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19/3/2024 Diocesi di Gorizia - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Sant'Andrea Apostolo <Mossa>
Data ultima modifica: 29/01/2015, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Sant'Andrea Apostolo


Altre denominazioni S. Andrea Apostolo


Autore(Ruolo)  Barich, Silvano (progetto della chiesa e del campanile)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze goriziane (costruzione edificio)



Notizie storiche  1247 - 1247 (fonte intero bene)
Primo documento in cui è citata Mossa come sede plebanale. Si ipotizza che la primitiva chiesetta possa risalire a quest’epoca.
1461 - 1461 (fonte intero bene)
Documento che attesta l’esistenza a Mossa di una centa, al cui centro trovava posto la chiesa con il campanile, circondata esternamente dal cimitero. Essa occupava la sommità di un colle, verso il confine con Lucinico.
metà XVIII - metà XVIII (preesistenza intero bene)
Rifacimento ed ampliamento dell’edificio a cui fece seguito la riconsacrazione della chiesa.
1830 - 1830 (preesistenza intero bene)
Rifacimento ed ampliamento dell’edificio, con costruzione della volta di copertura nella navata. In seguito la chiesa fu arricchita con l’apparato pittorico.
1926 - 1927 (ricostruzione ex novo intero bene)
Ricostruzione ex novo della chiesa in sito diverso dalla precedente per volontà di don Pividor, con l’aiuto dei fabbricieri Giovanni Zorzenon e Francesco Sojca. Il progetto fu redatto dall’architetto Silvano Barich ed i lavori furono eseguiti dall’impresa di Giovanni Medeot. La prima pietra fu posta il 15 agosto 1926 con solenne benedizione del delegato arcivescovile Castelliz ed i lavori furono terminati, almeno nelle strutture, in un anno.
1927 - 1927 (consacrazione intero bene)
La chiesa fu consacrata dall’Arcivescovo di Gorizia, Francesco Borgia Sedej, il 14 giugno 1927 – si veda lapide immurata sul fianco destro della navata in fondo alla chiesa.
1930 - 1940 (demolizione esterno della chiesa)
La vecchia chiesa fu demolita definitivamente in quasi tutte le sue parti.
1945 - 1945 (decorazione interno della chiesa)
Realizzazione dell’apparato pittorico della chiesa, ad opera di Leopoldo Perco.
1961 - 1961 (demolizione esterno della chiesa)
Demolizione dei resti della vecchia parrocchiale, del campanile e della centa che la circondava.
1994 - 1994 (restauro intero bene)
Intervento di ritinteggiatura degli interni e di restauro delle pitture eseguito da Zampar e Godeassi.



Descrizione  L’attuale chiesa di Sant’Andrea fu costruita ex novo negli anni Venti del XX secolo in centro al paese, su un sito diverso rispetto alla precedente parrocchiale, distrutta durante la prima guerra mondiale. I lavori di costruzione, su progetto dell’architetto Silvano Barich, iniziarono nel 1926 e nell’anno successivo la chiesa fu consacrata. La chiesa fu completata con gli altari – quelli laterali, settecenteschi, provengono dalla chiesa filiale di San Marco a Preval (ora Santuario di Santa Maria Regina dei popoli) – e negli anni Quaranta furono realizzati gli affreschi e l’apparato decorativo. Nel corso del tempo la chiesa fu oggetto di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, come l’installazione degli impianti o il rifacimento della pitturazione e la ripulitura dell’apparato pittorico, che non hanno modificato il suo aspetto.

