chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Cannavò Reggio di Calabria Reggio Calabria - Bova chiesa parrocchiale San Nicola di Bari e S. Maria della Neve Parrocchia di San Nicola di Bari Pianta; Coperture; Struttura; Scale; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Infissi presbiterio - intervento strutturale (1980) XVI sec. - 1595/04/26(notizie chiesa originaria ); 1599/02/14 - 1599/02/14(erezione a parrocchia chiesa originaria ); 1610/10/03 - 1632/05(variazioni da visite pastorali chiesa originaria); 1674 - XVIII sec.(indenne a distruzione borgo chiesa originaria); 1783/02/05 - 1788(lavori di riparazione danni terremoto chiesa originaria); 1827 - 1854(chiesa cadente chiesa originaria); 1856 - 1858(ripristino parrocchia chiesa originaria); 1876/04/16 - 1908(distruzione chiesa originaria); 1909/08 - 1909/08(inaugurazione chiesa baracca); 1927 - 1928(nuova intitolazione parrocchia); 1934 - 1940(finanziamento chiesa attuale); 1953 - 1983(costruzione chiesa attuale); 2014 - 2022(ristrutturazione e piano iconografico interno chiesa); 2016 - 2016(realizzazione antiporta e cappella Adorazione interno chiesa)
Chiesa di San Nicola di Bari e Santa Maria della Neve
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Nicola di Bari e Santa Maria della Neve <Cannavò, Reggio di Calabria>
Altre denominazioni
San Nicola di Bari e S. Maria della Neve
Ambito culturale (ruolo)
architettura moderna (costruzione chiesa)
Notizie Storiche
XVI sec. - 1595/04/26 (notizie chiesa originaria )
le prime notizie documentate risalgono alla visita dell'arcivescovo Annibale D'Afflitto il 26 aprile 1595. La chiesa era collocata al confine con quello che un tempo era il territorio dell’antica Sant’Agata, nel villaggio collinare di Cannavò che nel Cinquecento era tra quei centri che venivano definiti i Casali di Reggio Calabria. La chiesa era piccola e povera e l’arcivescovo dispose che si redigesse un inventario dei beni e dei pochi oggetti sacri.
1599/02/14 (erezione a parrocchia chiesa originaria )
nella visita successiva, quattro anni dopo, il presule accolse la richiesta delle famiglie della zona ed eresse la chiesa a parrocchia, includendo anche il vicino territorio di Pavigliana, specificando quali erano le famiglie che vi ricadevano dentro. Molte famiglie reggine si erano rifugiate nel villaggio collinare per sfuggire alle incursioni dei Turchi e quindi la comunità si era ingrandita.
1610/10/03 - 1632/05 (variazioni da visite pastorali chiesa originaria)
nella visita pastorale del 1610 risultava costruita accanto alla chiesa una casa di proprietà della parrocchia nella quale abitava il cappellano. Il presule rinnovò l’invito ai «magistri» di completare la «fabrica della chiesa» e il rifacimento della sacrestia. Nella visita successiva verificò che le sue richieste non erano state adempiute e rilevò che tra gli abitanti si era diffusa la necessità di una disgregazione dell’ambito parrocchiale già evidenziato nella visita precedente dichiarandosi pronti a sostenere in proprio le spese ed il sostentamento del parroco. Procedeva quindi al ridisegno dei confini parrocchiali con indicazioni per sistemazioni interne e la costruzione della sacrestia. Anche nelle visite successive non si registravano cambiamenti.
1674 - XVIII sec. (indenne a distruzione borgo chiesa originaria)
a causa di una sparatoria per una lite durante un matrimonio nella quale ci furono molti morti, tra cui anche il parroco, la vita del centro collinare fu segnata da una progressiva contrazione degli abitanti sino al primo decennio del Settecento, dovuta anche al fatto che l'intervento dell'esercito per sedare il tumulto popolare distrusse gran parte del villaggio. Fu risparmiata invece la chiesa.
