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restauro
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San Benedetto Belbo
Alba
chiesa
sussidiaria
Madonna della Neve
Parrocchia di S. Giorgio e Madonna della Neve
Impianto strutturale; Campanile
presbiterio - intervento strutturale (2001)
1453 - 1453(giurisdizione preesistenze); 1487 - 1487(dignità preesistenze); 1577 - 1577(prima menzione intero bene); 1577 - 1577(descrizione intero bene); 1594 - 1594(descrizione intero bene); 1642 - 1642(descrizione intero bene); 1649 - 1649(riedificazione intero bene); 1653 - 1653(dignità intero bene); 1658 - 1658(descrizione intero bene); 1730 - 1730(descrizione intero bene); 1772 - 1772(descrizione intero bene); 1881 - 1884(riedificazione campanile); 1881 - 1885(restauro intero bene); 1986 - 1986(dignità intero bene); 2000 - 2004(restauro intero bene)
Chiesa della Madonna della Neve
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa della Madonna della Neve <San Benedetto Belbo>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (riedificazione)
maestranze piemontesi (riedificazione campanile)
maestranze piemontesi (restauro)
Notizie Storiche

1453  (giurisdizione preesistenze)

Il priorato benedettino di S. Benedetto, da cui il luogo trae il proprio nome, risulta sottoposto alla giurisdizione del parroco di Bossolasco.

1487  (dignità preesistenze)

Una comunità di monaci olivetani è introdotta nel governo della chiesa di S. Benedetto.

1577  (prima menzione intero bene)

Il vescovo albese Vincenzo Marino, in visita pastorale, attesta che le funzioni parrocchiali sono svolte presso la chiesa di S. Maria della Neve, per quanto restino formalmente attribuite a S. Benedetto.

1577  (descrizione intero bene)

La chiesa è sommariamente descritta in occasione della visita apostolica alla diocesi di Alba del vescovo Gerolamo Regazzoni.

1594  (descrizione intero bene)

Il vescovo di Alba Alberto Capriano, in visita pastorale, descrive la chiesa in condizioni non adeguate allo svolgimento delle funzioni religiose.

1642  (descrizione intero bene)

Il vescovo di Alba monsignor Brizio descrive la chiesa come dotata di tre altari, compreso il maggiore.

1649  (riedificazione intero bene)

Viene edificata la chiesa parrocchiale odierna.

1653  (dignità intero bene)

I monaci olivetani cedono il governo della parrocchia, mantenendo però il diritto di nomina del parroco.

1658  (descrizione intero bene)

Una relazione del parroco descrive la chiesa e ricorda l'esistenza di tre altari, gli stessi ricordati una quindicina d'anni prima in occasione della visita pastorale: maggiore, del Rosario e di S. Carlo.

1730  (descrizione intero bene)

La chiesa è sommariamente descritta in occasione della visita pastorale del vescovo di Alba monsignor Vasco.

1772  (descrizione intero bene)

La chiesa è sommariamente descritta in occasione della visita pastorale del vescovo di Alba monsignor Vagnone.

1881 - 1884 (riedificazione campanile)

Si procede alla costruzione dell'attuale campanile.

1881 - 1885 (restauro intero bene)

Su iniziativa del parroco don Prandi sono eseguiti interventi di manutenzione straordinaria dell'edificio. Si procede inoltre alla ridecorazione degli interni e degli altari sussidiari, affidando l'incarico ai pittori Bettinelli di Dogliani e Giussani di Bra.

1986  (dignità intero bene)

La parrocchia è soppressa e aggregata a quella di Niella Belbo.

2000 - 2004 (restauro intero bene)

Su progetto dell'arch. Dotta, prende avvio una vasta campagna di restauro della chiesa, che prevede il risanamento e il restauro della facciata, degli interni e degli apparati decorativi ancora conservati.
Descrizione

Edificio a pianta rettangolare con profondo presbiterio a terminazione piana, con torre campanaria addossata sul lato destro. La facciata è scandita da due ordini sovrapposti di lesene doriche, che sorreggono trabeazioni a sottolineare la suddivisione per piani verticali. L'intercolumnio centrale del livello inferiore è occupato dall'unico portale di accesso, sovrastato, al di sopra della prima trabeazione, da una finestra conclusa da un arco, il cui cervello è tangente alla seconda trabeazione, su cui poggia il timpano che conclude la composizione e che ospita, nella superficie interna, una seconda finestra centinato, oggi tamponata. L'interno è a tre navate, scandite da pilastri compositi. Quella centrale, conclusa da un profondo presbiterio absidato, è coperta da volte a crociera, mentre le laterali, separate da archi trasversi a tutto sesto, sono coperte da volte a botte unghiate disposte trasversalmente.
Impianto strutturale
Edificio in muratura portante in pietra a spacco e mattoni, perlopiù intonacata, ha corpo longitudinale con articolazione in tre navate, scandite da pilastri composti dalle lesene che accolgono i sottarchi e le ricadute delle volte. Queste sono a crociera sulla navata centrale, a botte unghiata trasversale sulle navi laterali, a vela, con articolazione che simula una cupola a sesto ribassato su pennacchi, nella prima campata del presbiterio, dove è collocata l'imponente macchina d'altare marmorea, e a botte con unghie al di sopra del coro, concluso da una parete piana.
Campanile
Di costruzione ottocentesca, ha struttura massiccia, con canna muraria pressoché priva di paerture scandita in specchiature sottosquadro che sottolineano l'andamento verticale dei piani. La struttura è conclusa da una cella campanaria più articolata, con lesene angolari collegate tra loro da porzioni murarie convesse, poggianti su una cornice e sorreggenti una trabeazione, al di sopra della quale si sviluppa un attico a pianta ottagonale.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2001)
Di fronte all'originaria macchina d'altare, conservata integralmente, sono stati realizzati un nuovo altare e un nuovo ambone, entrambi in marmo. Nel contempo si è provveduto a rimuovere la balaustra di chiusura del presbiterio.
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