Dopo la distruzione di una serie di villaggi da parte delle truppe del comune di Asti è fondata la villanova di Mango. E' opinione comune che la chiesa destinata a divenire la parrocchiale del luogo sia stata realizzata entro il 1283.
1576 (descrizione intero bene)
Il vescovo Vincenzo Marino descrive sommariamente la chiesa del luogo, che risulta già intitolata ai Santi Giacomo e Cristoforo.
1577 (descrizione intero bene)
Nel corso della visita apostolica, Gerolamo Regazzoni ordina interventi di risistemazione dell'edificio, per adeguarlo ai precetti tridentini.
1642 - 1647 (riedificazione intero bene)
La comunità ritiene necessario abbattere la vecchia parrocchiale e costruirne una nuova. L'incarico è affidato al capomastro Antonio Poncino.
1652 (apertura al culto intero bene)
Benedizione e apertura al culto del nuovo edificio sacro.
1672 (descrizione intero bene)
Il vescovo Vittorio Nicolino Della Chiesa, in visita pastorale, descrive la chiesa e registra gli altari istituiti al suo interno.
1698 (descrizione intero bene)
In occasione della visita pastorale, il vescovo Giuseppe Roero descrive la chiesa e la sua dotazione di altari sussidiari.
1742 - 1753 (riedificazione campanile)
Il comune delibera l'abbattimento del vecchio campanile e ne affida l'incarico a Filippo Rinaldi. In seguito lo stesso Rinaldi collaborerà alla ricostruzione del manufatto, realizzato su progetto di tal Bresciano, padre missionario.
1803 - 1817 (giurisdizione intero bene)
Con la soppressione napoleonica della diocesi di Alba, poi ricostituita nel 1817, la parrocchia di Mango, con le chiese dipendenti, è aggregata a quella di Asti.
1844 (ricostruzione facciata intero bene)
Il consiglio comunale decreta l'ampliamento della chiesa e la ricostruzione della facciata. Il progetto è affidato al misuratore Carlo Sitia.
1844 (restauro intero bene)
I capimastri Giacomo Alessandria, Carlo Ferrero di Roddi e Giacomo Arduino di Montà sono incaricati dei restauri all'interno della parrocchiale e del completamento della sua copertura.
1879 (restauro intero bene)
Il comune contribuisce economicamente ai restauri dell'intera parrocchiale.
1926 (realizzazione organo)
Viene collocato in chiesa il nuovo organo, opera della ditta milanese Edoardo Rossi e figlio.
1950 (decorazione interni)
Il pittore albese Sebastiano Giri opera nella parrocchiale all'integrazione delle decorazioni dell'interno.
2002 - 2005 (restauro campanile)
Il campanile, che mostrava segni di cedimento e distacchi, è fatto oggetto di un estensivo intervento di restauro.
Descrizione
Edificio a pianta rettangolare e facciata di gusto neoclassico, ripartita in due ordini in altezza raccordati da volute laterali. L'interno è suddiviso in tre navate separate da archi a tutto sesto, sorretti da pilastri di forma quadrangolare. Il campanile si trova a lato della costruzione ed è separato dall'edificio parrocchiale.
Impianto strutturale
Muratura portante di tipo misto, con lesene e pilastri che sostengono archi a tutto sesto, i quali vanno a dividere lo spazio in tre navate. L'aula principale è coperta da una volta a botte unghiata, mentre le navate laterali sono coperte da volte a crociera.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1967)
Per volere del parroco Ferdinando Bosso l'altare maggiore viene demolito insieme alla balaustra.
presbiterio - aggiunta arredo (1989)
Viene aggiunto un altare in legno amovibile.
ambone - intervento strutturale (1989)
Realizzato in marmo, è posto a sinistra dell'altare.
fonte battesimale - aggiunta arredo (1989)
Il fonte battesimale viene spostato per volere del parroco Luciano Tarditi, nel presbiterio, a destra dell'altare.