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Chiesa di San Pietro Apostolo <San Pier d'Isonzo>
Data ultima modifica: 01/04/2016, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Pietro Apostolo


Altre denominazioni S. Pietro Apostolo


Ambito culturale (ruolo)  maestranze friulane (costruzione edificio)



Notizie storiche  X (?) - X (?) (preesistenza intero bene)
Esistenza di una chiesetta, sul luogo dove sorge l’attuale parrocchiale, inserita all’interno di una centa di case - forse risalente al X secolo - il cui tessuto è in parte ancora oggi leggibile. Nel paese all’epoca esisteva un’altra chiesetta, locata tra il borgo ed il corso del fiume Isonzo, andata distrutta durante una piena del fiume nel 1490: era probabilmente quest’ultima ad essere stata intitolata a San Pietro.
XIII (?) - 1490 (preesistenza intero bene)
Nel paese all’epoca esisteva un’altra chiesetta, locata tra il borgo ed il corso del fiume Isonzo, andata distrutta durante una piena del fiume nel 1490: era probabilmente quest’ultima ad essere stata intitolata a San Pietro.
1738 - 1767 (costruzione intero bene )
Costruzione ex novo della chiesa nella centa, in quanto l’esistente versava in condizioni di degrado ed era divenuta insufficiente ad accogliere la popolazione aumenta di numero. L’opera fu iniziata dal pievano don Ortensio Baralli; il 18 settembre 1738 fu benedetta la prima pietra. I lavori furono affidati a maestranze udinesi, tra cui i capomastri Maurizio e Giacomo Baroffi. I lavori si protrassero a lungo: nel 1762 la chiesa risultava coperta e pavimentata ma furono conclusi solo nel 1767 anche grazie alla volontà del pievano don Antonino dei conti Antonini di Udine, che si adoperò molto anche per arricchire la chiesa con gli arredi sacri e le altre opere d’arte.
1764 - 1780 (costruzione esterno della chiesa )
Erezione della torre campanaria, ultimato nel 1780 sotto la direzione di Lorenzo Martinuzzi.
1767 - 1767 (consacrazione intero bene )
Consacrazione della chiesa, impartita dall’arcivescovo di Udine Girolamo Gradenigo nel giugno del 1767 – si veda iscrizione dipinta dietro all’organo ed una più recente lapide commemorativa murata a destra dell’ingresso.
1781 - 1781 (completamento interno della chiesa )
Realizzazione dei nuovi altari marmorei ad opera dell’altarista Francesco Zuliani detto il Lessano.
1915 - 1918 (demolizione intero bene)
Durante la prima guerra mondiale, la chiesa subì ingenti danni. Il campanile fu distrutto da una granata austriaca il 16 aprile 1916 e crollò sul tetto della chiesa danneggiandolo seriamente; anche il presbiterio andò distrutto.
1917 - 1917 (rifacimento intero bene )
Restauro della chiesa in seguito ai danni di guerra. I lavori furono eseguiti dal Genio Militare italiano – si veda la lapide inscritta murata in facciata a sinistra del portale d’ingresso; la chiesa, ancora in uno stato precario, fu riaperta al culto il 6 agosto del 1917 con una solenne cerimonia alla presenza del Duca d'Aosta – si veda scritta dipinta nel fianco sinistro della navata.
1920 - 1924 (restauro intero bene )
Restauro della chiesa in seguito ai danni riportati durante la guerra; anche gli arredi e gli elementi liturgici furono restaurati e fu ricostruita la cantoria e sostituito l’organo; il pulpito che si ergeva in cornu epistolae, anch’esso danneggiato durante la guerra, invece, non fu più ricostruito.
1920 - 1924 (decorazione interno della chiesa )
Esecuzione dell’affresco del soffitto della navata, in sostituzione del precedente andato perduto con il crollo del tetto, ad opera del pittore locale Corrado Zimolo.
1924 - 1928 (ricostruzione esterno della chiesa )
Ricostruzione del campanile, su progetto dell’architetto Federico Mazzoni. Alla conclusione dei lavori, il campanile fu inaugurato nel 1928.
