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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Lacchiarella
Milano
chiesa
sussidiaria
S. Rocco
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Altare maggiore; Impianto strutturale; Struttura
altare - aggiunta arredo (anni '70)
1565 - 1565(inizio lavori intero bene); 1566 - 1566(interruzione lavori intero bene); 1573 - 1573(completamento intero bene); 1573 - 1573(lavori presbiterio); post 1573 - post 1573(pianta della chiesa intero bene); 1584 - 1584(ampliamento intero bene); 1590 - 1590(completamento intero bene); 1597 - 1597(completamento intero bene); post 1597 - post 1597(costruzione campanile); 1650 - 1650(acquisizione terreni coro e sacrestia); 1660 - 1660(costruzione coro e sacrestia); 1663 - 1663(costruzione coro e sacrestia); 1723 - 1723(costruzione intero bene); 1786 - 1798(passaggio di proprietà intero bene); 1939 - 1939(demolizione spazi annessi); 1961 - 1961(restauro intero bene); 1994 - 1994(restauro conservativo intero bene)
Chiesa di San Rocco
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Rocco <Lacchiarella>
Altre denominazioni S. Rocco
Ambito culturale (ruolo)
rinascimento lombardo (costruzione)
Notizie Storiche

1565  (inizio lavori intero bene)

Secondo quanto riportato da Cavallotti, nell'anno 1565 "i Disciplini, che alcuni mesi officiavano nella vecchia parrocchiale, costituita la loro confraternita, deliberarono di costruirsi in paese per proprio uso un oratorio e di dedicarlo a S. Rocco. Essi chiesero ed ebbero in donazione tal uopo fuori dal paese -fora della terra della Chiarella- dal marchese Caravaggio [...] un terreno molto adatto per la sua posizione e con pie elemosine dei confratelli, ne iniziarono i lavori lo stesso anno, innalzando per primo l'altar maggiore colla sua cappella a volta e limitandosi quell'anno a tracciare appena le altre parti dell'edificio -Ecclesia, quae Divo Rocho dicata est, denuo constructa cum piis confratrum elemosinis in situ dono ipsius dato Ill.mi Marchianis Caravagi, dicti loci Domini, ut ex scriptura apparet donationis quam scolares dicunt esse apud Cancelleriam civitatis-" [CAVALLOTTI, 1939, pagg. 183-184].

1566  (interruzione lavori intero bene)

I lavori dell'oratorio dei Disciplini iniziarono nel 1565 ma, secondo quanto riportato da Cavallotti, terminarono appena un anno dopo: "Il sac. Bernardo Cerminati, infatti, visitate nell'ottobre 1566 per ordine di S. Carlo le chiese del nostro paese, nonché la nostra cappella di S. Rocco, dice che quest'ultima non era terminata, il che significa però ch'essa in parte giù esisteva -Visitavi capellam S. Rochi in dicto loco Lattarellae; non est perfecta- Ma dopo detto anno, non si sa se per mancanza di denaro o per altro motivo, i lavori per l'erezione di tale edificio, cominciati con grande entusiasmo l'anno prima, subirono [...] una sosta non breve". [CAVALLOTTI, 1939, pag. 184]

1573  (completamento intero bene)

Il 4 luglio 1573 San Carlo Borromeo visita l'oratorio di San Rocco e nella visita pastorale dispone che: "sin tanto si finisca di fabbricare la chiesa secondo il disegno, che si vede cominciata, si serri la parte che è già fatta con un muro sin sotto il tetto con la porta nel mezzo da serrare con chiave e con occhio grande di sopra la porta, salvo se piacesse meglio di finir di serrarla sin tanto non si celebri in questa chiesa sin tanto sia serrata. Il sig.r Matteo priore paghi fra 15 giorni nelle mani dell'infrascritti scolari le L.60 de' quali appare debitore di questa chiesa per la visita fatta [dal sac. Cerminati] dell'anno 1566 quali denari si spendino nella detta fabbrica. [...] Si provveda la chiesa di una campana" [CAVALLOTTI, 1939, pag. 184-185].

1573  (lavori presbiterio)

Subito dopo le disposizioni di San Carlo Borromeo "l'altare maggiore [...] aperto prima a tutti in qualunque ora del giorno ed illuminato allora da una sola finestra aperta sul lato settentrionale, fu chiuso, secondo l'ordine ricevuto, sul davanti fin sotto il tetto da un muro divisorio in cui scorgevasi una porta serrata con chiave con un occhio grande sopra ed ai lati due finestre" [CAVALLOTTI, 1939, pag. 185].

post 1573  (pianta della chiesa intero bene)

Qualche mese dopo la visita di San Carlo Borromeo, la chiesa di San Rocco si presentava incompleta; Cavallotti riferisce di aver trovato una pianta della chiesa a cui era unita una descrizione: "La chiesa, ovvero oratorio di S. Rocco, del luogo della Chiarella, qua inclusa, all'ingresso è piana. Questa chiesa non è ancora finita ma solo è fatta la cappella maggiore, come si vede nella inclusa pianta. La cappella maggiore è fatta in volta. La volta è fatta con le sue lunette ed è alta dal suo pavimento cub. 13. Ha una finestra verso aquilone ed un occhio in fronte".

