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29/4/2024 Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa della Santissima Annunziata <Pieve Saliceto, Gualtieri>
Data ultima modifica: 14/01/2014, Data creazione: 9/4/2008


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa della Santissima Annunziata


Altre denominazioni SS. Annunziata


Ambito culturale (ruolo)  maestranze emiliane (preesistenze)
maestranze emiliane (costruzione)
maestranze milanesi (decorazioni a stucco)
maestranze milanesi (decorazioni in facciata)
maestranze emiliane (restauro generale)
maestranze emiliane (ripristino antisismico)
maestranze emiliane e veronesi (ripristino statico e restauro decorazioni)
maestranze emiliane (restauro facciata)



Notizie storiche  X - XIII (preesistenze intero bene )
Vi è chi sostiene che un primitiva chiesa sia sorta probabilmente prima del 1000 (Baricchi, p. 101). Nel 1233 il vicariato di Pieve Saliceto comprendeva ben tredici parrocchie. La chiesa romanica, ubicata presumibilmente a nord rispetto all'attuale, era di notevole ampiezza. Resti di manufatti sono stati rinvenuti durante i restauri del 1914 (pezzi di cornicione in cotto). Anche i gradini del transetto dell'attuale chiesa e quelli delle cappelle sono della vecchia chiesa.
XV - XVII (preesistenze intero bene)
La prima notizia riguardante la presenza di un arciprete nella chiesa di Pieve Saliceto risale al 1405. Nella visita Castelli del 1578 la vecchia chiesa appare ampiamente inadeguata. Secondo la tradizione popolare la chiesa viene travolta da un'inondazione del Po e poi demolita nel 1653.
1649 - 1662 (immagine della B.V. delle Grazie carattere generale)
Nel 1649 nella casa del sig. Mario Gozzi vengono demoliti due pilastri di ingresso al cortile sui quali erano dipinte le immagini di San Carlo Borromeo e della Beata Vergine del Rosario col Bambino. Quest'ultima si salva in un frammento d'intonaco rimasto intatto. L'evento, interpretato come miracoloso, da l'avvio ad una venerazione particolare per la Madonna del Pilastro subito ricollocata, con il consenso del Vescovo di Parma, in un nuova cappelletta in prossimità del passaggio a livello della ferrovia. La serie di miracoli seguiti a questo evento sono all'origine della nuova chiesa dove l'immagine miracolosa, traslata nel 1662, venne collocata nella prima cappella dalla parte del Vangelo.
1653 - 1661 (costruzione torre campanaria)
Nel 1653, in concomitanza con l'edificazione della chiesa, vengono gettate le fondamenta del campanile. La costruzione, realizzata da mastro Antonio Nosario di Pieve di Guastalla, è stata ultimata con la copertura nel 1661. Nel 1789 vi viene collocato l'orologio.
1653 - 1679 (costruzione intero bene)
La nuova chiesa viene ricostruita a partire dal 1653, utilizzando i materiali provenienti dalla demolizione della vecchia. Le spese furono coperte dalle abbondanti offerte che i numerosi pellegrini provenienti dalle diocesi vicine, facevano alla Miracolosa Immagine della B.V. delle Grazie. La navata viene voltata a botte nel 1659 da Bonifacio Enrico di Luzzara. Nell'agosto del 1662 l'Immagine viene traslata all'interno della chiesa. Nel 1663 viene pavimentato il coro (presumibilmente in cotto, n.d.c.). Tra il 1670 e il 1674 vengono poste in opera le finestre in legno di rovere. Il pavimento in quadri di cotto della navata è stato posato nel 1679. Nello stesso anno viene realizzata la balaustra in marmo rosso e giallo di Verona. La sagrestia viene costruita nel 1669 e pavimentata nel 1675. Il pavimento verrà poi rifatto nel 1916. Gli stalli del coro in legno di noce vengono realizzati nel 1677 dai falegnami Gioseffo Ruggiero e Giacomo Galvani di Novellara.
