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restauro
adeguamento liturgico
Covo
Cremona
chiesa
parrocchiale
SS. JACOBO ET PHILIPPO APP.
Parrocchia dei Santi Giacomo e Filippo Apostoli
Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni
altare - aggiunta arredo (1972); ambone - aggiunta arredo (1995); cattedra - aggiunta arredo (1985)
XV - XV(preesistenze intero bene); 1470 - 1470(istituzione Parrocchia carattere generale); 1470 - 1491(ampliamento intero bene); 1784/10/12 - 1785(demolizione intero bene); 1785/04/25 - 1785/04/25(traslazione reliquie carattere generale); 1785/01/08 - 1789/01/25(costruzione carattere generale); 1805 - 1805(rialzo campanile); 1926 - 1926/09/09(rialzo campanile); 1930 - 1938(ampliamento intero bene ); 1952 - 1954(consacrazione carattere generale); 2018/12/28 - 2019/03/02(consolidamento e opere miglioramento sismico intero bene)
Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo Apostoli
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo Apostoli <Covo>
Altre denominazioni Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo Apostoli
SS. JACOBO ET PHILIPPO APP.
Autore (ruolo)
Rodi, Faustino (progetto chiesa)
Sanga, Giulio (ampliamento chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze bergamasche (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

XV  (preesistenze intero bene)

L’origine dell’edificio è databile ai primi anni del XV secolo, quando fu eretto come cappella di famiglia dai Conti Covi, feudatari del luogo. Si trattava di un modesto edificio rettangolare suddiviso in cinque campate da tre arconi trasversali, che sostenevano il tetto a vista; il presbiterio a pianta rettangolare era coperto a volta come la piccola navata posta in lato Nord. Già allora la famiglia decise di dedicare la cappella ai santi Giacomo e Filippo traendo ispirazione dalla chiesa parrocchiale di San Giacomo in Soncino, borgo da cui proveniva.

1470  (istituzione Parrocchia carattere generale)

Il Vescovo di Cremona nel 1470 elevò questa Chiesa al rango di parrocchiale, al posto dell’antica Collegiata di S. Stefano, che era collocata a Sud del borgo fortificato, al di fuori delle mura, e che, a quel tempo, era ormai in rovina.

1470 - 1491 (ampliamento intero bene)

La nascita della Parrocchia rese necessari l’ampliamento e la ristrutturazione dell’edificio, che venne riconsacrato il 5 maggio 1491. In adiacenza, a Sud dello stesso, si trovava anche il cimitero.

1784/10/12 - 1785 (demolizione intero bene)

Il parroco del tempo, don Omobono Capelletti, convinse i suoi parrocchiani e l'amministrazione comunale della necessità di erigere un nuovo e più capace tempio. Il parroco ottenne subito dalla Curia il permesso di far demolire tutti gli oratori campestri e la vecchia parrocchiale per ricavare materiale da costruzione per la nuova chiesa (decreto vescovile del 12 ottobre 1784).

1785/04/25  (traslazione reliquie carattere generale)

Prima di procedere alla demolizione della vecchia parrocchiale, si provvide a ristrutturare i due contigui oratori dei Disciplini del Rosario. Qui furono portate, nel frattempo, le preziose reliquie di San Lazzaro, patrono di Covo. Il Parroco Omobono Capelletti riferisce anche la data precisa del trasferimento delle reliquie: il 25 aprile 1785. La traslazione avvenne con solenne e pubblica cerimonia, affollata dal popolo orante. La parete che separava i due edifici venne aperta e si ricavò un unico ampio ambiente che, con opportuni adattamenti, fu utilizzato per le funzioni sacre per tutto il tempo della costruzione della nuova parrocchiale.

1785/01/08 - 1789/01/25 (costruzione carattere generale)

La costruzione dell'attuale Chiesa Parrocchiale iniziò l'8 gennaio 1785 quando venne murata la prima pietra su cui erano impresse le seguenti parole: Pio VI P.M. Josepho L.L.R.J. Ignatio Maria Fraganeschi Ep. Crem.novi templi imposuit lapidem Homobonus Capellettus Pre.S.T.D.R.R. JacopoScarpini, Josepho Molteni, Fabr.Pref. Calen. Majj MDCCLXXXV. Inizialmente il progetto venne presentato all’architetto Giuseppe Piermarini che si espresse favorevolmente. Il vero progettista dell'opera fu però l'architetto Faustino Rodi, coadiuvato dai costruttori e dai capomastri Luigi e Michele Bianchi e Francesco Brillo.

1805  (rialzo campanile)

Per opera di Don Zamboni venne rialzato il campanile della vecchia chiesa che fu dotato di cinque campane fuse dalla ditta Crespi.

1926 - 1926/09/09 (rialzo campanile)

Le campane preesistenti furono levate nel 1926 in concomitanza di un secondo innalzamento del campanile. Ne furono poi collocate otto, benedette il 9 settembre dal Vescovo Mons. Giovanni Cazzani.

1930 - 1938 (ampliamento intero bene )

Dal punto di vista architettonico, va sottolineata l’importanza dell’ultimo sostanziale intervento di ampliamento della Chiesa parrocchiale, che fu realizzato negli anni tra il 1930 ed il 1938. A quella data, la popolazione era cresciuta notevolmente rispetto ai tempi di Omobono Capelletti. In particolare, si procedette ad invertire l’orientamento, ora Sud – Nord, con la facciata a Sud, verso Cremona. Per fare ciò fu necessario creare l’attuale Piazza, con la trasformazione dell’area, attraverso la demolizione di edifici preesistenti. Si demolì il presbiterio settecentesco per realizzare le nuove navate. La nuova facciata, che venne progettata assieme al resto del fabbricato dall’Ingegner Sanga, non si discostò dallo stile di Faustino Rodi e adottò lo schema palladiano del doppio timpano di San Giorgio Maggiore a Venezia.

