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20/5/2024 Diocesi di Concordia - Pordenone - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santa Maria Maggiore <Meduno>
Data ultima modifica: 13/05/2019, Data creazione: 13/6/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Maria Maggiore


Ambito culturale (ruolo)  maestranze friulane (costruzione edificio)
maestranze friulane (restauro edificio)



Notizie storiche  XVI - XVI (ampliamento intero bene)
Secondo le fonti tra il 1549 e il 1566 l'edificio venne ampliato ad opera di Francesco di Spilimbergo, Pietro Amalteo di Valvasone e Giovanni di San Vito. Venne consacrato nel 1571.
XVIII - XVIII (restauro intero bene)
Nel corso del '700 l'edificio venne sottoposto ad alcuni interventi di restauro.
XIX - XIX (ricostruzione intero bene)
Nel 1830 l'edificio venne ricostruito a partire dalle fondamenta sul precedente impianto, come attesta una lapide in facciata.
2000 - 2000 (restauro intero bene)
La chiesa è stata oggetto di alcuni interventi di restauro: demolizione scala lignea della sacrestia, realizzazione servizio igienico, revisione e sistemazione manto di copertura, sostituzione serramenti, revisione locale centrale termica.
2000 - 2000 (restauro campanile)
Il campanile è stato oggetto di restauro.
2004 - 2004 (restauro interno)
E' stata eseguita una campagna di restauro volta al recupero delle opere d'arte danneggiate nell'incendio del 28 settembre 2004.
2005 - 2005 (restauro organo)
A seguito dell'incendio del 28 settembre 2004 l'organo è stato sottoposto a pulitura e riaccordatura.
2010 - 2010 (restauro soffitto)
Il soffitto della chiesa è sottoposto a rifacimento e con esso gli affreschi di Giovanni Carlo Bevilacqua (sec. XIX).
V-VI (?) - V-VI (?) (notizie storiche intero bene)
Fonti parlano di un'antica chiesa fatta risalire al V-VI secolo.
XI-XII - XI-XII (costruzione intero bene)
Dell'antica aula paleocristiana nulla è rimasto. Si è ipotizzato la ricostruzione del piccolo tempio nel corso del XI e XII secolo.



Descrizione  L'origine della chiesa parrocchiale è fatta risalire al V-VI secolo. Dell'antica aula paleocristiana, ipotizzata ma possibile, nulla è rimasto. Si è ipotizzata la sua ricostruzione nel corso dell'XI e XII secolo. Essa doveva presentarsi ad unico vano rettangolare, tetto a due falde e a capriate lignee, coro sopraelevato per la cripta sottostante. In seguito fonti attestano la possibilità che la cripta sia stata interrata per annullare il dislivello che caratterizzava la fabbrica medievale. Secondo le fonti, tra il 1549 e il 1566 l'edificio venne ampliato ad opera di Francesco di Spilimbergo, Pietro Amalteo di Valvasone e Giovanni di San Vito. La facciata si presenta con occhio cieco, architrave mutila e culmina con un timpano. L'ambiente interno ad aula unica rettangolare presenta gli altari lignei della Madonna (maggiore), di San Giovanni e di Santa Maria "de brusavilla". Nel XVIII secolo venne costruita la cappella del Ss. Nome di Gesù. Nel 1830 l'edificio venne ricostruito a partire dalle fondamenta sul precedente impianto, come attesta la lapide in facciata. La nuova chiesa è un ampio vano con finestratura ad arco ribassato, con due ampie cappelle centrali delimitate da due colonne corinzie, un avancoro segnato all'ingresso da analogo binato, il presbiterio vero e proprio. Degna di menzione è la vasca battesimale (1485), a sinistra dell'ingresso, la quale reca nel motivo baccellato e nelle paffute teste di cherubino che corrono lungo la fascia centrale la mano del celebre lapicida G. A. Pilacorte. Il fonte riceve una copertura piramidale, secondo le norme controriformiste, ovvero un tamburo ottagonale le cui facce recano il Battista, la Resurrezione, San Filippo battezza l'eunuco della regina di Candace. Nella cappella di sinistra trova posto un telero con il Martirio di Santo Stefano. Sulla destra un altare a quattro colonne reca nella nicchia la Madonna del Rosario, le statue dei Ss. Domenico e Caterina da Siena ai lati e le figurine della Fede e della Carità assise a fianco della cimasa lunettata. L'altare maggiore vede le statue di San Michele e San Pietro, il paliotto con vite e spighe eucaristiche e la cimasa con angeli, cherubini e Spirito Santo. Il fornice del monumentale altare è occupato dalla pala di Gio Battista Piazzetta con la Madonna col Bambino e Sant'Urbano in gloria e i Ss. Gottardo, Filippo e Giacomo minore (restaurata nel 2000). Il soffitto è affrescato da Giovanni-Carlo Bevilacqua nel 1838 con l'Assunta al centro, due monocromi con il Patrocinio della Madonna e della Morte della Vergine al di sopra e al di sotto della scena principale, il medaglione della Carità sulla volta del coro. Il sisma del 1976 danneggò gravemente gli affreschi, dei quali rimangono la Morte della Vergine, parzialmente la Carità e alcuni lacerti.

Facciata
Facciata con occhio cieco, architrave mutila e timpano culminante.
Impianto strutturale
Ad aula unica rettangolare, due cappelle centrali.
Elementi decorativi
Fonte battesimale (1485) di G. A. Pilacorte. Soffitto: affreschi (1838) Morte della Vergine, la Carità e alcuni lacerti di G. C. Bevilacqua. Pala Madonna col Bambino e Sant'Urbano in gloria e i Ss. Gottardo, Filippo e Giacomo minore di Gio Battista Piazzetta.



Adeguamento liturgico  altare - aggiunta arredo (2000)
La mensa sobria in marmo bianco di tipologia "di Terra Santa" poggia su una colonna centrale in marmo bucciardato.
ambone - aggiunta arredo (2000)
L'ambone è costituito da un blocco di marmo bianco "di Terra Santa" scanalato nella parte di supporto e bucciardato nel leggio.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Concordia - Pordenone
Parrocchia di Santa Maria Maggiore e San Pellegrino

Via della Chiesa - Meduno (PN)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


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