chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Vezza d'Alba Alba chiesa sussidiaria Madonna dei Boschi Parrocchia di S. Martino Facciata; Campanile mensa e leggio - aggiunta arredo (anni '70 del sec. XX) XIII - XIII(edificazione intero bene); XV - XVI(decorazione interno); metà XV - XVI(dipinto interno); 1471 - 1478(dignità intero bene); 1513 - 1513(dignità carattere generale); 1520 - 1521(edificazione convento); 1528 - 1528(dignità intero bene); 1535 - 1535(citazione intero bene); 1546 - 1546(descrizione intero bene); 1557 - 1557(citazione intero bene); 1585 - 1585(descrizione intero bene); 1608 - 1800(sepolture intero bene); 1697 - 1715(titolazione intero bene); 1731 - 1731(restauro intero bene); 1798 - 1798(giurisdizione intero bene); 1806 - 1826(restauro intero bene); 1817 - 1817(giurisdizione intero bene); 1876 - 1890(restauro intero bene); 1989 - 1989(restauro intero bene); 1990 - 1991(dignità intero bene); 1992 - 1998(restauro intero bene); 2003 - 2004(restauro intero bene)
Santuario della Madonna dei Boschi
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Santuario della Madonna dei Boschi <Vezza d'Alba>
Altre denominazioni
SS. Annunziata Cappella della Madonna dei Boschi
Autore (ruolo)
Roero, Carlo Giacinto (progetto di riplasmazione)
Castelli, Filippo (progetto di restauro (attribuito))
Ambito culturale (ruolo)
romanico (edificazione)
rinascimento (riplasmazione)
maestranze piemontesi (edificazione convento)
maestranze piemontesi (riplasmazione)
maestranze piemontesi (restauro)
maestranze piemontesi (restauro)
Notizie Storiche
XIII (edificazione intero bene)
Edificazione di una chiesa romanica ad aula.
XV - XVI (decorazione interno)
Viene affrescata un'Annunciazione sull'arco trionfale.
metà XV - XVI (dipinto interno)
Viene affrescata un'Annunciazione sull'arco trionfale.
1471 - 1478 (dignità intero bene)
Il 25 agosto 1471 papa Sisto IV autorizza i Roero a istituire un beneficio e nominare un cappellano, scelto in seguito nell'ordine degli Agostiniani. La chiesa viene pertanto riconosciuta come giuspatronato di Teodoro Roero dal vescovo di Asti Scipione Damiano.
1513 (dignità carattere generale)
Giovanni Roero nomina il frate agostiniano Antonio Opezzi priore della chiesa e gli affida l'incarico di reggere, in un convento da costruire, una comunità di sei religiosi dello stesso ordine.
1520 - 1521 (edificazione convento)
Giovanni Roero avvia la costruzione del convento, con l'aiuto del consiglio comunale, che ordina una prestazione di manodopera agli uomini del luogo per condurre mattoni alla fabbrica.
1528 (dignità intero bene)
La chiesa viene donata da Giovanni Roero ai Serviti.
1535 (citazione intero bene)
Caterina Roero, con il suo testamento, lascia 25 scudi per riparazioni alla chiesa.
1546 (descrizione intero bene)
Bolla papale di Paolo III che conferma il patronato a Teodoro II Roero, descrivendo peraltro la situazione di chiesa e convento, danneggiati e saccheggiati dai soldati nel corso delle guerre e disabitate a causa della fuga dei religiosi.
1557 (citazione intero bene)
Teodoro II Roero stipula davanti alla chiesa un contratto con il vicario provinciale dei Serviti.
1585 (descrizione intero bene)
Monsignor Angelo Peruzzi, in visita apostolica, trova la chiesa senza sacrestia, con belle suppellettili, ma altare maggiore privo di pala. Ricorda l'esistenza dell'altare dedicato a S. Agostino, addossato a una parete del presbiterio, anch'esso privo di pala, ma riccamente decorato con affreschi.
1608 - 1800 (sepolture intero bene)
La chiesa inizia a essere utilizzata come luogo di sepoltura dei Roero di Vezza e Guarene, secondo una pratica che perdurerà per duecento anni.
1697 - 1715 (titolazione intero bene)
In un documento dell'Archivio Provana di Collegno la chiesa è menzionata con la dedicazione "Castiglione o sii de' boschi", primo indizio di una variazione nella devozione.
1731 (restauro intero bene)
Per iniziativa dell'architetto Carlo Giacinto Roero viene costruita la volta sulla navata, ricostruita la navatella laterale sinistra con due altari, è rifatto il portico su colonne e modificato e rinforzato il campanile.
