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Novate Milanese
Milano
chiesa
parrocchiale
Santi Gervaso e Protaso
Parrocchia dei Santi Gervaso e Protaso
Impianto strutturale; Coperture; Campanile; Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Altare maggiore; Cappelle laterali; vetrate; Opere d'arte; Opere d'arte; Lapidi e iscrizioni
presbiterio - aggiunta arredo (1970-80)
XI - XIV(preesistenze intero bene); XV - XV(notizie storiche carattere generale); XVI - XVI(notizie storiche intero bene); 1567 - 1583(notizie storiche intero bene); 1588 - 1592(preesistenze intero bene); 1603 - 1632(notizie storiche intero bene); 1688 - 1709(notizie storiche intero bene); 1747 - 1829(notizie storiche intero bene); 1931 - 1941(costruzione intero edificio); 1950 - 1953(modifiche campanile); 1990 - 1990(manutenzione intero bene); 2003 - 2008(modifiche facciata); 2009 - 2010(manutenzione esterni)
Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso <Novate Milanese>
Autore (ruolo)
Zanchetta, Ugo (costruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche

XI - XIV (preesistenze intero bene)

La prima notizia che attesta l’esistenza della chiesa di San Protasio a Novate, che all’epoca faceva parte dell’antica pieve di Bollate, è un documento notarile del 1042 riguardante la vendita di un campo confinante con le terre di proprietà della chiesa; esistenza confermata da due successivi documenti, del 1089 e del 1235. La chiesa è inoltre elencata nel Liber Notitiae di Goffredo da Bussero, alla fine del XIII secolo: “In plebe bolate, loco nouate ecclesia sancti protaxii”, che riporta la presenza di un secondo edificio di culto sul territorio novatese, la chiesa di San Dionigi. Un secolo dopo, nel 1398, il Notitia Cleri Mediolanensis testimonia l’esistenza della cappella dei “SS. Protaxij et Gervaxij de Novate” e della cappella di San Bartolomeo; queste due cappelle erano tra le dieci facenti parte della circoscrizione territoriale della Canonica di Bollate. Le notizie sull’esistenza di San Bartolomeo si protrassero fino alla prima metà del XVI secolo, finchè andò distrutta.

XV  (notizie storiche carattere generale)

Nel 1461 venne costituita, presso la parrocchiale dei SS. Martiri Gervasio e Protasio, la confraternita della Natività di Maria Vergine, alla quale fu dedicato un altare posto a sinistra dell’altare maggiore. Centocinquant’anni dopo, nel 1611, sarà emessa una solenne bolla papale in favore della Confraternita, a conferma della sua notevole importanza religiosa e sociale acquisita nel tempo. Antichi documenti risalenti alla fine del secolo attestano che già a quest’epoca la chiesa era governata da un rettore, il quale svolgeva anche funzioni parrocchiali.

XVI  (notizie storiche intero bene)

Un documento della prima metà del ‘500 elenca le chiese presenti a Novate: oltre ai Santi Martiri Protasio e Gervasio, vi erano nei pressi della parrocchiale le chiese di S. Dionigi e di S. Ambrogio Vescovo (andata distrutta nel XVII sec.) e una cappella dedicata a S. Celso Martire (oggi di proprietà comunale). Il documento riporta la pianta della chiesa parrocchiale, costituita da un’aula unica di 10x12 metri e 7 metri di altezza e orientata verso est. Sulla parete di fondo si aprivano due cappelle semicircolari, di cui la sinistra ospitava l’altare maggiore, la destra era dedicata alla Vergine Maria. Esternamente a sud della chiesa sorgevano il cimitero e il campanile, posizionato in corrispondenza della cappella della Vergine. La casa parrocchiale era ubicata di fronte alla facciata della chiesa. Nel 1564 il Liber Seminarii Mediolanensis elenca a Novate la presenza di due rettorie: quella di S. Gervasio e Protasio, retta dal curato rev.do Andrea Bugella, e quella di S. Ambrogio.

