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Grosseto
Grosseto
palazzo
vescovile
Palazzo Vescovile
Diocesi di Grosseto
Coperture; Fondazioni; Pavimenti e pavimentazioni; Pianta; Struttura; Impianto strutturale; Elementi decorativi
nessuno
1803 - 1803(permuta intero bene ); 1868 - 1868(demolizione portico); 1896 - 1896(manutenzione coperture); 1928 - 1928(ristrutturazione intero bene); 1933 - 1936(restauro cancelleria); 1943 - 1951(ristrutturazione intero bene); 1967 - 1967(restauro intero bene); 1980 - 1989(manutenzione intero bene); 1993 - 1993(restauro intero bene); 2014 - 2014(manutenzione straordinaria intero bene)
Palazzo Vescovile
Tipologia e qualificazione palazzo vescovile
Denominazione Palazzo Vescovile <Grosseto>
Ambito culturale (ruolo)
neoclassico (costruzione )
Notizie Storiche

1803  (permuta intero bene )

Nel 1803 il Vescovo Fabrizio Selvi ritenne opportuno spostare la sede vescovile in una locazione più decorosa di quella esistente, permutò così l'attuale palazzo del Municipio con il Palazzo Nerucci di proprietà dei conti Ariosti fino agli anni 1778-1780. L'atto di permuta con l'antico episcopio risale al 20 dicembre 1803.

1868  (demolizione portico)

All'anno 1868 risale la demolizione del portico denominato "Le Loggette".

1896  (manutenzione coperture)

Nel corso del 1896 furono sostenute spese per il riordinamento di tetti e accomodatura di serrature.

1928  (ristrutturazione intero bene)

Nel corso del 1928 Mons. Matteoni commissionò lavori di ristrutturazione durante i quali l'edificio fu rialzato di un piano da destinarsi ad uffici. Inoltre nel corso dello stesso anno furono realizzati ulteriori interventi, tra cui la sistemazione del portale di ingresso in stile neoclassico.

1933 - 1936 (restauro cancelleria)

A partire dal 1933 la cancelleria vescovile fu interessata da interventi di restauro.

1943 - 1951 (ristrutturazione intero bene)

Durante il secondo conflitto mondiale, il 29 novembre 1943, un bombardamento distrusse gran parte degli uffici della Curia. Nel 1951, con la ricostruzione post bellica, gli uffici della Curia furono ripristinati e nell'occasione venne costituita una cappella privata all'interno dell'edificio.

1967  (restauro intero bene)

Nel 1967 tutto il palazzo fu oggetto di lavori di restauro conseguenti ai crolli delle parti lignee avvenuti in seguito all’alluvione e, in questa occasione, fu eseguita una revisione generale di tutto l’edificio. Il secondo piano è stato oggetto di un importante lavoro di restauro e riorganizzazione funzionale degli spazi. Al piano primo venne realizzato il collegamento sopraelevato, rifatta parte della copertura e realizzata una sopraelevazione delle soffitte da adibire ad appartamento del Segretario del Vescovo ed alla foresteria

1980 - 1989 (manutenzione intero bene)

Nel corso degli anni Ottanta del Novecento sono stati eseguiti lavori di manutenzione e rifacimenti più che altro finalizzati alla conservazione delle coperture e delle facciate.

1993  (restauro intero bene)

Nel 1993 si concludono importanti lavori di restauro e rifacimento degli impianti finalizzati all'adeguamento generale del fabbricato nel rispetto delle normative vigenti. Gli interventi hanno interessato il rifacimento di alcune porzioni di solai, sia al piano primo che al piano secondo, l’inserimento della scatola in mattoni pieni per l’ascensore oleodinamico con platea di fondazione su pali, e la realizzazione di una centrale termica seminterrata nel giardino interno. Anche sulle finiture interne è stata eseguita una revisione generale con sostituzione di pavimenti e infissi, tinteggiature e rifacimento di alcune porzioni di intonaco danneggiato.

2014  (manutenzione straordinaria intero bene)

Manutenzione straordinaria con opere interne, ridistribuzione funzionale degli ambienti e adeguamento puntuale degli impianti elettrici e di termoventilazione. L’intervento non ha interessato le parti strutturali del fabbricato.
Descrizione

Il complesso architettonico del Palazzo Vescovile deve il suo aspetto attuale ad una serie di interventi di ristrutturazione voluti dall'allora vescovo Giovan Battista Blasini, avvenuti tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, che ne hanno modificato le caratteristiche originarie. L'edificio è realizzato in stile neoclassico, con il prospetto principale che si affaccia lungo Corso Carducci, delimitando un piccolo atrio interno dal quale si diparte lo scalone monumentale. Il Palazzo è caratterizzato da tre piani fuori terra e formato da due corpi di fabbrica distinti, unificati dal corpo centrale. Al piano terra restano di proprietà della Diocesi solo alcune limitate porzioni, perlopiù costituite dagli accessi ai piani superiori. Al piano primo si trovano le “sale leopoldine” che rappresentano il corpo più antico, le stanze del Vescovo e la foresteria. Inoltre al piano primo si trova anche la cappella privata costituita nel 1951; la sua architettura è impostata con decorazioni a finti marmi su cui spicca il soffitto decorato con la tecnica del trompe l'oeil che illustra la glorificazione della famiglia Ariosti, proprietaria originaria dell'immobile. Nella cappella vi è l'altare a muro con colonne ioniche e timpano triangolare. Al piano secondo si trovano invece tutti gli uffici della curia e del vicariato, con una zona suddivisa in camere e spazi comuni per i seminaristi. Esternamente la facciata presenta il portale d’ingresso centrale inquadrato da un arco a tutto sesto, sopra il quale si sviluppano due cornici orizzontali che racchiudono lo stemma del Vescovo diocesano. L'intero prospetto è intonacato, nell'insieme la facciata risulta tripartita da due coppie di lesene che si sviluppano verticalmente lungo l'intera altezza della facciata.
Coperture
Tetto piano con struttura portante in laterocemento.
Fondazioni
Fondazioni in muratura continua.
Pavimenti e pavimentazioni
I pavimenti dell'edificio sono stati realizzati con materiali differenti; si rileva la presenza del cotto, della graniglia di cemento e del gres porcellanato.
Pianta
Edificio suddiviso in tre piani fuori terra; al piano terra è collocato l'atrio di ingresso con gli accessi ai piani superiori. Al piano primo si trovano le “sale leopoldine” che rappresentano il corpo più antico, le stanze del Vescovo e la foresteria. Al piano secondo si trovano invece tutti gli uffici della curia e del vicariato, con una zona suddivisa in camere e spazi comuni per i seminaristi.
Struttura
Strutture portanti verticali in muratura, mentre le strutture di orizzontamento sono caratterizzate da solai in laterocemento e copertura volta per le sale leopoldine.
Impianto strutturale
L'impianto strutturale è in muratura continua che sorregge il solaio di interpiano e la copertura.
Elementi decorativi
Affreschi presenti nelle quattro stanze leopoldine ascrivibili al XVIII secolo. Internamente la cappella vescovile è impostata con un'architettura a finti marmi e impreziosita con decorazioni a trompe l'oeil. L'intero prospetto dell'edificio è intonacato e arricchito da lesene e decorazioni in stucco in pieno stile neoclassico. Sul fronte sono inoltre presenti due stemmi.
Adeguamento liturgico

nessuno
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