Gli studi condotti dagli storici locali attribuiscono alla Parrocchia di Belforte origini molto antiche. Sebbene l’affermazione non sia supportata da testimonianze certe, rivolte nello specifico alla chiesa, ad esclusione di una citazione che riporta l’esistenza di un edificio religioso dedicato a San Bartolomeo nell’anno 1034. La prima attestazione sicura della antica chiesa di Belforte risale al 1249.
1521 (visita pastorale carattere generale)
La visita del Vescovo Girolamo Trevisano, eseguita al 4 maggio 1521 dal suo vicario generale Monsignor Cosma, rappresenta il primo documento ufficiale in cui la Parrocchia di Belforte è un’entità religiosa riconosciuta alla quale fa capo un discreto numero di fedeli.
1620 - XVII (edificazione nuova chiesa intero bene)
Le precarie condizioni della vecchia chiesa, unitamente alla necessità di edificare un edificio religioso all’interno del nuovo abitato, portarono, nel 1620, la Compagnia del Santissimo Rosario, ad intraprendere la realizzazione di un nuovo tempio nell’area occupata da una casa ricevuta per lascito testamentario. L’antica chiesa venne demolita nel 1710 quando la nuova chiesa fu completata.
1680 - XVII (visite pastorali intero bene)
Nelle visite pastorali della seconda metà del Seicento, la chiesa non è ancora stata edificata e i fedeli continuano a riunirsi nel vecchio edificio che, tuttavia, doveva essere in pessimo stato.
Il Vescovo Augusto Isimbardi, nella visita del 20 febbraio 1680 ordina che “... si facci ogni diligenza di far il volto della chiesa o almeno soffittarla, si ricavicchi e si assicuri la porta maggiore, nella sommità del frontespizio si ponghi la dovuta Croce, si riparino e si imbianchino le mura interiori della
chiesa e si accomodi il tetto in modo che da quello non piova in essa ...”.
1683 - 1687 (parziale completamento intero bene)
L’edificio giunge alla copertura nel 1683 (dato indicato su un mattone) e viene portato a parziale compimento nel 1687, anno in cui il 12 Agosto viene effettuata la sua benedizione.
1686 (visita pastorale intero bene)
Nella relazione stesa in seguito alla ispezione del 7 maggio 1686, il Vescovo Settala riporta l’esecuzione delle prescrizioni date dal suo predecessore e riferisce dell’inizio della realizzazione di una nuova chiesa e della parziale demolizione della vecchia.
1700 (visita pastorale intero bene)
Negli atti della visita pastorale del Vescovo Alessandro Croce, risalente al 22 maggio 1700, vengono riportate le seguenti note: “la Chiesa di San Bartolomeo è stata recentemente costruita. Ha cinque cappelle sul lato destro compresa quella che ha la porta minore e cinque cappelle sul lato sinistro. La porta maggiore ha due battenti in legno e guarda verso occidente. La Chiesa è grezza non tinteggiata né intonacata. Prende luce da cinque finestre per parte e da una in facciata. Il tetto è nudo e sostenuto da quattro travi armate. Il presbiterio e il coro è intonacato e tinteggiato completamente. Il coro prende
luce da quattro finestre due alte e due basse. Il pavimento non è finito. La facciata grezza e spoglia”.
XVIII (opere di finitura intero bene)
Nel corso del Settecento vengono realizzate alcune opere di finitura riguardanti il completamento della volta (1701), della facciata “con calce” (1707 e 1728); e
dell’interno della chiesa (1725).
XVIII - XIX (decorazione interno chiesa)
La semplice organizzazione architettonica interna viene arricchita da una decorazione di stampo ottocentesco, realizzata fra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX da Giovanni Majocchi, detto il "Motta".
1710 (edificazione torre campanaria)
La torre campanaria, la cui realizzazione risale al 1710, come attesta l'epigrafe posta alla base "Aedificatu 1710", viene costruita con pietre della vecchia chiesa che si trovava a "Motta Castello" demolita nello stesso anno.
1743 (costruzione organo)
Realizzazione dell’organo musicale costruito da Gian Antonio Doria (successivamente ceduto alla chiesa parrocchiale di Ospitaletto Mantovano).
1754 - 1755 (installazione altare maggiore)
Installazione del nuovo altare maggiore proveniente, per acquisto, dalla Chiesa Nuova di Montichiari distrutta da un incendio.
1765 - 1768 (realizzazione cappelle)
Realizzazione della cappella dedicata a S. Francesco d'Assisi e realizzazione altare in scagliola nella cappella riservata alla confraternita del SS. Rosario.
1835 - 1892 (realizzazione organo)
Realizzazione di un nuovo organo da parte di Luigi Mantovani. Successivamente sarà inglobato nello strumento attuale realizzato nel 1892 con la cantoria dalla ditta Pacifico Inzoli di Crema.
1841 - XIX (restauro intero bene)
Al 1841 risale un significativo intervento di restauro.