1567 - 1583 (notizie storiche intero bene)

Al 1567 risale la prima visita pastorale alla parrocchia di Novate effettuata da padre Leonetto Chiavone, il quale prescrisse di ampliare la chiesa insufficiente per dimensioni (all’epoca Novate contava circa 800 abitanti), di sostituire le due cappelle affiancate con una sola più ampia e di costruire sui lati due cappelle laterali, di cui una da dedicare alla Beata Vergine Maria. Nel 1573 si recò in visita alla chiesa il card. Carlo Borromeo: istituì la Confraternita del Corpus Domini e dispose di ampliare la chiesa sostituendo le due cappelle dell’abside con una sola cappella maggiore e realizzando due cappelle laterali minori. L’antica chiesa visitata dal Borromeo sorgeva a nord della chiesa attuale, sul sedime dell’attuale oratorio di San Giuseppe fatto erigere nel 1895 dal curato Bianchi, come ricorda una lapide all’interno dell’oratorio. Dieci anni dopo si recò in visita presso l’antica chiesa Giovanni Ambrogio Reina, vicario foraneo di Bollate.

1588 - 1592 (preesistenze intero bene)

Nel 1588 si diede inizio alla costruzione del nuovo edificio di culto secondo le prescrizioni di Carlo Borromeo, la quale comportò la demolizione della chiesa di San Dionigi ubicata accanto al cimitero sul fianco meridionale dell’antica parrocchiale. La nuova chiesa, orientata verso ovest, era dotata di due cappelle laterali: quella di destra dedicata alla Beata Vergine Maria, quella di sinistra a San Dionigi. Con la demolizione della chiesa di S. Dionigi fu trasferita nella parrocchiale la confraternita dei Disciplinanti o di San Dionisio, eretta sotto il titolo di S. Dionigi nel XV secolo. L’edificazione fu completata nel 1592 come testimoniava una lapide andata perduta.

1603 - 1632 (notizie storiche intero bene)

Nel1603 si recò in visita alla chiesa parrocchiale il card. Federico Borromeo che ordinò di dotare l’altare maggiore di balaustra e di aprire due finestre nelle cappelle laterali. La visita del 1613 del canonico Stefano Giussano fornisce ulteriori dettagli sulle cappelle: il battistero semicircolare a sinistra dell’ingresso; la cappella maggiore quadrata rialzata di quattro gradini e ornata da un dipinto dei santi Gervasio e Protasio; la cappella laterale sinistra dedicata alla Vergine Maria detta dei Sette Dolori, in precedenza dedicata a S. Dionigi; la cappella laterale destra dedicata alla Beata Vergine Maria. Il campanile era situato sul lato nord della chiesa. Nel 1620 la chiesa venne totalmente ristrutturata invertendone l’orientamento verso est. Dalla visita del 1632 di Federico Terzago sappiamo che l’edificio era ad unica navata di 15x7 metri e 9 metri di altezza e che presentava due cappelle laterali, a nord la cappella del Rosario, a sud quella della Natività della Vergine.

1688 - 1709 (notizie storiche intero bene)

Dalla visita pastorale del card. Federico Visconti nel 1688 si desume che la chiesa era stata ingrandita di circa 10 metri in lunghezza e 3 metri in larghezza e che era confermata la presenza dei tre altari (maggiore, Madonna del Rosario e Natività Vergine). La relazione cita anche le reliquie dei SS. Gervaso e Protaso conservate in una cassa di ebano. Nel 1709 si recò in visita alla chiesa il card. Giuseppe Archinti che ne descrisse l’interno: oltre alla la cappella maggiore vi erano la cappella di sinistra dedicata alla Vergine del Rosario e quella di destra dedicata alla Natività della Vergine sul cui altare era affisso il quadro della Natività, opera del Procaccini. Antistante all’ingresso della chiesa vi era il cimitero; all’interno dell’aula vi erano quattro sepolcri. La chiesa era allora dotata di due sacrestie, di cui la più grande collocata accanto alla cappella maggiore da cui si accedeva al campanile.

1747 - 1829 (notizie storiche intero bene)

La visita del card. Pozzobonelli del 1747 ci fornisce ulteriori informazioni sulla chiesa: il battistero era collocato a sinistra dell’ingresso, l’altare maggiore posizionato a est aveva alle spalle un coro ornato da antiche pitture, la dedicazione delle due cappelle laterali era stata invertita (a sinistra la Natività Vergine, a destra la Madonna del Rosario). Erano conservati nella chiesa dei reliquiari d’argento che custodivano le reliquie di quattro santi tra cui S. Carlo e S. Ambrogio. Nel 1787 vennero sciolte d’ufficio tutte le confraternite; a quell’epoca il numero di abitanti ammontava a poco più di 1000. Nel 1815 la chiesa venne notevolmente ampliata costruendo le due navate laterali ed allungando la navata centrale verso est. Nel 1824 venne ampliato il coro, mentre cinque anni dopo fu ristrutturato il campanile e inaugurato il concerto di cinque nuove campane. Tutti questi interventi furono realizzati per volere dell’allora parroco Giuseppe Mazzacchera.