Preesistenze
L’attuale chiesa fu costruita su un fondo libero e non sono state rinvenute tracce di precedenti edifici. L’antica chiesa di Sant’Andrea infatti sorgeva sulla sommità di un colle in posizione periferica rispetto al paese; bombardata in maniera rovinosa durante la prima guerra mondiale si decise di erigere una nuova in una posizione più centrale e di più agevole raggiungimento da parte dei fedeli. Il primo nucleo della vecchia chiesa di Mossa si ipotizza sia stato fondato già nel XIII secolo, epoca in cui Mossa viene citata come sede plebanale: probabilmente si trattava di una chiesetta ad aula con abside orientata ad Est - Nord Est e con campaniletto a vela in facciata o in corrispondenza dell’abside. Probabilmente mantenne quest’aspetto fino al Cinquecento, all’epoca delle visite apostoliche dell’abate Bartolomeo da Porcia (1570) e di Francesco Barbaro (1593), nelle cui relazioni è menzionato un portico in facciata, sopra a cui sono collocate tre campane; dalle relazioni emerge inoltre che la chiesa era dotata di tre altari – il maggiore dedicato a Sant’Andrea, quello in cornu evangelii ai Tre Re, quello in cornu epistolae ai Santi Sebastiano e Rocco; l’eucarestia non era conservata nel tabernacolo, ma in una pisside di bronzo dorato collocata in una custodia sorretta da una colonna di pietra lavorata posta ai piedi dell’altare maggiore a sinistra; esternamente adiacente alla chiesa vi era il cimitero cinto da un muretto. A questo primitivo edificio già a partire dal XVII furono apportate diverse modifiche, rifacimenti ed ampliamenti che lo adeguarono nelle dimensioni alle esigenze della popolazione aumentata di numero e gli conferirono l’aspetto che mantenne fino alla prima guerra mondiale con la nuova torre campanaria di fronte alla facciata. Questo edificio era costruito in blocchi di arenaria, la copertura era a capriate lignee con sottomanto in tavelle policrome rosse e bianche a vista; all’interno abside e nicchia battesimale erano arricchiti da affreschi riscoperti nel 1910; esternamente era circondata dal cimitero cinto da un muretto e vi si accedeva tramite una scalinata che si sviluppava sul fianco sinistro del campanile. Le dimensioni della chiesa comprensive del cimitero erano lunghezza 36 metri e larghezza 22 metri. Attorno alla chiesa si sviluppava una centa di case. Dalla visita apostolica di Francesco Barbaro del 1593 emerge che la chiesa era dotata di tre altari, ed in seguito, in una nota all’Archivio Patriarcale di Udine del 1752, ne aveva cinque - Sant’Andrea il maggiore, San Giovanni Nepomuceno, Santo Rosario, San Francesco Saverio e Sant’Antonio. La chiesa fu riconsacrata nel 1759, forse a seguito di un rifacimento che aveva apportato anche l’aggiunta di nuovi altari; successivamente fu rifatta anche la sommità del campanile con la realizzazione della cuspide in mattoni. Nel 1830 fu eseguito un ulteriore ampliamento della chiesa, con l’avanzamento della facciata e la costruzione della sacrestia; fu realizzata una volta di copertura che fu arricchita con gli affreschi dei dodici Apostoli e nel 1850 il campanile, che mostrava i blocchi di pietra a vista fu intonacato. A meno di un secolo di questi ultimi lavori della chiesa vi era già un progetto per un ulteriore rifacimento, mai realizzato in quanto l’edificio durante i bombardamenti della prima guerra mondiale fu ridotto ai soli muri perimetrali. I ruderi furono demoliti definitivamente nel 1961.
Impianto planimetrico
La chiesa è preceduta da un ampio sagrato, da cui è rialzata di due gradini. L’edificio è orientato a Sud ed è caratterizzato da una configurazione planimetrica molto semplice: si compone di un’unica navata rettangolare - con due nicchie ed una nicchia centrale absidata sollevata da terra su ciascun fianco - e di un presbiterio a base rettangolare, concluso sul fondo da un’abside triangolare; all’ingresso in chiesa è stata creata una bussola, sopra a cui vi è la cantoria sostenuta da tre arcate. Su entrambi i lati del presbiterio vi è un vano rettangolare, collegati da un disimpegno, che si sviluppa alle spalle del presbiterio seguendone il suo perimetro, adibito a magazzino: il vano a sinistra è adibito a sacrestia, quello a destra a cappella feriale; sul lato destro del presbiterio vi è anche un servizio igienico. A destra della chiesa, leggermente arretrato rispetto alla linea della facciata e collegato al corpo della chiesa mediante un passaggio porticato ad un fornice, si colloca il campanile. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 32,21 ml; larghezza 8,79 ml e altezza navata 11,06 ml.
