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Chiesa di San Brizio
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Brizio <Olginasio, Besozzo>
Altre denominazioni
S. Brizio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione e decorazione)
Notizie Storiche
XII - XIII (costruzione intero bene)
La situazione devozionale della località nel basso medioevo è ben delineata grazie all'elenco dei luoghi sacri della diocesi di Milano noto come 'Liber Notitiae Sanctorum Mediolani', redatto agli esordi del XIV sec., che menziona una chiesa intitolata a sant’Antonio “milite” “in loco olcenaxia. plebis brebia”. La continuità del luogo di culto nei secoli sembra attestata dal campanile, di salda origine medievale nonostante le manomissioni (XII sec./XIII sec.); tuttavia, la cappella era destinata a comparire nelle fonti successive con un’intitolazioni ai santi Cosma e Damiano (XVI sec.). Solo nel 1748, durante la vista del card. Giuseppe Pozzobonelli, fu documentata per la prima volta l’invocazione a S. Brizio destinata a perdurare sino ai nostri giorni.
1889 (costruzione casa parrocchiale)
Nel 1898, nell’ambito della visita dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Besozzo, fu visitata la chiesa di San Brizio di Olginasio. La chiesa era dotata di un beneficio parrocchiale, che risultava già costituito; il clero era costituito dal parroco che risiedeva nella casa parrocchiale costruita nel 1889 su terreni donati dall’allora sindaco della comunità. I parrocchiani erano 690, compresi gli abitanti della frazione di Ronco; nella chiesa parrocchiale erano state erette la confraternita del Santissimo Sacramento, il consorzio femminile del Santissimo Rosario, la pia unione delle Figlie di Maria e la compagnia di San Luigi Gonzaga, la Pia unione della Sacra Famiglia e le Terziarie francescane. La parrocchia, in realtà una vicaria, era di nomina arcivescovile.
1903 (ricostruzione intero bene)
I repertori diocesani correnti indicano nel 1903 la data di ricostruzione pressoché globale dell’edificio sacro, ad eccezione del campanile (Guida della Diocesi di Milano). Gli estremi coincidono con un’operazione volta a suggellare un percorso di autonomia nello spirituale già in atto alla fine del XIX sec., ma definitivamente concluso il 28 dicembre 1907 con l’elevazione in parrocchia di Olginasio. La chiesa fu consacrata nel 1954.
1990 - 2000 (restauro conservativo e adeguamento liturgico interno e presbiterio)
L'area dell'altare maggiore, già consacrato una prima volta nel 1965 dal card. Colombo (come da lapide interna alla chiesa), fu riformata per adeguamento ai canoni conciliari tra il 1990 e il 2000, al culmine di una serie di interventi generali al tempio: eliminazione balaustra di separazione coi fedeli; riconfigurazione della piattaforma rialzata del presbiterio; posa di mensa centrale. Dal 1991 campeggia nel catino absidale un 'Cristo Pantocratore' su fondo oro dipinto da Lina Delpero.
Descrizione
La chiesa di San Brizio, nella frazione di Olginasio (comune di Besozzo), si innalza sul fondo di una piazza con la classicheggiante facciata, frutto di un intervento di ricostruzione integrale operato nel XX sec. Conserva, però, tracce che consentono di ricostruire le prime fasi della vita cristiana della comunità, anche se solo in parte. Il campanile, innanzitutto, inglobato nelle murature sul fianco settentrionale del prospetto attuale, dovrebbe essere databile al XII o agli inizi del XIII sec. quando, "in loco olcenaxia", esisteva già un oratorio, ma dedicato a sant’Antonio. La chiesa, invece, conserva dell’antica il corretto orientamento liturgico a est e certamente una parte del sedime originario. Il prospetto è classicheggiante e riecheggia, a distanza di oltre mezzo secolo, quello giustapposto all’invaso della chiesa di S. Vito nella frazione di Bogno: corpo centrale preminente coronato di frontone; ali laterali minori concluse orizzontalmente e raccordate al settore principali da volute; portichetto su colonne doriche con altro frontone. L’interno è impostato su due campate sostanzialmente a tre navate. Le due campate della nave sono coperte da pseudo-cupole a diverso sviluppo (quella che precede l’abside è maggiore in altezza); i corridoi laterali, invece, sono coperti da volte a botte ribassate. Nella seconda campata si aprono due cappelle laterali. L’abside è in curva. Danno luce all’interno gli affreschi, in particolare quelli su fondo oro del catino absidale, distesi nel 1991 in previsione della riforma liturgica dell’area.
Struttura
Murature d'ambito a sezione normalizzata formate da inerti (pietra a spacco e laterizi) legati da giunti di malta. Tutte le murature della chiesa, all'esterno e all'interno, sono intonacate.
Impianto strutturale
Edificio innalzato con murature continue a sezione normalizzata senza il ricorso a elementi puntuali isolati, ad eccezione dei pilatri centrali (inglobati nei setti murari trasversali che suddividono l’edificio in due campate e entro i quali sono ricavati gli archi di collegamento delle gallerie laterali) a sostegno delle coperture interne. L’aula è suddivisa in due campate e in tre gallerie. La nave è coperta da pseudo-cupole ribassate. Le gallerie laterali da volte a botte fortemente ribassate impostate longitudinalmente rispetto al corpo della chiesa. L’abside è coperta da una semi-calotta.
Campanile
Il campanile è inglobato nelle murature del prospetto e si appoggia sul fianco nord. Le murature sono a vista per buona parte del fusto permettendo così una lettura delle tessiture murarie originarie. La cella campanaria, piuttosto elaborata, è in laterizi e si compone di due livelli: la cella vera e propria, aperta da quattro arcate e il cupolino sommitale, a pianta ottagonale. Il sopralzo è moderno, forse ottocentesco. I settori medievali ancora leggibili non presentano elementi architettonici e decorativi utili per una datazione, ad eccezione di strette feritoie. L’analisi, pertanto, può basarsi esclusivamente sulla trama muraria di pietre regolari, ben squadrate, disposte con progressiva diminuzione del taglio dall’imposta alla cella e contenute, alla base, da cantonali piuttosto allungati. La tecnica costruttiva rimanda in parte a quella del vicino esemplare di S. Vito a Bogno e consente una datazione che va fissata entro gli inizi del XIII sec.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1990-2000)
L'area dell'altare maggiore, già consacrato una prima volta nel 1965 dal card. Colombo (come da lapide interna alla chiesa), fu riformata per adeguamento ai canoni conciliari tra il 1990 e il 2000, al culmine di una serie di interventi generali al tempio: eliminazione balaustra di separazione coi fedeli; riconfigurazione della piattaforma rialzata del presbiterio; posa di mensa centrale.