chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Erba Milano chiesa sussidiaria S. Eufemia Parrocchia di Santa Maria Nascente Campanile; Altare maggiore; Cappelle laterali; Lapidi e iscrizioni; Opere d'arte; Struttura altare - intervento strutturale (2014) V - VI(fondazione intero bene); 451 - 551(dedicazione intero bene); VI - XI(modifica strutturale intero bene); XVI - XVIII(intervento strutturale intero bene); 1622 - 1622(restauro Cappella della Madonna); XVIII - XVIII(modifica strutturale interno); 2011 - 2012(indagini archeologiche intero bene); 2011 - 2012(restauro intera struttura)
Chiesa di Santa Eufemia
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di Santa Eufemia <Erba>
Altre denominazioni
Chiesa di Sant'Eufemia S. Eufemia
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche
V - VI (fondazione intero bene)
La chiesa di S. Eufemia è una delle Plebane più importanti del territorio per la sua lunga storia che inizia dall'epoca paleocristiana, tra il V e il VI secolo d.C.
La dedicazione alla Martire sotto Dioclezano, è il primo elemento che attribuisce all'edificio la datazione supposta. Anche tre epigrafi funerarie paleocristiane qui ritrovate sottendono alla presenza di una antica necropoli.
L'edificio è oggetto di studio già dalla fine dell'Ottocento per culminare con le nuove indagini compiute dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici, Architettonici della Lombardia nel 2011/2012, in occasione di importanti opere di restauro generale.
Il sito di fondazione fu scelto sicuramente per la posizione strategica, all'incrocio tra le strade romane che collegavano Como con Bergamo e Milano con la Vallassina. Numerosi sono i reperti epigrafici e are utilizzati come materiale di reimpiego. Il primo edificio individuato durante l'ultima campagna di scavi archeologici era già dotato di cripta.
451 - 551 (dedicazione intero bene)
La chiesa fu costruita al tempo del presbitero Senatore che partecipò nel 451 con il vescovo di Como, Abbondio, al concilio di Calcedonia dove la Martire aveva la sua tomba nella basilica a lei dedicata. Il grande successo del Concilio diffuse in molte città dell'Impero Romano il culto per S. Eufemia.
Nel 551 papa Vigilio, prigioniero di Giustiniano, riesce a fuggire da Costantinopoli per rifugiarsi a Calcedonia nella chiesa di S. Eufemia.
VI - XI (modifica strutturale intero bene)
Nelle fasi successive di costruzione e ampliamento della chiesa, la cripta appare divisa in tre campate e altrettante navatelle.
Fra cripta e navata è presente un corridoio voltato e nella navata sono state individuate le strutture appartenenti alle scale di accesso al presbiterio rialzato.
L'altre della cripta era addossato alla muratura dell'abside.
In questo periodo il possente campanile romanico era scostato dalla chiesa ma forse collegato ad essa tramite un portico.
Nella navata il nuovo piano di calpestio fu rialzato tramite una gettata di limo sabbioso proveniente dai profondi scassi sepolcrali comuni.
Al secolo XI è attribuito il collegio canonicale e la canonica.
XVI - XVIII (intervento strutturale intero bene)
Una pianta disegnata nella seconda metà del secolo XVI descrive il complesso plebano dotato di chiesa, campanile, battistero, case dei religiosi, edificio di servizio, il tutto racchiuso entro un muraglione difensivo.
Numerose Visite Pastorali del periodo documentano una situazione di forte degrado della chiesa e poca capacità ad accogliere i fedeli, che porterà nel 1596 al trasferimento della sede Plebana a Villincino, nella chiesa dedicata alla Natività di Maria.
Tuttavia S. Eufemia subisce ulteriori trasformazioni tra il 1686 e 1709.
1622 (restauro Cappella della Madonna)
Nel Seicento grazie agli interventi dei prevosti Garimberti e Isacho la cappella della Madonna fu restaurata e decorata. Venne applicata la cancellata e alcune tele. Il tutto grazie alle offerte elargite dai devoti.