1661 - 1672 (decorazione a stucco intero bene)
Gli stucchi della navata, come quelli delle cappelle e del coro, sono stati eseguiti dallo stuccatore milanese Martino Ferrabosco (Ferabosco, Feraboschi, Ferraboschi) tra il 1661 e il 1672. Questi era discendente del più noto Martino Ferrabosco (morto nel 1626) che operò a Roma, ebbe incarichi speciali dal Papa e ornò di stucchi la cappella del SS.mo Sacramento in S. Pietro. Per la decorazione a stucco della facciata viene redatto con il Ferraboschi un regolare contratto recante la data dell'8 aprile 1668. Dell'esecuzione di questi lavori viene dato un elenco dettagliato nel Libro dei Conti nel quale si riporta che l'artista "principiò dalli capitelli, fece le piramidi, fece i cartelloni, slargò le due finestre piccole, fece le basi, stabilì e colorì la detta facciata". Il 25 agosto si occupò dell'ornato della porta principale. I lavori terminarono nel 1669.
1710 - 1711 (dipintura intero bene )
Tra il 1710 e il 1711 la chiesa viene dipinta dagli imbianchini milanesi Carlo Antonio Gallotti , Giovanni Antonio Gallotti e Domenico Cedroni.
1828 - 1828 (mutamento giurisdizione ecclesiastica carattere generale)
La chiesa di Pieve Saliceto passa dalla diocesi di Parma a quella di Reggio Emilia nella quale resterà fino al 1866, quando viene inserita nella diocesi di Guastalla.
1829 - 1829 (restauro intero bene)
Nel 1829 la chiesa viene restaurata e imbiancata. Viene inoltre sistemato il tetto.
1841 - 1845 (rifacimento altari in stucco interno)
Gli stucchi degli altari con struttura in cotto vengono rifatti e tirati a lucido nel giro di tre anni dal 1841 al 1845 da Giovanni Costa stuccatore e indoratore di Guastalla.
1866 - 1866 (mutamento giurisdizione ecclesiastica carattere generale)
Con decreto della Sacra Congregazione Concistoriale del 14 febbraio 1853, reso operativo nel 1866, data di morte del vescovo di Reggio Mons. Raffaelli, Pieve Saliceto ed altre parrocchie vengono aggregate alla diocesi di Guastalla.
1879 - 1879 (cantoria e organo interno )
Nel 1879 viene realizzata una nuova cantoria in legno, sopra la porta di ingresso, costruita nel 1879 da Giovanni Frattini e ornata a stucco nel 1919 da Roberto Modena di Gonzaga. Pochi anni dopo, nel 1884, vi viene collocato l'organo fabbricato dal modenese Eugenio Bonazzi (su progetto del maestro Giovanni Asinari di Gualtieri) che ha conservato le canne di facciata in stagno di un antico organo acquistato nel 1677. Nel corso del Novecento l'organo è stato più volte accomodato e manomesso.
1914 - 1915 (restauro generale intero bene)
Nel 1914 vengono avviati importanti lavori di restauro generale della chiesa, fra i quali si ricordano: - la riapertura delle finestre a serliana, precedentemente tamponate; - la sostituzione dell'originario pavimento in cotto con l'attuale in mattonelle; - la nuova decorazione pittorica della volta del presbiterio e del coro, realizzata con tempera a secco nel 1915; - il restauro del baldacchino in legno sopra l'altare maggiore, ad opera di Roberto Modena di Gonzaga; - la sostituzione dei telai in legno delle finestre con nuovi in ferro realizzati dal fabbro Rovesti Giovanni e fratello Aldo di Pieve Saliceto. In facciata viene inserito l'orologio nel timpano. Questo intervento ha comportato la rimozione di un rilievo in stucco del Ferraboschi raffigurante il Padre Eterno, poi collocato in sagrestia.
1916 - 1916 (nuovo castello in ferro torre campanaria)
Nel 1916 viene sostituito il castello in rovere delle campane con uno nuovo in ferro della ditta Colbacchini di Padova.
