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Vezza d'Alba
Alba
oratorio
confraternale
San Bernardino
Parrocchia di S. Martino
Facciata; Impianto strutturale
mensa - aggiunta arredo (1997-1998)
1636 - 1636(realizzazione altare maggiore); metà XVII - XVIII(realizzazione organo); 1676 - 1676(decorazione interni); 1738 - 1738(riedificazione intero bene); 1744 - 1744(descrizione intero bene); 1768 - 1768(descrizione intero bene); 1817 - 1817(giurisdizione intero bene); 1821 - 1821(decorazione interni); 1869 - 1869(descrizione intero bene); 1869 - 1878(decorazioni interni); 1997 - 2002(restauro intero bene)
Chiesa di San Bernardino
Tipologia e qualificazione oratorio confraternale
Denominazione Chiesa di San Bernardino <Vezza d'Alba>
Autore (ruolo)
Roero, Carlo Giacinto (progetto di riedificazione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (riedificazione)
maestranze piemontesi (decorazione interni)
Notizie Storiche

1636  (realizzazione altare maggiore)

Viene dipinta la tela della pala dell'altare maggiore, attribuita al pittore chierese Francesco Fea.

metà XVII - XVIII (realizzazione organo)

Viene costruito l'organo in seguito posto sulla tribuna, sopra la bussola d'ingresso della chiesa.

1676  (decorazione interni)

Vengono dipinti una serie di quadri con santi che oggi ancora si conservano nella chiesa. Uno solo è attribuito: la Madonna del Carmine tra i ss. Domenico e Caterina, opera di Laurent Dufour.

1738  (riedificazione intero bene)

Il sito prescelto per la costruzione della nuova chiesa è quello occupato da un paio di case, che i Disciplinati provvedono ad acquistare per dare avvio alla fabbrica.

1744  (descrizione intero bene)

La visita pastolare del vescovo Felissano attesta che si sta costruendo una nuova chiesa, giudicata elegante e moderna. Il progetto è di Carlo Giacinto Roero, architetto e signore del luogo.

1768  (descrizione intero bene)

La visita pastorale del vescovo di Asti monsignor Caisotti trova la chiesa terminata e in condizioni decorose.

1817  (giurisdizione intero bene)

Con la Restaurazione e la ricostituzione delle diocesi soppresse in età napoleonica, le chiese di Vezza sono assegnate alla Chiesa di Alba.

1821  (decorazione interni)

Si ordina una balaustra da porre a chiusura del presbiterio al marmorista Guglielmotti di Cuneo.

1869  (descrizione intero bene)

La chiesa è menzionata tra quelle non parrocchiali della diocesi di Alba.

1869 - 1878 (decorazioni interni)

Francesco e Giovanni Toscano dipingono le volte della chiesa, mentre resta ignoto il nome dell'autore delle pale degli altari laterali di S. Elisabetta d'Ungheria e S. Vincenzo Ferreri.

1997 - 2002 (restauro intero bene)

L'interno dell'edificio e i suoi elementi d'arredo sono oggetto di un estensivo intervento di restauro conservativo e di risanamento, su progetto dell'arch. Silvia Brovia.
Descrizione

La chiesa, progettata dall'architetto Carlo Giacinto Roero, ha impanto centrale, con due cappelle laterali e altari dedicati a S. Elisabetta d'Ungheria e a S. Giovanni Ferrere. Dopo lo spazio centrale, cupolato, l'aula si allunga in un profondo presbiterio, affiancato da tribune e coretti e concluso da un'abside poligonale. L'elegante facciata è movimentata da fasci di lesene, che sorreggono la trabeazione del primo ordine e il timpano sommitale. Il campanile, settecentesco, è posizionato sul lato destro dell'abside.
Facciata
La facciata è arricchita da fasci di lesene progressivamente sporgenti ed è conclusa sui lati da ali concave, collegate da volute al livello superiore. Il timpano sommitale, essenziale, conclude il graduale elevarsi e affinarsi prospettico. Le uniche aperture sono costituite dal portale, sormontato da un timpano centinato mistilineo e da un'ampia finestra rettangolare, anch'essa timpanata.
Impianto strutturale
Lo spazio interno, ritmato da fasci di lesene che sorreggono una trabeazione continua, è dominato da una cupola su pennacchi sferici, cui si affiancano tre volte a botte unghiata, divise da sottarchi, a copertura delle cappelle laterali e la prima campata dopo l'ingresso. Due grandi arconi definisco il primo tratto del presbiterio, coperto da una volta a vela, dividendolo rispettivamente dall'aula e dall'abside, sormontato da una calotta a base poligonale con costoloni e lunette.
Adeguamento liturgico

mensa - aggiunta arredo (1997-1998)
Sopravvive la macchina d'altare settecentesca, affiancata dalle due porte che davano accesso al coro.
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