1584  (ampliamento intero bene)

Nel 1584 il delegato arcivescovile Andrea Pionio visita la chiesa dei Disciplini, mancante ancora dell'oratorio, della parte anteriore e del campanile. Ordina, dunque, di ampliare la chiesa verso la piazza, di non celebrare nulla fino a che non si adornerà e si forniranno le suppellettili necessarie alle celebrazioni, di costruire un campanile e una campana: "Oratorium a parte anteriori amplificetur versus planteam, nec ante in ea celebretur, ornetur et indumentis sacris ac alia supellectili ecclesia necessaria impenis infrorum scolarorium instauratur, Campanili construatur et in eo campana extollatur" [CAVALLOTTI, 1939, pag. 186-187].

1590  (completamento intero bene)

La parte anteriore dell'oratorio, secondo quanto riportato da Cavallotti, venne completata attorno al 1590.

1597  (completamento intero bene)

La visita del delegato arcivescovile Francesco Bracciolino, fatta nel 1597, riferisce che: "l'oratorio di S. Rocco, oltre ad avere l'altar maggiore colla relativa cappella, è coperto di tegole, ha il pavimento di mattoni, le pareti ridotte a perfezione e due finestre con inferriate di legno munite di papiro nella facciata -in facie due extant finestre clatris ligneis munite papiro-". [CAVALLOTTI, 1939, pag. 187]

post 1597  (costruzione campanile)

La costruzione del campanile avviene, secondo il Cavallotti, pochi anni la visita di Bracciolino.

1650  (acquisizione terreni coro e sacrestia)

I Disciplini hanno cercato per molto tempo di allargare il proprio edificio, annettendo un coro e una sagrestia. Il terreno dietrostante, dove scorreva il canale Rizzolo, apparteneva ai coniugi Gallina, i quali avevano i propri possedimenti. Quando questi morirono nel 1650 lasciarono i propri averi alla Confraternita del SS. Sacramento con l'obbligo di dire quattro messe all'anno in ricordo delle loro anime, come ricordato in un documento del 1745: "Annuae missa quator ex coniugibus Galinae per contractum initium cum Confraternitate seu Schola Sanctissimi Sacramenti; causarum duarum domuncularum situsque horti ipsi conjuneti. Porro domunculae eversae sunt tempore, quo Ecclesiae chorus ac Sacristia aedificabuntur; quorum exinde duorum situum, vix trans currentem post Sancti Rochi Oratorium positorum perpetuus libellarius redditus est dominus Julius. Neccus per istromentum autenticum ex Notario Domino Johanne Baptista Migliavacca anno 1732 in dicembre"[CAVALLOTTI, 1939, pag.187].

1660  (costruzione coro e sacrestia)

Il 22 aprile 1660 i Disciplini chiedono all'autorità ecclesiastica il permesso per raccogliere in paese i soldi necessari alla costruzione del coro e della sacrestia, dopo aver demolito le casette dei coniugi Gallina e deviato il corso del cavo Rizzolo.

1663  (costruzione coro e sacrestia)

I lavori di costruzione cominciarono nel 1663, secondo quanto appreso da una compera di un terreno di "tavole sei, piedi uno et onze otto" [CAVALLOTTI, 1939, pag. 188]. L'atto è rogato il 26 gennaio del medesimo anno dal notaio Giuseppe Trotta e firmato dal priore Francesco Bordoni.

1723  (costruzione intero bene)

Nel 1723 il sacerdote Zaccone descrive l'oratorio: "di una sola navata, lungo cub. 14, largo 12 e alto 18, ha un solo altare posto in cappella quadrata a volta superiormente tutta dipinta e chiuda da una balaustra di marmo. Davanti all'altare nel luogo dell'ancona vedesi dipinta l'immagine della B.V. col figlio in braccio con alla destra l'immagine di S. Rocco ed alla sinistra quella di S. Sebastiano. A sinistra dell'altar maggiore verso la strada di S. Martino trovasi eretto il campanile con due campane e dalla parte opposta la sagrestia un po' angusta con armadi di legno di pioppo. In detto oratorio sonvi una statua di S. Michele Arcangelo, protettore dei Disciplini, ed un reliquiario di legno guarnito di rame inargentato contenente due pezzetti delle ossa dei martiri S. Sebastiano e S. Redentore autentici per istromento rogato dal notaio arcivescovile can. Carlo Gioanola [...]" [CAVALLOTTI, 1939, pag. 188-189].

1786 - 1798 (passaggio di proprietà intero bene)

La Confraternita dei Disciplini venne soppressa nel 1786; tutti i suoi beni furono messi all'asta dai francesi il 26 marzo 1798.

