chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Guarene
Alba
chiesa
parrocchiale
Santi Pietro e Bartolomeo
Parrocchia di Santi Pietro e Bartolomeo
Presbiterio; Facciata
presbiterio - intervento strutturale (anni '90 del sec. XX); altare - aggiunta arredo (anni '70 del sec. XX)
1345 - 1345(prima menzione intero bene); 1529 - 1539(citazione intero bene); 1547 - 1547(citazione intero bene); 1569 - 1569(dignità intero bene); 1597 - 1597(riplasmazione intero bene); 1606 - 1623(riedificazione presbiterio); 1625 - 1625(restauro intero bene); 1647 - 1647(dignità intero bene); 1662 - 1662(edificazione campanile); 1699 - 1699(descrizione intero bene); 1725 - 1725(realizzazione altari); 1781 - 1782(riedificazione intero bene); 1817 - 1817(giurisdizione intero bene); 1825 - 1825(ampliamento intero bene); 1900 - 1910(decorazione interno); 1978 - 1978(restauro facciata)
Chiesa dei Santi Pietro e Bartolomeo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Pietro e Bartolomeo <Guarene>
Autore (ruolo)
Castelli, Filippo (progetto di riedificazione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (riedificazione)
maestranze piemontesi (ampliamento)
Notizie Storiche

1345  (prima menzione intero bene)

La pieve di Guarene è tra quelle che pagano il cattedratico al vescovo di Asti.

1529 - 1539 (citazione intero bene)

La chiesa è documentata come luogo di riunione e di redazione di documenti da parte della comunità degli uomini di Guarene.

1547  (citazione intero bene)

La chiesa di S. Bartolomeo è documentata come "oratorio" di Guarene.

1569  (dignità intero bene)

La chiesa è menzionata con dignità parrocchiale e titolazione a S. Bartolmeo.

1597  (riplasmazione intero bene)

La comunità intraprende lavori di adeguamento della chiesa, anche per adeguarne lo spazio alla sua funzione.

1606 - 1623 (riedificazione presbiterio)

Continuano i lavori di ampliamento e aggiornamento della chiesa con la ricostruzione del presbiterio e del coro, al termine dei quali si rinnova anche l'altar maggiore.

1625  (restauro intero bene)

Il consiglio della locale comunità segnala la necessità di intervenire con nuove riparazioni.

1647  (dignità intero bene)

Durante la guerra civile, la chiesa era stata utilizzata dalla popolazione come magazzino e, quindi, resa inagibile per il culto. Le funzioni parrocchiali erano state informalmente rasferite presso la chiesa di S. Michele.

1662  (edificazione campanile)

E' costruito il campanile.

1699  (descrizione intero bene)

Riacquisite le funzioni parrocchiali, la chiesa è descritta da una relazione. La disposizione degli altari dell'epoca prevedeva, oltre all'altar maggiore, quello del S. Rosario e quello di S. Maria del Monte Carmelo sul fondo delle navate laterali, più altri sei altari disposti lungo le pareti laterali.

1725  (realizzazione altari)

Il conte Roero istituisce una cappellania presso l'altare del Rosario.

1781 - 1782 (riedificazione intero bene)

E' avviato il programma che porterà, in capo a qualche anno, alla riedificazione della chiesa. In un primo momento il conte Traiano Roero dà l'incarico a Filippo Castelli di progettare una chiesa grandiosa. La morte del committente porterà però a un ridimensionamento del progetto, sempre affidato a Castelli, ma finanziato ora dalla comunità. I lavori inizieranno nel 1782.

1817  (giurisdizione intero bene)

Con la Restaurazione e la ricostituzione delle diocesi soppresse in età napoleonica, la chiesa, insieme alle altre del luogo, è assegnata alla giurisdizione del vescovo di Alba.

1825  (ampliamento intero bene)

Viene aggiunta un'ulteriore navatella verso valle, in modo da ampliare lo spazio interno dell'edificio.

1900 - 1910 (decorazione interno)

Il pittore Giovanni Foglia è incaricato di ridecorare l'interno della chiesa.

1978  (restauro facciata)

La facciata viene sottoposta a un intervento di restauro.
Descrizione

Edificio di grandi dimensioni, con impianto rettangolare a tre navate, concluso da un profondo presbiterio con abside coperto da una volta a semicatino. La facciata è realizzata interamente in muratura di mattoni lasciati a vista ed è caratterizzata da un disegno ricco e complesso di gusto tardosettecentesco. La sua composizione rispecchia l'andamento volumetrico del corpo longitudinale: tripartita da coppie di lesene composite, si articola in un settore centrale caratterizzato dalla presenza del portale maggiore sormontato da una finestra e concluso da una trabeazione che regge il timpano, e da due corpi laterali, più bassi e collegati a quello mediano da volute concave, corrispondenti alle navatelle. L'interno è diviso in tre navate, la maggiore coperta da volte a botte unghiate e dotate di sottarchi, le minori da volte a vela che simulano piccole cupole su pennacchi. La divisione tra le tre navate è scandita dal susseguirsi di campate definite da pilastri che sorreggono archi longitudinali a tutto sesto. Il medesimo ritmo si riconosce nella suddivisione della volta.
Presbiterio
Sovrastato da una volta a vela che simula una cupola su pennacchi, è concluso da un'abside con semicatino costolonato e unghiato per permettere l'inserimento di finestre, che ospita gli stalli lignei del coro.
Facciata
Interamente realizzata in mattoni faccia a vista, è caratterizzata da un evidente gusto tardosettecentesco che si deve al cantiere condotto da Filippo Castelli. Nella sua articolazione complessiva si legge chiaramente la presenza di tre navate, grazie soprattutto all'evidente dislivello tra il corpo principale, segnato da due coppie di lesene di ordine gigante su alto piedistallo, e i due laterali. I tre portali di ingresso sono incorniciati da elementi in cotto.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (anni '90 del sec. XX)
Si è provveduto a rimuovere parte delle balaustre, in modo da ottenere un miglior collegamento tra presbiterio e spazio destinato ai fedeli.
altare - aggiunta arredo (anni '70 del sec. XX)
Una nuova menza in legno è stata aggiunta davanti alla macchina d'altare originaria, conservata interamente.
Contatta la diocesi