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beni culturali della Chiesa cattolica
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restauro
adeguamento liturgico
Capronno
Angera
Milano
chiesa
sussidiaria
S. Maria Maddalena
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Campanile; Opere d'arte
altare - aggiunta arredo (1980 circa)
X - XI(costruzione intero bene); 1577 - 1579(restauro intero bene); 1826 - 1830(ampliamento intero bene); 1863 - 1868(ricostruzione intero bene); 1924 - 1928(decorazione e cicli affrescati interno); 1944 - 1949(restauri intero bene)
Chiesa di Santa Maria Maddalena
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Maria Maddalena <Capronno, Angera>
Altre denominazioni S. Maria Maddalena
Autore (ruolo)
Peroni, Giuseppe (progetto e costruzione nuova chiesa)
Volonterio, Enrico (decorazione e cicli affrescati)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche

X - XI (costruzione intero bene)

La ragguardevole antichità dell'edificio sacro di Capronno (frazione di Angera) è testimoniata dal campaniletto, unico manufatto sopravvissuto alle numerose trasformazioni della chiesa. Ancorché intonacato, infatti, il campanile mostra alcune arcate cieche su un lato del fusto, caratteristica che ne ha consentito l'associazione con le torri di S. Stefano a Bizzozero (Varese), di S. Cassiano a Velate (Varese) e dei Ss. Nazario e Celso di Comerio, databili tra lo scorcio del X sec. e l'inizio del XI sec. Questa primitiva chiesa fu citata come "S. Maria" in "Caurono" nel "Liber Notitiae Sanctorum Mediolani", il primo e più completo repertorio dei luoghi di culto ambrosiani compilato nei primi anni del XIV sec.

1577 - 1579 (restauro intero bene)

Il cardinale Carlo Borromeo, in visita a Capronno nel 1567, costatò che la chiesa versava in cattive condizioni. Gli ordini emanati in quell'occasione e nelle successive visite disposero la costruzione di un battistero e di un sacrario. Nel 1579 (visita mons. Bernardino Tarugi), l'edificio apparve rinnovato a seguito di lavori intrapresi due anni prima circa: il soffitto era stato costruito, il pavimento sistemato decentemente (vi sono ricavati cinque sepolcri) e la nicchia dell'altare era decorata con il Crocifisso, la Madonna, santa Maria Maddalena e i santi Giovanni e Quirico. Altre raffigurazioni erano presenti sulle pareti della navata; tra queste un san Bartolomeo datato 1578 ancora oggi visibile. Forti dei lavori intrapresi, gli uomini di Capronno si poterono impegnare, di fronte al parroco di Angera, al mantenimento di un sacerdote residente, anche se il progetto non fu attuato.

1826 - 1830 (ampliamento intero bene)

La costante crescita della popolazione impose di allargare il piccolo edificio sacro. Nel 1828 il coadiutore Macchi chiese e ottenne dal Conte Borromeo l'uso del terreno dietro la chiesa per abbattere il muro terminale dell’abside e aggiungere un coro nel quale trasportare l`altare; allo stesso tempo, fece costruire una nuova sagrestia dove in precedenza si estendeva il cimitero.

1863 - 1868 (ricostruzione intero bene)

La costruzione affrettata e mal progettata del coro tra 1826 e 1830 ebbe conseguenze pericolose e presto apparvero lesioni progressive nei muri e nella volta. Interpellati i periti, la chiesa divenne inagibile. Fu necessario procedere alla costruzione di un tempio nuovo secondo il cui progetto affidato all'ing. Giuseppe Peroni nel 1863. Nel 1868 l’edificio, del tutto indipendente dal precedente, ridotto a sagrestia del nuovo tempio, era pronto e fu collaudato. L'ingente somma, sostenuta interamente dalla comunità, comportò alcune variazioni in corso d'opera; tra queste la riduzione delle cappelle laterali.

1924 - 1928 (decorazione e cicli affrescati interno)

L'interno della chiesa fu decorato del pittore Enrico Volonterio tra il 1924 e il 1928. Sue sono le raffigurazioni della Fede, della Speranza e della Carità nell'abside e i due riquadri nel presbiterio con Maria Maddalena e sant'Ambrogio che battezza sant'Agostino.

