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19/5/2024 Diocesi di Jesi - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Marco Evangelista <Castelbellino>
Data ultima modifica: 21/12/2018, Data creazione: 20/7/2010


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Marco Evangelista


Altre denominazioni S. Marco Evangelista


Autore(Ruolo)  Capponi, Mattia (progetto della Chiesa nel XVIII secolo)
Beducci, Francesco (ristrutturazione statica ultimo novecento)
Schiavoni, Luca (progetto dei restauri ultimo novecento)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze marchigiane (fondazione)
tardo barocco marchigiano (costruzione)



Notizie storiche  XIV - XV (preesistenze nucleo centrale)
Molto probabilmente la fondazione della Chiesa di San Marco Evangelista risale al XIV-XV secolo, ma di quell’edificio, una piccola chiesa dedicata a S. Antonio, non resta purtroppo traccia poiché è stato demolito a metà del XVIII secolo per realizzare, nel 1767, l'attuale chiesa. Non sappiamo il perché dell’attribuzione a S. Marco Evangelista, ma è certo che l’anno precedente lo stesso architetto aveva fornito il disegno anche per la nuova chiesa parrocchiale di Monte Roberto.
XVIII - 1795 (costruzione campanile)
Dalle notizie storiche giunte a noi, nel 1795 il campanile non era stato ancora terminato.
1767 - 1792 (costruzione intero bene)
Il nuovo progetto della chiesa fu redatto dall’architetto di Cupramontana Mattia Capponi (1720 Cupramontana/1803 Jesi) e rappresenta l'attuale edificio. I lavori durarono diversi anni; il terreno, oltre a quello risultante dalla demolizione della chiesa di Sant’ Antonio, fu ceduto gratuitamente dalla famiglia Berarducci che, in cambio, ebbe il privilegio di un passaggio tra la chiesa e il loro palazzo, ora sede comunale, e di un coretto privato nella stessa chiesa. Il passaggio ed il coretto furono chiusi solo nel 1938.
1960 - 1966 (consolidamento strutture esterne)
Tra il 1960 e il 1966 le strutture esterne furono consolidate con interventi della Regione Marche e dell’Amministrazione Comunale.
1966 - 1966 (restauro intero bene)
Nei primi mesi del 1966 furono eseguiti lavori di ripulitura e restauro per munificenza della famiglia Sassaroli Emidio e Tesei Blandina in ricordo della loro figlia Anita.
1988 - 1993 (ristrutturazione statica intero bene)
Ristrutturazione statica della chiesa progetto redatto dal tecnico ingegnere Francesco Beducci, di Pianello Vallesina. Il parroco era don Luigi Carrescia. La ristrutturazione statica venne eseguita come intervento urgente in base alla Legge 1010/48, in seguito alla segnalazione di preoccupante situazione statica della chiesa parrocchiale e quindi alla necessaria tutela della pubblica incolumità. Le opere furono relative al consolidamento fondale del lato destro dell’edificio, al consolidamento e restauro delle murature mediante cuciture di pareti ed archi, nonché al rifacimento delle coperture e di parte della volta dell’aula. Per tali lavori fu richiesto anche il parere della Soprintendenza, che fu rilasciato ai sensi della Legge 1089/39. I lavori del tetto furono interrotti e sospesi per quasi un anno per insufficienza di fondi e furono ripresi a fine gennaio del 1993 per completare la copertura corrispondente all’abside che presentava travi portanti molto degradate.
1995 - 1995 (restauro interno)
Restauro interno, progettista e direttore lavori architetto Luca Schiavoni di Jesi. La facciata e le coperture della chiesa risultavano in buono stato, pertanto il restauro ha riguardato solamente gli interni e, nello specifico, sono stati eseguiti tre interventi: il restauro della pavimentazione in cotto della navata, poiché gli elementi originali di forma quadrata risultavano piuttosto consumati, la tinteggiatura generale della chiesa danneggiata da infiltrazioni del tetto e da riprese non ben eseguite, ed infine il restauro delle finestre in legno della navata e della facciata principale, previa sostituzione delle parti non più recuperabili. Per quanto riguarda la tinteggiatura sono stati rimossi tutti gli strati precedenti ed è stato riportato alla luce il fondo antico, bianco, opportunamente stuccato a scagliola e nuovamente trattato a cera.



