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Chiesa della Beata Vergine Maria Addolorata e San Celestino I Papa <Cadelbosco di Sopra>
Data ultima modifica: 14/01/2014, Data creazione: 9/4/2008


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa della Beata Vergine Maria Addolorata e San Celestino I Papa


Altre denominazioni S. Celestino;S. Celestino I° P. e B.V. Addolor.;B.V.M. Addolorata e S. Celestino I P.


Ambito culturale (ruolo)  maestranze emiliane (costruzione)
maestranze emiliane (restauro)
maestranze emiliane (completamento facciata)
maestranze emiliane (restauro e consolidamento antisismico)
maestranze emiliane (risanamento murature e restauro pittorico)



Notizie storiche  1096 - 1096 (preesistenze intero bene)
Le fonti riportano che nel 1096 Sigifredo donò la chiesa di Cadelbosco di Sopra al Monastero di San Prospero di Reggio. Si tratta del primo documento che attesta la presenza di un'antica chiesa dedicata a S. Celestino.
XV - XVII (preesistenze intero bene)
Nel XV secolo viene costruita una nuova chiesa a tre navate nel luogo in cui si trova oggi quella attuale settecentesca. Inizialmente di modeste dimensioni, nel 1506 viene allungata sul lato ovest. Nel 1530 viene aggiunto il Coro (ancora visibile dietro l'abside della chiesa odierna) e forse nel 1531 viene realizzata la volta. Nel corso del XVII secolo vengono aggiunte le cappelle laterali: cappella del Rosario (1619), cappella del Consorzio (1624), cappella dei Zanichelli (1626), cappella del Crocifisso del Sirolo o della B.V. della Vita (1652).
1755 - 1769 (costruzione intero bene)
Nel 1755 don Garrò concepisce l'intenzione di costruire una chiesa più grande e ne affida il compito all'architetto Francesco Zanni di Argine. In ottobre vengono gettate le fondamenta e dopo pochi anni viene benedetta (17 giugno 1764). Il presbiterio e il coro saranno compiuti nel 1769. La vecchia chiesa non viene demolita completamente. Parte della navata è stata mantenuta ed oggi è utilizzata come locale di servizio sul fianco nord della nuova chiesa; mentre il presbiterio e l'abside recano ancora traccia degli antichi affreschi che li adornavano e oggi fungono da vestibolo per la sagrestia. Della vecchia costruzione viene inglobato anche il campanile, poi ricostruito nel 1833.
1811 - 1811 (acquisto organo interno )
Nel 1811 l'arciprete Brunetti acquista un organo proveniente dalla chiesa di San Barnaba di Modena. E' un'opera di Agostino Traeri del 1774. L'organo è considerato di grande valore artistico. Vi è chi sostiene che sia stato realizzato su modello di quello del palazzo parigino delle Tuileries, andato distrutto durante i moti rivoluzionari del 1871, ma studi recenti condotti su base documentaria informano che non sono stati rintracciati atti comprovanti tale derivazione, pur ammettendo che il Traeri abbia progettato uno strumento di indubbio gusto transalpino. L'organo non è più quello originale poiché è stato modificato nel 1835 da Filippo e Giuseppe Riatti, i quali sono intervenuti sia sulla struttura architettonica che su quella sonora. Nel 1921 l'organaro Vincenzo Rossi sostituisce la tastiera e apporta qualche altra modifica. Nessun altro intervento di rilievo è stato eseguito fino al 1999 quando è stato restaurato da Pier Paolo Bigi.
1833 - 1833 (restauro intero bene )
Nel 1833 la chiesa viene restaurata da Antonio Iotti capo-mastro poiché il terremoto dell'anno precedente l'aveva danneggiata pesantemente.
1837 - 1837 (ricostruzione torre campanaria)
Nel 1837 viene anche ricostruita la torre campanaria, anch'essa rimasta danneggiata dal sisma del 1832. Le fonti non sono concordi nell'indicare con precisione la paternità progettuale dell'opera. Vi è chi sostiene che il campanile sia stato ricostruito su disegno di Angelo Iotti (figlio di Antonio) con la guida degli architetti Marchelli e dell'ing. Luigi Croppi e chi invece ritiene che lo Iotti abbia eseguito, con modifiche, un disegno del Marchelli.
1874 - 1874 (titolo giuridico carattere generale)
La chiesa di Cadelbosco di Sopra è elevata ad Arcipretura.
1890 - 1891 (abbellimento interno)
Sul finire del XIX secolo la chiesa viene abbellita all'interno e solennemente consacrata da S.E. Mons. Vincenzo Manicardi Vescovo di Reggio e Principe. Nel 1764 era stata soltanto benedetta. Nello stesso periodo vengono collocate le otto statue di santi, ad opera dei modenesi Severo Garignani e Giuseppe Rossignoli.
1949 - 1950 (completamento facciata)
Intorno alla metà del secolo scorso la facciata viene completata secondo le linee del progetto primitivo.
1963 - 1964 (restauro interno )
Agli inizi degli anni '60 del secolo scorso l'interno della chiesa viene sottoposta a restauro. Le spese vengono sostenute dal Comune e dai parrocchiani.
1968 - 1968 (costruzione nuova canonica intorno)
Nel 1968 viene costruita la moderna canonica su progetto dell'arch. A. Pastorini.
1994 - 1995 (restauro statico e miglioramento antisismico intero bene)
In seguito all'evento sismico del 1987 viene redatto un progetto di restauro statico e miglioramento antisismico. I lavori vengono eseguiti tra il 1994 e il 1995 sotto la direzione dello studio associato degli ingg. Donelli e Simonazzi di Reggio. L'intervento ha consistito principalmente nelle seguenti operazioni: - cuci-scuci delle murature laterali esterne; - cuciture armate con ferri diam. 16; - sostituzione travature del tetto; - ripristino muratura dell'abside con iniezioni di malta addittivata; - ripristino della volta sopra l'altare.
1997 - 1997 (consolidamento strutturale intero bene)
A seguito del sisma del 1996 viene redatto un progetto di consolidamento strutturale.
2000 - 2002 (risanamento murature e restauro pittorico intero bene)
Tra il 2000 e il 2002 viene intrapresa un'importante campagna di risanamento delle murature della chiesa e di restauro pittorico dell'interno sotto la guida dell'arch. Fausto Bisi. Il risanamento ha comportato la rimozione dell'intonaco cementizio e la sua sostituzione con uno a base di calce. Per quanto riguarda il restauro pittorico sono state riportate alla luce le cromie tardo-settecentesche ancora presenti sotto gli incongrui tinteggi successivi. Sono state altresì restaurate le statue in gesso.
2004 - 2004 (restauro pittorico sagrestia)
Nel 2004 si esegue un restauro pittorico della sagrestia. In mancanza di ulteriori informazioni si ritiene che il restauro abbia riguardato le pitture dell'abside dell'antica chiesa quattrocentesca che come si è detto precedentemente è stata inglobata nel complesso edilizio della nuova chiesa (n.d.c.).



