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Milano
Milano
chiesa
sussidiaria
S. Bernardino alle Ossa
Parrocchia di Santo Stefano Maggiore
Impianto strutturale; Coperture; Cripta; Pavimenti e pavimentazioni
altare - aggiunta arredo (1970-1980)
1268 - 1268(costruzione intero bene); 1643 - XVII(ricostruzione intero bene); 1679 - 1680(costruzione facciata); 1695 - 1696(ricostruzione ossario); 1717 - 1754(ricostruzione e ampliamento intero bene); 1938 - 1938(costruzione canonica); 1989 - 2000(restauro conservativo intero bene)
Chiesa di San Bernardino alle Ossa
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Bernardino alle Ossa <Milano>
Altre denominazioni Santuario di San Bernardino alle Ossa
S. Bernardino alle Ossa
Autore (ruolo)
Buzzi, Carlo (costruzione)
Biffi, Andrea (facciata)
Merlo, Carlo Giuseppe (ricostruzione)
Reggiori, Ferdinando (costruzione canonica)
Ramponi, Fiorenzo (restauro conservativo)
Ambito culturale (ruolo)
barocco lombardo (costruzione e decorazione)
Notizie Storiche

1268  (costruzione intero bene)

La chiesa è attestata sin dal 1268, quando papa Clemente IV concesse la consacrazione di un edificio di culto presso il cimitero di S. Stefano in Brolo. L’edificio sacro, originariamente posto sotto la protezione dell’Addolorata e dei santi Ambrogio e Sebastiano, fu destinato ad accogliere le salme dei priori e dei confratelli impiegati presso l’ospedale del Brolo.

1643 - XVII (ricostruzione intero bene)

Il tempio fu ricostruito dal 1643 per conto della confraternita dei disciplini, qui insediata dal 1340 e consacrata a san Bernardino dopo la metà del XV sec. (dal 1476 si ha notizia di un altare nella chiesa dedicato a san Bernardino). Il piano fu affidato all’architetto Carlo Buzzi nell’ambito di un programma generale di riconfigurazione dell’area a seguito del crollo del campanile della vicina chiesa di S. Stefano. Nel 1655 Buzzi predispose una relazione di avanzamento lavori, (in Gatti Perer), ma l’opera sarebbe stata terminata da Gerolamo Quadrio (Baroni, cit. in Mezzanotte).

1679 - 1680 (costruzione facciata)

Nel 1679-80 fu realizzata la facciata della chiesa e della sovrastante sede della confraternita, secondo il progetto di Andrea Biffi e per adempimento di un legato di tale Domenico Gattone.

1695 - 1696 (ricostruzione ossario)

L’origine dell’ossario, annesso alla chiesa, è incerta, perché se ne attesta l’esistenza già nel 1682 (visita card. Visconti). In ogni caso fu ricostruito tra il 1695 e il 1696. Dibattuta anche la cronologia della singolare facciata in conca, affiancata a quella della chiesa: per alcuni risalente, addirittura, al 1776. Ben delineata in un rilievo di Antonio Quadrio del 1749, è plausibilmente riferibile alla fine del XVII sec., in unità con il cantiere di ricostruzione (Spiriti).

1717 - 1754 (ricostruzione e ampliamento intero bene)

Nel 1712 un incendio danneggiò la chiesa. Se ne impose una nuova ricostruzione affidata a Carlo Giuseppe Merlo. Il progetto era pronto già nel 1717, ma fu traslato di anni, messo in cantiere attorno al 1750 e completato tra il 1753 e il 1754. Si trattò di un vero e proprio ampliamento che prevedeva “l’inclusione della vecchia chiesa nella nuova facendola diventare l’atrio interno del nuovo tempio orientato perpendicolarmente al più antico” (Gatti Perer).

1938  (costruzione canonica)

Tra il 1930 e il 1935 la chiesa fu liberata da alcune costruzioni e isolata, ma, contemporaneamente, fu costruito un primo fabbricato in appendice sul lato del Verziere (arch. Bergomi). L’opera fu completata sotto la direzione dell'arch. Ferdinando Reggiori che, nel 1938, proseguì con l’isolamento sul fianco sinistro e alle spalle del complesso, e portò a compimento la costruzione della canonica. Questa fu dapprima adibita a scuola superiore ambrosiana di musica sacra, quindi, dal dopoguerra e sino agli inizi degli anni duemila, a sede dell'archivio diocesano.