XVIII (modifica strutturale interno)
Il Prevosto Antonio Meda volle lasciare una viva testimonianza del suo operato a Erba.
Per S. Eufemia volle allargare le mura per inserirvi nuove decorazioni pittoriche. Innanzitutto volle allungarla fino al campanile e abbassare il livello del presbiterio fino alla quota della navata per concedere più spazio ai fedeli ma distruggendo la struttura medievale, compresa la sottostante cripta.
2011 - 2012 (indagini archeologiche intero bene)
L'intervento del 2012 ha permesso di riconoscere una fase stratigrafica di ben 11 fasi dove la prima corrisponde ad una frequentazione del luogo antecedente la chiesa, mentre il più recente documenta gli interventi risalenti agli anni settanta del Novecento.
L'esistenza di una chiesa originaria, affiancata all'attuale navata e abside è stata solo in parte confermata. Dell'edificio più antico sono state messe in luce parte di fondazioni e un tratto di muro di facciata con l'ingresso principale.
Questa era in perfetto accordo con le prescrizioni contenute nel "Liber Pontificalis", cioè le diagonali erano dirette verso i punti di levata e di tramonto del sole ai solstizi. Durante il V l'orientamento fu a vista e la direzione dell'asse venne stabilita osservando l'alba della domenica di Pasqua del 452 d.C. (il 23 marzo del calendario Giuliano), dalle colline che materializzano l'orizzonte (Monte di Brianza).
2011 - 2012 (restauro intera struttura)
Successiva alla fase archeologica, una fase di restauro generale ha interessato le superfici interne e la pavimentazione con la collocazione del nuovo impianto radiante.
In particolare si è realizzata una struttura a copertura della cripta consentendo l'accesso per visitare i sotterranei tramite una scaletta e una botola apribile dalla navata sollo per l'occorrenza.
Anche le travi lignee e le capriate del tetto sono state trattate per uniformare i toni e i materiali.
Alle superfici tinteggiate è stato tolto lo strato del 1970 per mettere in luce un epoca più consona al luogo, apparsa durante le operazioni di pulitura.
Anche il locale sacrestia e la cappella della Madonna sono state restaurate evidenziando alcuni strati di intonaco e murature a vista storiche. Nella cappella Mariana tutti i colori emersi durante la pulitura offrono ora un particolare splendore.
Descrizione
La chiesa dedicata a S. Eufemia è orientata con abside a est mentre l'ingresso prospetta a ovest sulla omonima piazza. Quest'ultima è pavimentata con lastre di Serizzo e acciottolato solo in corrispondenza del sedime corrispondente all'antico battistero dedicato a S. Giovanni.
La chiesa è preceduta dal possente campanile romanico, pendente verso sud/ovest. La torre in pietra a vista è suddivisa in sei ordini con cantonali in rilievo e le facciate in leggero sotto squadro. Ogni ordine è scandito da sei archetti pensili allineati. Solo gli ultimi due ordini hanno monofore, bifore e trifore disposte a piramide rovesciata.
La pietra a vista caratterizza l'intera struttura, chiesa e torre campanaria. La facciata della chiesa è nascosta per metà dal campanile. Gli archetti pensili in facciata sono rampanti e seguono l'inclinazione della doppia falda del tetto. L'ingresso è costituito da un timpano addossato e sorretto da pilastri di granito. Il timpano è interrotto alla sommità e accoglie una nicchia contenente la copia della piccola scultura di marmo bianco. Questa scultura raffigura il Cristo Redentore con il Libro della Parola aperto. A fianco del Redentore alcune palme raffigurano il Paradiso mentre le colombe rappresentano le anime salve dal diluvio terreno.
Soprastante il timpano si apre una finestra termale con serramento bianco.
Ai lati dell'ingresso è collocata una finestra devozionale con grata in ferro e cornice di granito. Questa finestra si affaccia nella cappella dedicata ai caduti della guerra.
La chiesa di piccole dimensioni presenta una sola navata con abside semicircolare e catino.
Soprastante la navata è ben visibile la struttura lignea del tetto costituita da cinque capriate, arcarecci e travetti.
