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Chiesa della Madonna del Riolo
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa della Madonna del Riolo <Montelupo Albese>
Altre denominazioni
Madonna del Rivolo Madonna di Riolo Santa Maria
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (riedificazione)
maestranze piemontesi (riedificazione facciata e campanile)
Notizie Storiche
XII - XIII (dignità intero bene)
La tradizione indica nell'edificio la chiesa dell'antico abitato di Uriolo, abbandonato per diserzione nel XIII secolo a favore dell'insediamento accentrato presso il castello di Montelupo, dove fu trasferito anche l'edificio di culto
1574 (descrizione intero bene)
Il vescovo di Alba Vincenzo Marino in visita pastorale descrive la chiesa, intitolata a Santa Maria, come posta "extra portam dicti loci".
1577 (descrizione intero bene)
Il visitatore apostolico, monsignor Gerolamo Regazzoni, descrive sommariamente la chiesa di Santa Maria, dicendola dipendente dalla pieve di Diano.
1643 (citazione intero bene)
La chiesa è menzionata, ma non descritta, in occasione della visita pastorale del vescovo albese monsignor Brizio.
XVIII - 1712 (ricostruzione intero bene)
Passato sotto il controllo della comunità locale, la chiesa fu ricostruita nei primi decenni del XVIII secolo
1880 - XIX (riedificazione facciata e campanile)
Probabilmente a seguito dei danni subiti da un terremoto (che colpì in modo particolarmente violento l'area di Monforte d'Alba), viene ricostruita la facciata, aggiungendovi un portico, e innalzato il nuovo campanile adiacente il presbiterio.
Descrizione
Edificio di un certo interesse, mostra oggi un assetto frutto della somma delle preesistenze settecentesche, corrispondenti all'aula e al presbiterio poligonale, scandite all'esterno da lesene che reggono un semplice cornicione, e degli interventi tardo ottocenteschi, ben esemplati dal campanile e dalla facciata, che replica un modello tripartito e suddiviso in due livelli sovrapposti (il primo porticato) piuttosto diffuso nell'area.
Campanile
Si compone di un alto basamento, definito geometricamente dalla sovrapposizione di un parallelepipedo e da un tronco di piramide, che raggiunge, intonacato, la linea di gronda della copertura del presbiterio, e una snella canna in muratura a vista conclusa nella cella campanaria.
Adeguamento liturgico
nessuno
Si conserva la macchina d'altare originaria, ancora utilizzata in occasione delle saltuarie funzioni che la chiesa ospita.