1938 - 1938 (decorazione interno della chiesa )
Esecuzione dei due affreschi della navata, ai lati dell’arco santo, ad opera del pittore locale Giovanni Furlan.
1980 - 1980 (restauro intero bene )
Restauro generale della chiesa.
2013 - 2013 (restauro intero bene )
Restauro conservativo della chiesa, con opere di consolidamento strutturale, su progetto dell’architetto Dario Baresi e dell’ingegnere Fulvio Bressan.



Descrizione  La parrocchiale di San Pietro, che deve il suo aspetto attuale ad un restauro generale realizzato negli anni Ottanta ed è attualmente oggetto di nuovo restauro di tipo conservativo, si ricollega ad una tipologia di chiese ben radicata sul territorio di matrice veneta, trasmessa attraverso maestranza friulane, essendo la chiesa dapprima sotto la giurisdizione del Patriarcato di Aquileia ed in seguito alla sua soppressione avvenuta nel 1751, fino al 1818, entro la giurisdizione dell’Arcidiocesi di Udine. Costruita ex novo nel corso del Settecento sul sito di una precedente chiesetta, nonostante subì ingenti danni durante la prima guerra mondiale a cui seguirono diversi restauri, preserva il suo aspetto originale connotato da linee essenziali. Anche gl’interni, completati con altari ed arredi liturgici sul finire del Settecento, risentono delle influenze artistiche venete; l’apparato pittorico, piuttosto povero, è opera di pittori locali del primo dopoguerra. Il campanile, eretto un decennio dopo la chiesa e ricostruito negli anni Venti del Novecento riproponendo le forme precedenti, si caratterizza fin dalle origini per un’ingente mole e un’elevata altezza; la scelta di una copertura a cipolla, però, si avvicina maggiormente ai gusti d’oltralpe diffusi nei territori d’influenza asburgica, piuttosto che alla tradizione veneta.

Preesistenze
La statua raffigurante San Pietro collocata nella nicchia centinata sopra il basamento del campanile, per quanto la mutilazione della testa a seguito del crollo del campanile durante la prima guerra mondiale abbia reso difficile datarla con precisione, potrebbe risalire al XIII o agli inizi del XIV secolo. Questa scultura proviene probabilmente da un’antica chiesa di origine medievale che sorgeva non lontano dal corso dell'Isonzo - forse era questa l'antica parrocchiale - e che andò distrutta in seguito ad una piena del fiume nel 1490. Anche sul sito dell’attuale chiesa esisteva una precedente chiesa, anch’essa di origine medievale, inserita entro una centa, un sistema difensivo con l’edificio di culto al centro, attorniato da una cortina di case e protetto esternamente da palizzate, muri di pietra e fossati; la centa di San Pier potrebbe risalire addirittura al X secolo; seppur modificato nel corso dei secoli questo tessuto edilizio è tuttora leggibile. Anche la posizione del campanile potrebbe trovare motivo nella torre che solitamente si collocava all’interno della centa. Di questa chiesa inoltre sono rimaste visibili solo alcune lapidi tombali; in particolare una è murata in facciata a destra dell’ingresso ed un’altra si trova nella pavimentazione della navata parzialmente coperta dai banchi della fila di destra e risulta datata 1552 e menziona tal “Zuan Domenico Trevissan” di “Re de Puia”.