1962 - 1962 (altare maggiore presbiterio )
L'altare maggiore in marmo è stato donato nel 1962 dalla signora Argea Lorenzani. L'originale era stato drasticamente modificato tra il 1875 e il 1880 con l'aggiunta di cornici e frontale in scagliola e lo smontaggio del primitivo tabernacolo a tempietto.
1990 - 1992 (rispristino antisismico intero bene)
Nel 1991 vengono eseguiti dei lavori di riparazione e consolidamento antisismico resosi necessari a seguito di un evento sismico. L'intervento consiste: - nella verifica e riparazione orizzontamenti mediante la reintegrazione parziale degli archi e delle piattabande; - nella verifica e riparazione delle lesioni verticali con procedimenti tradizionali ai fini di ricostruire la continuità della compagine muraria; - nella scarnitura dei giunti, con rabboccatura e ripristino degli intonaci con malta tradizionale; - nella collocazione di nuove tirantature a bassa tensione di esercizio.
1995 - 1997 (restauro decorazioni pittoriche e plastiche intero bene)
Un progetto di restauro e conservazione delle decorazioni pittoriche e plastiche viene redatto dapprima nel 1995 dall'ing. Pecchini, ma viene poi richiamato anche in un successivo progetto del 1997 predisposto in conseguenza del sisma del 1996. Gli interventi previsti dal restauratore Ivan Marmiroli di Bagnolo in Piano consistono nei seguenti: - preventivo fissaggio della superficie afflitta da fenomeni di decoesione e solfatazione; - stuccatura delle lesioni (previo risarcimento statico delle medesime) e consolidamento interno, da attuarsi con iniezioni di idonee malte idrauliche fluide prive di sali; - disinfestazione con prodotti a base di acqua ossigenata o aldeide glutarica per l'eliminazione delle muffe, dei nidi di ragno ed altri microrganismi nocivi; - pulitura con impacchi solventi non aggressivi; - eventuali integrazioni del modellato e della finitura, degli intonaci, delle coloriture e delle decorazioni pittoriche secondo le disposizioni della Sovrindendenza.
1996 - 1996 (ammodernamento impianto elettrico interno )
Nel 1996 è stato predisposto un nuovo impianto elettrico e di illuminazione adeguato alle esigenze liturgiche.
1999 - 2000 (ripristino statico e restauro decorazioni intero bene)
A seguito del sisma del 1996 viene attuato un intervento di consolidamento sismico e di conservazione delle decorazioni pittoriche e plastiche organizzato in due stralci di intervento. Il primo stralcio (1999-2000) riguarda l'interno della chiesa e consta delle seguenti opere: - cuciture armate degli archi delle cappelle e gli archi delle cappelle verso la navata; - scarnitura delle connessure; - riparazione delle lesioni nella muratura nord e sud; - riparazione delle lesioni nelle volte delle cappelle e nella volta della navata centrale e degli archi su finestre. Con il secondo stralcio si prevede di intervenire sull'esterno e in particolare sulla facciata con ricuciture a scuci-cuci delle lesioni murarie e l'impiego di tirantature nella parte alta della facciata collegate al preesistente cordolo perimetrale in c.a. e alle capriate metalliche di copertura. Negli stessi anni viene realizzata la nuova pavimentazione del presbiterio in cotto e viene smontata la balaustra.
2002 - 2003 (restauro facciata )
All'inizio degli anni 2000, su progetto dell'ing. Giuseppe Pecchini e dell'arch. Fausto Bisi viene dato corso ai lavori di restauro e risanamento della facciata consistenti nella sostituzione degli intonaci a base cementizia con nuovi intonaci di calce e il rifacimento del tinteggio con cromie desunte da saggi stratigrafici. Viene anche restaurato l'affresco di facciata, di autore ignoto del XVII secolo, raffigurante l'Annunciazione.



