chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Gottasecca Alba chiesa sussidiaria Madonna Assunta Parrocchia di S. Pietro in Vincoli Elementi decorativi; Facciata; Campanile; Presbiterio mensa - aggiunta arredo (anni '70 del sec. XX) 998 - 998(prima menzione intero bene); 999 - 999(citazione intero bene); 1014 - 1014(citazione intero bene); 1325 - 1325(dignità intero bene); 1574 - 1574(ricostruzione intero bene); 1594 - 1594(dignità intero bene); 1636 - 1644(riedificazione intero bene); 1682 - 1694(restauro intero bene); 1780 - 1780(descrizione intero bene); 1817 - 1817(dipendenza intero bene); 1837 - 1837(descrizione intero bene); 1886 - 1888(riedificazione presbiterio); 1905 - 1905(restauro intero bene); 1973 - 1977(restauro intero bene); 1996 - 1998(restauro intero bene); 2006 - 2009(restauro intero bene)
Santuario della Madonna Assunta
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Santuario della Madonna Assunta <Gottasecca>
Altre denominazioni
Santuario della Beata Maria Vergine Assunta Santuario della Madonna della Pieve Santuario della Vergine Maria Santissima Assunta Santuario di Beata Maria Vergine Assunta
La pieve di Santa Maria è documentata per la prima volta tra le proprietà del vescovo di Savona, cui era probabilmente pervenuta in seguito alla soppressione della diocesi di Alba.
999 (citazione intero bene)
La pieve è confermata dall'imperatore al vescovo di Savona.
1014 (citazione intero bene)
La pieve è nuovamente confermata dall'imperatore al vescovo di Savona.
1325 (dignità intero bene)
Nel registro delle chiese che pagavano il cattedratico al vescovo di Alba è menzionata la chiesa di S. Maria di Gottasecca, ancora insignita del titolo di pieve
1574 (ricostruzione intero bene)
La chiesa, ormai lontana dal nucleo abitato principale, è ancora documentata con il titolo di parrocchiale e sommariamente descritta dal vescovo Marino in visita pastorale. Si apprende però nell'occasione che, nel concentrico, è stata appena costruita una nuova chiesa per comodità della comunità.
1594 (dignità intero bene)
Le funzioni parrocchiali risultano trasferite nella chiesa di S. Pietro, nel concentrico.
1636 - 1644 (riedificazione intero bene)
La chiesa viene ricostruita. Il cantiere è avviato in data ignota, ma nel 1636 si sta lavorando alla realizzazione della macchina dell'altar maggiore. Nel corso della visita pastorale del 1644, il vescovo Paolo Brizio documenta l'ormai avvenuta conclusione dei lavori, definendo la chiesa "eleganter reedificata".
1682 - 1694 (restauro intero bene)
Alcuni studiosi ritengono che una parte delle strutture odierne della chiesa possano essere fatte risalire a una campagna di lavori collocabile nei decenni finali del sec. XVII, prima che la visita pastorale del vescovo Provana definisca l'edificio "in statu decentissimo". Tale ipotesi sembrerebbe però smentita, almeno in parte, dal complessivo gusto compositivo dell'edificio, che pare più coerente con una datazione alla prima metà del secolo. Da notare comunque come, da questo momento in poi, la dignità parrocchiale, insieme alla titolazione, risultino ormai trasferiti stabilmente alla chiesa di S. Pietro.
1780 (descrizione intero bene)
La chiesa è descritta nel dettaglio e, nell'insieme, l'assetto settecentesco risulta di fatto perfettamente congruente con l'attuale.
1817 (dipendenza intero bene)
Con la Restaurazione, la chiesa torna sotto la giurisdizione della diocesi di Alba, ricostituita dopo la soppressione napoleonica.
1837 (descrizione intero bene)
La chiesa continua a essere ritenuta in ottime condizioni, con una struttura in grado di accogliere tutti i parrocchiani del luogo.
1886 - 1888 (riedificazione presbiterio)
Grazie al concorso economico di molti parrocchiani, la chiesa è sottoposta a un diffuso restauro. A questa fase risale probabilmente la ricostruzione del coro, con terminazione piana.