1987 - XX (interventi conservativi intero bene)
Al 1987 risalgono interventi conservativi fra i quali il rivestimento in rame del timpano.
1997 - XX (rifacimento coperture)
Al 1997 risale il totale rifacimento del tetto della chiesa.
2017 - 2020 (restauro facciata)
L'ultimo intervento riguarda il consolidamento ed il restauro della facciata principale, condotta grazie al contributo CEI 8x1000.
Descrizione
La chiesa può essere inquadrata nell’ambito di un’architettura barocca dalle linee austere, poco condizionate dall’evoluzione dello stile nelle zone italiane ed europee in cui si è maggiormente sviluppato, ma influenzata dalla lunghissima fase edificativa, che inizia nel 1620 e si conclude, per lo meno per quanto riguarda la caratterizzazione degli esterni, oltre cento anni dopo, nel 1728. Internamente il processo decorativo inizia sostanzialmente durante la prima metà del secolo XVIII, dopo il completamento delle opere murarie, a fronte di cospicue donazioni. Oltre ad esse caratterizza l'edificio la presenza di un'unica navata, a cui si affiancano le cappelle laterali, e che si collega al presbiterio mediante un arco a tutto sesto.
L’imponente edificio è caratterizzato architettonicamente all’esterno solo dalla facciata, la quale, per la presenza dei due portali laterali che la collegano agli edifici contermini, assume la funzione di una quinta di particolare eleganza, che, nonostante l’arretramento rispetto al filo stradale, manca della possibilità di essere percepita prospetticamente a causa degli edifici che si trovano di fronte.
L’architettura è semplice a doppio ordine scandito da un’alta trabeazione classica; l’ordine inferiore posta su un alto basamento che esalta l’altezza complessiva del manufatto; l’ordine superiore, chiuso fra i pinnacoli che sormontano le lesene estreme dell’ordine inferiore, è ingentilito da capitelli in stile ionico; la conclusione verticale è costituita da un grande timpano privo di rilievi decorativi.
Sia nell’ordine inferiore che in quello superiore fra le lesene si aprono nicchie che, nel caso di quelle superiori, contengono statue di Santi. Di particolare rilievo anche il portone ligneo, la cui parte superiore, risalente al XVIII secolo, è caratterizzata da pannelli esterni con motivo a croce in rilievo.
Pianta
L’impianto planimetrico dell’edificio è a navata unica sormontata da volte a botte unghiata, con 5 cappelle laterali per lato, anch’esse voltate superiormente a botte unghiata; a sinistra dell’altare maggiore si trova la sacrestia, mentre a destra il campanile.
Struttura
Per quanto riguarda le strutture si tratta di una solida costruzione in mattoni cotti con murature portanti perimetrali che determinano anche le cappelle laterali; l’impianto murario è sormontato da un’ampia volte a botte unghiata in muratura, scandita da archi di maggior spessore corrispondenti alle lesene dell’aula.
Coperture
Il tetto è in legno è costituito da capriate, terzere trasversali, travetti e assito accostato, il tutto in legno di larice e abete; è stato restaurato nel 1997 sostituendo gran parte del legname che era in condizioni di estrema fatiscenza. Il manto è costituito da coppi a canale in doppio strato (canale e colmo) e fra l’assito e i coppi è disposta una membrana impermeabile bitumata.
Pavimenti e pavimentazioni
Per quanto riguarda i pavimenti, l’aula è pavimentata in cotto tradizionale, smontato e rimesso in opera dopo la realizzazione di un impianto di riscaldamento a pavimento (anni Settanta del XX secolo); il pavimento della zona presbiteriale è in marmi policromi a
casellario, anch’essi di epoca recente.
Adeguamento liturgico
altare - intervento strutturale (1971)
A seguito del Concilio Vaticano II, il pregevole paliotto frontale dell'altare maggiore e la mensa in pietra furono rimossi dal manufatto originale e trasformati nell’attuale altare rivolto ai fedeli, collocato in prossimità della balaustra.
ambone - aggiunta arredo (1971)
L’ambone in legno dorato, collocato sopra la balaustra a destra del celebrane, sembra derivare dalla modifica recente di un manufatto ligneo riferibile al XVIII secolo.
È dorato con sfondi rossi ed ha forma di aquila poggiata su una copia della bibbia sotto la quale si trova un tappetino con disegnati croci e motivi floreali, il tutto su due cuscini di grandezza decrescente. La parte del leggio, anch’essa dorata su sfondo rosso, ha un disegno floreale con grappoli di uva; il leggio è inclinabile in cinque posizioni.
cattedra - aggiunta arredo (1971)
La sede del celebrante è costituita da una ampia sedia in legno di gusto neo medioevale, con seduta imbottita, posta al centro dell’area presbiterale davanti all’antico altare maggiore, rialzata di un gradino rispetto al resto del presbiterio.