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Reggio di Calabria
Reggio Calabria - Bova
chiesa
sussidiaria
Ottimati
Parrocchia di Maria Santissima Assunta in Cielo
Pianta; Coperture; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; struttura interrata
presbiterio - aggiunta arredo (1990)
X sec - XI sec(costruzione chiesa originaria); XI sec - XII sec(soparelevazione chiesa originaria ); 1594 - 1594(distruzione chiesa precedente sopraelevata); 1597 - 1597(realizzazione pala d'altare chiesa precedente soparelevata); 1767 - 1783(abbandono e danneggiamento chiesa precedente soparelevata); 1801 - 1860(monumento nazionale chiesa precedente sopraelevata); 1908 - 1916(danneggiamento e demolizione chiesa precedente); 1927 - 1927(progettazione intero bene); 1929 - 1929(iter progettuale intero bene); 1930 - 1932(approvazione progetto intero bene); 1932 - 1932(costruzione intero bene); 1933 - 1933(realizzazione pavimentazione); 1954 - 1956(riadattamento intero bene); 1990 - 1990(adeguamento liturgico presbiterio); 2004 - 2004(restauro facciata); 2006 - 2006(ampliamento ilocale adiacente); 2015/11/09 - 2016/07/29(restauro esterno chiesa); 2019 - 2020(restauro esterno chiesa); 2021/02/17 - 2021/08/06(restauro esterno e interno chiesa)
Chiesa degli Ottimati
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa degli Ottimati <Reggio Calabria>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria Annunziata (della Confraternita degli Ottimati)
Autore (ruolo)
Loiacono Pietro (progettazione)
Seno Pompilio (progettazione)
Ambito culturale (ruolo)
arabo-normanno (costruzione)
Notizie Storiche

X sec - XI sec (costruzione chiesa originaria)

Edificata intorno al X secolo. Secondo una planimetria conservata presso la Soprintendenza Archeologica della Calabria presentava forti analogie con le altre famose chiese bizantine della Calabria, come la Cattolica di Stilo, San Marco di Rossano e San Giorgio di Pietra Cappa presso San Luca, databili tra la fine del X secolo e l'XI secolo: aveva una pianta quadrangolare, tre absidi orientate nascoste esternamente da un muro rettilineo le tre navate erano coperte da cinque cupolette.

XI sec - XII sec (soparelevazione chiesa originaria )

In età normanna sopra della chiesa ne venne realizzata una seconda intitolata a San Gregorio Magno, sostituendo la copertura a cupolette con volte a crociera. Aveva il nome di Cripta degli Ottimati, congregazione di famiglie di nobili fondata dai Normanni, delle quali nel tempio sono custoditi gli stemmi in marmo, alla quale fu donata da Ruggero II.

1594  (distruzione chiesa precedente sopraelevata)

Durante l'incursione saracena del 3 settembre 1594 la Chiesa degli Ottimati venne danneggiata e incendiata.

1597  (realizzazione pala d'altare chiesa precedente soparelevata)

Dopo la distruzione saracena dell'antico quadro de "l'Annunciazione", la Congregazione degli Ottimati commissionò una nuova pala dell'altare al giovane Agostino Ciampelli o Ciampelio Fiorentino e nel dicembre 1597 arrivò il nuovo quadro da Roma della SS. Vergine Annunciata, opera di grande valore artistico.

1767 - 1783 (abbandono e danneggiamento chiesa precedente soparelevata)

Abbandonata nel 1767 in seguito alla soppressione dell'Ordine dei Gesuiti, nel 1780 la chiesa ebbe la protezione di Ferdinando I di Borbone, diventando sede della parrocchia di San Nicola dei Bianchi. Fu poi profondamente danneggiata dal terremoto del 1783.

