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Civitaquana
Pescara - Penne
chiesa
parrocchiale
B. V. Maria delle Grazie
Parrocchia di Beata Vergine Maria delle Grazie
Facciata; Pianta; Fondazioni; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Torre campanaria
altare - intervento strutturale (1998-99); ambone - intervento strutturale (1998-99); custodia eucaristica - intervento strutturale (1998-99)
XII - XII(edificazione intero bene); XIV - XIV(copertura a volta navata centrale); 1464 - 1464(realizzazione torre campanaria); XVIII - XVIII(sopraelevazione torre campanaria); XIX - XIX(ristrutturazione intero bene); 1900 - 1912(ampliamento intero bene); 1917 - 1928(progetti di ripristino intero bene); 1930 - 1930(stato di conservazione intero bene); 1934 - 1936(eliminazione dell'ampliamento navata destra); 1937 - 1939(restauro stilistico intero bene); 1998 - 1999(ristrutturazione interno)
Chiesa della Beata Vergine Maria delle Grazie
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa della Beata Vergine Maria delle Grazie <Civitaquana>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria delle Grazie
B. V. Maria delle Grazie
Autore (ruolo)
Giovanni (edificazione intero bene (?))
Diodato di Michele (realizzazione torre campanaria)
Ambito culturale (ruolo)
architettura romanica benedettina (edificazione intero bene)
Notizie Storiche

XII  (edificazione intero bene)

La fondazione della chiesa ad opera dei benedettini risale, secondo quanto riportato nella "Storia dell'Architettura in Abruzzo" di Ignazio Carlo Gavini, alla prima metà del XII sec., mentre Adriano Ghisetti Giavarina in "Terra Vestina" propende per la seconda metà del secolo. Una pietra scolpita in controfacciata riporta il nome dell'abate Giovanni, committente, e del maestro Giovanni, artefice dell'opera, anche se non è chiaro se l'attribuzione riguardi l'intera chiesa. Materiale di spoglio di età imperiale utilizzato nelle muraglie della torre campanaria fanno supporre che la chiesa sia stata edificata su un edificio pagano preesistente.

XIV  (copertura a volta navata centrale)

La chiesa, come supposto dal Gavini, ebbe per molti anni una copertura lignea a vista, ai piloni centrali furono poi aggiunte semicolonne e lesene per sostenere una volta a botte a sesto acuto. Ghisetti Giavarina suppone che le volte della navata centrale siano state aggiunte nel Trecento in sostituzione delle originarie volte a crociera. Contestualmente il fronte anteriore è modificato con la probabile soppressione del rosone centrale al posto del quale vengono inserite due finestre dal profilo curvilineo.

1464  (realizzazione torre campanaria)

La torre campanaria fu costruita, o ricostruita a seguito del terremoto del 1456, nel 1464, come testimonia una targa che riporta anche il nome dell'architetto, Diodato di Michele. Nella parte basamentale si riconoscono diversi materiali di spoglio di un perduto edificio di età romana.

XVIII  (sopraelevazione torre campanaria)

La parte terminale del basamento e la cella campanaria sono successivi, ricostruiti probabilmente in seguito al crollo dovuto forse ad uno dei terremoti che, tra la fine del Seicento ed i primi anni del Settecento, colpirono la regione. L'essenzialità delle linee riflettono echi di gusto neoclassico che permettono di attribuire l'intervento al XVIII secolo.

XIX  (ristrutturazione intero bene)

La chiesa subì un primo intervento di trasformazione ed adattamento nella prima metà dell'Ottocento la quale causò, secondo quanto riportato ne "L'Architettura medievale in Abruzzo" di Mario Moretti, gravi danni all'edificio.

1900 - 1912 (ampliamento intero bene)

Agli inizi del XX secolo (nel 1890 secondo quanto riportato nel questionario redatto dal parroco nel 1923) il Genio Civile di Teramo progettò l'ampliamento della chiesa secondo attardate forme classicistiche. Furono così demoliti i muri laterali e ricostruite le navate laterali più ampie, non in simmetria; l'abside destra venne chiusa e adibita a sagrestia, quella sinistra venne demolita; tre pilastri verso la navata destra eliminati. Anche la facciata venne deturpata nell'ampliamento, realizzando una sorta di facciata a capanna, con l'asse spostato rispetto all'ingresso. I lavori furono sospesi nel 1912 in seguito alla dichiarazione di Monumento Nazionale.