Descrizione  La chiesa di Pieve Saliceto sorge isolata al termine della principale via di attraversamento della frazione gualtierese. L'interno ha un aspetto solenne che deriva in massima parte dalla sequenza dei pilastri, con lesene scanalate di ordine ionico, e delle arcate decorate a rilievo che inquadrano le cappelle laterali. Queste ultime, essendo intercomunicanti attraverso ampie aperture ad arco, sembrano formare quasi due navate. Il presbiterio è rialzato di un gradino e il coro termina con una parete rettilinea al centro della quale, nel 1662, è stato collocato il dipinto raffigurante l'Annunciazione attribuito a Francesco Maria pittore di Giardino di Parma. L'edificio si contraddistingue per la presenza di un ricco apparato decorativo plastico di pregevole fattura (risalente alla seconda metà del XVII secolo) che si concentra principalmente nelle cappelle e nelle membrature architettoniche ed ha i suoi picchi creativi nei rilievi del fregio, nei capitelli con festoni e nelle coppie di angeli seduti sopra gli archi di accesso alle cappelle. Le sei monumentali ancone delle cappelle laterali, in rilievo plastico di stucco, sono tutte diverse ma riconducibili ad un'unica tipologia architettonica costituita da coppie di colonne marmorizzate con superiore frontone (intero o spezzato) e un'edicola nell'attico. Sui frontoni sono poste coppie di angeli a tutto tondo. Tra le cappelle spicca quella dedicata alla Beata Vergine delle Grazie nella quale si venera un'immagine miracolosa dipinta su muro, qui traslata nel 1662. La volta è suddivisa in tre riquadri con rilievi plastici a stucco raffiguranti guarigioni operate su invocazione della Vergine Maria. L'insieme decorativo presente nella chiesa è in massima parte opera dello stuccatore milanese Martino Ferraboschi (Feraboschi, Ferabosco, Ferrabosco) discendente del più famoso Martino Ferraboschi (morto nel 1626) che operò a Roma ed ebbe incarichi papali. La facciata è stata compiuta nel 1667 da Giovan Battista Cima. Si articola su due ordini, di cui quello superiore, con serliana e frontone triangolare, è raccordato a quello inferiore a mezzo di due ampie volute. Il partito centrale è sottolineato dall'impiego di lesene binate di ordine dorico che definiscono un piano leggermente aggettante. L'elemento più propriamente plastico è l'elegante portale, opera del Ferraboschi. Il disegno della facciata richiama un tipo piuttosto diffuso tra la fine del Cinquecento e le prima metà del Seicento in area basso padana, riscontrabile ad esempio in tono più dimesso, nella coeva chiesa del Santissimo Crocifisso del convento delle monache Cappuccine di Guastalla. La finestra a serliana costituisce probabilmente una citazione della basilica della Madonna della Ghiara a Reggio Emilia, il cui culto è ampiamente documentato anche in territorio gualtierese.

Impianto strutturale
La chiesa è realizzata con struttura portante in laterizio lasciato a vista all'esterno, ad eccezione della facciata. I materiali provengono per la maggior parte dalla demolizione della chiesa precedente.
Pianta
Sotto il profilo planimetrico la chiesa di Pieve Saliceto ha uno sviluppo longitudinale. Sulla navata si aprono tre cappelle per lato, comunicanti tra di loro. Ai lati dell'ingresso sono collocati due ridotti vani chiusi ospitanti il Fonte Battesimale (a sinistra) e la Penitenzieria (a destra). Altri due vani, delle stesse dimensioni, sono stati ripetuti in fondo alla navata con funzione di disimpegno. Il presbiterio è rialzato di un gradino e termina nel coro rettilineo. Ai lati sono poste la sagrestia (lato nord) e la cappella feriale o del SS. Sacramento (lato sud). Una moderna mensa è collocata in posizione centrale ma è ancora presente il vecchio altare maggiore in marmo. Tra la sagrestia e il coro vi è la torre campanaria. Dimensioni complessive dell'interno: larghezza ca.15,50 mt, lunghezza ca. 29,70 mt (misure desunte graficamente dalla planimetria allegata al progetto di Conservazione delle decorazioni pittoriche e plastiche e deumidificazione delle murature, 1995, in Curia Vescovile di Reggio Emilia, Archivio Ufficio Beni Culturali, Cartella Parrocchia della Santissima Annunziata, Pieve Saliceto, comune di Gualtieri).
