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7/5/2024 Diocesi di Gorizia - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Giuseppe <Dolegna del Collio>
Data ultima modifica: 17/03/2017, Data creazione: 8/3/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Giuseppe


Altre denominazioni S. Giuseppe


Autore(Ruolo)  Barich, Silvano (progetto edificio)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze goriziane (costruzione edificio)



Notizie storiche  XVIII - XVIII (preesistenza intero bene)
Esistenza di una cappella di modeste dimensioni nel medesimo sito dell’attuale chiesa.
1840 - 1840 (preesistenza intero bene)
Ampliamento della cappella con la costruzione della navata; nell'occasione l'interno della chiesa fu anche arricchito con affreschi opera del pittore popolare Giacomo Meneghin di Nimis, conosciuto come Jacun Pitor.
1876 - 1908 (preesistenza intero bene)
Restauro della chiesa, che versava in condizioni precarie; una prima serie di lavori furono realizzati tra il 1876-1877 grazie ad un finanziamento dell’imperatore d’Austria; altri lavori che interessarono il rifacimento della copertura furono attuati nel 1908.
1908 - 1914 (progetto intero bene)
Già dal 1908, in una delibera comunale del 14 maggio, si auspicava alla realizzazione di una nuova chiesa ed in seguito fu redatto un primo progetto; nel 1913 il Ministero invitava il Comune ad apportare alcune modifiche al progetto, al fine di conservare alcuni particolari della chiesa, del campanile e dell’altare. Con lo scoppio della prima guerra mondiale fu sospeso l’iter.
1914 - 1918 (preesistenza intero bene)
Durante la prima guerra mondiale la precedente cappella fu occupata dalle truppe ed adibita a prigione. Il Genio militare costruì quindi una cappella per la popolazione e i soldati, inaugurata il 1 gennaio 2016; la struttura, seppur di degne dimensioni, era piuttosto precaria, realizzata in legno e intonaco di malta bastarda con la copertura in cartone incatramato.
1920 - 1920 (preesistenza intero bene)
Restauro e riapertura al culto della precedente chiesa.
1927 - 1927 (costruzione intero bene)
Costruzione ex novo della chiesa, demolendo la precedente chiesa - ad eccezione del campanile - che versava in condizioni di degrado, adibita durante la prima guerra mondiale a prigione di guerra. Il progetto della nuova chiesa fu redatto dall'architetto Silvano Barich (o Baresi).
1927 - 1927 (consacrazione intero bene)
Consacrazione della chiesa impartita dall'arcivescovo di Gorizia Francesco Borgia Sedej il 23 ottobre 1927 – si veda la lapide inscritta apposta al centro del parapetto della cantoria.
1940 - 1940 (decorazione interno della chiesa)
Decorazione della chiesa eseguita dal pittore pordenonese Tiburzio Donadon.
1970 (?) - 1970 (?) (ampliamento intero bene)
Ampliamento della chiesa con la creazione della cappella feriale lungo il fianco sinistro della navata.



Descrizione  L’attuale chiesa di San Giuseppe a Dolegna fu costruita ex novo nel primo dopoguerra in sostituzione della precedente gravemente danneggiata durante il conflitto mondiale. L'edificio, di dimensioni contenute, è connotato da un impianto basilicale mononavata, con presbiterio concluso da un'abside. Dal punto di vista stilistico, sia gli interni che gli esterni risultano piuttosto semplici ed essenziali; solo la facciata dimostra un certo intento compositivo, nel cui disegno sono ripresi stilemi storicisti con riferimenti anche alle decorazioni liberty, impiegati in maniera eclettica. Anche l'apparato pittorico che arricchisce l'interno, seppur ben riuscito, non dimostra particolari pregi artistici e ben si inserisce nel tono moderato dell'edificio.