1798 (giurisdizione intero bene)
La chiesa e il convento, per iniziativa del Barone Riccati di Ceva, diventano proprietà del Regio Patrimonio. Da quel momento sono affidati al parroco di Vezza.
1806 - 1826 (restauro intero bene)
Traiano Domenico Roero riaquista parte del complesso, iniziando il recupero e la sistemazione della camera sepolcrale, forse su progetto dell'architetto Filippo Castelli.
1817 (giurisdizione intero bene)
Con la Restaurazione e la ricostituzione delle diocesi soppresse in età napoleonica, la chiesa, insieme alle altre del luogo, è assegnata alla giurisdizione del vescovo di Alba.
1876 - 1890 (restauro intero bene)
Iniziano lavori di restauro della chiesa, che muta la fisionimia dell'interno: viene infatti eliminato un altare laterale e avanzati gli altri due. Nel contempo Luigi Mocchiolo realizza la decorazione delle volte interne e la facciata viene ritoccata.
1989 (restauro intero bene)
E' stipulato un accordo tra l'Opera Pia Artigianelli di Torino, che ha da poco acquisito il complesso, e la Cassa Rurale di Vezza per eseguire lavori di restauro.
1990 - 1991 (dignità intero bene)
La Gioventù Ardente Mariana dichiara la propria intenzione di acquistare i beni del convento e della chiesa dall'Opera Pia Artigianelli. E' però la Curia di Alba ad aggiudicarseli e a stipulare un contratto di comodato d'uso con la Gioventù.
1992 - 1998 (restauro intero bene)
La Gioventù Ardente Mariana dà avvio a una serie di unterventi non autorizzati, prontamente bloccati dalla Soprintendenza competente su segnalazione della Pro Loco di Vezza. Il complesso viene così affidato al Comune, che sostiene una nuova campagna di restauro.
2003 - 2004 (restauro intero bene)
Su progetto dell'arch. Silvia Brovia si rifanno le coperture, si ristrutturano i locali dell'ex convento, si restaura l'affresco dell'Annunciazione, si risistema la porta d'ingresso.
Descrizione
Chiesa parte di un più ampio complesso comprendente anche annessi conventuali, è frutto di una serie iterata di interventi di ricostruzione e riplasmazione che datano almeno al sec. XIII, quando fu realizzato il primo nucleo dell'edificio, oggi riconoscibile solo a fatica. Dopo una fase tardoquattrocentesca-cinquecentesca, modifiche rilevanti furono apportate nel 1731 per iniziativa di Carlo Giacinto Roero.
La chiesa ha impianto basilicale, con una navata centrale coperta da una volta a botte unghiata per permettere l'apertura di un claristorio, terminante in un'abside poligonale sormontato da un catino costolonato e aperto da tre ampie finestre. La navata è affiancata da due navatelle laterali, di due campate coperte da volte a crociera. Degno di menzione il fatto che nel sottotetto delle navate si conservi un affresco dell'Annunciazione risalente all'ultimo quarto del XV secolo, attribuito al Maestro di Vezza d'Alba. Gli apparati decorativi visibili invece sulle volte risalgono al 1876 e sono opera del pittore Luigi Mocchiolo.
Un portico rinascimentale (ma forse rimaneggiato nel sec. XIX) anticipa il prospetto, in parte obliterato, sulla destra, dalle strutture del convento. Un campanile barocco sorge sulla destra dell'abside, mentre una sacrestia vi si addossa sul lato opposto.
Facciata
Rimaneggiata durante i lavori del 1876-90, è tripartita da lesene in muratura di mattoni a vista, con andamento a salienti segnati da cornici a mensole scalari. E' anticipata da un interessante portico rinascimentale, composto da sei colonne ioniche in marmo databili al tardo sec. XV-primo XVI cinquecentesche, che sorreggono una trabeazione lignea su cui poggiano le strutture del tetto.
Tre sono le aperture aperte nel prospetto: due in basso (l'ingresso e una finestra rettangolare) e una al di sopra del tetto del portico, centinata.
Campanile
Collocato a destra dell'abside, è barocco e si deve probabilmente alla campagna di lavori condotti da Carlo Giacinto Roero. E' concluso superiormente da una cella campanaria definita sugli spigoli da lesene doriche.
Adeguamento liturgico
mensa e leggio - aggiunta arredo (anni '70 del sec. XX)
Davanti alla macchina d'altare originaria, ancora conservata presso il muro di fondo dell'abside, sono stati aggiunti un altare ligneo mobile e un leggio.