Impianto planimetrico
La chiesa si affaccia direttamente su una strada carrabile; sul fronte principale è preceduta da un breve sagrato in pietra rialzato dal marciapiedi di tre gradini, ma il sagrato vero e proprio si situa sul fianco destro della chiesa, consentendo l’ingresso dalla porta laterale. L’edificio, orientato ad Est - Nord Est, presenta una configurazione planimetrica semplice: si compone di una navata longitudinale - con quattro nicchie rettangolari contrapposte - e da un presbiterio a base quadrata con gli spigoli smussati a 45°, concluso sul fondo da un’abside triangolare poco profonda, più stretta del presbiterio. A sinistra del presbiterio vi è la sacrestia a pianta rettangolare alle cui spalle è addossato un altro locale adibito a magazzino ed un servizio igienico annesso: al piano superiore vi è un ambiente sottotetto adibito a ripostiglio; prima della sacrestia si situa il locale caldaia. Sempre su questo lato, in linea con la facciata, separata dal corpo della chiesa di circa 2 ml, si erge la torre campanaria. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 35,74 ml; larghezza 12,12 ml; altezza navata 12,71 ml.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in pietrame, intonacate e tinteggiate di color crema, con le modanature differenziate di grigio chiaro. La facciata principale a capanna è scandita verticalmente da quattro lesene - di cui le esterne con soluzione angolare – con un alto basamento evidenziato da una cornice continua in pietra modanata che forse ne compromette il senso ascensionale; a desinarle dei capitelli ionici ellenistici, sopra a cui si sviluppa la trabeazione con cornici modanate, di cui l’inferiore è interrotta nel comparto centrale; a conclusione un frontone con cornice modanata aggettante, nel cui timpano vi è un occhio circolare definito da una cornice modanata, affiancata da due motivi a specchio triangolare. Al centro della facciata si apre il portale d’ingresso, inquadrato da una cornice in pietra modanata - affiancata esternamente da due semilesene ioniche - il cui architrave sorregge un timpano semicircolare ribassato spezzato al centro da due volute ornamentali che sorreggono una conchiglia; in linea con questo, sotto al frontone di copertura è inserita una nicchia ad arco scemo con cornice modanata – forse in origine una finestra in seguito tamponata. Nelle fasce laterali del basamento sono inserite due lapidi con iscrizione, di cui quella a sinistra in memoria della ricostruzione post bellica, quella a destra di tipo funebre appartenente a Giacomo Tramonti. I muri laterali presentano alcune sporgenze a pianta rettangolare dettate dalle nicchie interne e dai locali annessi; sul fianco destro della navata, in posizione centrale, si apre un accesso secondario; in alto si aprono due finestre rettangolari per lato nella navata e una per lato nel presbiterio.
Coperture
La copertura della chiesa è a falde - due nella navata, cinque nel presbiterio - con manto in coppi; all’intradosso la navata presenta una volta a schifo lunettata in corrispondenza delle finestre; il presbiterio è sormontato da una volta a crociera - con vele di raccordo a sezione semicircolare in corrispondenza degli smussi degli spigoli - mentre nell’abside vi è una volta a semicatino con un’ampia lunetta sul fondo.
Campanile
Il campanile ha una struttura isolata e si colloca a sinistra del corpo della chiesa, in linea con la facciata e poco distante da essa. È costituito da una torre in pietra a base quadrata - dal lato piuttosto lungo - in pietra a vista regolarmente sbozzata disposta a corsi orizzontali, con conci in bugnato che ne evidenziano gli spigoli. Presenta un alto basamento in bugnato a sezione più larga che sale strombandosi concluso da una cornice modanata; sul fronte principale si apre la porta d’ingresso ad arco a tutto sesto preceduta da quattro gradini: sul concio di chiave dell’arco è scolpito uno scudo in cui sono impresse le chiavi di San Pietro. Il fusto, ritmato da feritoie, all’interno è intramezzato da solai - ad interpiani piuttosto alti - costituiti da solette in calcestruzzo armato mentre le scale di collegamento verticale sono in metallo di tipo a chiocciola. In alto due cornici modanate, di cui la superiore dentellata, delimitano inferiormente e seriormente la cella campanaria in pietra bianca del Carso: su ciascun lato, si apre una bifora ad arco a tutto sesto protetta da una balaustra lapidea e decorata da lesene ioniche dal fusto scanalato interposte tra ciascun fornice; all’interno ospita tre campane ed un campanello sorrette da un castello metallico. Dalla cella si innalza un tamburo ottagonale in pietra bianca con archetti tamponati in mattoni ed occhi, su cui è impostata la copertura a cipolla in lamiera con nervature lapidee. Sotto alla cella sul fronte principale e su quelli laterali sono collocati i quadranti dell’orologio pubblico; sul fronte principale, sopra la porta d’ingresso, si apre una nicchia centinata ed absidata in cui trova posto la statua di San Pietro; sotto alla nicchia è inserita una lapide con uno stemma in bassorilievo.
