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Chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine <Ceres>
Data ultima modifica: 25/10/2016, Data creazione: 23/5/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine


Ambito culturale (ruolo)  romanico (preesistenza)
barocco alpino (ricostruzione)



Notizie storiche  XII - XII (costruzione antica costruzione)
L'antica chiesa parrocchiale e il suo campanile, di cui la prima oggi scomparsa, risalgono al 1150 circa. Opera romanico-lombarda.
1547 - 1584 (visita pastorale antica costruzione)
La visita pastorale dell'agosto del 1547 del vescovo di Ventimiglia Filippo de Mari, vicario generale dell'arcivescovo di Torino, è il primo documento che cita l'antica costruzione parrocchiale di Ceres. Nella visita successiva, dell'agosto del 1584, del canonico Paolo Galateri di Genola, delegato dell'arcivescovo Peruzzi viene riportata una descrizione dettagliata dell'edificio. La Parrocchia era eretta dal sacerdote Francesco Baramasco. L'altare maggiore era di "pietra" e provvisto del necessario; vi erano tre altari minori, quello di San Giovanni posto in una cappella "assai bella" ma sprovvisto di tutto, e quelli di Sant'Antonio e San Lorenzo, da demolire entro sei mesi se non fossero stati forniti di tutto l'occorrente. Vi era poi l'altare di Santa Maria appartenente alla famiglia dei Castagneri. La chiesa era ben formata, pavimentata, senza sacrestia, e fu dato ordine di imbiancarla e di dotarla di confessionale. Il battistero era abbastanza decoroso.
1594 - 1594 (visita pastorale antica costruzione)
Nella visita del 3 luglio 1594, l'arcivescovo Broglia descrive la chiesa in cattivo stato di conservazione, più larga che lunga, dove era necessario "pavimentarla meglio e soffittarne le tegole". Era presente una piccola sacrestia, costruita da poco, e gli altari di San Lorenzo e Sant'Antonio erano stati restaurati, anche se mancavano ancora del necessario, così come l'altare dedicato alla Beata Maria dell'Assunzione.
1602 - 1613 (demolizione e ricostruzione antica costruzione)
L'antica costruzione romanica venne demolita per la costruzione di una seconda chiesa parrocchiale, sul luogo della prima e addossata alla monumentale torre campanaria. Fu edificata nel 1602 e consacrata il 1 settembre 1613.
1674 - 1674 (visita pastorale seconda chiesa)
Nella visita pastorale dell'ottobre 1674, l'arcivescovo Beggiamo descrisse la chiesa ricostruita. L'altare maggiore era in muratura, con l'icona dell'assunzione, dipinta nel 1645, entro una cornice lignea e dorata. Vi erano gli altari di Sant'Orsola, del Suffragio, del Santo Rosario, e di santa Croce, con aggregate le omonime compagnie. L'ultima era composta da 200 confratelli che avevano il loro oratorio nella tribuna sopra la porta principale. Il corpo della chiesa constava in un'unica navata, imbiancata e con volta, e aveva il pulpito, due confessionali, il battistero di pietra ben bipartito; la torre campanaria era munita di quattro campane. La chiesa era chiusa da tre porte, , la maggiore sulla facciata e le minori ai due lati. nella sacrestia erano collocati gli armadi per i paramenti. all'interno della chiesa c'erano tre tumuli, nei quali però non venivano inumati i cadaveri.
1730 - 1730 (visita pastorale seconda chiesa)
Nella visita pastorale eseguita per mandato dell'arcivescovo Gattinara, la chiesa si presentava in condizioni assai peggiorate, per cui si ordinò la costruzione di una nuova. Il visitatore constatò che l'edificio aveva una sola navata ed era strettissima rispetto al numero dei parrocchiani, e per la maggior parte minacciava di crollare, e ordinò una pronta riparazione sotto pena di interdizione. In risposta, i rappresentanti della comunità dichiararono che quella chiesa non sarebbe stata riparata perché l'intenzione era quella di costruirne una nuova e più grande nel luogo chiamato "Crest di San Bernardino", ritenuto più adatto per essere raggiunto dai fedeli e situato in modo che si potesse udire meglio il suono delle campane. Il visitatore, compiacendosi della decisione presa, ed esaminato il luogo, acconsentì che fosse costruita la nuova chiesa.