1931 - 1941 (costruzione intero edificio)

Nel 1931 il notevole aumento della popolazione di Novate indusse l’allora parroco don Arturo Galbiati a ricostruire l’edificio di culto con più ampie dimensioni. Il progetto fu affidato all’architetto milanese Ugo Zanchetta che progettò un impianto a tre navate dalla larghezza complessiva di 21 metri e di lunghezza pari a 52 metri, orientato verso est. L’attuale chiesa parrocchiale fu consacrata il 21 settembre 1941 dall’Arcivescovo di Milano card. Ildefonso Schuster.

1950 - 1953 (modifiche campanile)

Nel 1953 il campanile fu notevolmente sopralzato e tre anni dopo fu dotato di cinque campane.

1990  (manutenzione intero bene)

Negli anni ’90 del 1900 la chiesa fu tinteggiata e affrescata in alcune sue parti.

2003 - 2008 (modifiche facciata)

Tra il 2003 e il 2008 è ascrivibile l’intervento di modifica in facciata, realizzato in concomitanza alla ristrutturazione della casa parrocchiale posta a lato del sagrato. In passato quest’ultima si estendeva fino alla facciata della chiesa, tamponando la campata laterale sinistra e il suo portone di ingresso. Con le modifiche di quegli anni la campata laterale venne liberata arretrando la parte terminale del corpo di fabbrica parrocchiale e ripristinando così il portone laterale di ingresso. Con molta probabilità è al termine di questi lavori che si rifece completamente la tinteggiatura della facciata della chiesa, un tempo gialla, con lo stesso colore chiaro della casa parrocchiale.

2009 - 2010 (manutenzione esterni)

Sostituzione dei serramenti delle finestrature del tamburo della cupola e interventi di rifacimento delle coperture della cupola e del campanile.
Descrizione