1783/02/05 - 1788 (lavori di riparazione danni terremoto chiesa originaria)
Cannavò fu tra i paesi distrutti e in parte lesionati dal terremoto del 5 febbraio 1783. Nel 1788 la chiesa venne compresa nell’elenco di quelle da riparare e, una volta fatti i lavori, l’attività riprese.
1827 - 1854 (chiesa cadente chiesa originaria)
nel 1827 la chiesa e alcuni terreni della parrocchia subirono danni a causa di un alluvione. L'arcivescovo Leone Ciampa soppresse la parrocchia perché la chiesa era cadente e i pochi fedeli vennero aggregati a quella limitrofa di S. Maria del Riparo.
1856 - 1858 (ripristino parrocchia chiesa originaria)
nel 1856 la chiesa aveva saltuariamente ripreso a funzionare. Dal 1° gennaio 1857 il villaggio di Cannavò, che apparteneva al Comune di Cataforio, passò al Comune di Reggio e questo agevolò il ripristino della sede parrocchiale nel 1858.
1876/04/16 - 1908 (distruzione chiesa originaria)
nella visita pastorale del 16 aprile 1876 l'arcivescovo Francesco Converti rilevava lo stato di abbandono della chiesa e così anche l'arcivescovo Gennaro Portanova nel 1893, sino a che non fu definitivamente distrutta dal terremoto del 28 dicembre 1908.
1909/08 (inaugurazione chiesa baracca)
nove mesi dopo, l’ultima domenica di agosto del 1909, veniva inaugurata la chiesa baracca con la piccola canonica poste in cima al baraccamento costruito dal Genio Civile.
1927 - 1928 (nuova intitolazione parrocchia)
nel 1927 la parrocchia del Riparo venne aggregata a quella di Cannavò. Nel settembre 1928 con decreto reale la parrocchia assunse il titolo di S. Maria ad Nives e di S. Nicola Mirense di Riparo – Cannavò.
1934 - 1940 (finanziamento chiesa attuale)
nel 1934, l’Ufficio Interdiocesano per la ricostruzione produceva il progetto per la nuova sede parrocchiale ma non reperendosi l’area, l’iter di approvazione subì ritardi e, nel 1940, a seguito del conflitto mondiale, il finanziamento venne revocato.
1953 - 1983 (costruzione chiesa attuale)
la chiesa baracca è ancora funzionante nel 1953 ma gli abitanti si rifiutano di salire alla chiesa sulla collina e si adoperano per l'acquisto del suolo su cui viene sviluppato il progetto ricavato da una tesi di laurea in ingegneria.
Negli anni Settanta a viene realizzata la struttura, con i fondi raccolti dalla comunità parrocchiale, che rimane rustica per molti anni. Le funzioni liturgiche si svolgono in un salone accanto alla casa della Congregazione dei padri Ardorini che vengono chiamati dall'arcivescovo Giovanni Ferro a svolgere la propria azione pastorale in questa zona difficile ed emarginata. La chiesa viene completata nei primi anni Ottanta ed è il risultato del desiderio di tutta la comunità che ha collaborato fattivamente per la sua realizzazione.
2014 - 2022 (ristrutturazione e piano iconografico interno chiesa)
viene elaborato dal parroco don Antonino Russo un piano iconografico per le pareti spoglie della chiesa con l'intento di rappresentare un percorso catechetico e di ascesi, realizzando ai due lati dell'altare, un abbraccio di bellezza e di pace: la Via della Misericordia in 8 icone e la Via del Dolore con i 14 bassorilievi in pietra della Via Crucis, con al centro Gesù che accoglie e incontra. Dal 2020 al 2021 vengono ridotte le dimensioni delle finestre per evitare l'effetto di abbagliamento sull'altare e renderle simmetriche rispetto alle icone e vengono sostituiti i banchi.
2016 (realizzazione antiporta e cappella Adorazione interno chiesa)
viene inserita una antiporta lignea davanti al portone di ingresso e la cappella dell'Adorazione Eucaristica con struttura a tenda. Al piano iconografico vengono aggiunte le stampe di icone greche.