Descrizione  La chiesa è ubicata a ridosso del vecchio nucleo storico di Castelbellino, e l’ingresso è proprio sulla omonima Piazza. Sul retro si ha un forte pendio, ma da un’analisi degli edifici vicini, risulta perfettamente stabile in quanto è in tufo. L’attuale chiesa, in stile neoclassico, a navata unica, è appunto uno spazio ad aula, arricchito, lungo i lati longitudinali, da quattro cappelle rettangolari, che ospitano degli altari. Il presbiterio è leggermente sopraelevato. Pur avendo a disposizione un limitato sviluppo planimetrico, l’architetto riuscì a concepire la nuova chiesa come un luogo che anche oggi invita a soffermarsi, come per allungare il percorso fino all’altare. Le quinte interne furono progettate, con l’aiuto del colore, secondo un forte senso volumetrico, con un susseguirsi di pieni e di vuoti scavati nello spessore dei muri perimetrali e separati da lesene con capitello corinzio. Queste ultime sembrano reggere un architrave pronunciato e continuo lungo tutto il perimetro interno della chiesa. Grazie al suo aggetto, l’architrave consente di avere una piccola balconata sulla quale è impostata la volta a botte di copertura dove, in alcune unghie, si aprono le finestre laterali. Nella volta e nel catino absidale si notano motivi decorativi a stucco. L’interno è infatti ricco di decorazioni di grande effetto volumetrico. La facciata, che domina la Piazza, è molto semplice, in pietra arenaria a vista.

