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restauro
adeguamento liturgico
Castellinaldo
Alba
chiesa
parrocchiale
San Dalmazzo
Parrocchia di S. Dalmazzo
Coperture; Facciata
mensa - aggiunta arredo (2000); altare - intervento strutturale (2009)
1345 - 1345(prima menzione intero bene); 1427 - 1427(citazione intero bene); 1582 - 1582(descrizione intero bene); 1585 - 1585(descrizione intero bene); 1600 - 1600(riedificazione intero bene); 1626 - 1626(descrizione intero bene ); 1627 - 1627(dignità intero bene); 1629 - 1638(restauro intero bene); 1659 - 1660(ricostruzione muro di sostegno); 1666 - 1667(riedificazione campanile); 1733 - 1733(manutenzione straordinaria intero bene); 1742 - 1742(descrizione intero bene); 1752 - 1756(riedificazione intero bene); 1757 - 1757(danni intero bene); 1759 - 1759(decorazione interno); 1766 - 1766(costruzione altari); 1776 - 1778(soprelevazione campanile); 1817 - 1817(dipendenza intero bene); 1873 - 1873(sostituzione organo); 1899 - 1899(realizzazione coretti); 1994 - 1995(rifacimento tetto); 2008 - 2008(restauro intero bene); 2009 - 2009(restauro altare maggiore)
Chiesa di San Dalmazzo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Dalmazzo <Castellinaldo>
Altre denominazioni Santi Sebastiano e Fabiano
Autore (ruolo)
Gallo, Giuseppe (progetto coretti)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (riedificazione)
maestranze piemontesi (realizzazione altari)
maestranze piemontesi (riplasmazione campanile)
Notizie Storiche

1345  (prima menzione intero bene)

Nel registro delle chiese della diocesi di Asti è menzionata la chiesa di Castellinaldo, che fino a tutto il sec. XVII fu intitolata ai SS. Sebastiano e Fabiano.

1427  (citazione intero bene)

I capi di casa di Castellinaldo prestano fedeltà ai Damiano, nuovi consignori del luogo, nella chiesa del luogo.

1582  (descrizione intero bene)

Secondo un testimone, la chiesa avrebbe necessità di riparazioni ormai da trent'anni.

1585  (descrizione intero bene)

Il vescovo Peruzzi in visita apostolica attesta che la chiesa è per metà in buono stato e per metà scoperta. Viene pertanto ordinato di costruire una volta.

1600  (riedificazione intero bene)

La chiesa viene ricostruita, ricavando anche camere tombali al di sotto del pavimento. I Malabaila, consignori del luogo, si lamentano tuttavia per il mancato ripristino della tribuna cui avevano diritto.

1626  (descrizione intero bene )

La visita pastorale del vescovo d'Asti Ottavio Broglia attesta che l'edificio è in buone condizioni, tranne la parte esterna sulla destra. All'interno è citata una raffigurazione della Madonna, collocata sulla parete destra della navata maggiore.

1627  (dignità intero bene)

Il testamento di un certo Baracco definisce la chiesa non più oratorio, ma parrocchiale.

1629 - 1638 (restauro intero bene)

Hanno luogo consistenti lavori di ristrutturazione, in quanto alcune parti della chiesa minacciavano il crollo.

1659 - 1660 (ricostruzione muro di sostegno)

I mastri Cristino e Topino lavorano alla ricostruzione del muro che sostiene il terrapieno su cui sorge la chiesa.

1666 - 1667 (riedificazione campanile)

Ricostruzione del campanile, resa necessaria da un cedimento del terreno.

1733  (manutenzione straordinaria intero bene)

La chiesa necessita di una nuova sottomurazione, oltre che del risanamento del cavedio che la separa dal palazzo dei Malabaila, fonte di umidità che danneggia gli altari di S. Anna e S. Antonio.

1742  (descrizione intero bene)

Nella descrizione dello stato delle chiese della diocesi di Asti, la parrocchiale è detta a due navate, la maggiore con coro e altare, dotata di due altari laterali, pulpito e porta grande. La minore ha invece l'altare del Rosario, una porta laterale, il battistero e il campanile. Altri altari sono dedicati a S. Francesco Saverio e S. Antonio da Padova. La relazione è, in sostanza, negativa, in quanto le dimensioni della chiesa non rispondono alle esigenze della popolazione. Inoltre essa sorge in una posizione insicura e presenta all'interno pareti annerite dal fumo del vicino forno della comunità.