Strutture verticali
Il progetto della chiesa fu redatto dall’architetto Silvano Barich ed è concepito in maniera unitaria con il campanile. Tutte le murature sono in pietrame, intonacate e tinteggiate color crema mentre le modanature sono rosa tenue. La facciata principale, a capanna, più ampia del corpo della chiesa, presenta un alto basamento a fasce orizzontali in pietra d’Aurisina e mattoni che arriva sino all’imposta dell’arco del portale d’ingresso; lateralmente è definita da una coppia di lesene binate con soluzione ad angolo, a cui si affianca una coppia di pilastri più bassi: sia le lesene che i pilastri sono distinti dalla facciata mediante un rivestimento in mattoni ed entrambi sono conclusi da un cippo mistilineo con palla alla sommità. Una cornice modanata ed aggettante, con dentelli nella parte inferiore, funge da imposta al frontone con timpano liscio caratterizzato da un geison obliquo mistilineo. Il portale d’ingresso, ad arco a tutto sesto, si colloca, in asse con la navata: presenta una particolare strombatura in pietra, suddivisa in una serie di ghiere, soluzione che fa riferimento all’architettura gotica; ad arricchirlo ulteriormente vi è una decorazione floreale in lieve rilievo dalla facciata che si sviluppa all’estradosso dell’arco. Sopra al portale si apre un grande occhio circolare contornato da una cornice in pietra. Le facciate laterali sono scandite da lesene dipinte che riportano la ripartizione in quattro campate dell’interno della navata; presentano delle discontinuità dettate dalle nicchie interne e dagli ambienti annessi; su ciascun fianco in alto si aprono tre finestre ad arco scemo ed un occhio circolare nella prima campata all’ingresso in corrispondenza dell’ingresso in chiesa e in corrispondenza del presbiterio; nella prima campata della navata vi sono inoltre due ingressi laterali, preceduti da una piccola anticamera, di cui quello a destra è collegato tramite un breve portico al campanile.
Coperture
La copertura della chiesa è a falde - due nella navata, cinque nel presbiterio - con manto esterno in coppi. All’intradosso sia la navata che il presbiterio sono sormontati da una volta a botte ribassata lunettata lateralmente in corrispondenza delle finestre, mentre l’abside presenta una volta a catino, anch’essa lunettata, che si interseca a quella del presbiterio.
Campanile
Il campanile fu costruito nel 1927 a destra della neoeretta chiesa parrocchiale, leggermente arretrato rispetto alla linea della facciata; è composto da un corpo isolato, collegato alla chiesa da un portico ad un fornice. La torre, a pianta quadrata, presenta un basamento a fasce orizzontali in pietra d’Aurisina e mattoni; il fusto, intonacato e tinteggiato color crema, è definito sugli spigoli da lesene in mattoni ed è ritmato da tre occhi circolari che si aprono su ogni lato in corrispondenza degli interpiani; all’interno solai e scale sono in legno. La cella campanaria, con una bifora per lato affiancata da lesene in mattoni a vista, ospita due concerti da tre campane. La torre è conclusa da una copertura a falde con manto in coppi, impostata su un tamburo ottagonale percorso da archetti ed occhi, anch’esso arricchito da un paramento in mattoni. Su tre lati del campanile, sotto alla cella, è collocato il quadrante dell’orologio pubblico.