Descrizione  La chiesa di Cadelbosco di Sopra prospetta su un'ampia piazza sistemata a verde e fa parte di un complesso parrocchiale che comprende anche l'oratorio e la canonica. La sua costruzione risale al 1755. Della precedente chiesa quattrocentesca è stata mantenuta parte della navata, il presbiterio e il coro absidato che sono stati accorpati alla chiesa sul fianco nord-est. La paternità progettuale della nuova chiesa viene ascritta all'architetto Francesco Zanni originario della vicina frazione di Argine. Le linee architettoniche dell'interno sono pervase da un gusto scenografico di grande impatto miranti ad ottenere un effetto di movimento attraverso l'impiego di colonne libere che protendono verso il centro dello spazio liturgico. Le pareti sono animate da nicchie poco profonde contenenti gli altari e da colonne giganti di ordine composito. Con il recente recupero delle cromie tardo-settecentesche, rinvenute al di sotto degli strati pittorici realizzati in tempi successivi, l'interno ha riacquistato l'aspetto originario. Sotto il profilo planimetrico la chiesa costituisce una singolarità nel panorama degli edifici sacri del territorio. Consta di un'aula rettangolare con spigoli arrotondati terminante nel presbiterio rialzato con coro semicircolare al centro del quale, entro una fastosa ancona, è posto il dipinto raffigurante la Pietà e S. Celestino, recentemente restaurato. Otto colonne libere definiscono le tre navate in cui è suddivisa l'aula, ma l'andamento della trabeazione, che non corre rettilinea ma arretra in prossimità delle alte nicchie parietali, e la presenza di un asse trasversale mediano, in corrispondenza del quale sono situati gli accessi secondari, conferiscono all'invaso una configurazione spaziale quasi centralizzata. Lo conferma il fatto che la campata di mezzo della navata maggiore è coperta a cupola, mentre le altre hanno volta a vela. Il fronte principale della chiesa è stato completato soltanto intorno alla metà del secolo scorso. E' ripartito da lesene accoppiate di ordine dorico al primo livello e ionico al secondo con trabeazione intermedia di separazione. Il partito centrale termina con il frontone triangolare. Le ali laterali si distaccano dal piano della facciata e si raccordano obliquamente con i fianchi della chiesa andando a definire un andamento mistilineo del fronte che da questo arretramento riceve un maggiore impulso dinamico. Se si eccettuano le membrature architettoniche, le superfici murarie della facciata sono in mattoni a faccia vista. Tutti gli altri prospetti sono completamente realizzati in laterizio a vista. Lo stato di conservazione della chiesa è molto buono. Negli ultimi due decenni è stata sottoposta ad importanti interventi di restauro, risanamento e consolidamento strutturale.