1752 - 1756 (riedificazione intero bene)

La comunità decide la ricostruzione della parrocchiale in quanto "angustissima e pericolante". Attendono ai lavori i mastri da muro Vanetta, Aliberti, Olliva e Germini.

1757  (danni intero bene)

Una frana danneggia la chiesa appena ricostruita.

1759  (decorazione interno)

Alcuni mastri lavorano per imbiancare l'interno della chiesa, con l'eccezione della volta del presbiterio, che si pensa di affrescare.

1766  (costruzione altari)

Vengono costruiti gli altari in marmo di Valdieri.

1776 - 1778 (soprelevazione campanile)

Viene sopraelevato il campanile e, nel contempo, rinforzato il muro di sostegno del terrapieno su cui sorge la chiesa.

1817  (dipendenza intero bene)

Con la Restaurazione, la parrocchia viene assegnata, insieme a tutte le cappelle dipendenti, alla ricostituita diocesi di Alba.

1873  (sostituzione organo)

Viene collocato il nuovo organo, realizzato da Alessandro, Giuseppe e Cesare Collino, titolari di un laboratorio attivo a Pinerolo e poi Torino.

1899  (realizzazione coretti)

Sono realizzati i coretti della chiesa su progetto di Giuseppe Gallo.

1994 - 1995 (rifacimento tetto)

Viene completamente rifatto il tetto, sostituendo sia l'orditura primaria sia la secondaria.

2008  (restauro intero bene)

Progetto dell'arch. A. Terasco mirato al risanamento delle murature con ventilazione naturale nel sottofondo. Per permettere lo scavo di sbancamento, viene così rimossa interamente la pavimentazione. Si è inoltre interventuto nelle volte del presbiterio per un problema strutturale, inserendo un tirante collegato a due chiavi esterne. All'esterno si è intervenuto sulle murature con il sistema cuci-scuci e con puliture superficiali.

2009  (restauro altare maggiore)

Su progetto dell'arch. A. Terasco, è restaurato l'altare maggiore, legandolo con un tirante. Inoltre, è stato rifatto il pavimento del coro in quadrotte di cotto.
Descrizione

La chiesa sorge su un terrapieno, sostenuta da due muri di contenimento in cemento armato e mattoni; per accedere al sagrato si percorre una lunga scalinata, con accesso da via G. Marconi, oppure una scalinata che si stacca da piazza Giovanni XXIII. L'edificio è di grandi dimensioni e si presenta completamente in muratura di mattoni a vista. E' composto da un corpo principale e due secondari, laterali: il primo corrisponde all'aula, mentre gli altri due ospitano cappelle destinate a tre altari sussidiari (Sant'anna, Rosario e Sant'antonio da Padova). La luce filtra all'interno principalmente attraverso finestre rettangolari, aperte sia nella parete di fondo delle cappelle sia nelle lunette disegnate dalla volta a botte unghiata che copre la navata centrale, terminante in un profondo presbiterio. Il campanile, a base quadrata, s'innalza tra la sacrestia e l'aula, concluso alla sommità da una cella campanaria e coperto semplicemete da un tetto a capanna a quattro spioventi.
Coperture
L'aula è sormontata da una volta a botte unghiata, mentre una volta a vela copre il presbiterio. Il coro, con terminazione absidata, è coperto da un semicatino con unghie e costoloni. Le cappelle laterali sono coperte da volte a botte, disposte perpendicolarmente rispetto alla copertura dello spazio principale.
Facciata
La facciata, rivolta verso un modesto sagrato chiuso su due lati da muri di contenimento, è interamente in mattoni a vista. Si presenta divisa verticalmente in due ordini di lesene ioniche che sostengono, rispettivamente, la trabeazione mediana e quella sommitale, sormontata da un timpano. Le uniche aperture presenti sono una finestra rettangolare e il portale d'ingresso principale, entrambi ornati da cornici mistilinee.
Adeguamento liturgico

mensa - aggiunta arredo (2000)
La mensa è stata sostituita con una in legno, posizionata presso il punto di innesto del presbiterio nella navata centrale.
altare - intervento strutturale (2009)
E' ristrutturato l'altar maggiore e, nel contempo, si provvede a restaurare il retrostante coro.
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