcarea.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
L’aula è coperta dalla struttura lignea della copertura a due falde con travature e capriate a vista. Il vano dell’abside è chiuso da una volta a crociera in muratura intonacata.
Coperture
La struttura portante della copertura a due falde sovrapposta alla navata è costituita da cinque capriate lignee a schema statico semplice con monaco centrale e saette di controventatura, poggianti su mensole in pietra in corrispondenza dell’innesto nelle murature; l’orditura secondaria è costituita da arcarecci e travetti con sovrapposto manto di tavelle in laterizio; manto di copertura in coppi di laterizio. Il corpo absidale presenta una copertura ad unica falda con struttura lignea portante e manto in coppi.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata è realizzata in pianelle quadrate di cotto posate a corsi obliqui; al centro una lastra tombale in nembro rosato. Il piano rialzato del presbiterio è realizzato in lastre di marmo rosso Verona con pavimentazione centrale in pianelle di cotto; il vano absidale è pavimentato con piastrelle di cotto.
Prospetti interni
L’ambiente interno della chiesa, in cui lo sviluppo longitudinale è rallentato da una significativa dilatazione trasversale, si caratterizza per la semplicità e l’essenzialità compositiva, impreziosita da alcuni affreschi con immagini votive che emergono dall’intonacatura bianca che ricopre uniformemente le pareti. Lungo i prospetti laterali dell’aula si collocano i due altari laterali (di cui l’altare del Crocifisso con dossale affrescato a parete), e gli stalli lignei del coro. L’abside è inquadrata da un semplice arco trionfale a tutto sesto, con le imposte segnate da una mensolina modanata verso l’interno.
Prospetti esterni
All’esterno l’edificio, privo di intonacatura, è fortemente caratterizzato dalla potenzialità espressiva e dall’austera matericità dell’articolato palinsesto murario che ne definisce gli alzati. I prospetti presentano una geometria sobria e lineare, e sono conclusi lungo i fianchi longitudinali e sul lato orientale dell’abside da una cornice sottogronda in mattoni a dente di sega; il prospetto settentrionale conserva le tracce di un’entrata laterale con protiro pensile; un’ampia finestratura rettangolare si apre in ciascuna delle pareti laterali dell’aula; una stretta monofora illumina il vano absidale.
Campanile
Torre campanaria adiacente al lato settentrionale dell'abside della chiesa. Pianta quadrata, fusto in blocchetti di laterizio separato dalla cella tramite una cornice marcapiano lievemente aggettante; cella campanaria ad edicola caratterizzata da quattro finestrature a tutto sesto, sovrastata da quattro pinnacoli con copertura a pigna in cotto. Copertura a pigna in laterizio. Sul vertice sommitale dei pinnacoli e della copertura campeggiano cinque croci in ferro.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1965-1975)
La mensa con paliotto dell’antico altare maggiore in legno è stata ricollocata in posizione avanzata sul piano rialzato del presbiterio secondo le prescrizioni dell’adeguamento alla liturgia del Concilio Vaticano II.