Interno
L'architettura della chiesa ha un aspetto solenne che deriva in massima parte dalla sequenza dei pilastri, con lesene scanalate, e delle arcate decorate a rilievo che inquadrano le cappelle laterali (tre per lato). Queste ultime, essendo intercomunicanti attraverso ampie aperture ad arco, sembrano formare quasi due navate. Completa l'insieme un sorprendente apparato decorativo a stucco di pregevole fattura che si concentra principalmente nelle cappelle e nelle membrature architettoniche. E' opera dello stuccatore milanese Martino Ferraboschi (Feraboschi, Ferabosco, Ferrabosco) discendente del più famoso Martino Ferraboschi (morto nel 1626) che operò a Roma, ebbe incarichi speciali dal Papa e ornò di stucchi la cappella del SS.mo Sacramento in S. Pietro. La ricchezza decorativa della chiesa di Pieve Saliceto ha i suoi picchi nei rilievi del fregio, nei pregevoli capitelli e nelle coppie di angeli seduti sopra gli archi di accesso alle cappelle. Il fregio percorre tutta la chiesa. E' ornato a girali e motivi vegetali, ma in corrispondenza delle paraste si arricchisce di figure di cherubini ad altorilievo. I capitelli hanno festoni appesi alle volute e coppie di angeli a tutto tondo sono collocate sopra ad ogni arco che inquadra le cappelle. Al centro di ogni arco è posto un volto alato di amorino. Sul lato nord della navata, tra la cappella dei Santi Antonio da Padova e Antonio Abate e quella della B.V. delle Grazie, è collocato il pulpito. La sua realizzazione risale al 1913. Il disegno appartiene a Tommaso Aroldi, pittore, decoratore e Ispettore onorario dei Monumenti per la zona di Casalmaggiore, ma l'esecuzione è degli stuccatori Demetrio Zanantoni di Casalmaggiore e Pietro Tirelli di Viadana. L'area presbiteriale è stata oggetto di un recente intervento di sistemazione durante il quale la nuova pavimentazione rialzata è stata ampliata fino a comprendere i due vani di disimpegno comunicanti con l'esterno e con la sagrestia e la cappella del SS. Sacramento. Le pareti sono trattate a riquadrature. Al centro del presbiterio è posta una moderna mensa rivolta verso l'assemblea e al di sopra è appeso l'antico baldacchino in legno restaurato nel 1915. Il coro rettilineo reca al centro il dipinto raffigurante l'Annunciazione attribuito a Francesco Maria pittore di Giardino di Parma. L'opera è stata qui collocata nel 1662 e nel 1998 è stata oggetto di restauro con il contributo di una banca locale (1998). La sua cornice è stata dorata con oro fino nel 1915 dal doratore Roberto Modena. Nel coro sono ancora presenti gli stalli in legno scolpito e intagliato realizzati nel 1677 dai falegnami Giuseppe Ruggiero e Giacomo Galvani di Novellara. Sono stati restaurati nel 2001. Al di sopra del portale di ingresso è collocata la cantoria in legno risalente al 1879 (opera di Giovanni Frattini) con decori a stucco di Roberto Modena (1919). Entro una cassa, probabilmente realizzata insieme alla cantoria, è sistemato l'organo, rifatto nel 1883-84 dall'organaro modenese Bonazzi Eugenio su progetto del maestro Giovanni Asinari di Gualtieri. Bonazzi ha conservato le canne di facciata in stagno di un vecchio organo seicentesco. Nel corso del Novecento l'organo è stato più volte accomodato e manomesso. Grazie agli interventi di restauro e consolidamento attuati tra la fine del secolo scorso e l'inizio degli anni 2000, sia all'interno che alla facciata, la chiesa può oggi vantare uno stato di buona conservazione.