Apparato decorativo
L’assetto attuale degli spazi interni della chiesa deriva dal rifacimento settecentesco. Le pareti e le volte sono intonacate e tinteggiate di color beige, con le modanature differenziate di grigio; la pavimentazione è realizzata in riquadri di pietra bianca del Carso e nera del Vallone, poste in opera diagonalmente con delle sottili fasce in pietra grigia che definiscono la corsia centrale della navata e le corsie trasversali che portano agli altari laterali; nel presbiterio i riquadri sono più piccoli: al centro è inserita una lastra tombale appartenente al parroco Antonino dei conti Antonini che portò a termine il rifacimento settecentesco della chiesa. La navata è modulata da lesene composite impostate su un basamento in pietra che scandiscono l’ambiente in tre campate centrali e due semicampate agli estremi. Partendo dall’ingresso, la prima semicampata è occupata dalla cantoria lignea sotto cui sono stati creati una bussola d’ingresso centrale - con serramenti in parte lignei in parte vetrati - e lateralmente due vani lignei chiusi, di cui quello di destra contiene la scala per la cantoria, quello di sinistra un confessionale; nella seconda campata si aprono due nicchie contrapposte inquadrate da un arco a tutto sesto impostato su un ordine tuscanico, in cui trovano collocazione gli altari laterali; nella terza vi è un’uscita secondaria nel solo fianco destro; nella quarta un’altra coppia di nicchie con altari. La stessa modulazione a lesene è ripresa in controfacciata e sul muro dell’arco santo - con lesene binate - e prosegue anche nello spazio presbiterale - con semilesene in corrispondenza degli spigoli; sopra ai capitelli una trabeazione con cornici modanate, di cui la superiore aggettante, che percorre l’intero perimetro interno della chiesa senza soluzione di continuità. L’arco santo a tutto sesto introduce al presbiterio, rialzato di tre gradini in marmo grigio scuro: sullo sfondo domina l’altare maggiore affiancato dalle statue lignee di San Luigi Gonzaga a sinistra e San Rocco a destra, collocate entro nicchie pensili, centinate ed absidate, ricavate negli smussi degli spigoli a lato dell’abside. La chiesa è arricchita da pitture rifatte nel primo dopoguerra in sostituzione di quelle originali; al centro della volta della navata, entro una cornice in stucco biabsidata, è rappresentata la Gloria di San Pietro; ai lati dell’arco santo, entro due cornici centinate, sono affrescate due figure di santo, a sinistra San Biagio Vescovo e a destra Santa Lucia. Sotto alla trabeazione vi è una fascia continua dipinta sui toni del beige in cui sono inseriti dei clipei che riportano simboli mariani, nella navata ai piedi del presbiterio a sinistra, cristologici a destra, strumenti musicali in corrispondenza della cantoria e due cartigli al centro della navata contenenti delle iscrizioni in latino (BEATI QUELLI CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA OSSERVANO a destra, VENITE FIGLI ASCOLTATEMI, VI INSEGNERÒ IL TIMORE DEL SIGNORE a sinistra); la fascia ornamentale diviene più articolata nel presbiterio, dove tra una decorazione a girali e volute vegetali si trovano le chiavi decussate e il simbolo dello Spirito Santo. Sul fianco sinistro della navata vi è inoltre un cartiglio con un’elaborata cornice in stucco con volute, motivi vegetali e conchiglie, in cui è racchiusa l’iscrizione commemorativa della riapertura al culto nel 1917 in seguito al restauro effettuato in tempo di guerra.
