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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Aicurzio
Milano
chiesa
parrocchiale
S. Andrea Ap.
Parrocchia di Sant'Andrea Apostolo
sagrato; Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Altare maggiore; Organo; Impianto strutturale; vetrate; Cappelle laterali; Altare; Cicli affrescati
presbiterio - intervento strutturale (1980)
1809 - 1809(costruzione carattere generale); 1905 - 1905( costruzione campanile ); 1937 - 1940(ampliamento carattere generale); 1980 - 1985(ristrutturazione intero bene); 1997 - 1997(presbiterio interno); 2009 - 2009(pavimento interno)
Chiesa di Sant'Andrea Apostolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Andrea Apostolo <Aicurzio>
Altre denominazioni S. Andrea Ap.
Autore (ruolo)
Barboglio, Giovanni (Progetto chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche

1809  (costruzione carattere generale)

Costruzione ottocentesca senza cupola a copertura a falde. L'abside si completava con un fine decoro geometrico a cassettoni rastremati. Le dimensioni erano poco meno della metà delle attuali.

1905  ( costruzione campanile )

Di finitura inusuale per le le torri brianzole, il campanile di Aicurzio termina con una interessante cupola orientaleggiante. L'insieme riprende comunque le linee classicheggianti dell'edificio principale rimarcando, sulle facciate, gli interpiani e dai fregi che incorniciano l'orologio. Nella cella campanaria suona un concerto di 8 campane.

1937 - 1940 (ampliamento carattere generale)

L'edificio originario viene ampliato e revisionato architettonicamente nelle proporzioni volumetriche e nelle impostazioni planimetriche. Lo stile classico è predominante anche se alcuni decori e stucchi dorati rievocano fasti barocchi.

1980 - 1985 (ristrutturazione intero bene)

Rifacimento del tetto, della facciata e della statica generale.

1997  (presbiterio interno)

Costruzione del nuovo altare, ambone e pavimento presbiterale.

2009  (pavimento interno)

Rifacimento integrale della pavimentazione dell'assemblea in marmo bianco chiaro e rosso Verona.
Descrizione

La parrocchiale di sant'Andrea, in forme debitamente proporzionali, mutua i caratteri dell'antichità classica, cioè elabora i canoni estetici utilizzati dagli architetti rinascimentali quali le colonne, i fregi, i timpani all'esterno, gli archi, le lesene il tamburo e la maestosa cupola all'interno. Si può cogliere nella sua visione d'insieme un grande valore prospettico dei volumi che si susseguono con regola geometrica e ordine gerarchico. La visione e la percezione della chiesa è amplificata e valorizzata dalla piazza prospiciente la facciata, che si configura come uno dei sagrati più scenografici della zona brianzola: le quinte del costruito ai lati dell'edificio sacro, fanno definire la piazza come un teatro atto a valorizzare il suo fondale e a lasciare all'osservatore la libertà d'immaginazione in uno sfondo infinito.
sagrato
Ampio spazio delimitato dalle cortine dei fabbricati che si aprono sulla piazza. Tale contenimento accentua la maestosità e la percezione della facciata classicheggiante facendo sembrare la chiesa lo sfondo di una quinta teatrale.
Pianta
Pianta a unica navata di dimensioni importanti, lascia intuire spazi notevoli all'incrocio con il transetto dove si aprono le cappelle della Madonna del Rosario e del Sacro Cuore.
Pavimenti e pavimentazioni
Il vano dell'assemblea è finito a grandi campiture di marmo chiampo e bordato da rosso Verona in piastrelloni quadrati di grosse dimensioni. La zona del presbiterio invece è tutta in rosso Verona e grigio bardiglio.
Elementi decorativi
La volta centrale ha un coinvolgente affresco di Umberto Mariglianella (Bergamo, 1885-1960) che descrive sant'Andrea in Gloria in uno scenario grandioso: la figura del santo è solenne ed imprime forza all'atto di elevazione del calice. Nella volta della navata centrale, sempre ad opera di Umberto Marigliani, vi è un grande affresco raffigurante Cristo Re in gloria tra gli angeli realizzato nel 1940.
Altare maggiore
In marmi policromi è impreziosito da un bassorilievo in marmo di Carrara che rappresenta una versione dell'Ultima Cena. Il tempietto con baldacchino sospeso, è leggiadro, con eleganti otto colonnine in marmo verde alpi, sormontate da una cupola michelangiolesca. Questo completa lo sguardo prospettico del visitatore all'ingresso della chiesa.
Organo
Costruito nel 1830 da Livio Tornaghi di Monza, è uno dei più antichi delle chiese dell'alto milanese.
Impianto strutturale
La muratura perimetrale di grande spessore, coadiuvata da 38 lesene che contraffortano gli archi, che si alzano fino a sostenere il tamburo della cupola; questa si imposta all'incrocio con il breve transetto. La lettura della cupola all'esterno è nascosta dalle capriate lignee finite con tetto a capanna in coppi.
vetrate
La chiesa è notevolmente illuminata grazie a dodici finestroni: sei absidali, quattro sulla navata, due a semicerchio posti sul lato del corto transetto.
Cappelle laterali
Le cappelle laterali son quattro; sul lato destro san Giuseppe e la Madonna del Rosario. A sinistra san Carlo e il Sacro Cuore.
Altare
La zona della celebrazione del presbiterio è sopraelevata rispetto al piano dell'assemblea e accoglie il nuovo altare, ambone e sede, rivisti secondo i dettami del Concilio Vaticano II. L'antica balaustra in colonnine di marmo modanato rimane sul retro a delimitare la zona dell'altare maggiore.
Cicli affrescati
L'affresco absidale viene considerato di grande valenza escatologica dei punti cardine del cristianesimo e una incredibile coerenza con l'insegnamento di tutte le religioni passate e presenti. La conchiglia alla base e le cornucopie ai suoi lati, rappresentano l'origine della vita e la sua evoluzione. Il gregge al secondo livello richiama al popolo di Dio che si abbevera alle fonti del sapere. Infine al culmine vi è la suggestiva raffigurazione del Logos - la croce - che taglia l'immagine del sole.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1980)
Si dota la chiesa di una mensa, si lasciano le balaustre marmoree lasciando libero il passaggio alla salita al presbiterio. Si insedia un nuovo ambone e la conseguente sede.
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