Cappelle laterali
Appena superato l'ingresso, sul lato destro è presente un vano chiuso ad uso penitenzieria, che un tempo era la camera mortuaria del cimitero che si trovava davanti alla chiesa. Nel 1833 è stata destinata alla Confraternita del SS. Sacramento e dedicata prima a S. Francesco Solano e poi a S. Agnese. Nel 1940 è stata decorata da Dario Grassi di Guastalla. Continuando sul lato destro, la prima cappella è dedicata ai SS. Pietro e Paolo raffigurati nella pala d'altare (1767). L'ancona su colonne è sormontata da un attico con frontone curvo spezzato recante al centro un riquadro con rilievo e due cherubini alle estremità. E' una tipologia ripetuta in tutte le cappelle con qualche variante nel frontone, proposto sia curvo che triangolare, sia spezzato che completo. Nella seconda cappella si venera S. Giuseppe Sposo qui ritratto insieme a S. Luigi Gonzaga e S. Giovanni Nepomuceno. Il dipinto è stato attribuito all'inizio del secolo scorso a Clemente Ruta. La bella ancona, in stucco modellato e parzialmente marmorizzato, del Ferraboschi (1670) presenta caratteristiche simili a quelle che si trovano su questo lato della chiesa. E' conclusa superiormente da una cimasa col quadro in rilievo di un angelo che porge la corona. La terza cappella è dedicata alla Beata Vergine del Rosario. Contiene un dipinto su tela raffigurante la Madonna del Rosario con i santi Ambrogio, Domenico, Carlo, Lucia e Liberata, opera di Girolamo Massarini che l'ha eseguita nel 1665. Il Massarini ha eseguito anche le quindici tavole dei Misteri (1673) ma sono state rimosse nel 1916 e alienate nel 1936 a mons. Baratti di Guastalla. Anche questa ancona è stata decorata dal Ferraboschi. Nella cappella è presente anche una nicchia contenente una scultura della Vergine. Due volute e un cherubino reggono l'incorniciatura. La volta della nicchia è a conchiglia. Sul lato opposto (nord), a sinistra dell'ingresso, è presente la piccola cappella del Battesimo. Di seguito, la prima cappella conserva un dipinto del Crocefisso con ai piedi l'Addolorata e San Rocco, qui collocato probabilmente nel 1672, attribuito prima a Marcantonio Mainardi detto il Chiaveghino (Gualtieri, 2000, p.105) e poi al reggiano Luca Ferrari (Barilli, 2003, p.29). L'ancona in stucco modellato è opera del Ferraboschi. La composizione è analoga a quella adottata nella cappella di fronte. Due colonne lisce con frontone curvo spezzato e cherubini alle estremità. Nell'attico sono realizzati stemmi nobiliari a rilievo. La cappella successiva è dedicata ai santi Antonio Abate e Antonio da Padova. Ferraboschi è intervenuto sia nella decorazione dell'ancona sia nei rilievi plastici che rivestono la cappella. Nella volta sono presenti amorini, cherubini, motivi floreali e cornucopie che si raccordano a cornici di forma quadrata, circolare e quadrilobata; nelle cornici a stucco sono racchiusi dipinti che ritraggono episodi della vita dei due santi. Il sottarco è decorato con elementi vegetali alternati ad amorini. Nell'ultima cappella su questo lato si venera l'immagine miracolosa della B.V. delle Grazie qui traslata nel 1662. E' la cappella che più si distingue per ricchezza decorativa. L'ancona che incornicia il dipinto presenta due cariatidi che reggono un arco sormontato da due amorini reggi corona. Un'ancona più ampia con colonne a tutto tondo e lesene parietali è sormontata da un timpano a volute con angeli e un riquadro centrale contenente la figura del Creatore. Ferraboschi ha realizzato, a stucco, anche la decorazione parietale e della volta. Quest'ultima è suddivisa in tre grandi riquadri raffiguranti scene a rilievo tratte dai miracoli della BV delle Grazie. I riquadri sono scanditi da cornici e larghi fregi con motivi vegetali e cherubini. Nel riquadro centrale è stato rappresentato il miracolo della guarigione dalla febbre; nel riquadro a sinistra la caduta dall'albero; nel riquadro a destra l'infortunio sotto il carro agricolo. L'intradosso dell'arco di ingresso è decorato con fiori e racem
Illuminazione
L'apporto luminoso di origine naturale è favorito dalla presenza di due ampie serliane (una in facciata e una nel coro) e di sei finestre rettangolari nelle lunette della volta, in corrispondenza delle cappelle laterali. L'impianto di illuminazione artificiale è stato rifatto nel 1996. E' costituito principalmente da una serie di proiettori posizionati sopra il cornicione i quali forniscono una luce diffusa ma indiretta. Ulteriori faretti sono collocati nel presbiterio diretti sia sull'altare che sul dipinto del coro e sull'area intorno all'altare. Anche le cappelle laterali sono dotate di punti luce che evidenziano la particolare ricchezza decorativa.