1801 - 1860 (monumento nazionale chiesa precedente sopraelevata)

denominata anche Chiesa di S. Ignazio la sua più recente ricostruzione e annessa al Collegio dei Gesuiti, nel 1801 veniva dichiarata monumento nazionale poiché era la più antica chiesa della città per la presenza della cripta e del pavimento a mosaico. Nel 1860 veniva demolita la scalinata di collegamento tra la quota stradale e l'ingresso principale della chiesa, che non era comunque oggetto di grandi cure, tanto che nei primi anni nel 1900 era adibita a biblioteca comunale

1908 - 1916 (danneggiamento e demolizione chiesa precedente)

la chiesa fu danneggiata dal terremoto che colpì l'intera città il 28 dicembre 1908. In realtà la Chiesa riportava danni di lieve entità ma il mancato interesse per la fabbrica tardo-settecentesca della chiesa di san Gregorio sopraelevata portò alla demolizione della chiesa sino al pavimento che faceva da copertura alla superstite cripta degli Ottimati. Nel 1916 fu quindi smontata e spostata per le esigenze del nuovo piano di ricostruzione della città, dopo che la commissione di esperti aveva dava l'assenso alla demolizione. Prima era stato rimosso il pavimento a mosaico, operazione di cui si era occupato l'ing-arch. Giuseppe Abatino. La esecuzione dei lavori veniva affidata al siciliano Ettore Miraglia, disegnatore e mosaicista di grande esperienza alle dipendenze degli uffici regionali per i monumenti della Sicilia.

1927  (progettazione intero bene)

l'arciconfraternita degli Ottimati proprietaria dell'area destinata alla nuova chiesa voleva un luogo di culto nuovo e ottenne un mutuo. nel gennaio 1927 venne presentato alla Commissione edilizia del Comune di Reggio Calabria un primo progetto per la nuova chiesa degli Ottimati in un luogo diverso da quello originale, redatto dall'architetto Pompilio Seno, incaricato dalla Confraternita: si trattava di un edificio di piccole dimensioni in c.a. che rispondeva al regolamento antisimico e coniugava gli elementi della tradizione arabo-normanna con motivi di chiara derivazione bizantina. nell' ottobre 1927 dopo un sopralluogo per tentare la mediazione tra soprintendenza, committenza e progettista la direzione generale di antichità e belle arti nominava super partes Francesco valenti, architetto palermitano progettista restauratore

1929  (iter progettuale intero bene)

il progetto non fu approvato dall'archeologo Edoardo Galli della Soprintendenza perché doveva accordarsi con il pavimento cosmatesco e non si ispirava agli elementi architettonici e decorativi dei monumenti del XII sec presenti in Calabria. Galli convinse il priore dell'arciconfraternita a modificare il progetto e ad affidarlo a un giovane architetto siciliano Pietro Loiacono, in quegli anni funzionario della Soprintendenza bruzio lucana e Sovrintendenza dell'Arte Medioevale e Moderna della Sicilia che promuoveva la rinascita dell'architettura medievale nell'Italia meridionale. La vicenda passa sotto il controllo del ministero.

1930 - 1932 (approvazione progetto intero bene)

viene approvato il progetto di massima dell'ingegnere Pietro Loiacono, di quella che egli stesso chiama "cappella", un progetto da approfondire con nodi progettuali e particolari architettonici, ma allo stesso tempo egli inizia a prendere le distanze dalla fase esecutiva del progetto e nel 1932 chiede il trasferimento presso la Soprintendenza di Palermo.

1932  (costruzione intero bene)

i lavori per la costruzione della chiesa procedono senza controllo. Ultimato il rustico nel marzo del 1932, il priore chiede l'intervento della Soprintendenza per le rifiniture. La Soprintendenza denuncia il fatto che la chiesa è un caso emblematico del fatto che tutte le chiese oggetto di ricostruzione post sisma, nonostante la verifica operata sui progetti, siano poi state costruite con la libera interpretazione e adattamento delle imprese costruttrici. un funzionario della Soprintendenza calabrese, l'architetto Gaetano Nave, si occupa della ultimazione dei lavori, soprattutto del difficile rimontaggio del pavimento a mosaico. Vengono rimontate con carattere puramente decorativo le 4 antiche colonne di greco venato a cui vengono applicate le basi e i capitelli eseguiti in ceramica dalla Scuola "Beato Angelico" di Milano.

1933  (realizzazione pavimentazione)

una lapide inserita all'interno del mosaico ricorda che il pavimento fu sistemato nel 1933. Al tempo della demolizione della chiesa il rilievo del pavimento fu eseguito dall'architetto Giuseppe Abatino della Soprintendenza di Napoli. La ricomposizione fu fatta sotto la vigilanza del soprintendente Galli e dell'architetto Gaetano Nave.

1954 - 1956 (riadattamento intero bene)

la Chiesa diviene cappella dell'adiacente Seminario Arcivescovile. Piero Vigorelli della Scuola "Beato Angelico" di Milano.