Apparato liturgico
Sullo sfondo del presbiterio, in linea con l’abside, vi è l’altare maggiore, dedicato a San Pietro. È realizzato in pietra bianca, con specchiature marmoree sui toni del verde/nero e del rosso. Preceduto da tre gradini in marmo rosa chiaro, presenta una struttura a mensa a parallelepipedo, con zoccolo e mensa modanati in pietra bianca, mentre il paliotto è in marmo verde/nero screziato decorato da una cornice quadrilobata in pietra bianca. Sulla mensa insiste il tabernacolo contenuto in una particolare struttura a tempietto ottagonale, composto da colonnine di marmo nero/verde con capitelli compositi che sorreggono una trabeazione completa sormontata sul fronte da un frontone triangolare; a conclusione un cupolino a cipolla impostato su due tamburi sovrapposti, a sezione decrescente. Sul gradino d’altare, ai lati del tempietto collocate le statue in marmo bianco di Carrara raffiguranti San Pietro a sinistra e San Paolo a destra. Ai lati dell’altare, negli spigoli smussati del presbiterio, sono ricavate due nicchie profilate da una cornice ad intarsi marmorei, per conservare gli olii santi e le sacre reliquie. Nella chiesa vi sono altri quattro altari in marmi policromi collocati nelle nicchie della navata; sono di fattura tardo settecentesca, ma l’alzata è stata rifatta per tutti identica nel primo dopoguerra a seguito dei danni subiti. Partendo dall’ingresso, il primo altare a sinistra è dedicato a San Giuseppe; impostato su una pedana di due gradini, si caratterizza per una struttura a mensa a parallelepipedo, con zoccolo e mensa modanati in marmo bianco, mentre il paliotto, leggermente avanzato, è definito lateralmente da due volute vegetali a doppia mossa: su uno sfondo in marmo rosso screziato spicca un cartiglio finemente decorato in marmo bianco di Carrara con la raffigurazione di San Rocco in bassorilievo; l’alzata si compone di una coppia di colonne desinate da capitello composito, affiancate esternamente da una coppia di lesene dello stesso ordine: le colonne sostengono due volute su cui sono adagiati due angioletti, al centro si eleva il fastigio ad edicola decorato da una colomba di marmo bianco e da tre teste di angioletti sulla sommità. Al centro dell’alzata trova posto la statua lignea del Santo titolare, con in braccio Gesù Bambino, in sostituzione dell’originaria pala; sui piedritti a lato due statue di Santi in stucco/gesso. Di fronte trova posto l’altare di Sant’Antonio di Padova: identico al precedente, nel cartiglio del paliotto è raffigurata Sant’Agnese in bassorilievo del paliotto, mentre a decorazione del fastigio sono scolpiti dei gigli, simboli del Santo; nell’alzata è ospitato il simulacro ligneo di Sant’Antonio. La coppie di altari ai piedi del presbiterio è intitolata alla Beata Vergine della Cintura e al Sacro Cuore di Gesù, rispettivamente quello di sinistra e destra. Se il primo si differenzia dai precedenti per la sola decorazione del paliotto dove è rappresentata la Madonna con il Bambino e per quella del fastigio dove si trova il cuore di Maria, l’altare del Sacro Cuore di Gesù presenta una struttura della mensa diversa, caratterizza per una fine decorazione ad intarsi marmorei con tre motivi polilobati sul fronte che forse si avvicina ad una tipologia di altari più antica. In entrambe le alzate sono ospitati i rispettivi simulacri. In controfacciata trova posto la cantoria lignea, il cui organo è attualmente in manutenzione; è stato collocato un nuovo organo ai destra ai piedi del presbiterio.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1976 )
È stata rimossa la balaustra con colonnine e parapetto in pietra. È stato collocato un altare rivolto verso il popolo - costituito da una semplice mensa in pietra grigia impostata su un basamento a parallelepipedo - ed alla sua sinistra un leggio in ferro battuto, per la proclamazione delle letture e del Vangelo. In aggiunta dell’antica sede costituita da stalli lignei disposti lungo i fianchi del presbiterio, a destra dell’altare maggiore, sono state disposte tre sedute mobili, con trono centrale, che costituiscono l’attuale sede.
navata - aggiunta arredo (1980)
Il fonte battesimale in pietra è stato spostato ai piedi del presbiterio, sul lato sinistro.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Gorizia
Decanato di Ronchi dei Legionari
Parrocchia di San Pietro Apostolo

Via Roma - San Pier d'Isonzo (GO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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