Preesistenze
Della precedente chiesa di Dolegna, che sorgeva sul medesimo sito dell'attuale, è stata mantenuta solo la torre campanaria, forse rimaneggiata nella parte superiore relativa alla cella. Non sono state rinvenute tracce che permettano di ricostruire la storia della chiesa, consentendo di risalire a non prima del Settecento, epoca in cui esisteva una cappella; nella seconda metà del secolo fonti attestano la volontà di ampliare o rifare l'edificio sacro ma per mancanza di fondi l'intervento si poté realizzare solo circa un secolo dopo. Si trattava di un’opera di matrice locale, attribuibile a maestranze del luogo. La sua configurazione spaziale probabilmente si avvicinava all'attuale chiesa, rifacendosi ad una tipologia di chiesette campestri ben diffuse sul territorio; nell'insieme, anche se gli interni erano arricchiti da affreschi, doveva essere piuttosto semplice ed essenziale. Anche in merito alla dedicazione a San Giuseppe, non vi sono documenti che confermino che sia originale o mutata nel tempo.
Impianto planimetrico
La chiesa sorge in posizione isolata sulla piazza del paese, attestandosi sull'angolo all'incrocio di due strade a bassa percorrenza che la costeggiano sul fronte e lungo il fianco sinistro; sul lato destro e sul retro è circondata da un modesto spazio erboso oltre il quale si attestano delle case. L’edificio, orientato a Nord Est, è caratterizzato da una configurazione planimetrica piuttosto semplice, composta da un’aula longitudinale con una cappella absidata al centro del fianco destro e di un presbiterio a base circa quadrata, rialzato dalla navata di due gradini, concluso sul fondo da un'abside triangolare. Lungo il fianco sinistro vi è addossata dapprima, leggermente arretrata rispetto la facciata, la torre campanaria a base quadrata, ruotata di alcuni gradi in senso antiorario rispetto al corpo della chiesa; alle sue spalle vi è la cappella feriale, a pianta rettangolare allungata, accessibile dall’esterno e, in corrispondenza del presbiterio, la sacrestia collegata sia alla cappella sia al presbiterio stesso. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 20,93 ml; larghezza 8,48 ml; altezza 7,24 ml.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in pietrame, esternamente intonacate e tinteggiate di colore rosato. La facciata principale è caratterizzata da una forma a capanna, definita lateralmente da paraste angolari e da un profilo superiore mistilineo. Al centro si apre il portale d'ingresso preceduto da due gradini ed inquadrato da una semplice cornice sormontata da una mensola modanata; sopra, in posizione centrale, vi è un rosone circolare con profilo modanato. Il disegno della facciata è piuttosto essenziale e non presenta modanature o aggetti a modellare le superfici: delle semplici cornici lineari differenziate di colore bianco sono impiegate a risaltare i profili dei pilastri esterni e del comparto centrale con la copertura e a formare una fascia orizzontale sopra il basamento in intonaco a vista, scandita in quattro campi rettangolari - due a lato del portale nel comparto centrale, due in corrispondenza dei pilastri. Sopra ai pilastri poggiano due volute che si sviluppano poi nella copertura ad andamento mistilineo, connotata da volute contrapposte appena accennate, con la parte centrale che si sopraeleva leggermente a sostegno della croce. I fianchi ed il retro della chiesa sono trattati in maniera molto semplice, le superfici sono lisce con una cornice modanata che corre sotto la linea di gronda; presentano delle sporgenze dettate dai locali annessi: nel fianco destro fuoriesce la cappella interna semicircolare, lungo il fianco sinistro, dietro al campanile, vi è annesso un corpo ad un unico piano che contiene la cappella feriale e la sacrestia. In corrispondenza della navata vi si aprono quattro finestre a mezzaluna nel fianco destro, una in meno nel fianco sinistro - la prima verso l'ingresso è chiusa dalla torre campanaria - ed una sola per parte nei fianchi del presbiterio; altre due finestre a mezzaluna si aprono nel fianco sinistro della sacrestia mentre nella cappella feriale vi è una porta d'ingresso ad arco e tre finestroni centinati.
Coperture
