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29/3/2024 Diocesi di Parma - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo <San Michele Cavana, Lesignano de' Bagni>
Data ultima modifica: 06/12/2016, Data creazione: 9/9/2010


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa dei Santi Pietro e Paolo


Altre denominazioni Chiesa di San Basilide;Pieve di Badia Cavana


Ambito culturale (ruolo)  maestranze padane (costruzione)



Notizie storiche  1096 - 1106 (costruzione intero bene)
Termini temporali entro i quali furono fondati chiesa, dedicata a San Basilide, e annesso monastero. Questo monastero vallombrosiano rientra nel programma di riforma promosso da Matilde di Canossa e Pasquale II tramite il legato pontificio Bernardo degli Uberti.
1115 - 1115 (menzione intero bene)
L'abbazia è citata nel privilegio di Pasquale II nell'elenco dei cenobi vallombrosiani.
1419 - 1419 (storia intero bene)
La badia diviene commenda. Ciò significa che alla figura dell'abate è affiancata anche quella di un commendatario, religioso o laico, con il compito di amministrare il bene ecclesiastico.
1484 - 1492 post (storia intero bene)
Il monastero si rifuta di aderire alla riforma di Clemente VII che imponeva ai monasteri vallombrosiani di sottostare ad un nuovo regime di governo per cui il monastero di San Michele Cavana vede l'estinzione della propria famiglia monastica. La badia diviene esclusivamente commenda e privata della funzione monastica.
1548 - 1601 (storia intero bene)
Durante la commenda di Paolo dei Conti Sanvitale, sono realizzati i primi interventi di restauro al chiostro.
1564 - 1564 (erezione a parrocchia intero bene)
La chiesa del monastero diviene parrocchiale a causa dello stato di rovina in cui era caduta la pieve dei Santi Pietro e Paolo, che era il precedente punto di riferimento per gli abitanti della zona, perdendo l'originale intitolazione a San Basilide.
1601 - 1622 (restauro interno)
Durante la commenda di Monsignor Diofebo Farnese, l'edificio viene ammodernato secondo lo stile barocco dell'epoca. I muri perimetrali vengono interamente intonacati e stemmi farnesiani in chiaroscuro vengono dipinti sull'arco trionfale e sulle volte a botte del braccio destro del transetto. Nel transetto finestre ad occio di pavone sostituiscono le originarie monofore.
1691 - 1732 (restauro intero bene)
Durante la commenda del Cardinale Giuseppe Renato Imperiali, l'interno della chiesa subì una radicale trasformazione: sostituì le capriate lignee con quattro volte a crociera in mattoni intonacate con archivolti e lesene; il piano pavimentale venne sopraelevato, sotterrando l'esistente; le monofore delle pareti longitudinali e le bifore della facciata interna furono otturate. Venne, inoltre, rimosso l'antico altare basilicale con il ciborio e sostituito con uno nuovo in mattoni intonacati e due altari furono realizzati nei bracci del transetto.
1798 - 1798 (storia intero bene)
Maurizio Meli Lupi è l'ultimo commendatario della badia. Sotto di lui, a seguito del decreto napoleonico, tutti i beni dell'abbazia passano sotto il possesso del governo francese.
1854 - 1854 (consolidamento campanile)
Sotto la direzione dell'arciprete don Giovanni Ubaldi venne allargata la sezione muraria alla base.
1886 - 1886 (sopraelevazione campanile)
Sotto don Guglielmo Cattani viene risistemata la cella campanaria, sopraelevandola di due metri con un paramento in laterizio e sostituendo alle trifore dei lati nord e sud delle bifore, e alle bifore dei lati est ed ovest delle monofore.
1934 - 1942 (restauro intero bene)
Per volere dell'arciprete don Iginio Vignali la chiesa subisce una serie di interventi con lo scopo di ricondurla all'aspetto primitivo. Vengono innanzitutto eliminati gli intonaci e realizzata una decorazione monocroma nei tondi dei peducci delle volte con simboli sacri. I laterizi delle lesene e degli archivolti delle crociere vengono riportati a vista. Le finestre della navata, della facciata e del transetto vengono riaperte e ripristinate. Si chiude la monofora absidale con una lastra di onice dorato. Demolizione dell'altare maggiore barocco e ricostruzione con lastroni di arenaria di un altare in stile romanico con una mensa antica rinvenuta nella demolizione dell'altare precedente. Ricostruzione dell'ambone e riapertura delle scale di accesso alla cripta.
1942 - 1950 (consolidamento intorno)
Il successore di don Vignali, don Romeo Faimali, si occupò principalmente del consolidamento del chiostro, della canonica e del campanile.
1943 - 1943 (passaggio di proprietà intorno)
Il monastero diviene proprietà della famiglia Aimi, dopo che era stata degli Isi, che ne detengono tuttora il possesso.
1959 - 1959 (consolidamento campanile)
Sotto la direzione della Soprintendenza alle Antichità si tenta di migliorare l'assetto statico della torre campanaria mediante l'imbrigliamento dei setti murari con quattro pilastri in cemento armato.
1961 - 1961 (rifacimento coperture)
La Soprintendenza di Bologna autorizzò l'abbattimento delle quattro volte a crociera settecentesche e la sostituzione con capriate lignee e tavolato e manto di copertura in coppi. Venne ripristinato, inoltre, il piano pavimentale originario su cui fu posata una pavimentazione in mattonelle in stile antico.
2004 - 2005 (restauro fronti esterni e coperture)
Con contributo CEI e su progetto degli architetti Bordi, Rossi e Zarotti, si è provveduto al restauro e alla pulizia dei fronti esterni in arenaria e alla manutenzione straordinaria sulle coperture della chiesa.
2011 - 2015 (restauro intero bene)
In seguito al sisma del 23 dicembre 2008, si è proceduto ad un vasto intervento di restauro e miglioramento sismico, finanziato dalla regione Emilia-Romagna e integrazione dei fondi dell'8X1000. L'intervento, progettato dagli architetti Bordi, Rossi e Zarotti, è teso a risolvere i problemi statici dell'edificio e il consolidamento del paramento medievale in pietrame a vista.