Prospetti esterni
La chiesa di Pieve Saliceto sorge isolata. Un'area verde, con corsia centrale pavimentata, la separa dalla viabilità comunale. Il prospetto di facciata, realizzato nel 1667 da Giovan Battista Cima, è articolato su due ordini di cui quello superiore, con serliana e frontone triangolare, si raccorda a quello inferiore grazie a due ampie volute. Il partito centrale è sottolineato dall'impiego di lesene binate di ordine dorico che definiscono un piano leggermente aggettante rispetto al resto della facciata. L'elemento più propriamente plastico è l'elegante portale, opera del Ferraboschi. Colonne trabeate con fregio ornato a festoni terminano superiormente con due pigne. Al centro, una cimasa con funzione di ancona racchiude un piccolo affresco di autore ignoto del XVII secolo raffigurante l'Annunciazione. Il dipinto è stato restaurato nel 2003. Osserva Valter Rosa (Gualtieri. La città nuova dei Bentivoglio, 2001, pp.100-101) che il disegno della facciata rimanda a un tipo abbastanza diffuso tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento in area basso padana, come riscontriamo ad esempio in tono più dimesso, nella coeva chiesa del Santissimo Crocifisso del convento delle monache Cappuccine di Guastalla realizzata dall'architetto reggiano Antonio Vasconi. E se la facciata con serliana può costituire una citazione della basilica della Madonna della Ghiara, il cui culto è ampiamente documentato anche nel territorio gualtierese, il modello originario va piuttosto ricercato in ambito cremonese; qui tra il 1570 e il 1580 Francesco Dattaro e Francesco Capra elaborano, sulla scorta della trattatistica cinquecentesca, uno schema di facciata che ritroviamo trasposto, sia pure volgarizzato e semplificato, nella chiesa di Pieve Saliceto. Negli altri prospetti la superficie muraria è stata lasciata a vista. Sul lato nord è ancora visibile ciò che resta di una meridiana solare. La torre campanaria si erge sullo stesso lato, tra la sagrestia e il coro. La sua costruzione, contemporanea a quella della chiesa, si deve all'opera di mastro Antonio Nosario di Pieve di Guastalla. La cella è a bifore e la copertura a quattro falde con cornice dentellata.
Coperture
La navata è coperta con volta a botte in muratura irrobustita con archi trasversali. In corrispondenza delle cappelle laterali sono state realizzate delle volte ad unghia per permettere l'inserimento delle finestre. Anche il presbiterio, il coro e le cappelle laterali sono coperti a botte. La struttura di copertura, originariamente in legno, è ora costituita da capriate in ferro con travi secondarie ad omega, anch'esse in ferro. Il manto in coppi poggia su pannelli nervati.
Pavimentazioni
La pavimentazione dell'aula e delle cappelle laterali è in mattonelle esagonali posate nel 1914-15 durante un intervento di restauro generale della chiesa. Il pavimento in quadri di cotto del presbiterio è stato rifatto tra il 1999 e il 2000.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1970-80)
Collocazione di una mensa per la celebrazione verso i fedeli.
presbiterio - intervento strutturale (2000)
Smontaggio balaustra.
intera chiesa - intervento strutturale (1999)
Nel 1999 è stato indetto un concorso ad inviti per l'acquisizione di un progetto di adeguamento liturgico della chiesa.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Emilia-Romagna
Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla
Vicariato di Guastalla
Parrocchia di Santissima Annunziata

via Ghiarone - Pieve Saliceto, Gualtieri (RE)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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