1944 - 1949 (restauri intero bene)

Una serie di interventi continui interessò la chiesa di Capronno tra il 1944 e il 1949. Nel 1944 il prevosto di Angera, don Caminada, promosse un'ulteriore fase decorativa affidata a Paolo Rivetta. Le opere finirono nel 1949 con la posa di un nuovo pavimento e l'installazione di un concerto di campane sulla torre medievale, sopravvissuta alle trasformazioni del sito, a risarcimento del metallo devoluto dalla comunità per sostenere lo sforzo bellico.
Descrizione

La chiesa è preceduta da un bel sagrato, pavimentato con ciottoli di fiume, circondato da alcuni tigli e aperto alla prospettiva delle verdi colline del Varesotto. L'edificio è frutto di una ricostruzione della metà del XIX sec. e si presenta, secondo il disegno conferito dall'ing. Giuseppe Peroni, in una veste ancora tardo neoclassica. La facciata, a capanna e coronata di frontone, è rivestita di bugnato; un'ampia archeggiatura cieca incornicia il portone, a spalle rette. L'interno, a navata unica, presenta due cappelle affrontate davanti al presbiterio a simulare quasi un transetto. L'innesto delle due cappelle è sottolineato da una cupola ribassata non estradossata. L'abside termina in curva. Gli elementi di maggiore interesse sono rappresentati dal campanile, risalente, forse, all'inizio del XI sec., e alcuni lacerti di affreschi, tra XIV e XV sec., visibili in sacrestia, avanzo della chiesa antica risparmiata dalla ricostruzione ottocentesca.
Campanile
Il campanile si sviluppa su una pianta quadrata e culmina con una copertura piramidale. La costruzione è separata dalla chiesa, ma inglobata nell'edificio della sacrestia che corrisponde al sito del più antico edificio sacro. La torre è di difficile lettura poiché interamente rivestita, copertura compresa, da uno spesso strato di intonaco. Seppur rialzato nella cella campanaria, si distingue comunque il fusto della costruzione romanica con specchiatura coronata da tre archetti pensili. Sul fianco non occupato dall'orologio si distinguono con chiarezza due piccoli incassi che potrebbero rappresentare la parte terminale di due archeggiature affiancate, interrotte dall'inserimento della cella campanaria. Le aperture sono costituite da semplici e strette feritoie.
Opere d'arte
Nella costruzione della nuova chiesa ottocentesca fu deciso di non abbattere il vecchio edificio, ma di inglobarlo nel nuovo come sagrestia. In questi ambienti, nel 1993, furono scoperti alcuni lacerti di affresco che sono stati assegnati a due cicli distinti. Il primo si trova sulla parete settentrionale della navata originale: è riconoscibile una serie di riquadri, incorniciati da motivi ornamentali, e una data (1578) in calce alla figura di un san Bartolomeo. Questa data è perfettamente coerente con le caratteristiche stilistiche della parte di figura riscoperta, con la tipologia della cornice decorativa e con la fase di lavori conclusa nel 1579. Il secondo gruppo di affreschi interessava invece le pareti e la volta dell’abside. Attualmente sono visibili soltanto alcune parti ascrivibili con notevole sicurezza a una stessa mano. Quanto emerso, in particolare il viso di santo a destra e la figura del leone nella volta, permettono di ipotizzare l’esistenza di un complesso decorativo unitario che doveva comprendere in alto l’immagine del Padre Eterno nella mandorla, circondato dai simboli degli evangelisti, e, in basso, una serie di figure di santi, con una Crocifissione probabilmente sul muro di fondo. Tale ipotesi è confortata dalle risultanze delle visite pastorali. In particolare con le carte del 1579 che descrissero una “cappella a volta, dipinta in fronte con le pitture del Crocefisso, della B.V. Maria, di San Giovanni, di S. Maria Maddalena e di S. Quirico”. Tutti questi dati fanno pensare a un gruppo di affreschi riconducibile a un programma iconografico assai diffuso in tutto il territorio dell’alto Varesotto fino al Cinquecento avanzato. Si possono citare a tal proposito innumerevoli esempi, sia in chiese di una certa importanza sia in oratori di campagna. Quanto finora emerso non permette ancora di stabilire precisi paralleli stilistici con altre opere presenti nella zona circostante. Pare comunque possibile avanzare una datazione intorno alla metà del Quattrocento. Dietro l'altare, infine, si può ammirare un affresco strappato con una 'Madonna del latte', pure proveniente dall'antica chiesa e databile al XV sec.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1980 circa)
Attorno al 1980 fu collocata, davanti al presbiterio e alla balaustra, una mensa, sostenuta su una piattaforma mobile.
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