Descrizione  Il complesso abbaziale è costituito dalla chiesa con annesso nartece e dal chiostro, inglobato nei secoli in edifici ad uso rustico. L'arco di tempo in cui collocarne la fondazione è compreso tra il 1096 e i primi anni del XII secolo. Dall'anno della fondazione, mantenne la funzione di monastero per quattro secoli. La chiesa presenta i tratti più tipici dell'architettura vallobrosiana: dimensioni abbastanza contenute; pianta a navata unica con transetto sporgente e conclusa da abside semicircolare; copertura della navata con legname a vista e dei bracci del transetto con volte a botte; mancanza pressochè assoluta d'apparati decorativi; campanile di costruzione postuma. Due sono i tratti che la distinguono dalla chiesa vallombrosiana 'tipo': la facciata preceduta da nartece e la presenza della cripta. Il nartece, addossato alla facciata principale ovest, è costituito da due fornici che, attualmente, si presentano sviluppati nella profondità di una sola campata e su due piani, anche se, probabilmente, quest'aspetto è dovuto a trasformazioni avvenute in tempi non precisati. La forma originale avrebbe dovuto essere a due campate su un solo piano. Il primo piano del nartece ha subito varie modifiche nel corso del tempo, prima fra tutte quella del 1256 voluta dall'arciprete Raimondo Girardi. La parte inferiore del nartece è coperta da volte a crociera in blocchi di arenaria con costolonature a sezione rettangolare. I sei pilastri cruciformi in arenaria gialla sono composti di elementi poligonali e semicircolari, con speroni quadrati che sorreggono i capitelli figurati. Il nartece fu realizzato senza dubbi posteriormente rispetto alla facciata, entro comunque il decennio successivo. I capitelli, per analogie stilistiche con quelli della Cattedrale di Parma, vanno collocati nel periodo tra il 1106 e il 1115. Il paramento murario dei fianchi nord e sud è in conci a filaretto di età romanica, ma si distinguono parti più moderne con un paramento irregolare in laterizio, visibile soprattutto nell'area absidale. Dal braccio destro del transetto si accede alla torre campanaria, a pianta rettangolare, manomessa nel corso del tempo. La chiesa è a croce latina ad una sola navata e riceve luce da otto monofore e due bifore. Il paramento interno è a conci di pietra arenaria disposti a filaretto nelle parti più importanti e di silice azzurrina nelle altre. La copertura fu riportata a capriate lignee nel 1961. Sotto il presbiterio si trova la piccola cripta alla quale si accede da doppia scalinata. Vi si trovano le reliquie di San Basilide in apposita urna. La volta della cripta è ornata da stucchi barocchi, con putti e telamoni, ascrivibili al XVIII secolo.

Pianta
L'edificio presenta impianto planimetrico a croce latina, commissa per essere più precisi, tipico degli insediamenti vallombrosiani, con aula conclusa da abside semicircolare e transetto. Nel XIII secolo, sul fronte ovest, è stato addossato alla facciata principale il nartece.
Struttura
Le strutture murarie in elevato sono in pietra arenaria a conci squadrati disposti a corsi regolari nelle parti medievali e mista in laterizio e sasso di fiume a corsi irregolari nelle parti di età moderna.
Coperture
Le coperture, con disposizione a semipadiglione sulla chiesa e a capanna sul transetto nord, si presentano con manto in coppi. All'interno la navata presenta capriate lignee, realizzate nel corso dei restauri novecenteschi. Solo i bracci del transetto presentano una copertura a volta a botte, oltre alla calotta emisferica dell'abside.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione, risalente ai restauri novecenteschi, è realizzata alla quota originaria dell'edificio medievale e presenta manto in laterizio con i corsi disposti obliquamente alle murature perimetrali e posati direttamente su un massetto in conglomerato cementizio.
Elementi decorativi
I capitelli del nartece, che secondo la critica è stato realizzato proprio per accogliere questi capitelli istoriati, espressione del programma di riforma morale del clero e di evangelizzazione voluto da Bernardo degli Uberti, rappresentano i simboli dei quattro Evangelisti, i due interni -quello a sinistra e il centrale- e motivi astratti, vegetali e testine umane i quattro restanti. Gli Evangelisti sono così accoppiati: San Marco con San Matteo, san Luca con San Giovanni.



Adeguamento liturgico  ambone - aggiunta arredo (1980 ca.)
Leggio mobile ligneo collocato a sinistra dell'altare.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Emilia-Romagna
Diocesi di Parma
Zona past. n. 6 Langhirano-Lesignano Bagni-Tizzano
Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo

strada Comunale della Badia, 10 - San Michele Cavana, Lesignano dè Bagni (PR)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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