1989 - 2000 (restauro conservativo intero bene)

Tra il 1989 e il 2000 il complesso fu sottoposto a un’intensa campagna di restauro conservativo coordinata dall’architetto Fiorenzo Ramponi. Ne rimane completa documentazione presso il CASVA (Centro di alti Studi sulle Arti Visive) di Milano (cfr.: http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA01B8BD/).
Descrizione

La chiesa di San Bernardino alle Ossa s’innalza sulla piazza di Santo Stefano e compone, con l’insigne basilica, un quadro urbanistico di notevole rilievo, nonostante i pesanti alleggerimenti operati nel corso del Novecento e i massicci bombardamenti subiti dall’area. Il complesso, come si presenta oggi, è composito per fasi costruttive e ambienti destinati a differenti funzioni: la chiesa vera e propria, la sede della scuola dei disciplini, sin dall’origine ospitata sopra l’edificio sacro, e la cappella ossario giustapposta sul fianco orientale. La facciata si presenta nelle forme di un edificio civile, così da riunire in un unico disegno architettonico, ideato da Adrea Biffi nel 1679, la doppia destinazione di ingresso della chiesa e di facciata per i soprastanti locali a uso dei disciplini. Si eleva per tre piani ed è scompartita da fasce orizzontali e da lesene verticali. Ogni piano presenta cinque aperture, con elaborate cornici. Al piano terreno si aprono i tre portali d’ingresso alla chiesa. I due laterali sono ornati da “timpani spezzati e accartocciati” (Mezzanotte-Bascapè), elaborata opera lapidea a supporto delle statue di san Bernardino, a sinistra, e di sant’Antonio, a destra. Un cornicione con mutuli chiude la fronte sotto il tetto. Sopra il blocco della costruzione s’innalza l’aereo tamburo, frutto della ricostruzione del tempio da parte di Carlo Giuseppe Merlo (1717-post 1750): ottagonale, con fronti lisce e lesene angolari piatte, percorso da ampi finestroni ovali compresi in un’incorniciatura poligonale, è coperto da falde di tetto rivestite di coppi e coronato da lanternino sommitale concluso da una cupola. All’interno, un ambulacro rappresenta lo spazio della chiesa antica; da qui, tramite un corridoio, si accede alla cappella ossario. Il vano della chiesa è a pianta ottagonale, con presbiterio rettangolare concluso da coro a terminazione semicircolare. Sui lati dell’ottagono, precedute da due arcate, si aprono le cappelle laterali dedicate a santa Maria Maddalena e santa Rosalia, con altari “ricchi di linee e di materiale pregiato, marmi colorati e rame sbalzato e dorato” (Mezzanotte-Bascapè). Il medesimo modello trova il culmine nell’altare maggiore. Le pareti dell’aula sono scandite da lesene composite e concluse da un cornicione su cui si imposta, sopra i pennacchi, la tazza della cupola. All’abbondante illuminazione concorrono anche le due lunette sopra gli altari laterali. Nei lati obliqui dell’ottagono, entro nicchie sormontate da arco centinato, sono ospitati sia le tribune per l’organo (a fianco del presbiterio), sia i coretti a fianco dell’ingresso. L’ossario s’innalza sull’angusto vicolo di S. Bernardino: la facciata, a due ordini, con portale coronato di timpano triangolare nell’inferiore e finestrone coronato da timpano curvo nel superiore, è raccordata al complesso grazie a due ali in curva. Lo spazio interno è a pianta quadrata, coperto con un’unica volta a tazza, retta da alti pennacchi sferici così da poter ospitare nelle lunette d’imposta sulle pareti laterali quattro ampi finestroni (uno è cieco) con cornici, modanature e festoni in pietra. Sulla volta si dispiega un grande affresco di Sebastiano Ricci (trionfo di anime in un volo d’angeli), incursione della vivacità cromatica e della luminosità della pittura veneta in ambito milanese. L’unico altare ospita una effige dell’Addolorata. La notevole fama dell’ossario, tuttavia, deriva dalla distribuzione, su tutte le pareti e nell’alto zoccolo, di ossa e di teschi (di varia provenienza e datazione) disposti a disegno, a volte legati da nastri di rame dorato a formare festoni che ricorrono nelle lesene, nei fregi della trabeazione e negli ornati che sovrastano il cornicione. Ne rimase impressionato anche Giovanni V, re del portogallo, di passaggio a Milano nel 1738, a tal punto da volerne costruire una replica a Lisbona.
Impianto strutturale
Edificio retto da murature continue a sezione normalizzata e coperto all’interno con un sistema articolato di cupole e di volte. L'aula unica della chiesa è coperta da una cupola a spicchi racchiusa, all'esterno, da un tiburio ottagonale. Le cappelle sono coperte con volta a botte, il presbiterio con volta a crociera e il coro da semitazza percorsa da nervature con lunette per ospitare finestre. L'ambiente dell'ossario è coperto da un'unica volta a tazza non estradossata.
Coperture
Il complesso è coperto, all'esterno, da falde di tetto rette da ordito ligneo primario e secondario e rivestite da tegole in laterizio.
Cripta
Nella cripta sono conservate le sepolture dei confratelli.
Pavimenti e pavimentazioni
L'aula della chiesa presenta un pavimento frutto di un intervento della prima metà del Novecento.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1970-1980)
Adeguamento liturgico dell'area presbiteriale con altare mobile. Sono rimaste in opera le balaustre di delimitazione verso l'aula dei fedeli.
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