La pavimentazione di nuova fattura è in coccio pesto levigato colore rosso e graniglia multicolore.
Le pareti sono intonacate e tinteggiate a calce con alcuni motivi decorativi liturgici in corrispondenza dell'arcone presbiteriale (l'Agnello, la Croce e il Pio Pellicano).
Le paraste scanalate sono in finta graniglia lisciata e terminano in corrispondenza del cornicione inferiore.
Il cornicione superiore è impostato all'intradosso delle capriate.
Nelle pareti laterali si aprono alcune finestre termali.
Campanile
La torre, così predominante rispetto alla chiesa, aveva anche una funzione di rifugio per i prevosti e per i canonici, in caso di attacco nemico. Infatti i primi gradini sono ricavati nello spessore del muto creando un passaggio obbligato e ben protetto.
Ovunque sono quindi visibili alcune buche pontaie, resti romani e una feritoia in corrispondenza del secondo ordine. Questo campanile è più tardo rispetto l'antica Plebana, presenta una copertura a padiglione e manto in lastre di pietra.
Sulla torre è collocata una sirena che durante la guerra era utilizzata come segnale anti aereo. Ora segnala la chiamata dei Vigili del Fuoco volontari in caso di emergenza.
Altare maggiore
Nel presbiterio oltre alla mensa moderna è collocato l'altare cinque/seicentesco dorato nel 1899.
Questo tabernacolo contiene le antiche immagini con i simboli evangelici. Alcune statue di santi, più moderni, adornano l'intera struttura.
Alla Sommità è esposta la statua della Vergine Maria.
Cappelle laterali
L'unica cappella laterale, voluta dal Vescovo Beltramino Parravicini e dedicata a S. Bartolomeo, collocata nella parete sud della navata, contiene un affresco trecentesco (1356), che la rappresenta la Vergine col Bambino, il Battista e S. Bartolomeo (patrono della famiglia Parravicini).
L'altare seicentesco (1622) è di marmi policromi con paliotto in scagliola. Quest'ultimo, realizzato nel Settecento dai maestri della val d'Intelvi, reca al centro il trigramma di Cristo intrecciato con le iniziali mariane.
La pavimentazione della cappella è costituita da pianelle di graniglia. La volta a botte è decorata con medaglioni raffiguranti "L'incoronazione della B.V.", "la Visita di Maria a S. Elisabetta" e "L'Assunzione".
A raccordo con le pareti, una cornice in stucco e muratura percorre l'intero perimetro della cappella.
Anche due tele settecentesche raccontano vicende Mariane. Sulla parete destra una piccola nicchia con volta a conchiglia, doveva custodire gli oricioli.
L'ambiente è raccolto e protetto da una cancellata in ferro battuto, il pavimento è posto ad una quota superiore rispetto la navata.
Lapidi e iscrizioni
Una pila per l'acqua santa in marmo bianco di Musso è collocata a destra, appena dopo la bussola d'ingresso. Reca la data 1212 e bassorilievi agli angoli.
Opere d'arte
Un crocefisso ligneo molto antico, di discrete dimensioni, è esposto sulla parete nord della navata. L'opera venne restaurata nel 1982.
Sulla tavola è dipinto un Cristo con Maria e Giovanni ai lati e il Padre ai piedi di un calice posto per raccogliere il sangue di Cristo.
Struttura
L'edificio ha una struttura formata da muratura continua e un soffitto a capriate lignee. Copertura esterna a doppia falda e manto di coppi in cotto.
Adeguamento liturgico
altare - intervento strutturale (2014)
I restauri del 2014 hanno interessato l'intero edificio adeguando ulteriormente l'arredamento liturgico. La nuova mensa di marmo bianco è collocata su predella lignea, assieme al seggio del sacerdote e dei chierichetti. Sul fronte della mensa è esposta la piccola scultura denominata "Eufemino" che raffigura un personaggio con un libro (il Cristo Redentore).
L'ambone, sempre di marmo bianco è posto nel presbiterio, in prossimità della predella lignea.