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6/5/2024 Diocesi di Orvieto - Todi - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Sabino <Fratta Todina>
Data ultima modifica: 25/05/2017, Data creazione: 1/7/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Sabino


Altre denominazioni S. Sabino


Ambito culturale (ruolo)  barocco (costruzione)



Notizie storiche  1654 - 1657 (costruzione intero bene)
L'attuale Chiesa parrocchiale di San Sabino fu realizzata per volontà del Cardinale Giovambattista Altieri, in sostituzione della vecchia chiesa, piccola e sommersa dal palazzo dall’altra parte della strada, commissionandone il disegno a due architetti, Vittorio Honofri e Giovanni Antonio Fratini da Forlì. La prima pietra il 25 Aprile 1654 e la costruzione venne completata il 9 Aprile 1657.
1733 - 1733 (realizzazione cantoria)
Al 1733 risale l'elegante cantoria tardobarocca, in legno decorato, collocata sulla parete di controfacciata al si sopra della porta d'ingresso.
1735 - 1735 (consacrazione carattere generale)
Come testimoniato anche da una epigrafe dedicatoria conservata all'interno della navata, la chiesa venne consacrata il 25 Settembre 1735 dal Vescovo di Todi, Mons. Ludovico Anselmo Gualterio.
1800 ca. - 1810 ca. (realizzazione altare)
Il mobile ligneo dorato che costituisce l'originario altare maggiore della chiesa è stato realizzato durante il primo decennio dell'ottocento.
1846 - 1846 (descrizione intero bene)
L'inventario "Generale" dei beni "appartenenti all'Arcipretura di Fratta Todina", compilato del 1846, ricorda la presenza dell'altare maggiore, internamente "al Presbiterio chiuso con cancellata di noce intagliata", con il titolo di S. Michele Arcangelo; riguardo agli altri altari, in cornu Evangelii si trovavano quelli dedicati alla Madonna Santissima del Rosario e a Sant'Orsola, mentre in cornu Epistolae erano collocati quelli dedicati a Sant'Antonio da Padova e alla Madonna Santissima dei Sette Dolori.
1868 - 1868 (descrizione intero bene)
Un successivo inventario dei beni della "Chiesa Arcipretale della terra di Fratta", redatto nel 1868, localizza l'edificio sacro dentro il castello stesso, "sotto l'Invocazione e Titolo di S. Sabino Vescovo e Martire", con sei altari, compreso il maggiore dedicato "a S. Sabino V. e M. e S. Michele Arcangelo"; da notare che l'ultimo altare, "sotto l'Invocazione di S. Caterina V. e M", veniva collocato "nella (cosidetta) Chiesuola annessa comunicante per apposita porta alla Chiesa grande".
1893 - 1893 (descrizione intero bene)
Un ulteriore inventario dei "beni inerenti alla Parrocchia di S. Savino in Fratta Todina, datato 21 maggio 1893, descrive la chiesa costituita "di un vano rettangolare ricoperta a volta reale, al cui lato destro è contiguo altro vano più piccolo, col piano di calpesio più basso, "detta Chiesuola o Cappella, alla quale si può accedere ed alla Chiesa ed alla strada"; i muri longitudinali vengono rappresentati con "grandi nicchie ad arco a tutto sesto, in quattro delle quali sono eretti gli altari minori", con l'altare maggiore che "si erge nel mezzo del muro nord"; nella parete a sud, con la porta d'ingresso, stava "addossata l'orchestra con organo in buonissimo stato"; ai lati della porta vengono ricordati "due piccoli vani, che vanno da cima a fondo del fabbricato", con una "scala a chiocciola di pietra stupendamente lavorata, la quale da accesso all'orchestra ed alla soffitta della Chiesa" in quello di sinistra. La copertura sovrastante viene descritta poggiata "su incavallature".
1950 ca. - 1950 ca. (restauro interno)
I quattro altari laterali, collocati al di sotto delle preesistenti macchine barocche, furono ricostruiti "rettificati" alla metà del secolo scorso. Allo stesso intervento si fa risalire il restauro dell'ambiente interno, con il rifacimento della pavimentazione e della tinteggiatura.
1959 - 1959 (descrizione intero bene)
Il verbale di presa di possesso del beneficio parrocchiale di San Sabino in Fratta Todina, redatto l'8 ottobre 1959, descrive la chiesa "a forma rettangolare a volta", con il tetto sovrastante in cattivo stato; il pavimento e la tinteggiatura dell'aula sono descritti al contrario in "buono stato, essendo stati rifatti di recente", all'interno della chiesa vengono ricordati "l'Altare maggiore e 4 altari minori, un fonte battesimale in pietra e l'orchestra".
2008 - 2008 (restauro interno)
L'ambiente liturgico interno della chiesa è stato recentemente restaurato; le opere sono state eseguite nell'anno 2008; allo stesso intervento risale l'adeguamento della dotazione impiantistica del sacro edificio.