Facciata
La facciata che si apre sulla piazza è un rigido rettangolo costruito prevalentemente in pietra con un piccolo frontone per contraddistinguere la copertura. E’ in pietra arenaria a vista listata a mattoni, con modanature delle cornici in laterizio. Le uniche aperture che segnano la facciata sono quelle del portale e della finestra sovrastante. A differenza e contrapposizione dell’interno, l’esterno ha un uso appena accennato del rilievo e, sempre in elementi lapidei, sono presenti lesene, architravi e dentelli che contribuiscono a rendere il tutto molto sobrio. Lo spazio è scandito in lineari specchiature, delle quali la centrale inquadra il portale.
Presbiterio
Il presbiterio è sopraelevato come le cappelle e possiede un altare, parzialmente modificato nei materiali, ma di impianto tradizionale settecentesco. La balaustra che divideva il presbiterio dalla navata è stata rimossa durante i lavori di restauro eseguiti nel 1995 poiché non permetteva un corretto utilizzo dell’area presbiteriale, secondo le odierne esigenze. La balaustra, in marmo, risultava tra l’altro non originale, sovrapposta al pavimento del presbiterio e quindi non compresa nel progetto originario del Capponi; determinava anzi uno schiacciamento dello spazio prospettico della chiesa.
Pavimenti e pavimentazioni
Nella parte contenuta dalla bussola di ingresso il pavimento, prima del restauro del 1995, era in battuto di cemento, ma non vi è traccia né notizia di quale fosse il suo stato originale; ora è stato uniformato alla navata, lungo la quale, invece, il pavimento è in cotto policromo giallo e rosso alternato, di formato quadrato e molto probabilmente originale. Anche nel presbiterio il pavimento è in cotto ma sicuramente non è più l’originale, poiché è di formato più piccolo e levigato.
Catino absidale
Il fuoco prospettico della composizione è costituito da due semicolonne corinzie che inquadrano l’altare principale e conducono lo sguardo verso il catino absidale. Quest’ultimo, come di consuetudine per l’architetto Capponi, è finemente decorato con un rilievo a riquadri di cornice e dei fiori in stucco bianco, con soluzioni formali identiche a quelle concepite per altre chiese. Una decorazione ben realizzata da maestranze che lo stesso Capponi utilizzerà in seguito per altre sue opere.
Cantoria
La chiesa possedeva una cantoria in legno sopra l’ingresso principale che, probabilmente nel 1942 come ricordato dalla lapide murata sopra l’ingresso, è stata rimossa con la chiusura degli accessi laterali. Al suo posto oggi esiste soltanto una bussola in legno.
Altari
L’altare principale è dedicato a san Marco, quello di sinistra al Crocefisso ed infine quello di destra a san Giuseppe. Lungo la navata, sulla destra, c’è l’altare dell’Immacolata Concezione e, sulla sinistra, c’è invece quello del Sacro Cuore di Gesù, già di San Antonio Abate che ricordava la chiesa demolita. Sul primo, quello dell’ Immacolata Concezione, si trova una piccola statua, molto cara agli abitanti del luogo, poiché dopo ben 36 anni tornò da Montecarotto nel luglio 1986, dopo essere stata custodita in un’edicola nella contrada San Fortunato. La statua ritrae la Vergine Immacolata nell’iconografia divenuta quasi tradizionale dopo le tele dipinte dal Murillo ed altri nel secolo precedente: la Vergine ha sotto i piedi il serpente e la luna come dalla visione giovannea dell’Apocalisse. Una pagina manoscritta del pievano don Berardo Moncolini riporta un “miracolo”, quello della sudorazione, avvenuto la sera del 7 luglio 1833.
Dipinto
Sull’altare maggiore è conservata una pala, raffigurante San Marco, di Vincenzo Monti dipinta nel 1938, offerta dalla famiglia Bellagamba in memoria di Palmira e Leto in occasione del cinquantesimo di sacerdozio del Parroco don Luigi Nisi.
Statue
Lungo le pareti interne della chiesa, in apposite nicchie, vi sono le statue di San Pietro, San Francesco, San Paolo, San Luigi e Santa Caterina; le statue in gesso di San Paolo, San Pietro e San Luigi Gonzaga sono dello scultore jesino Antonio Scorcelletti, volute nel 1892 dal Parroco don Luigi Nisi.
Organo
L’organo proviene dalla chiesa di San Esuperanzio di Cingoli, dalla quale fu acquistato nel 1792. Era stato costruito dai fedeli, organari della Rocchetta di Camerino, nel 1768, commissionato loro nel 1764 dal Capitolo della neo-Collegiata di San Esuperanzio. Dopo pochi anni il Capitolo decise di rifare l’organo affidandone l’esecuzione al veneziano Gaetano Callido, già operante in Cingoli, e di vendere l’organo della Famiglia Fedeli. Nella chiesa di Castelbellino fu collocato nella cantoria sopra l’ingresso; da qui fu rimosso per essere posto nel presbiterio, in un vano ricavato nel sott’arco a destra dell’altare maggiore nel 1942, e forse in quell’occasione subì alcune riduzioni e sostituzioni di parte originali.
Portale
La chiesa non ha subito mai sostanziali interventi restaurativi ed è giunta a noi integra, ad eccezione del portale che risulta modificato rispetto al disegno originale ritrovato, insieme ad altri, nel 1968 nel soffitto dell’ex monastero di San Lorenzo in Cupramontana.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1965)
Dal 1965 in poi è stato utilizzato come nuovo altare, rivolto al popolo, un semplice tavolo di legno.
presbiterio e navata laterale - aggiunta arredo (2013)
Nel 2013 è stata effettuata l'installazione di un nuovo impianto per l'utilizzo dei microfoni.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Marche
Diocesi di Jesi
Parrocchia di San Marco Evangelista

Piazza San Marco 13 - Castelbellino (AN)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


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