Impianto strutturale
La chiesa è realizzata con struttura portante in laterizio lasciato esternamente a faccia vista.
Pianta
Sotto il profilo planimetrico la chiesa costituisce una singolarità nel panorama degli edifici sacri del territorio. L'aula ha forma rettangolare con spigoli arrotondati. E' suddivisa in tre navate grazie ad otto colonne giganti di ordine composito, delle quali le quattro centrali definiscono uno spazio cupolato. Le pareti sono animate da colonne dello stesso ordine con intercolumni di diversa ampiezza contenenti, quelli più larghi, gli altari (due per lato) e le porte di accesso secondario (una per lato) e, quelli più stretti, nicchie per confessionali e statue. Il presbiterio è rialzato di tre gradini e termina nel coro absidato. Nelle pareti curve in fondo alle navate laterali sono state realizzate due porte di accesso ai locali di servizio situati ai lati del presbiterio e dietro il coro, parte dei quali sono stati ottenuti accorpando una porzione della precedente chiesa quattrocentesca. Dimensioni complessive dell'interno: larghezza 18,00 mt, lunghezza 40,20 mt.
Interno
L'impianto della chiesa di Cadelbosco di Sopra viene ascritto all'architetto Francesco Zanni originario della vicina frazione di Argine. L'interno è pervaso da un gusto scenografico e dinamico di grande effetto ottenuto mediante l'impiego di colonne libere di ordine composito a definire le tre navate. Le pareti sono animate da colonne leggermente addossate e da cappelle appena accennate contenenti i quattro altari laterali. La prima cappella sul lato destro dell'ingresso è dedicata alla Madonna di Loreto come ricorda l'iscrizione nel cartiglio superiore. Il dipinto che vi si conserva è attribuito a Lorenzo Franchi (1565-1632). Nell'altro altare sullo stesso lato si venera la B.V. della Vita raffigurata in un affresco di ignoto autore del XVI secolo. L'immagine, scoperta miracolosa nel 1636, era stata portata all'interno della vecchia chiesa nel 1656 e poi trasferita nella chiesa attuale nel 1764. Sul lato sinistro la prima cappella accoglie un dipinto della Madonna del Rosario ritenuto di Lorenzo Franchi. Di fianco, in una piccola cappella chiusa con un cancello in ferro battuto è collocato l'antico Fonte Battesimale in legno. L'altro altare conserva un dipinto raffigurante la Beata Vergine con il Bambino e S. Celestino I Papa con altri personaggi. Le pareti sono ulteriormente vivacizzate dalla presenza di otto statue di santi entro nicchie, qui collocate sul finire del XIX secolo. Sono opera dei modenesi Severo Garignani e Giuseppe Rossignoli. Una trabeazione a dentelli descrive tutto l'interno della chiesa arretrando in prossimità degli altari laterali a creare un interessante effetto di movimento. La presenza dell'asse trasversale mediano, in corrispondenza del quale sono situati gli accessi secondari, suggerisce una configurazione spaziale quasi centralizzata. A conferma di ciò la campata di mezzo della navata maggiore è stata coperta a cupola, mentre le altre due hanno volte a vela. L'area presbiteriale, priva di balaustra, è rialzata di tre gradini. Le pareti sono definite da paraste composite che ripetono le proporzioni delle colonne dell'aula. Al centro è posta una moderna mensa in legno ma è ancora presente, ai margini con il coro, l'antico altare ligneo intagliato e dorato. Al piano superiore sono state realizzate due cantorie con parapetto, ma soltanto quella sul lato nord conserva un organo di grande valore artistico realizzato da Agostino Traeri nel 1774, poi modificato con i successivi interventi del 1835 e del 1921. Nel coro absidato sono collocati gli stalli lignei provenienti dalla chiesa di S. Spirito di Reggio Emilia. Sopra di essi, entro un'imponente ancona riccamente decorata, è alloggiato il dipinto che rappresenta la Pietà e S. Celestino, attribuito allo Ziletti. Il dipinto è stato sottoposto a restauro grazie a contributi ministeriali. Anche l'apparato decorativo è stato restaurato di recente. Con il recupero delle cromie tardo-settecentesche, rinvenute al di sotto degli strati pittorici realizzati in tempi successivi, la chiesa ha riacquistato l'aspetto originario.