Descrizione  La notizia più antica su Fratta Todina, collocata nella Media valle del Tevere tra Todi e Marsciano, si trova in un documento del 1177. Nel medioevo era un vicus, un villaggio di contadini che coltivavano le terre del Vescovo di Todi. Il suo nome deriverebbe infatti dal sistema con cui il centro abitato veniva difeso, costruendo una recinzione di pali infissi nel terreno intrecciati con frasche in modo da formare una specie di fratta, o boscaglia. Nel libro dei fuochi del 1292 è indicata con il nome di Villa o di Fracta Episcopi, Fratta del Vescovo. Nell’età comunale le lotte tra guelfi e ghibellini imperversarono nella regione e coinvolsero anche Fratta, che fu più volte attaccata da orvietani e perugini. Il clima di ostilità e i continui saccheggi, incendi e devastazioni, determinarono l’evoluzione dell’abitato da villa a castrum. Tra il 1331 e il 1333, con la costruzione del castello e delle annesse fortificazioni, entrò a far parte del sistema difensivo tuderte. Fratta acquistò importanza, diventando sede vicariale e di corte di giustizia. Nel 1334 passò sotto la signoria di Firenze, fino a quando nel 1413 Braccio Fortebraccio da Montone la conquistò e la ristrutturò, fortificandone le mura e le torri. La Chiesa parrocchiale di San Sabino, inserita nel tessuto edilizio dell'antico abitato, fu realizzata per volontà del Cardinale Giovambattista Altieri, il maggior benefattore di Fratta, che in sostituzione della vecchia chiesa, piccola e sommersa dal palazzo dall’altra parte della strada, ne commissionò il disegno a due architetti, Vittorio Honofri e Giovanni Antonio Fratini da Forlì, riuscendo però solo a benedire la prima pietra il 25 Aprile 1654. L'edificio venne completato il 9 Aprile 1657, benedetto dal canonico di Vercelli Giovanni Battista Velati, e consacrato il 25 Settembre 1735 dal vescovo Ludovico Anselmo Gualterio. Lo stile è quello di un ricco barocco, con navata unica, intonacata e tinteggiata, voltata con una botte lunettata sviluppata su quattro campate scandite da sottarchi, poggianti a loro volta su paraste tuscaniche, corrispondenti a quattro grandi arcate su ogni lato; quattro sono anche gli altari laterali, in muratura e marmo, con macchine barocche in stucchi decorati, mentre ligneo e dorato è l'originario altare maggiore, risalente ai primi dell'ottocento, all'interno del presbiterio sollevato di un gradino; la parete di fondo, molto rimaneggiata, è interamente ricoperta da un affresco con l’Assunzione della Vergine e i Santi Giuseppe, Barbara e Nicola di Bari, mentre la pala d’altare con l’Immacolata e i Santi Pietro, Savino, Michele Arcangelo e Paolo, del 1665, è molto interessante perché ha al centro una “fotografia” seicentesca di Fratta, su cui San Savino invoca la protezione della Vergine. Di inizio settecento è l'elegante cantoria lignea tardobarocca, collocata sulla parete di controfacciata. Le due opere di maggior rilevo conservate nella chiesa sono di Andrea Polinori, il pittore barocco tuderte più importante: la prima è la Deposizione, del 1612, proveniente dalla chiesa precedente, l’altra è la Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina da Siena, sul secondo altare di sinistra, lavoro della maturità e di bottega, datato agli anni ’40. La facciata, antistante un doppiofondo con locali praticabili laterali, si presenta con elementi classici, murata in cortina di mattoni a vista, stretta tra due larghe paraste cantonali tuscaniche e coronata da un pesante timpano triangolare; coperto da timpano è anche il portale d'ingresso, sormontato da una finestra quadrata.

Impianto strutturale
Edificio in muratura continua coperto con volta a botte.
Struttura
Strutture verticali: pareti in muratura di pietra calcarea e mattoni. Strutture di orizzontamento: capriate in ferro e travetti in cemento armato.
Coperture
L'edificio presenta copertura impostata su capriate in ferro, travetti in cemento armato, tavellonato laterizio. Il manto di copertura è in coppi e sottocoppi.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è realizzata in cotto industriale nelle porzioni laterali della navata, in pietra di Trani nella fascia centrale della stessa, in marmo nel presbiterio.



Adeguamento liturgico  altare - intervento strutturale (1970 ca.)
Altare collocato su una pedana di due gradini in marmo, con corpo in pietra grezza e mensa marmorea.
ambone - aggiunta arredo (1970 ca.)
Ambone costituito da mobile ligneo con leggio sovrastante.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Umbria
Diocesi di Orvieto - Todi
Parrocchia di San Sabino

Via Roma - Fratta Todina (PG)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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