La copertura della chiesa è a spioventi con manto in coppi - due falde nella navata, un sistema distinto a cinque falde impostato ad un'altezza inferiore per la parte presbiterale, falda singola in corrispondenza della cappella feriale che prosegue fino a copertura della sacrestia dove vi sono due falde. All’intradosso la navata è sormontata da un controsoffitto piano raccordato ai muri laterali da un ampio sguscio, mentre il presbiterio presenta una volta a botte a cui si interseca il semicatino absidale.
Campanile
Il campanile è addossato al corpo della chiesa, a sinistra delle facciata, leggermente arretrato rispetto ad essa. È costituito da una torre a base quadrata, ruotato di alcuni gradi in senso antiorario rispetto al corpo della chiesa. La struttura è realizzata per la maggior parte in pietra arenaria, mentre la cella ed il coronamento del fusto sono in mattoni faccia a vista, posati a corsi orizzontali; esternamente la parte lapidea è sommariamente intonacata e talvolta lavorata a simulare il disegno dei conci in pietra a vista. Il fusto, privo di modanature, è perforato da alcune feritoie; l'accesso avviene da una porta centinata con cornice in mattoni posta sul fronte principale; la salita alla cella è consentita da scale lignee che collegano cinque solai di piano anch'essi in legno, mentre il piano di calpestio della cella è costituito da una voltina in laterizio all'estradosso rinforzata in calcestruzzo. La cella campanaria, compresa tra due cornici a sezione modanata, presenta una monofora centinata su ciascun lato ed all'interno ospita tre campane issate su un castello metallico sospeso. La copertura del campanile è a padiglione a quattro falde, con struttura lignea rifatta in epoca recente e manto esterno in coppi.
Apparato decorativo
L’interno della chiesa è piuttosto essenziale, seppur ordinato. Le superfici murarie sono tinteggiate con colori chiari sui toni del beige, con un basamento a lastre marmoree screziate leggermente più scuro che corre lungo tutto il perimetro; anche la pavimentazione a lastre rettangolari marmoree è sui toni del beige chiaro. L'ambiente si compone di una navata longitudinale scandita in quattro campate distinte da una cornice rettangolare semplicemente dipinta, sui toni del grigio, che occupa la parte superiore dei fianchi. La prima campata in prossimità dell'ingresso funge da zona filtro, separata dalla navata vera e propria da tre arcate a tutto sesto con pilastri centrali a sostegno della soprastante cantoria in muratura, alla quale vi si accede da una scala lignea a doppia rampa lungo il fianco sinistro. Le pareti sono lisce e non presentano modanature: una cornice lineare, creata da una lieve sporgenza dell'intonaco, percorre tutto il perimetro interno della navata in linea con l'imposta dell'arco santo, distinguendo la parte inferiore delle facciate dipinte con effetto spugnato e la parte superiore ritmata dalle cornici, ciascuna delle quali include al centro le finestre a mezzaluna, anch'esse valorizzate da un profilo semplicemente dipinto di grigio. In corrispondenza della seconda campata, nel fianco destro, si apre una cappella absidata introdotta da un arco a tutto sesto, al cui interno è ospitato un confessionale; nel fianco sinistro è collocata una lapide a memoria di don Silvano Pozzar, parroco di Dolegna. La campata ai piedi del presbiterio è occupata dall'ampliamento dello stesso presbiterio oltre l'arco santo, con la realizzazione di una pedana rialzata di due gradini (allo stesso livello del presbiterio), che si sviluppa in tutta la larghezza della navata, con due appendici semicircolari più pronunciate ai lati, dove trovano posto il fonte battesimale a destra ed un leggio e sinistra. L'arco santo a sesto rialzato introduce al presbiterio vero e proprio, più stretto della navata: sotto l'arco, al centro, è collocato l'altare rivolto verso il popolo mentre l'altare maggiore domina nell'abside presbiterale. La volta del presbiterio è arricchita da pitture a tempera; al centro dell'abside si trovano i simboli dei quattro Evangelisti, compresi entro dei medaglioni circolari sospesi da ali e nuvolette a formare un'unica composizione; ai suoi lati, a sinistra è rappresentato un pavone, metafora della Resurrezione di Cristo, a destra un pellicano che nutre del suo sangue i suoi piccoli, a