1939  (demolizione spazi annessi)

Cavallotti conclude la sua digressione sulla chiesa di San Rocco fornendoci una visione dello stato nell'epoca in cui scrive: "Ora la nostra confraternita dei Disciplini, che ebbe più di 200 anni di vita, più non esiste. A suo ricordo rimane il bell'oratorio di S. Rocco coi due cimiteri adiacenti: il più piccolo sul davanti, usato anche come sagrato, ove inumavansi i confratelli, l'altro del comune sul fianco destro, ove da circa venti anni il comune fece costruire la casa per il medico condotto. Ed in tale occasione, essendo stato necessario aprire un vicolo tra la chiesuola ed il suddetto nuovo edificio, si dovette demolire la piccola casa mortuaria nonché la piccola sagrestia, che le stavano accanto a destra" [CAVALLOTTI, 1939, pag. 192].

1961  (restauro intero bene)

L'architetto Marco Congiunti si occupa del restauro della chiesa di San Rocco nel 1961.

1994  (restauro conservativo intero bene)

Nuove pratiche di restauro conservativo vengono eseguite nel 2004 sotto il progetto con il progetto dell'architetto Astolfi.
Descrizione

L’oratorio di San Rocco è di dimensioni ridotte e presenta una pianta ad aula unica e presbiterio intradossato. L’intera aula è intonacata di giallo, mentre le lesene, angolari in apertura dell’arco trionfale presbiteriale e semplici nella navata laterale, hanno un intonaco sui toni del rosa e capitello in stucco. La copertura dell’intera aula è a cassettoni lignei, mente la zona presbiteriale è coperta con volta a botte, con una configurazione lunettata nella zona di apertura di un’ampia monofora con arco leggermente ribassato. La volta a botte è completamente affrescata con intonaco blu e stelle dipinte. L’intradosso dell’arco trionfale in apertura del presbiterio simula un meandro floreale policromo su fondo bianco, mentre l’estradosso è decorato con quattro nastri a campiture piatte color mattone, bianco e grigio. Il motivo floreale dell’intradosso presbiteriale è richiamato anche nell’estradosso della parete di fondo, poco al di sopra dell’altare maggiore. La zona presbiteriale è conclusa da due balaustre marmoree e chiusa da un cancelletto in ferro battuto, poggianti su un unico gradino. Ai lati dell’arco trionfale, posti in due nicchie, vi sono le statue di San Giorgio, a sinistra, e San Rocco a destra. La luce entra nella navata grazie a due sole monofore con arco a tutto sesto per lato, alternate da due altari votivi. Il pavimento in cotto conduce visivamente all’altare. L’ingresso alla chiesa, orientato canonicamente, è formato da un unico portale a due bussole di vetro e legno ed è sormontato da un timpano a frontone spezzato. La facciata della chiesa è a capanna, con due contrafforti laterali che sorreggono la falda del tetto; è completamente intonacata, come l’interno dell’aula e come unica decorazione presenta una cornice bianca in stucco contenente un episodio agiografico e collegata ad un’apertura ovale. Il campanile, a pianta quadrata, richiama la decorazione ad intonaco della facciata; l’ultima fascia, leggermente aggettante, è sormontata da un’apertura polilobata che accoglie le campane ed è conclusa da una copertura tronco-conica.
Altare maggiore
L'altare è completo di arredi liturgici e presenta una decorazione in marmi policromi formata da due putti ai lati di un fronte timpanato curvilineo con nicchia semicircolare e una cornice formata da due lesene che racchiudono un dipinto dedicato alla Madonna. Sulla mensa dell’altare è poggiato il tabernacolo. Il paliotto anteriore, preceduto e quasi coperto da un altare a mensa di fattura moderna, presenta una decorazione floreale con tarsie marmoree policrome con un medaglione ovale centrale. L’altare maggiore è fiancheggiato da due portali laterali con timpano curvilineo fortemente aggettante; le due aperture poste ai fianchi dell'altare conducono alla sagrestia e al campanile.
Impianto strutturale
L'oratorio di San Rocco è caratterizzato da un impianto planivolumetrico a navata unica e un'area presbiteriale a terminazione piatta. Non sono presenti cappelle estradossate o sporgenti dal profilo della chiesa. Il campanile è posto nell'innesto con l'area presbiteriale e ha pianta quadrangolare. Il presbiterio, posto in fondo all'oratorio, è rialzato di un solo gradino e concluso da balaustre marmoree. Gli ingressi del campanile e della sagrestia sono posti ai lati dell'altare maggiore.
Struttura
Tutta la struttura sia interna sia esterna risulta completamente intonacata.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (anni '70)
La riforma liturgica nata dal Concilio Ecumenico Vaticano II ha portato all'aggiunta di un altare con mensa rettangolare e paliotto in ferro davanti all'altare tridentino. Non viene modificata la struttura del presbiterio né le balaustre che lo racchiudono. La medesima riforma liturgica ha previsto l'aggiunta di un ambone posto direttamente sulla balaustra marmorea a destra dell'altare maggiore.
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