1917 - 1928 (progetti di ripristino intero bene)

Già negli anni Dieci Antonio Muñoz fece predisporre un primo progetto per eliminare tutte le aggiunte ottocentesche. Furono redatti vari progetti di ripristino della chiesa e della facciata, seguiti da numerosi rinvii: nel 1917 Ignazio Carlo Gavini progettò il ripristino della facciata con finestrone circolare, che supponeva esistesse originariamente anche se non ne rimanevano tracce; nel 1928 l'ing. Corradi prevedette anche la demolizione delle volte per riportare il tetto a vista. Entrambi i progetti non furono eseguiti.

1930  (stato di conservazione intero bene)

Nel questionario diocesano redatto negli anni Trenta si segnala il grave stato di conservazione della chiesa: la statica dell'edificio compromessa dai lavori di ampliamento incompiuti, il tetto pericolante, alcune volte delle navate laterali in parte cadute, gli archi lesionati, finestre, intonaci e pavimento mancanti.

1934 - 1936 (eliminazione dell'ampliamento navata destra)

Tra il 1934 ed il 1936 il parroco fece eseguire delle operazioni non autorizzate, ovvero l'abbattimento del lato destro della navata ampliata e delle sue volte, la parziale ricostruzione del nuovo muro perimetrale, la ricostruzione delle colonne mancanti, con l'effetto di ridestare l'attenzione sulla chiesa e promuovere il restauro definitivo.

1937 - 1939 (restauro stilistico intero bene)

Il progetto definitivo del restauro stilistico fu elaborato dagli architetti Guido Morozzi, Pietro Lojacono, Alfredo Barbacci e, soprattutto, Riccardo Gizdulich che diresse anche i lavori dal 1937 al 1939. Furono ricostruite le navate laterali, coperte a voltine; consolidate le absidi originarie e ricostruita quella di sinistra; risarcita la cortina muraria e consolidato il campanile; rifatta la pavimentazione e ricostruiti i piloni circolari mancanti; consolidata la volta della navata centrale. Il ripristino della facciata, differente rispetto alla rielaborazione fatta dal Gavini, avvenne con ingenti integrazioni: infatti l'ordine superiore è stato ricostruito interamente inserendo, al posto dell'oculo circolare centrale, una trifora piuttosto improbabile, e, in corrispondenza delle navate laterali, due monofore forse originariamente non presenti.

1998 - 1999 (ristrutturazione interno)

Tra il 1998 ed il 1999 è stato realizzato un intervento di ristrutturazione su progetto dell'arch. Franco Feliciani: i lavori riguardarono la sostituzione del pavimento dell'aula, precedentemente in piastrelle di ceramica, la realizzazione degli impianti, la riorganizzazione del presbiterio ed il restauro dell'affresco in controfacciata.
Descrizione

