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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Bianco
Locri - Gerace
chiesa
parrocchiale
Tutti i Santi
Parrocchia di Tutti i Santi
Facciata; Pianta; aula; Presbiterio; transetto; Struttura; pavimentazioni; Coperture; Campanile; fonte battesimale
presbiterio - intervento strutturale (1980-1991); presbiterio - intervento strutturale (1992-2007)
XV - XV(fondazione - preesitenza intero bene); 1783 - 1840(terremoto - ricostruzione intero bene); 1928 - 1933(ricostruzione intero bene); 1946 - 1947(ricostruzione intero bene); 1970 - 1985(restauro cupola); 1980 - 1991(rimozione balaustra presbiterio); 1980 - 1991(restauro decorazione plastico-architettonica); 1992 - 2007(adeguamento liturgico presbiterio); 1992 - 2007(ristrutturazione sagrato); 1996 - 1998(restauro intero bene)
Chiesa di Tutti i Santi
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Tutti i Santi <Bianco>
Altre denominazioni Chiesa dei Santi Panti
Autore (ruolo)
Foderaro, Giuseppe (progettazione e ricostruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze calabresi (costruzione )
Notizie Storiche

XV  (fondazione - preesitenza intero bene)

la chiesa matrice protopapale dedicata a Tutti i Santi, sorgeva nel cuore di Bianco Vecchio, il cui sito fu abbandonato dopo il terremoto del 1783. La chiesa aveva un clero numeroso, era ricca di benefici e giuspatronati ed era tra le più importanti della Diocesi di Gerace. La sua fondazione è anteriore al 1480, anno di passaggio dal rito greco al rito romano, in diocesi. La chiesa era detta anche dei "Santi Panti", tradendo un'origine greca del titolo.

1783 - 1840 (terremoto - ricostruzione intero bene)

in seguito al devastante terremoto del 1783, tramite la Giunta di Cassa Sacra (1783-1796), il re Ferdinando IV di Borbone fece predisporre un piano di ricostruzione dell'abitato di Bianco, verso l'attuale zona marina, nel territorio di Pugliano. La chiesa arcipretale fu progettata al centro dell'abitato, ove si apriva la piazza principale, fronteggiando il palazzo dell'allora famiglia feudataria, i Carafa della Spina, principi di Roccella. Lungaggini burocratiche, interessi personali e dibattiti sulla scelta del sito ove ricostruire la chiesa, protrassero la realizzazione della costruzione, che, dopo alcune traversie nel Decennio Francese (1806-1815), fu portata a compimento solamente tra il 1838 ed il 1840.

1928 - 1933 (ricostruzione intero bene)

viste le precarie condizioni strutturali della chiesa, dovute ai terremoti di inizio novecento, nel 1928 l'Opera Interdiocesana per la Ricostruzione delle chiese nelle zone terremotate della Calabria riuscì a presentare un primo progetto esecutivo per la ricostruzione ex-novo della chiesa, rispondente alla normativa antisismica post 1908. Il progetto, dell'ing. Giuseppe Foderaro, fu realizzato nel 1928 e previde un ampliamento della pianta, non più rettangolare, ma a croce latina. Nel 1929 fu demolita la chiesa preesistente ed iniziarono i lavori di ricostruzione

1946 - 1947 (ricostruzione intero bene)

la costruzione del nuovo edificio per il culto fu interrotta durante la Seconda Guerra Mondiale e solo nel dopoguerra, con il contributo della popolazione, si riprese la costruzione, ultimata solamente nel 1947, con la realizzazione della pavimentazione e del presbiterio con balaustra, mentre l'altare in marmo, costruito dalla ditta Pellegrino di Reggio Calabria, fu donato dal cav. Francesco Medici.

1970 - 1985 (restauro cupola)

negli anni settanta e inizi ottanta del XX secolo, continue infiltrazioni d'acqua piovana obbligarono ad un restauro della cupola.

1980 - 1991 (rimozione balaustra presbiterio)

negli anni ottanta del XX secolo, il parroco padre Emanuele Tognazza fece rimuovere la balaustra che divideva l'aula dei fedeli dal presbiterio, anche per rispondere alla nuova visione liturgica ed ecclesiologica post Concilio Vaticano II.

