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25/4/2024 Diocesi di Verona - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Tomio <Verona>
Data ultima modifica: 18/02/2016, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria


Denominazione Chiesa di San Tomio


Altre denominazioni Chiesa di San Tommaso Apostolo


Autore(Ruolo)  Cristofali, Adriano (rinnovamento)



Ambito culturale (ruolo)  architettura neoclassica (rinnovamento )
architettura contemporanea (restauro )



Notizie storiche  798 ante - 932 (origini carattere generale )
Antiche le origini della chiesa e del monastero benedettino femminile di S. Tommaso Apostolo (vulgo S. Tomio). Secondo la tradizione la primitiva chiesa fu fondata sulle rovine di un tempio pagano dedicato alla Dea Vesta. La prima menzione del monastero e della chiesa di S. Tomio proviene da un documento dell'anno 837, riguardante un evento accaduto nel 798 ("S. Thome puellarum in urbe"). Il 20 settembre del 932 nel testamento di Dagiberto, diacono e vicedomino della Santa Chiesa veronese, è citato come teste tale Magiberto "de civitate Verona habitator prope monasterium Sancti Thomae". Un altro documento del 1085 ricorda l'"Ecclesia Sancti Thomae".
XII sec. - 1456 (passaggio di proprietà carattere generale )
Nel XII sec. le monache benedettine si ritirarono dal monastero di S. Tomio che fu assegnato al clero secolare. La chiesa fu collegiata fino al 1456.
1336/07/04 - 1336/07/04 (erezione in Parrocchia carattere generale )
La chiesa di S. Tomio compare nell'elenco delle cinquantadue Parrocchie cittadine redatto il 4 luglio del 1336 dal notaio Pegoraro de Guidotti.
1748 - 1748 (costruzione intero bene )
Nel 1748 l'edificio fu rinnovato su progetto dell'arch. Adriano Cristofali.
1810 - 1842/06/23 (soppressione, altri usi, riconsacrazione carattere generale )
Nel 1810 la chiesa di S. Tomio fu soppressa per decreto napoleonico e alienata a favore del conte Francesco Moscardo. Nel 1815 fu trasformata in teatro su progetto dell'arch. Luigi Trezza. Scoppiato il colera nel 1836, se ne invocò la cessazione con il voto di riconsacrare la chiesa convertita in teatro. Terminato il contagio fu riconsacrata e riaperta al culto il 23 giugno del 1842.
XX sec. - XX sec. (restauro intero bene )
Nel corso del XX sec. si registrano alcuni interventi sulla chiesa: ripasso del tetto e restauro dei muri interni (1923); restauro delle facciate esterne (1940); rinnovamento dell'altar maggiore a baldacchino su progetto dell'arch. Spelta; decorazione del soffitto e delle pareti (1944, pittore Negrini).



