chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Milano Milano chiesa sussidiaria S. Maurizio al Monastero Maggiore Parrocchia di Santa Maria alla Porta Struttura; Impianto strutturale; Cicli affrescati nessuno VIII - IX(costruzione intero bene); 1503 - 1519(ricostruzione intero bene); 1509 - XVI(cicli affrescati interno); 1798 - 1798(soppressione convento); 1874 - 1874(completamento facciata); 1986 - 1986(restauro conservativo Intero bene)
Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore <Milano>
Altre denominazioni
S. Maurizio al Monastero Maggiore
Autore (ruolo)
Dolcebuono, Giovanni Giacomo (facciata della chiesa su strada)
Le origini del luogo sacro sono legate a un insediamento monastico di età carolingia che riutilizzava in parte antiche strutture di età tardo antica, ancora visibili all'interno del complesso e lungo il perimetro.
1503 - 1519 (ricostruzione intero bene)
L'edificio sacro fu ricostruito a partire dal 1503, come documenta il 'lapis primarius' oggi rimontato sul muro esterno, e completato nel volgere di pochi anni. Nel 1509, a opera quasi terminata, la chiesa era già pronta per ospitare lapidi sepolcrali. Il disegno è attribuito dalla critica al Dolcebuono, forse coadiuvato da Gian Giacomo Amadeo. La fabbrica fu dedicata il 4 maggio 1519.
1509 - XVI (cicli affrescati interno)
L'impresa maggiore fu finanziata dalla potente famiglia dei Bentivoglio, cui appartenevano Alessandro, governatore di Milano e figlio del Signore di Bologna Giovanni II Bentivoglio, e la moglie Ippolita Sforza, figlia di Carlo Sforza, figlio illegittimo del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza. Quattro delle loro figlie furono destinate al convento di san Maurizio, e Alessandra ne fu per sei volte badessa. La commissione fu affidata all'artista maggiormente apprezzato dall'aristocrazia milanese del tempo, Bernardino Luini, che raffigurò i membri del casato Bentivoglio e la badessa Alessandra in vari affreschi a fianco dei santi patroni del convento
1798 (soppressione convento)
La sede monastica. che dal 1506 aderiva alla congregazione cassinese, fu soppressa nel 1798.
1874 (completamento facciata)
La facciata fu completata nel 1874.
1986 (restauro conservativo Intero bene)
Il complesso di S. Maurizio al Monastero Maggiore fu sottoposto a una campagna di restauro conservativo a partire dal 1986.
Descrizione
Particolarmente cara a Stendhal e a John Ruskin, che si soffermò a ricopiare i delicati affreschi di Bernardino Luini, la chiesa monastica femminile di San Maurizio al Monastero Maggiore risale al primo Cinquecento. L'edificio è pertanto suddiviso in due parti tra chiesa pubblica, per i fedeli che vi accedevano dalla via su cui prospetta la facciata, e chiesa monastica claustrale; il secondo ambiente è ben maggiore nel suo sviluppo dimensionale per il grande numero di monache che ospitava. Al centro della parte claustrale è ancora un coro ligneo a due ordini di stalli. Il grande vano interno si articola in un'unica, vasta aula quadrangolare coperta con una volta a costoloni continua per tutto lo spazio interno, poggiante sulle murature d'ambito percorse da una galleria a matroneo che si snoda su tutto il perimetro e funge da elemento unificante per l'intero spazio. Sull'aula si aprono quattro cappelle laterali nella sala dei fedeli e dieci cappelle laterali nella sala retrostante dedicata alle monache. Tutte le cappelle hanno sviluppo in pianta rettangolare. Il raffinato matroneo è trattato con motivo 'a serliana', tra le prime declinazioni del partito architettonico in area milanese.
Struttura
Edificio retto da murature continue formate da laterizi e inerti. Le pareti interne sono intonacate e affrescate. Le parteti esterne sono rivestite in lastre di marmo.
Impianto strutturale
Edificio retto da murature continue a sezione normalizzata sulle quale appoggia un complesso sistema di volte interne.
Cicli affrescati
L'imponente ciclo affrescato, già impostato nei primi anni della ricostruzione da botteghe operanti nell'ambito di Bergognone e Zenale, fu successivamente affidato a Bernardino Luini e concluso dal figlio Aurelio e dalla bottega. La terza cappella a destra, dedicata a Santa Caterina, fu la prima delle cappelle laterali a essere decorata nel 1530, e costituisce il lascito più significativo dell'opera di Bernardino Luini all'interno della chiesa. Fu commissionata dal notaio Francesco Besozzi, zio di Ippolita Sforza, che intendeva esservi sepolto e che si fece ritrarre nella scena principale sulla parete di fondo: una rappresentazione del Cristo alla colonna. Intervengono nella rappresentazione santa Caterina, che protegge il committente inginocchiato tenendogli una mano sulla spalla, e sulla destra san Lorenzo. In alto, completano la parete la Negazione di Pietro e l'Incontro della Vergine con Giovanni. Sulle pareti laterali sono le Storie di santa Caterina: Caterina è salvata dal supplizio della ruota per l'intervento di un angelo e, a destra, la Decapitazione di santa Caterina.