significare il sacrificio di Gesù in Croce. Le pitture sono comprese in una sorta di tessitura, con cornici sui toni del lilla con profilo arancione, che innerva l'intera volta, formando sette comparti quasi rettangolari lungo l'imposta della volta e due comparti nella parte centrale di copertura, di cui uno ospita la Colomba dello Spirito Santo circondata da raggi dorati. Ai lati dell'arco santo è rappresentata la scena dell'Annunciazione, con l'Angelo nunziante a sinistra e la Madonna a destra. Una doppia cornice sui toni del lilla e dell'arancio con le campiture azzurro tenue, racchiude l'intera copertura della navata, valorizzata da dei medaglioni mistilinei agli angoli ed al centro dei lati corti; al centro, entro una cornice mistilinea, si staglia la raffigurazione di San Giuseppe benedicente. Estremamente povera invece risulta la cappella feriale, con le pareti con un alto basamento marrone e la parte superiore e il soffitto tinteggiati di bianco ed ampi finestroni che si aprono nel fianco esterno; il piccolo presbiterio, orientato in senso opposto alla chiesa, ospita un modesto altare mobile dedicato alla Madonna.
Apparato liturgico
Lo spazio presbiterale è quasi interamente occupato dall'altare maggiore, preceduto da un ampio basamento di tre gradini, dal quale al centro parte una corsia che lo unisce all'altare verso il popolo, posto in posizione avanzata. L'altare maggiore, proveniente da una chiesa di Gorizia, si compone di una mensa a parallelepipedo in marmi policromi di ispirazione barocca, con zoccolo in marmo nero modanato, due pilastrini laterali in broccatello rosso con profilo nero ed il paliotto decorato da intarsi policromi a formare due motivi a stella racchiusi da una cornice bianca. L'alzata invece va cronologicamente ricondotta al periodo della ricostruzione della chiesa (1927) e si compone di un semplice gradino d'altare al centro del quale si inserisce il tabernacolo, costituito da una semplice edicola a parallelepipedo. Sui piedritti ai lati dell'altare poggiano due statue lignee, opera di una bottega valgardenese, raffiguranti Santa Teresa di Lisieux a sinistra e San Giuseppe con il Bambino a destra; altre due statue lignee sono poste nella navata nei due angoli ai lati dell'arco santo: a sinistra vi è il Sacro Cuore di Gesù, a destra la Madonna con il Bambino. Successivamente al Concilio Vaticano II, fu sostituito l'originario fonte battesimale e fu collocato un altare rivolto al popolo e un nuovo leggio per la proclamazione delle Letture e del Vangelo. Questi nuovi elementi liturgici furono concentrati nell'ampliamento dello spazio presbiterale; sono tutti realizzati in marmo sui toni del beige, con un basamento in marmo nero screziato e sono connotati da un disegno piuttosto semplice e lineare. Il nuovo altare, composto da una a mensa a parallelepipedo, ha il paliotto differenziato in marmo rosso screziato nel quale al centro si staglia un piccolo tondo in marmo bianco con impressa una croce. Nell'appendice a destra è stato posizionato il fonte battesimale, con il fusto a parallelepipedo, il catino circolare in marmo scuro, con coperchio in rame; sul lato opposto vi è un leggio che riprende le caratteristiche formali del fonte battesimale, con un leggio ligneo al posto del catino.



Adeguamento liturgico  presbiterio - intervento strutturale (1970-1980)
Ampliamento della parte presbiterale oltre l'arco santo, andando a formare una pedana della stessa larghezza della navata con due appendici semicircolari più profonde ai lati. Al centro è stato posto l'altare rivolto al popolo, unito all'altare maggiore tramite una corsia centrale; nell'appendice a sinistra è stato posizionato il leggio. La sede, costituita da sedute lignee mobili, è collocata lungo i fianchi del presbiterio.
navata - intervento strutturale (1970-1980)
Il fonte battesimale, che originariamente trovava posto nella cappella absidata che si apre nel fianco destro della navata fu sostituito e spostato nell'ampliamento presbiterale, a destra dell'altare.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Gorizia
Decanato di Cormons
Parrocchia di San Giuseppe

Dolegna del Collio (GO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


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