1990  (adeguamento liturgico presbiterio)

realizzazione dell'altare centrale e dell'ambone in marmi

2004  (restauro facciata)

primo restauro della facciata su progetto dell'architetto Cinzia Nicosia.

2006  (ampliamento ilocale adiacente)

realizzazione di un locale adiacente come spazio della penitenza con rampa per accesso dei disabili alla chiesa per eliminare le barriere architettoniche

2015/11/09 - 2016/07/29 (restauro esterno chiesa)

progetto redatto dall'arch. Giuseppina Vivetta della Soprintendenza B.A.P. della Calabria nell'anno 2015. lavori di restauro del prospetto posteriore con la cupola con la direzione lavori dell'arch. Michelangela Vescio della Soprintendenza.

2019 - 2020 (restauro esterno chiesa)

lavori di restauro del prospetto laterale prospiciente Via Castello

2021/02/17 - 2021/08/06 (restauro esterno e interno chiesa)

lavori di restauro del prospetto principale e laterale prospiciente edificio Procura, revisione copertura e impianto elettrico e tinteggiatura interna
Descrizione

La chiesa è situata oggi in posizione diversa rispetto alla chiesa originaria essendo stata spostata e ricostruita dopo il terremoto del 1908. Il prospetto principale si divide in tre campi corrispondenti alle navate con al centro il portale ad ogiva, affiancato da esili colonne di ispirazione gotica e sormontato da un rosone e da una piccola torre campanaria. Ai lati due finestre anch'esse ogivali. Nella parte inferiore sono murate due lapidi che ricordano alcuni avvenimenti della storia della Confraternita degli Ottimati cui era dedicata. Il prospetto laterale su strada presenta semplici finestre ogivali, e all’altezza del transetto, una bifora simile a quella dell’abside maggiore. L'altro prospetto è invece adiacente all'edificio dell'ex Seminario Arcivescovile oggi sede della Procura della Repubblica. La chiesa presenta una pianta a croce latina a tre navate, divise da pilastri e da colonne, anche se i bracci laterali sono appena accennati, e questo da la sensazione di trovarsi in una chiesa a base quadrata. La navata centrale ed il coro sono coperti con volte a botte, quelle laterali con volte a crociera. All’incrocio dei bracci quattro pilastri reggono la cupola che poggia su un alto tamburo, mentre numerose finestre a pieno arco danno luce all’ambiente. L’altare è in stile barocco, con marmi policromi, e dietro di esso due colonne, sormontate da un architrave, racchiudono un maestoso quadro dell’"Annunciazione", che focalizza lo sguardo di chi entra in chiesa. Sul lato sinistro del transetto si apre una porta su cui si trova una mezzaluna a vetrate sormontata da una finestra circolare. Nell'abside della navata sinistra è collocato l'organo, in quella di destra un grande crocifisso in legno. Ai lati dell'ingresso sono collocate le quattro colonne originali in marmo venato che sostenevano la volta dell'antica chiesa. Alle pareti sono appesi vari stemmi in pietra delle antiche famiglie nobili reggine degli ottimati, da cui prende il nome la chiesa. L'elemento più importante riportato dalla chiesa originaria è il pavimento a mosaico anch'esso in parte riadattato nella fase di costruzione post-terremoto.
Pianta
a croce latina a tre navate
Coperture
a tetto con un manto di tegole marsigliesi. All'incrocio dei due bracci si innalza una cupola poggiante su un elevato tamburo sorretto da quattro pilastri.
Struttura
muratura portante
Pavimenti e pavimentazioni
in tessere policrome provenienti dall'antica chiesa omonima e ricomposto insieme a quello proveniente dall'abbazia medievale di S. Maria di Terreti. Il pavimento è formato da 34 pezzi di marmi differenti.
Elementi decorativi
decorazioni esterne: bicromia che sottolinea gli elementi di partizione verticale della facciata e incornicia il portone di ingresso e le finestre ogivali decorazioni interne: in ceramica di tipo floreale sotto le finestre ogivali. gli stemmi delle antiche famiglie e una Via Crucis formata da piccole sculture in bronzo.
struttura interrata
cripta seminterrata
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1990)
L'altare viene sistemato in posizione centrale e l'ambone aggiunto successivamente
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