La chiesa, correttamente orientata, sorge nel centro storico di Novate Milanese e si affaccia sulla piazza pedonale alberata tra le vie Cavour e via Madonnina, in posizione arretrata rispetto a quest’ultima a formare il sagrato, sopraelevato di tre gradini. La facciata neoclassica semplice e lineare, interamente intonacata, rispecchia la suddivisione interna delle navate: un corpo centrale terminante con timpano e delimitato da due grossi pilastri e due corpi più bassi corrispondenti alle navate laterali e coperti da falde inclinate. In facciata si aprono tre portoni in legno, rialzati rispetto al sagrato e delimitati da cornici modanate in granito rosa di baveno. Sopra al portone principale l’iscrizione dedicatoria “DOM ET DIVIS GERVASIO ET PROTASIO”, collocata all’interno di una lunetta dalla cornice mistilinea. In posizione centrale, appena al di sotto della cornice aggettante del timpano sopra al quale svetta una croce in ferro, si apre un rosone trilobato. La facciata, così come il fianco sud della chiesa, presenta una zoccolatura in lastre di beola, beola utilizzata anche per la pavimentazione del sagrato. L’esterno dell’edificio, interamente intonacato e scandito da semplice lesene e dalle finestrature, è caratterizzato da un’articolazione di volumi che riflette la disposizione interna delle navate, del transetto, del presbiterio e delle varie cappelle. All’incrocio tra i bracci della croce latina svetta il tamburo circolare in cui le doppie paraste si alternano a finestrature rettangolari. Dal portone centrale, disimpegnato da bussola in legno, si entra nell’aula; vicino all’ingresso, nella prima campata laterale destra, è collocato in una piccola cappella il battistero, delimitato da una balaustra in marmo e decorato a parete con il mosaico del Battesimo di Gesù. Sempre sulla sinistra si apre il passaggio all’ottocentesco oratorio di San Giuseppe in cui si trova un pregevole paliotto in scagliola. L’interno della chiesa è un impianto basilicale a croce latina a tre navate, scandite da una serie di colonne binate in marmo di Giaveno che sorreggono la trabeazione tripartita e decorata con campiture colorate ad imitazione del marmo, sulla quale si impostano gli archi dell’ampia volta a botte della navata centrale e gli archi delle navate laterali. Il soffitto delle navate laterali è campate alternate a botte e in cassettonato ligneo; lungo le pareti sono dislocati i confessionali in legno, realizzati su disegno dell’arch. Zanchetta negli anni ‘30. Tutte le superfici voltate e delle pareti sono tinteggiate nei toni dei beige e dei rosati, con inserti oro a sottolineare le partiture architettoniche; le paraste delle navate laterali così come le nervature ad arco della volta a botte centrale sono ornate da festoni classicheggianti. L’aula liturgica è illuminata dalle finestrature poste al di sopra della trabeazione e dal tiburio dell’ampia cupola centrale che si innalza a 27 metri di altezza all’incrocio tra la navata centrale e il transetto. La cupola, i cui pennacchi sono adornati dai tondi dei quattro Evangelisti, è caratterizzata dalle nervature degli otto spicchi. Alle testate del transetto sono collocate le cappelle maggiori della Madonna del Rosario e del Sacro Cuore; in corrispondenza della colonna angolare tra transetto e presbiterio è collocato il pulpito ligneo sospeso. Il presbiterio, ospitante l’altare maggiore e rialzato di tre gradini rispetto all’aula, è delimitato dall’arco di trionfo sorretto da colonne e decorato con medaglioni e campiture in finto marmo e dalla balaustra in marmo di Giaveno e rosso di Verona. Il presbiterio si conclude con l’abside terminante, sopra alla trabeazione che gira in tutta l’aula, con una volta a spicchi. L’abside è affiancata da due absidi minori che ospitano le cappelle del Crocefisso e di S. Gervaso e Protaso. Ai lati del presbiterio si accede a destra alla sacrestia, a sinistra alla penitenzieria; a pavimento si diparte una scala che dà accesso alla sottostante cripta.
Impianto strutturale
L'edificio è costituito da muratura continua in laterizio; le superfici sia esterne che interne della chiesa sono intonacate e tinteggiate.
Coperture
La chiesa presenta un tetto a falde in coppi di laterizio nella sua estensione coincidente con le linee che definiscono la planimetria a croce latina: la navata centrale e il transetto hanno copertura a doppia falda, le navate laterali hanno copertura a uno spiovente. Le terminazioni semicircolari del transetto e delle absidi sono coperte da falde a spicchi in laterizio, così come è a spicchi la copertura in rame della cupola.
Campanile
Il campanile, sopralzato nel 1953, è ubicato a lato del transetto laterale sinistro. Completamente realizzato ad intonaco, è suddiviso in due ordini ripartiti in quadranti a sfondato. Il primo ordine è scandito in altezza da piccole apertura a feritoia; il secondo ordine ospita sui quattro lati i quadranti dell’orologio ed è a sua volta sovrastato dalla cella campanaria caratterizzata da aperture a tutto sesto, nelle quali trova alloggio il concerto di cinque campane in bronzo. Al di sopra della cella campanaria svetta la cuspide in rame della copertura, il cui vertice si conclude con una piccola sfera sormontata dalla croce in ferro.