1905 (restauro intero bene)
Sono documentati interventi di una certa ampiezza in occasione dell'attribuzione della dignità di santuario.
1973 - 1977 (restauro intero bene)
Una serie di interventi di restauro interessa l'edificio, concentrati perlopiù nelle coperture, nel campanile e nella facciata.
1996 - 1998 (restauro intero bene)
Una nuova campagna di restauro si occupa della pulitura e del consolidamento delle murature.
2006 - 2009 (restauro intero bene)
Continuano gli interventi di restauro decorativo e strutturale dell'edificio.
Descrizione
Edificio di medie dimensioni ma di grande fascino, rappresenta uno dei più interessanti esempi di architettura barocca della Langa. La chiesa si sviluppa secondo un impianto longitudinale, apparentemente a tre navate, che in realtà corrispondono a uno schema strutturale e funzionale ad aula, affiancata da tre cappelle per lato, tra loro comunicanti.
Lo spazio è concluso, otticamente e idealmente, da un imponente altare maggiore, caratterizzato da una complessa macchina estesa a occupare tutto la larghezza del presbiterio, in modo da separare fisicamente lo spazio destinato al coro, di ricostruzione ottocentesca, dall'aula.
Dal punto di vista costruttivo, l'aula è coperta da una volta a botte unghiata, con sottarchi che ricadono in corrispondenza dei pilastri delimitanti le cappelle, definite da volte a crociera su base rettangolare, prive di costoloni. Il coro, a terminazione rettilinea, è anch'esso coperto da una campata di volta a botte.
Elementi decorativi
La caratteristica saliente del santuario è la ricchissima decorazione architettonica, probabile opera di maestranze luganesi e frutto di successive campagne svoltesi nel corso del sec. XVII, che ne fanno un unicum nel panorama ecclesiastico dell'alta Langa. Interessante - e rilevante in termini sia qualitativi sia quantitativi - è soprattutto l'uso di apparati plastici nella definizione dei capitelli, delle trabeazioni, del pulpito, degli altari laterali e, in generale, di tutte le membrature architettoniche, dai sottarchi di divisione dell'aula dalle cappelle laterali ai dettagli più minuti delle cornici. Se ne ricava uno spazio fortemente caratterizzato e omogeneo di grande impatto visivo.
Facciata
Il prospetto principale della chiesa, unico parte esterna a risentire del decorativismo dell'aula, dissimula completamente lo sviluppo volumetrico interno. Si tratta infatti di una sorta di facciata a vela, scandita da otto lesene di ordine gigante su alto piedistallo, le quali sorreggono una trabeazione ad andamento spezzato che riprende il ritmo dei sostegni sottostanti. L'intercolumio è costante, con l'eccezione della specchiatura centrale, più ampia per permettere l'inserimento dell'unico portale di accesso e della sovrastante finestra, definita da una ricca cornice che invade lo spazio della trabeazione, determinando l'interruzione dell'architrave e del fregio.
Tale specchiatura centrale, insieme alle due campate laterali è sovrastata da una timpano tripartito da pseudolesene che, lo attraversano verticalmente in corrispondenza delle due, sottostanti, più prossime al portale, inquadrando un articolato stemma a bassorilievo.
Gli spigoli esterni della facciata, caratterizzati da un addensamento delle lesene, sono conclusi superiormente da volute, a loro volta sovrastate da pinnacoli piramidali.
Campanile
Collocato in prossimità dell'angolo nord-orientale dell'edificio, è in muratura intonacata, a canna semplice con lesene angolari, priva di aperture al di là di una serie di monofore sovrapposte e, soprattutto, dalle arcate dell'ampia cella campanaria. Questa, conclusa da quattro timpani, è sovrastata da una sorta di lanternino ottagonale, con copertura a bulbo.
Presbiterio
Di costruzione ottocentesca, è caratterizzato, all'esterno, da una muratura piuttosto grossolana in pietra a spacco. Unico elemento qualificante risulta essere la finestra serliana che illumina internamente il coro.
Adeguamento liturgico
mensa - aggiunta arredo (anni '70 del sec. XX)
Sopravvive l'imponente macchina d'altare seicentesca, che divide il presbiterio dal coro.