1980 - 1991 (restauro decorazione plastico-architettonica)

il parroco padre Emanuele Tognazza fece restaurare le statue in stucco raffiguranti vari santi, che decorano l'interno della chiesa e con il contributo dei fedeli, fece realizzare le vetrate policrome e la dotò di nuovi banchi.

1992 - 2007 (adeguamento liturgico presbiterio)

su idea del parroco padre Achille Valsecchi si riutilizzarono i marmi della balaustra smontata negli anni ottanta, per realizzare il nuovo altare e parte dell'ambone, mentre tra il presbiterio e l'abside del lato destro fu collocato il nuovo fonte battesimale, riutilizzando un'acquasantiera marmorea a pila, che sulla base riporta lo stemma municipale di Bianco ed un'iscrizione dedicatoria: "D. Francesco Strati Sindaco 1756". Vennero anche realizzati i mosaici che ornano l'altare e l'ambone e i due piccoli quadri a mosaico collocati sulla parete absidale ai lati dell'altare, raffiguranti il Battesimo di Cristo ed il mandato di Gesù agli Apostoli (opera di Riccardo Scotti di Bergamo).

1992 - 2007 (ristrutturazione sagrato)

un intervento di ristrutturazione ha interessato la scalinata d'accesso al sagrato ed una nuova pavimentazione di quest'ultimo in laterizi, pietre in porfido e lastre in pietra di Lazzàro. Sono stati collocati due lampioni a spese del Comune. E' stata effettuata una pulitura del portale maggiore e delle statue in cemento che decorano la facciata. Infine, è stato effettuato un restauro della parte esterna del campanile.

1996 - 1998 (restauro intero bene)

con il nuovo parroco, il monfortano padre Achille Valsecchi (1992-2007) fu progettato, nel 1998, il restauro della chiesa (ingg. Ugo e Vincenzo Misuraca). Con contributi regionali e dei fedeli si realizzò la nuova pavimentazione in marmo, il rifacimento dell'intonaco esterno, la riparazione della cupola (1996, contributo della Diocesi), il rifacimento del soffitto e delle vetrate, l'installazione delle controporte lignee decorate con pannelli figurati con scene dell'Antico e del Nuovo Testamento e momenti di azione liturgica (opera del bianchese Giuseppe Mesiti) ed un nuovo impianto di illuminazione.
Descrizione