Descrizione
la chiesa sorge nella frazione di Cannavò, uno degli antichi Casali della città di Reggio Calabria dove la gente si rifugiava quando imperversavano le incursioni saracene. Nel corso dei secoli è sempre stato forte il desiderio degli abitanti di avere un proprio luogo sacro di riferimento, anche se piccolo, e intorno ad essa si è cementato un senso di comunità che ha portato alla ricostruzione della chiesa distrutta dal terremoto del 1908 da parte degli stessi abitanti. La chiesa attuale, infatti, non è stata finanziata con fondi pubblici, come le altre chiese della ricostruzione, ma dagli abitanti stessi, che hanno raccolto la cifra necessaria all'acquisto del nuovo suolo e alla sua realizzazione, con tempi che sono stati per questo più lunghi, ed è stata completata nei primi anni Ottanta del secolo scorso.
La chiesa che doveva rappresentare una barca con la vela del campanile, secondo il progetto della tesi di laurea in ingegneria di uno dei parrocchiani, che l'hanno poi costruita con il proprio lavoro, non è stata realizzata in maniera fedele al progetto, soprattutto nella pianta che doveva essere un ottagono regolare e per il vano campane che doveva essere più alto delle case circostanti. Nella sua costruzione è stata inserito qualche elemento della chiesa originaria e della chiesa baracca.
Con le sue piccole dimensioni e le sue linee essenziali si affaccia su una ampio sagrato con il solo portone di ingresso, mentre uno secondario in vetro artistico si intravede sul fianco destro, entrambi sormontati dalle travi aggettanti a vista che sorreggono il tetto a falda inclinata, su cui si staglia il campanile con struttura intelaiata che simula una vela. Il prospetto laterale destro termina con il corpo dell'ufficio parrocchiale.
Elemento caratterizzante lo spazio interno, come per l'esterno, sono le travi a vista in cemento armato con maglia reticolare che disegnano la trama del soffitto inclinato. La parete absidale, esposta a sud, è ritagliata da due grandi finestre quadrangolari con vetrate artistiche mentre sul lato sinistro fanno da contrappunto due finestre rettangolari con base più stretta che ne racchiudono al centro una molto più grande.
Il presbiterio è strutturato come porzione dell'aula, di cui solo l'altare, collocato in posizione centrale, è sopraelevato su una predella marmorea di forma circolare. Le nude e lisce pareti bianche si sono arricchite negli anni dal 2012 al 2020 di una serie di icone moderne concepite come un percorso di fede e di ascesi per coloro che entrano in chiesa e sviluppate come un abbraccio di accoglienza, con al centro l'altare. Secondo il piano iconografico sono le due vie per arrivare a Cristo, raffigurato nella icona centrale, la più grande, sull'altare: la via del dolore e la via della Misericordia. Nella realizzazione della icona di Emmaus retrostante a sfioro con l'altare è stato realizzato, come visione prospettica da parte dei fedeli, l'allineamento del calice raffigurato nell'icona con il calice sollevato dal sacerdote durante la celebrazione, a significare l'attualizzazione del mistero eucaristico.
Accanto all'ingresso è stato ritagliato uno spazio raccolto per l'Adorazione eucaristica a forma di tenda che si richiama alla esistenza nomade. La recente ristrutturazione è stata rivolta a migliorare, insieme alla percezione dello spazio sacro da parte dei fedeli, anche l'acustica e la fruibiità.
Pianta
ad una navata poligonale con abside rettangolare e annessa sacrestia al lato destro dell'abside.
Coperture
a falda con lastre con motivo a tegola in acciaio zincato preverniciato
Struttura
in c.a. con muratura collaborante
Scale
per accedere al campanile
Pavimenti e pavimentazioni
in marmo botticino con guida in marmo rosso Verona
nel presbiterio predella circolare in marmo bardiglio e bianco Carrara
Elementi decorativi
26 icone che fanno parte di un piano iconografico pensato come percorso di fede che per alleggerire l'acustica.
La più grande, centrale, che raffigura il Cristo, una delle più grandi su tavola, è opera dell'artista Letizia Di Lorenzo.
Infissi
in ferro con vetrate artistiche
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1980)
la chiesa è stata costruita nei primi anni Ottanta del secolo scorso secondo le direttive liturgiche conciliari.