La chiesa della Beata Vergine Maria delle Grazie è stata fondata dai Benedettini nel XII secolo. L'impianto romanico delle strutture è ancora ben leggibile nonostante il complesso abbia subito nel corso dei secoli vari rifacimenti e trasformazioni: in particolare agli inizi del XX secolo la chiesa subì un ampliamento delle navate, seguito da un intervento di restauro stilistico nel 1937-39 in cui venne riportata allo stato originario con numerose integrazioni. La pianta è a tre navate concluse da altrettanti absidi semicircolari, tipica espressione dell'architettura lombarda. Alla navata centrale, più alta, coperta da una volta a botte sorretta da archi trasversi a sesto acuto, si accostano, separate da quinte arcuate, le navatelle coperte da volte a crociera. La facciata a salienti, impostata secondo uno schema tipicamente lombardo, è stata ripristinata nell'intervento del 1937-39. Il registro inferiore è diviso in cinque campate, delimitate da larghe lesene angolari e quattro semicolonne cordonali, al centro delle quali si apre il semplice portale lunettato, e sopra le quali corre una fascia sottolineata da archetti pensili. Il registro superiore, analogamente, è delimitato da due larghe lesene d'angolo che inquadrano la finestra trifora aperta in luogo, forse, di un perduto rosone, ed è coronato da arcatelle rampanti sul timpano. Tutte le superfici murarie sono in laterizio e pietra squadrata a vista, sia all'interno che all'esterno.
Facciata
La facciata a salienti, impostata secondo uno schema tipicamente lombardo, è stata ripristinata nell'intervento del 1937-39: il registro superiore è stato completamente ricostruito, come si può notare anche dal differente materiale, ovvero il laterizio, a fronte dell'originaria muratura in pietra. Il registro inferiore è diviso in cinque campate, delimitate da larghe lesene angolari e quattro semicolonne cordonali, al centro delle quali si apre il semplice portale lunettato, e sopra le quali corre una fascia sottolineata da archetti pensili che divide orizzontalmente questa parte centrale della facciata. Il registro superiore, analogamente, è delimitato da due larghe lesene d'angolo che inquadrano la finestra trifora di restauro aperta in luogo, forse, di un perduto rosone, ed è coronato da arcatelle rampanti sul timpano. Anche le navatelle laterali sono coronate da arcatelle pensili, distanziate però rispetto alla falda di coronamento, leggermente a vela rispetto alla retrostante copertura.
Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico a tre navate concluse da altrettanti absidi semicircolari, tipica espressione dell'architettura lombarda. Le navate sono delimitate dalle arcate a tutto sesto che corrono tra i tre pilastri, polistili a sinistra e pseudocruciformi a destra, su cui poggiano gli archi acuti che sorreggono la volta, alternati ai quattro minori piloni circolari. Il presbiterio è ospitato nelle ultime due campate, sopraelevato di due gradini. La fioca illuminazione avviene attraverso le aperture in facciata, due piccole aperture circolari lungo il fianco sinistro della navata centrale e le strette feritoie delle absidi.
Fondazioni
Fondazioni di tipo continuo in muratura (?)
Struttura
Struttura in muratura portante parte in pietra e parte in laterizio. La struttura della copertura è costituita da capriate lignee, ripristinata nell'intervento del 1937-39.
Coperture
Esternamente la chiesa presenta una copertura a due falde sulla navata centrale ed a falda unica, a quota inferiore, sulle navate laterali con manto di copertura in coppi e controcoppi. Internamente la navata centrale è coperta da una volta a botte, scandita da quattro archi a sesto acuto. Ad ogni campata della navata centrale corrispondono due campate delle laterali, con voltine a crociera separate da sette arcatelle, completamente ricostruite nell'intervento del 1937-39.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione del presbiterio e delle absidi è costituita da lastroni di pietra sbozzata della Majella, mentre nell'aula la precedente pavimentazione in ceramica è stata sostituita nel 1998-99 con una in piastrelle di pietra antichizzata "opus romano".
Elementi decorativi
L'interno della chiesa è completamente in mattoni e pietre squadrate a vista, in particolare le quinte arcuate, i grossi pilastri e gli altri elementi strutturali sono stati ricostruiti con l'innesto di laterizi nelle grosse strutture in pietra. I semplicissimi capitelli in pietra, scantonati con facce triangolari, permettono il raccordo tra la sezione circolare sottostante dei fusti e la quadrata sovrastante delle arcate. Sul pilastro dell'arco di trionfo si conserva un interessante rilievo raffigurante una figura maschile seduta sul trono databile al XII secolo. In controfacciata sulla lunetta sopra il portale spicca un affresco raffigurante un Cristo benedicente, risalente all'epoca di edificazione della chiesa; mentre altri frammenti di affresco si trovano in corrispondenza delle navate laterali, datati intorno al sesto decennio del XV sec., raffiguranti San Martino e San Michele Arcangelo.
Torre campanaria
Sul fianco sinistro della chiesa, all'altezza delle absidi, si erge la massiccia torre campanaria, costruita con materiali di spoglio di uno scomparso edificio di età romana. A pianta quadrata, si sviluppa in un alto piano basamentale dalla struttura in pietre squadrate di diversa dimensione, interrotta solamente da una esile cornice marcapiano, al di sotto della quale una targa riporta la data del 1464 e il nome dell'architetto, Diodato Di Michele. La torre è conclusa da una robusta cella campanaria in mattoni con incassi, paraste e spigoli smussati, probabilmente ricostruita a seguito del crollo del piano superiore originario a causa di uno dei terremoti che, tra la fine del Seicento ed i primi anni del Settecento, colpirono la regione.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1998-99)
L'altare in pietra scolpita è costituito da una mensa del XIV sec. sostenuta da un successivo basamento a forma di parallelepipedo recante incise le lettere "IHS". L'altare, precedentemente posto su un piano rialzato di circa 20 cm, è stato riportato alla quota del presbiterio nell'intervento del 1998-99 in modo da consentire la piena visione della Sede Celebrante.
ambone - intervento strutturale (1998-99)
L'ambone in pietra, precedentemente assente, è stato realizzato nell'intervento del 1998-99 con una tecnica costruttiva che ne accentuasse la diretta relazione con l'altare. Posizionato alla sinistra dell'altare, più in basso di un gradino, di forma curvilinea, reca sul dorso un immagine dell'Annunciazione.
custodia eucaristica - intervento strutturale (1998-99)
Il tabernacolo, precedentemente collocato alle spalle dell'altare, all'interno della muratura dell'abside principale, nell'intervento del 1998-99 è stato collocato su una struttura indipendente in pietra della Majella nell'abside destra.
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