la chiesa matrice di Bianco è dedicata a Tutti i Santi ed è erede dell'antica chiesa matrice, la cui esistenza è attestata almeno dal XV secolo, ma che potrebbe avere lontane origini legate ai primi insediamenti di Bianco, già nel X secolo. La chiesa sorge nel nuovo centro storico del paese, rifondato dopo il terremoto del 1783 e popolatosi ancor di più nella prima metà del XX secolo, nella zona marina, lungo la costa ionica reggina. L'edificio attuale è frutto di una ricostruzione totale avvenuta tra il 1928 ed il 1933, con completamento solamente nel dopoguerra (1946-1947). L'impianto è basilicale, a croce latina, con facciata a capanna in stile neoromanico. La chiesa si apre su un piccolo sagrato con gradinata che lo collega alla strada. Un portico a tre arcate con statue in cemento degli Evangelisti, costituisce l'avancorpo, mentre un grande rosone inquadrato da due statue in cemento dei ss. Pietro e Paolo occupa buona parte della sommità della facciata. Sulla destra della facciata si ha il campanile a pianta quadrata. All'interno si ha un'unica navata con transetto e presbiterio costituiti da tre absidi poligonali. Una cupola a padiglione si apre nella crociera. Ricca è la decorazione plastico-architettonica con numerose statue ed altorilievi in stucco raffiguranti Cristo, la Madonna con Gesù Bambino, s. Giuseppe, angeli e santi. Da segnalare la presenza di una importante statua rinascimentale di S. Caterina d'Alessandria, attribuita a Giovan Battista Mazzolo (1530) e la pala d'altare di S. Michele Arcangelo, S. Giovanni Battista ed il Trionfo del Nome di Gesù, olio su tela (1616-1629), attribuita al celebre pittore Francesco Cozza (1605-1682).
Facciata
facciata a capanna in stile neoromanico, realizzata nei primi anni trenta del novecento e completata nel 1947. Un portico a tre arcate a tutto sesto con statue in cemento dei quattro Evangelisti sulla faccia esterna dei pilastri, costituisce l'avancorpo, che si apre su un piccolo sagrato rialzato rispetto alla strada e con una gradinata d'accesso. Un solo portale si apre centralmente. Il registro superiore è quasi completamente occupato da un grande rosone con raggi in cemento e vetrata policroma, inquadrato da due statue in cemento dei SS. Pietro e Paolo. Due paraste angolari ed un cornicione a modanatura digradante delimitano la facciata.
Pianta
pianta basilicale a croce latina, con terminazione triabsidata a pianta poligonale. Tra il presbiterio ed il transetto sinistro si trova, in aderenza, un corpo di fabbrica a pianta rettangolare con i locali sussidiari.
aula
l'aula è ad unica navata, scandita da tre campate, con struttura di copertura a travi inclinate e pilastri a vista. Ognuno dei grandi portali in c.a. con travi inclinate ha l'intradosso ad arco ed una ricca decorazione plastica a stucco con statue di angeli e santi sui pilastri ed altorilievi con Cristo, la Madonna ed altri santi nell'intradosso delle arcate. In ogni campata si aprono grandi finestre arcuate nei muri perimetrali, con vetrate policrome di recente fattura. Nell'ultima campata dell'aula, a destra, vi è un capolavoro della scultura rinascimentale in Calabria, la statua in marmo di s. Caterina d'Alessandria, poggiante su uno scannello istoriato con iscrizione: 1530, attribuita a Giovan Battista Mazzolo, scultore carrarese attivo in Calabria e Sicilia nella prima metà del XVI secolo.
Presbiterio
il presbiterio rialzato rispetto all'aula, con due gradini, è posto all'interno di un'abside poligonale. L'altare marmoreo realizzato nel 1947 è oggi lievemente staccato dalla parete, ha funzione monumentale e vi è collocata la custodia eucaristica. Su questo altare campeggia, sulla parete, la pala d'altare di S. Michele Arcangelo, S. Giovanni Battista ed il Trionfo del Nome di Gesù, olio su tela (1616-1629), attribuita al celebre pittore Francesco Cozza (1605-1682) e probabilmente collegabile ad una committenza dei feudatari di Bianco, i Carafa della Spina, principi di Roccella. Sotto due volte a lunetta si aprono due finestre arcuate, con vetrate policrome raffiguranti l'Annunciazione. Intorno alle basi dei pilastri, altre statue in stucco di s. Giuseppe, la Madonna con Gesù Bambino e santi. L'altare e l'ambone, "in cornu Evangelii", sono in marmo con pannelli mosaicati figurati e realizzati con parti della vecchia balaustra degli anni quaranta del novecento. Tra i due altari è sospeso un Crocifisso ligneo (XX sec.).
transetto
nei due bracci absidati del transetto che prendono luce da tre finestre arcuate con vetrate policrome per ogni braccio, si trova il coro e sono collocati alcuni quadri e simulacri devozionali novecenteschi.
Struttura
struttura portante a telaio in c.a. con tamponature in mattoni.
pavimentazioni
pavimentazione in lastre di marmo policromo.
Coperture
aula: a doppia falda con struttura a travi inclinate in c.a. e travetti, con tavolato in legno a vista. Rivestimento esterno in coppi. Presbiterio e transetto: volte ad ombrello e rivestimento esterno in coppi. Crociera: cupola a padiglione e rivestimento esterno in coppi.
Campanile
campanile a pianta quadrata in c.a., a destra del prospetto principale, in posizione più avanzata rispetto al filo della facciata. Una campana è datata 1702, con stemma dell'Università di Bianco ed iscrizione dedicatoria.
fonte battesimale
il Fonte battesimale è un riuso recente di un'acquasantiera a pila settecentesca ed è collocato entro un piccolo incasso ottagonale nella pavimentazione, tra il presbiterio ed il braccio destro del transetto.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1980-1991)
rimozione della balaustra in marmo tra presbiterio ed aula.
presbiterio - intervento strutturale (1992-2007)
realizzazione di un nuovo altare ed ambone in marmo, rispondenti alle prescrizioni post Concilio Vaticano II. Collocazione del Fonte Battesimale tra la parte destra del transetto ed il presbiterio.
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