1952 - 1954 (consacrazione carattere generale)

La nuova chiesa venne intitolata ai santi apostoli Giacomo e Filippo, mentre era Parroco Giacomo Pozzi, e venne benedetta e consacrata nel 1952. A distanza di due anni il Vescovo Bolognini la eleva ad arcipretura.

2018/12/28 - 2019/03/02 (consolidamento e opere miglioramento sismico intero bene)

E' stato eseguito un intervento di consolidamento con inserimento di catene in ferro incrociate, che assicurano i pilastri al di sopra delle volte, e i nuovi tiranti nella volta (visibili all'interno della chiesa) per annullare le spinte della stessa. Vi sono inoltre nuovi tiranti passanti al di sopra del cornicione all'interno della chiesa, mascherati dallo stesso, aventi lo scopo di contrastare il ribaltamento della facciata.
Descrizione

L’attuale conformazione della chiesa si presenta esternamente scandita in tre volumi ben distinti: la zona del presbiterio verso Nord, il tiburio che si erge più alto e le navate verso Sud. La facciata si articola in una parte centrale più alta e due ali più basse che denunciano la tripartizione interna in navate. La cornice alta del timpano, le colonne su alti plinti e le paraste ne scandiscono il profilo; mentre cinque statue a guisa di pinnacoli, due statue entro nicchie e la lunetta a bassorilievo sulla porta d’ingresso principale la completano dal punto di vista decorativo. Anomala appare la conclusione esterna dell’abside che ha l’aspetto di una facciata, retaggio del precedente orientamento dell’edificio come ampiamente descritto nella evoluzione storica del tempio.
Pianta
La pianta, ad aula e divisa in navate, si apre con un ampio spazio in corrispondenza del tiburio che precede il presbiterio. Comunica con una cappella attigua e, attraverso questa, con la sacrestia. La navata centrale è coperta da un’ampia volta a botte ove si aprono due occhi per lato e vi si riprende la decorazione a lacunari di forma ottagonale presente nel presbiterio, diversamente dalla cupola ove la decorazione è costituita da una complessa composizione di esagoni e quadrati. La cupola riceve illuminazione da due occhi posti al di sopra degli altari della Madonna e di San Lazzaro, e da una lanterna al culmine della cupola. Il presbiterio è coperto da una volta a botte e riceve luce da due occhi posti lateralmente. Le navate laterali più basse e strette sono coperte da volte a botte e ricevono luce dalle finestre della facciata; mentre la zona della cupola è illuminata da grandi occhi posti nelle lunette laterali della cupola stessa.
Coperture
La struttura della copertura è in capriate di legno con catena e monaco in ferro appoggiate su pilastri in mattoni che si ergono dalle murature sottostanti. Le capriate sono unite da grossa e piccola orditura in legno. Il manto di copertura è realizzato con coppi tradizionali, con sottostante ondulina. Recentemente è stato eseguito un intervento di consolidamento con l’inserimento di catene in ferro incrociate che assicurano i pilastri al disopra della volta, e nuovi tiranti nella volta (visibili all’interno della chiesa) per annullare le spinte della stessa. Inoltre i nuovi tiranti passano al di sopra del cornicione, all’interno della chiesa, sono mascherati dallo stesso e hanno lo scopo di contrastare il ribaltamento della facciata.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione delle navate è eseguita con marmette in graniglia di cemento levigate a colori rosso, nero e bianco disposti a losanga. Il presbiterio, invece, presenta una serie di gradini in marmo Calacatta Macchiavecchia che separa ed innalza tale area rispetto alle navate; la zona presbiteriale è realizzata in tarsia marmorea con marmi di vari tipi: Candoglia, Giallo Reale, Rosso Asiago, Verde Alpi, Nero Marquinia e Calacatta, disposti a comporre motivi geometrici. L’altare maggiore è sollevato rispetto al presbiterio da tre gradini in marmo Calacatta Macchiavecchia.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1972)
La mensa post-conciliare è semplicemente appoggiata sulla pavimentazione del presbiterio utilizzando arredi già esistenti ed adattati allo scopo da un artigiano locale. L’opera è in legno in stile barocco, ad imitazione anche dal punto di vista cromatico dei marmi della balaustra, completata con una mensa moderna. Al centro, tra le due mensole, viene occasionalmente posto come paliotto il bozzetto della Cena in Emmaus dell’affresco realizzato sulla volta della navata.
ambone - aggiunta arredo (1995)
Sul lato sinistro del presbiterio era collocato l’ambone, scultura in bronzo realizzata nel 1995 dallo scultore Mario Toffetti (Mozzanica 1948 – Fornovo 2013). Dal 2019 è stato collocato sempre a sinistra, ma fuori dal presbiterio e ai piedi della gradinata.
cattedra - aggiunta arredo (1985)
E' costituita da una seduta in legno dorato e rivestita in panno rosso. Per le occasioni più importanti viene collocata a destra dell’altare maggiore. In alternativa, ordinariamente si utilizza una più modesta seduta in legno al naturale con imbottitura rivestita da tessuto rosso.
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