Illuminazione
L'apporto luminoso di origine naturale è favorito dalla presenza di sei finestre nell'aula, più due nel presbiterio e una in facciata. Nell'abside la finestra di sinistra non riceve luce diretta in quanto affaccia sui locali accessori del fianco nord-est della chiesa, mentre quella di destra apre sull'esterno ma è stata oscurata. L'impianto di illuminazione artificiale è garantito da moderni apparecchi appesi al centro degli archi di collegamento tra le colonne libere dell'aula. Ulteriori fonti luminose sono state installate nel presbiterio e nel coro. L'altare della B.V. della Vita è dotato di punti luce supplementari.
Prospetti
La chiesa di Cadelbosco di Sopra prospetta su un'ampia piazza sistemata a verde e fa parte di un complesso parrocchiale che comprende anche l'oratorio e la canonica. Il fronte principale è stato completato soltanto intorno alla metà del secolo scorso. E' ripartito da lesene accoppiate di ordine dorico al primo livello e ionico al secondo con trabeazione intermedia di separazione. Il partito centrale termina con il frontone triangolare. Il portale di ingresso è inserito in una composizione nella quale paraste di ordine dorico si impostano sopra a sintetiche volute capovolte che si rastremano verso l'alto. Sopra al portale di ingresso è collocata una finestra trapezoidale. Le ali laterali della facciata si distaccano dal piano principale e si raccordano obliquamente con i fianchi della chiesa andando a definire un andamento mistilineo del fronte che da questo arretramento riceve un maggiore impulso dinamico. Nelle porzioni laterali oblique sono ricavate nicchie atte all'alloggiamento di statue. Se si eccettuano le membrature architettoniche, le superfici murarie della facciata sono in mattoni a faccia vista. Tutti gli altri prospetti sono completamente realizzati in laterizio a vista. La torre campanaria si erge sul lato sud della chiesa addossata agli ambienti di servizio. La sua architettura ricercata, risalente alla prima metà del XIX secolo, si deve ad un probabile suggerimento dell'architetto Marchelli. E' definita da un bugnato angolare a corsi alterni, ed è conclusa da una cella a monofore serrate da coppie di colonne e frontespizio triangolare.
Coperture
La campata centrale della navata maggiore è cupolata con lanterna al centro. Le altre due campate sono coperte a vela. Il presbiterio è coperto a botte e il coro con volta a catino. Le navate laterali hanno volte semisferiche però appianate su un lato per l'inserimento di aperture finestrate. La struttura di copertura è presumibilmente a capriate lignee. Il manto è in coppi.
Pavimentazioni
La pavimentazione dell'aula è in mattonelle di graniglia di grosso formato. Anche il presbiterio è pavimentato con mattonelle, ma di formato ridotto. I gradini degli altari laterali e del presbiterio sono in marmo rosso di Verona.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1965-75)
Collocazione nuova mensa in legno rivolta verso l'assemblea.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Emilia-Romagna
Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla
Vicariato di Castelnovo di Sotto-S. Ilario d'Enza
Parrocchia di Beata Vergine Maria Addolorata e San Celestino I Papa

Piazza San Celestino - Cadelbosco di Sopra (RE)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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