Descrizione  Antiche le origini della chiesa e del monastero benedettino femminile di S. Tommaso Apostolo (vulgo S. Tomio). Secondo la tradizione la primitiva chiesa fu fondata sulle rovine di un tempio pagano dedicato alla Dea Vesta. La prima menzione del monastero e della chiesa di S. Tomio proviene da un documento dell'anno 837, riguardante un evento accaduto nel 798 ("S. Thome puellarum in urbe"). Il 20 settembre del 932 nel testamento di Dagiberto, diacono e vicedomino della Santa Chiesa veronese, è citato come teste tale Magiberto "de civitate Verona habitator prope monasterium Sancti Thomae". Un altro documento del 1085 ricorda l'"Ecclesia Sancti Thomae". Nel XII sec. le monache benedettine si ritirarono dal monastero di S. Tomio che fu assegnato al clero secolare. La chiesa fu collegiata fino al 1456. Nel 1336 figura nell'elenco delle cinquantadue Parrocchie cittadine. Nel 1748 l'edificio fu rinnovato su progetto dell'arch. Cristofali. Nel 1810 la chiesa di S. Tomio fu soppressa per decreto napoleonico e alienata a favore del conte Francesco Moscardo. Nel 1815 fu trasformata in teatro su progetto dell'arch. Luigi Trezza. Scoppiato il colera nel 1836, se ne invocò la cessazione con il voto di riconsacrare la chiesa convertita in teatro. Terminato il contagio fu riconsacrata e riaperta al culto il 23 giugno del 1842. Dal 1919 la chiesa è amministrata dai Missionari Figli del Sacro Cuore di Gesù (Comboniani). Esternamente l'edificio si presenta con facciata a capanna rivolta ad occidente. Torre campanaria addossata al fianco meridionale del presbiterio. Impianto planimetrico ad unica aula rettangolare, con presbiterio quadrangolare rialzato di tre gradini, concluso con abside a fondale piatto; lungo i fianchi dell’aula quattro semi-cappelle laterali accolgono l’altare della Sacra Famiglia e l’altare del S. Cuore di Gesù, sul lato destro, e gli altari di S. Alfonso M. de’ Liguori e dell’Immacolata, sul lato opposto. I prospetti interni sono scanditi da lesene d’ordine ionico impostate su un alto piedistallo, a sostegno della trabeazione sommitale con fregio iscritto; il presbiterio, in cui trova sede il monumentale apparato marmoreo dell’altare pre-conciliare con il ciborio per l’adorazione eucaristica, realizzato nel 1943 su progetto dell’Arch. Spelta, presenta la parete di fondo dell’abside interessata da una pittura a tutto campo; le pareti laterali del presbiterio sono ornate con un’arcatella cieca, nelle cui lunette sono inserite due tele di Giovanni Caliari (1802-1850); sopra il portale d’ingresso è posta la tela del pittore Napoleone Razzetti (1880 circa) raffigurante il Santo patrono. L’aula è coperta da una volta a botte semiellittica con unghie laterali e decorazione pittorica a cassettoni; il presbiterio è sovrastato da una volta a botte unghiata. Copertura a due falde con struttura lignea portante e manto in coppi di laterizio. La pavimentazione dell’aula, realizzata con lastre di marmo nembro rosato, è attraversata in corrispondenza degli assi principali da due fasce in marmo bronzetto con bordatura in marmo grigio; il presbiterio è pavimentato con lastre di pietra bianca e granito rosso.

Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare con asse maggiore longitudinale, presbiterio quadrangolare rialzato di tre gradini e di ampiezza ridotta, concluso con abside a fondale piatto, sopraelevata ulteriormente di tre gradini. Lungo i fianchi dell’aula si aprono quattro semi-cappelle laterali, due su ciascun lato e fra loro prospicienti, in cui trovano sede l’altare della Sacra Famiglia e l’altare del S. Cuore di Gesù, sul lato meridionale (destro), e gli altari di S. Alfonso M. de’ Liguori e dell’Immacolata, sul lato opposto; a tali ambienti si interpongono il vestibolo dell’ingresso laterale, a sinistra, e la cappellina di S. Teresa del Bambino Gesù, a destra. Sul fianco meridionale del presbiterio si colloca il locale della sacrestia; sullo stesso lato insiste un piccolo campanile. L’ingresso principale, con bussola interna, si apre al centro della parete di facciata, preceduta da un’alta scalinata.
Facciata
Facciata a capanna. Orientamento ad occidente. Due coppie di paraste con capitelli ionici inquadrano centralmente il portale d'ingresso timpanato e reggono la trabeazione su cui si imposta un secondo registro, caratterizzato anch'esso dalla scansione di due coppie di paraste tuscaniche. Un'ampia finestra di forma semicircolare illumina l'interno dell'edificio. Chiude il prospetto un timpano schiacciato.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante di pietrame misto legato con malta di calce, composto da conci di pietra calcarea, tufo e mattoni pieni in laterizio. I paramenti murari esterni ed interni presentano un rivestimento ad intonaco.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
L’aula è coperta da una volta a botte a sezione semiellittica, scandita da costolonature trasversali, con decorazione pittorica a finto cassettonato e con ampie lunette laterali in corrispondenza delle finestrature sovrastanti le cappelle minori. Il presbiterio è sovrastato da una volta a botte con due unghie laterali. Le strutture voltate sono realizzate in canniccio intonacato collegato ad un sistema di centinature lignee portanti.
Coperture
Copertura a due falde, con testata a padiglione in corrispondenza dell’abside, con presunta struttura portante composta da capriate lignee; orditura secondaria di tipo tradizionale costituita da arcarecci e correntini con sovrapposte tavelle in cotto; manto in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula, realizzata con lastre quadrate in marmo nembro rosato posate a corsi diagonali, è attraversata in corrispondenza degli assi principali da due fasce ortogonali in marmo bronzetto con bordatura in marmo grigio; al centro è presente una decorazione a mosaico. Il piano rialzato del presbiterio è pavimentato con lastre di pietra bianca e granito rosso.
Prospetti interni
L’interno della chiesa, con impianto spaziale ampio ed arioso, pervaso da una soffusa illuminazione naturale che filtra dalle finestrature semicircolari presenti lungo il settore sommitale delle pareti longitudinali, è caratterizzato da un’armonica ed equilibrata composizione architettonica e decorativa d’insieme di matrice neoclassica. I prospetti sono scanditi da lesene d’ordine ionico impostate su un alto piedistallo, a sostegno della trabeazione sommitale con fregio iscritto; le semi-cappelle laterali sono introdotte da archeggiature inquadrate dall’ordine; le pareti intermedie sono percorse da una cornice modanata che individua un registro superiore ornato con opere pittoriche. Il presbiterio, in cui trova sede il monumentale apparato marmoreo dell’altare pre-conciliare con il ciborio per l’adorazione eucaristica, realizzato nel 1943 su progetto dell’Arch. Spelta, presenta la parete di fondo dell’abside interessata da una pittura a tutto campo raffigurante Dio Padre e una schiera di angeli; le pareti laterali del presbiterio sono ornate con un’arcatella cieca, nelle cui lunette sono inserite due tele di Giovanni Caliari (1802-1850). Lungo la parete di controfacciata si svolge il soppalco ligneo della cantoria con l’organo; sopra il portale d’ingresso è posta la tela (un tempo pala dell’altare maggiore) del pittore mantovano Napoleone Razzetti (1880 circa) raffigurante il Santo patrono.
Prospetti esterni
La chiesa, in buona parte inglobata nel tessuto edilizio circostante, presenta a vista, oltre alla parete di facciata, il settore centrale del fianco settentrionale dell’aula, in cui si apre l’entrata laterale, caratterizzato da un registro architettonico settecentesco, su disegno di G.B. Svidercoschi: il portale d’ingresso, con sovrapposta finestratura, è inserito all’interno di un’archeggiatura dai sottili contorni modanati, compresa tra due coppie di lesene d’ordine ionico impostate su un alto basamento, è sovrastato da un alto fastigio con timpano sommitale; sopra il portale si conserva un affresco molto deperito, ormai quasi illeggibile, di Domenico Brusasorzi (1516-1567). Il settore sommitale delle pareti d’ambito, intonacato e tinteggiato, è coronato da una cornice sottogronda a guscia, e interessato lungo i fianchi longitudinali dalle finestrature semicircolari che illuminano lo spazio interno.
Campanile
Torre campanaria addossata al fianco meridionale del presbiterio. Pianta quadrangolare, fusto esile e slanciato, cella campanaria a monofore a tutto sesto. Copertura a quattro falde in coppi di laterizio.



Adeguamento liturgico  presbiterio - intervento strutturale (1965-1970)
L’intervento di adeguamento liturgico del presbiterio ha previsto la rimozione delle balaustre, in parte reimpiegate per la realizzazione del nuovo altare rivolto verso l’assemblea. Si conserva il monumentale apparato marmoreo dell’altare maggiore con il tabernacolo e con baldacchino per l’adorazione eucaristica, realizzato nel 1943 su disegno dell’Arch. Spelta di Milano. Due podi in marmo bianco posti ai lati dei gradini del presbiterio ospitano due amboni in legno.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Verona
Vicariato Foraneo di Verona Centro
Diocesi di Verona

Vicolo Samaritana - Verona (VR)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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