chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Lequio Berria Alba chiesa parrocchiale San Lorenzo e Angeli Custodi Parrocchia di S. Lorenzo e Angeli Custodi Campanile; Elementi decorativi presbiterio - intervento strutturale (anni '70 del sec. XX) 1603 - 1603(edificazione intero bene); 1628 - 1628(descrizione intero bene); 1786 - 1786(riedificazione intero bene); 1817 - 1817(giurisdizione intero bene); 1837 - 1837(descrizione intero bene); 1930 - 1930(decorazione interno); 1991 - 1993(restauro intero bene); 2000 - 2000(restauro copertura)
Chiesa di San Lorenzo e Angeli Custodi
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Lorenzo e Angeli Custodi <Lequio Berria>
Autore (ruolo)
Morgari, Luigi (decorazione interni)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (riedificazione)
Notizie Storiche
1603 (edificazione intero bene)
Il vescovo di Saluzzo, in visita pastorale, menziona per la prima volta la chiesa di S. Lorenzo, "nunc fabricatam", come parrocchia di Lequio. Si precisa che la dignità gli deriva per trasferimento dalla più antica chiesa di S. GIorgio (oggi Madonna della Neve), all'epoca in rovina.
1628 (descrizione intero bene)
Il vescovo di Saluzzo monsignor Marenco, in visita pastorale, riferisce che l'edificio, a due navate, non è ancora del tutto concluso.
1786 (riedificazione intero bene)
Dopo una campagna di sostanziale ricostruzione, si registra la consacrazione ufficiale da parte del vescovo di Saluzzo monsignor Lovera.
1817 (giurisdizione intero bene)
Con la Restaurazione e la ricostituzione delle diocesi soppresse in età napoleonica, la chiesa, insieme alle altre del luogo, è assegnata alla giurisdizione del vescovo di Alba.
1837 (descrizione intero bene)
Il vescovo di Alba monsignor Fea, in visita pastorale, descrive la chiesa come dotata di sei altari, compreso quello maggiore.
1930 (decorazione interno)
L'interno della parrocchiale viene affrescato dal pittore torinese Luigi Morgari.
1991 - 1993 (restauro intero bene)
La chiesa è interessata da un estensivo intervento di restauro.
2000 (restauro copertura)
Il tetto della parrocchiale è sottoposto a un intervento di complessivo restauro. Nel contempo si procede al consolidamento degli intonaci esterni.
Descrizione
Edificio di medie dimensioni a impianto planimetrico rettangolare, absidato. La facciata concava, in muratura di mattoni a vista, è suddivisa in due livelli, delimitata da due lesene sovrapposte, le prime sorreggenti una trabeazione, le seconde coronate da un frontone curvilineo. Il portale è semplice e sottolineato dalla lieve sporgenza di una cornice in laterizio. Al di sopra della trabeazione, in asse con l'ingresso, si apre una finestra mistilinea, con cornice intonacata e modanata.
L'interno, suddiviso in tre navate da una sequenza di pilastri sorreggenti archi a sesto ribassato, è uniformemente coperto da campate di volte a crociera. Fa eccezione in presbiterio, dominato da una cupola su pennacchi, cui si colega il semicatino costolonato dell'abside.
Campanile
Il campanile, nella parte inferiore, è databile a un periodo precedente rispetto a quello della chiesa, tanto che si presume costituisse parte delle difese di uno degli ingressi al borgo. La parte superiore e la cella campanaria soprattutto, in mattoni, è invece coerente con l'epoca di costruzione della chiesa.
Elementi decorativi
L'interno, di gusto barocco, è stato restaurato nei decenni scorsi. Di notevole pregio sono gli arredi dell'imponente macchina d'altare settecentesca, il crocifisso ligneo e le pitture di Morgari.
Notevoli sono gli stucchi, anch'essi settecenteschi, all'interno della cappella di S. Antonio (già di patronato dei signori del luogo).
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (anni '70 del sec. XX)
L'area presbiteriale ha conosciuto la costruzione di un nuovo altare con predella quando si è proceduto alla sostituzione della pavimentazione marmorea. Si conserva comunque anche la macchina d'altare originaria.