Pianta
La chiesa è un impianto basilicale a croce latina, costituita da tre navate a quattro campate e da transetto terminante in due cappelle laterali a pianta semicircolare, così come è semicircolare la terminazione absidale del presbiterio.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione dell'aula liturgica in marmette di graniglia gialle e beige con inserti neri. Pavimento del presbiterio e delle cappelle laterali mosaicato tipo seminato alla veneziana; gradino di accesso al presbiterio in marmo rosso di Verona.
Altare maggiore
L’altare maggiore, una minimale mensa in legno con piedestallo centrale, è collocato in posizione avanzata al centro del presbiterio; alla destra vi è l’ambone, un semplice piedestallo in legno, e dietro la seduta della presidenza. In posizione retrostante nel presbiterio, in prossimità della zona absidale, trova sede l’altare liturgico tridentino in marmi policromi grigi e rosati, rialzato di quattro gradini rispetto al presbiterio. Al di sopra della mensa, sorretta da quattro colonne, vi è il tabernacolo con bassorilievo raffigurante la Resurrezione. Dal tabernacolo si innalza il ciborio a tempietto, costituito da colonne con capitelli corinzi dorati, trabeazione con cornici dorate e mezzo cupolino di coronamento, all’interno del quale è collocato il crocefisso, mentre in sommità vi è la statuetta del Redentore. Lateralmente al tempietto due angeli dorati inginocchiati. Nella parte terminale ad abside semicircolare trovano sede il coro ligneo e la consolle dell’organo le cui canne sono poste nelle due balconate laterali che si affacciano sul presbiterio. L’organo, fabbricato dalla ditta Balbiani Vegezzi, è stato inaugurato nel 1959.
Cappelle laterali
Transetto, terminazione sinistra: cappella della Madonna del Rosario, delimitata da balaustra in marmo e con pavimento rialzato mosaicato al centro del quale è inserita la dedicazione della cappella: “REG SACR ROSARI”. L’altare in marmi policromi è sormontato da un elegante tempietto ospitante la statua in legno policromo della Madonna con in braccio il Bambino. A parete, nelle partizioni ai lati dell’altare, vi sono due dipinti, opera del pittore Enrico Belli, raffiguranti a sinistra la Natività, a destra l’Annunciazione. Transetto, terminazione destra: cappella del Sacro Cuore, delimitata da balaustra marmorea e con pavimento rialzato mosaicato nei toni del giallo. L’altare in marmi neri e gialli è un antico altare seicentesco acquistato nel 1939 e proveniente dalla chiesa milanese di San Vito. Al di sopra dell’altare la pala del Sacro Cuore, opera della pittrice Agnese Silva (1988). A parete, nelle partizioni ai lati dell’altare, vi sono due affreschi, opera del padre olivetano Ambrogio Fumagalli, raffiguranti a sinistra la Crocefissione, a destra la Resurrezione. A sinistra del presbiterio: piccola cappella dedicata al Santo Crocefisso, collocato al di sopra dell’altare. A destra del presbiterio: piccola cappella dedicata ai Santi Gervaso e Protaso, le cui statue sono posizionate in due nicchie al di sopra dell’altare in marmo. Entrambe le cappellette sono delimitate da balaustre marmoree.
vetrate
Interno chiesa, navate laterali: vetrate artistiche istoriate in vetro policromo, raffiguranti i simboli della Passione di Gesù. Navata sinistra: vetrata con gli strumenti della Passione; vetrata raffigurante la croce con il sudario. Navata destra: vetrata con il sudario; vetrata con i segni della Passione.
Opere d'arte
Navata laterale sinistra, quarta campata: tela ad olio di grandi dimensioni (2x2,7 metri) raffigurante “La Natività della Vergine”, opera di Camillo Procaccini (1618). La bibliografia ipotizza che il dipinto sia pervenuto a Novate su commissione dell’antica confraternita della Vergine Maria, esistente nella parrocchia di Novate sin dal XV secolo, per adornare l’altare della cappella a lei dedicata. La tela ha subito due restauri: uno nel 1965 ad opera del pittore novatese Matteo Carnazzi e uno più recente nel 2015.
Opere d'arte
Pareti delle navate laterali: stazioni della Via Crucis, bassorilievi in rame realizzati dal professore milanese Nicola Sebastio (anni ’60 del 1900).
Lapidi e iscrizioni
Controfacciata, sopra la bussola del portone, lapide in marmo posta a ricordo della consacrazione della chiesa da parte del card. Schuster il 21 settembre 1941. “GERVASII ET PROTASII M. M. AEDEM S. CAROLUS QUAM AMPLIOREM VOLUERAT ARTHURUS GALBIATI PAROCHUS PRO CIVIUM NUMEROSITATE TERTIO REFECTAM AMPLIATAM ORNATAMQUE A. HILDENPHONSO CARD. ARCHIEPISC. REPRAESENTAT UT CONSECRETUR QUOD PRO VOTO CESSIT XI KAL. OCTOBR. MCMXXXXI”
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970-80)
Tra gli anni ’70 e ’80 del 1900 è stato aggiunta in posizione centrale nel presbiterio una mensa in legno rivolta verso l’assemblea, in ottemperanza alle prescrizioni dell'adeguamento alla liturgia del Concilio Vaticano II.
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