Apparato decorativo
L’interno della chiesa è intonacato e tinteggiato di color beige - più scuro per i paramenti murari, più tenue per le modanature - e rosa per il fondo delle nicchie e per il presbiterio; la pavimentazione è realizzata in palladiana sui toni del grigio, con dei riquadri neri che formano dei motivi geometrici. La navata è divisa in quattro campate da lesene trinate sopra a cui corre un fregio continuo sormontato da una cornice modanata aggettante; il fregio presenta una decorazione in stucco con medaglioni intervallati da girali e motivi vegetali. La prima campata partendo dall’ingresso è occupata dalla cantoria sorretta da tre arcate che separano l’ingresso dalla navata vera e propria; sotto la cantoria è stata ricavata una bussola vetrata e lateralmente vi sono due cappelle - di cui in quella a sinistra, chiusa da un cancelletto in ferro, è custodita la statua della Madonna del Preval; nella seconda e nella quarta campata si aprono due nicchie strombate contrapposte inquadrate da un arco a tutto sesto; la terza campata invece presenta una nicchia absidata più piccola e sollevata da terra, che esternamente riporta la stessa inquadratura ad arco delle altre due campate. Il fregio e la cornice proseguono anche nel presbiterio dove fungono da piano d’imposta per le lunette; queste ultime sono affrescate in maniera alternata con le raffigurazioni, entro tondi, dei quattro Evangelisti rappresentati con i propri simboli e con la colomba dello Spirito Santo nella lunetta centrale. Nella volta del presbiterio, entro una cornice mistilinea, è rappresentata Cristo risorto; anche la volta della navata, quadripartita da arconi decorati impostati sulle sottostanti lesene, presenta un ricco apparato pittorico: in ogni scomparto vi è un affresco compreso entro una cornice quadrilobata in cui sono rappresentate scene della vita di Gesù; una ricca decorazione a motivi floreali su fondo ora oro, ora rosa circonda gli affreschi della navata e decora le vele delle lunette sia nel presbiterio che della navata. Sull’arco santo inoltre campeggia la scritta O CRVX AVE SPES VNICA. Gli affreschi e l’apparato decorativo, restaurati negli anni Novanta, sono opera del pittore di Lucinico Leopoldo Perco. Sopra gli ingressi laterali della navata sono immurate due lapidi inscritte di cui quella destra ricorda la consacrazione della chiesa, quella a sinistra la rinuncia da parte del barone Enrico Codelli al patronato esercitato dalla sua famiglia sulla chiesa parrocchiale avvenuta nel 1960.
Apparato liturgico
Il presbiterio è rialzato dalla navata mediante due gradini in pietra grigia. L’altare maggiore, intitolato a Sant’Andrea, fu realizzato (l’incarico fu affidato) ad Amerigo Valent ma rimase incompleto. È composto da una mensa parallelepipeda impostata su un basamento di tre gradini con gli angoli smussati in pietra grigia; il paliotto è decorato a mosaico con la raffigurazione su fondo oro dei pani e dei pesci del miracolo evangelico della moltiplicazione; sopra vi poggia il tabernacolo inserito in una piccola struttura a tempietto. Nella navata, le nicchie laterali verso il presbiterio ospitano due altari dedicati a San Marco e a San Giuseppe, rispettivamente quello di destra e quello di sinistra; la struttura è identica: presentano una mensa marmorea a parallelepipedo, con paliotto in marmo giallo decorato da due rosoni laterali ed una stella centrale in marmo nero e giallo, profilati in marmo bianco; l’alzata è costituita da una coppia di colonne composite in marmo nero che sorreggono un frontone semicircolare spezzato. L’altare di San Marco nella nicchia centrale ospita la statua dell’Assunta scolpita nel 1887, quello di San Giuseppe la statua del Sacro Cuore. Nelle nicchie centrali sono collocate le statue di San Giovanni Bosco a sinistra e di Santa Teresa a sinistra; in quelle verso il fondo della navata a sinistra è collocato il fonte battesimale, a destra un confessionale. L’ingresso è sormontato dalla cantoria su cui vi trova posto è l’organo, costruito nel 1927 da Domenico Malvestio di Padova.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1970)
È stata rimossa la balaustra lapidea che delimitava lo spazio presbiterale, attualmente conservata nel basamento del campanile. È stato aggiunto un altare rivolto verso il popolo - in legno rivestito in lamiera - dietro a cui è stata collocata la sede costituita da sedute lignee mobili. Sulla sinistra del presbiterio vi è un leggio mobile per la proclamazione delle letture e del Vangelo.
navata - aggiunta arredo (1970)
Il fonte battesimale è stato spostato dalla cappella chiusa da cancelletto in ferro che si apre sul fianco sinistro in fondo alla chiesa alla nicchia inquadrata ad arco, sempre sullo stesso fianco verso il fondo della chiesa.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Gorizia
decanato di Cormons
Parrocchia di Sant'Andrea Apostolo

Via XXIV Maggio - Mossa (GO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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