1733 - 1740 (costruzione nuova costruzione)
Nel 1733 venne posata la prima pietra. Un valido contributo alla nuova opera lo diedero le varie confraternite e la comunità Un cospicuo aiuto giunse dall'orefice Giovanni Antonio Genta, grande benefattore. Alla costruzione vera e propria concorsero gratuitamente tutte le famiglie del paese, con dodici giornate di lavoro ciascuna. Nel 1740 il più era fatto e Ceres aveva così una nuova chiesa.
1733 - 1908 (ristrutturazione e demolizione seconda chiesa)
La seconda chiesa, dopo la decisione di spostare la parrocchiale in un altro luogo, venne convertita in una piccola cappella, bianca, collocata accanto all'antica torre campanaria. Della precedente costruzione restò fino al 1908 il coro, anno in cui fu demolita totalmente.
1744 - 1744 (completamento campanile)
La comunità affidò al capomastro Giovanni Battista Giacometti il compimento del campanile, già iniziato ma lasciato incompiuto all'altezza del coro della chiesa.
1750 - 1750 (relazione parrocchiale intero bene)
Nella relazione del pievano Giacomo Grassa la nuova chiesa viene descritta come: coperta, con l'abside "voltato", e due cappelle già terminate. La costruzione non aveva ancora niente di proprio salvo l'icona dell'assunta con cornice dorata, l'altare maggiore e il coro.
1752 - 1752 (visita pastorale intero bene)
Nella relazione di visita pastorale dell'arcivescovo Roero di Pralormo, si apprende che la nuova parrocchiale mancava ancora della volta sopra la navata, del pavimento e non era ancora intonacata, per cui egli ordinò che fosse finita entro due anni.
1754 - 1754 (completamento intero bene)
L'edificio fu interamente completato e venne benedetto.
1755 - 1755 (costruzione intorno)
Fu costruito l'oratorio di Santa Croce, attiguo alla chiesa, posto a levante, per opera dell'impresario Giacometti.
1756 - 1756 (arredo interno)
Si collocò l'altare in marmo, per opera del marmista Milano Buzzi d'Orgiù, su disegno del nobile Tommaso Beria.
1761 - 1761 (sistemazione intorno)
Il pievano Giovanni Bottino promosse lo spianamento del "Crest", sul quale sorgeva l'imponente edificio sacro, per trasformarlo in un'ampia piazza: questo lavoro venne eseguito volontariamente, a turno, dai "particolari" delle varie borgate.
1769 - 1769 (consacrazione intero bene)
La nuova chiese fu solennemente consacrata il 12 settembre 1769 dall'arcivescovo Francesco Luserna Rorengo di Rorà.
1769 - 1769 (visita pastorale intero bene)
Nella sua visita l'arcivescovo Rorà trovò la chiesa ampia, elegante, tutta imbiancata, con ricco altare marmoreo, pavimento in pietra, pulpito ben scolpito, capace coro e una bella icona dell'Assunta. Era mancante ancora di facciata. L'edificio viene descritto a una sola navata, ma di grande ampiezza e di elegante architettura, con il pavimento interamente realizzato in pietre quadrate. La chiesa aveva tre porte, la maggiore rivolta a occidente, con "bussola" interna, e due laterali, una che si apriva sulla facciata principale e una in corrispondenza della balaustra. Al pilastro destro vicino al gradino del presbiterio era collocato il pulpito, avente come piede un confessionale. Oltre a quello vi erano altri tre confessionali. La facciata era ancora "rudis". Il campanile aveva quattro campane. Dietro l'altare, nel coro, vi era un tumulo per la sepoltura dei parroci. A destra del presbiterio c'era la sacrestia: un locale a volta con i muri imbiancati e il pavimento in pietre quadrate.
1769 - 1769 (visita pastorale interno)
Nella relazione di visita del Rorà gli altari laterali avevano la stessa dedicazione di quelli dell'antica parrocchiale, ma collocati in diverso ordine: "La chiesa è arricchita da cinque altari di cui il maggiore di marmo ed è costruito in forme eleganti, separato dalla parete, abbellito da ornamenti convenienti con un'elegante icona appesa alla parete del coro con l'immagine della Madonna Assunta in Cielo sotto il cui titolo è dedicato questo altare". A sinistra erano posti l'altare di Santa Croce, in muratura con un grande Crocifisso per icona, e quello di Sant'Orsola, in laterizio, aderente alla parete con un'icona decente. A destra si trovavano gli altari del Santo Rosario, con statua lignea della Vergine e i 15 Misteri, e quello della B.V. del Suffragio, in laterizio, aderente alla parete provvisto di un conveniente ornamento con sopra un'icona.
1821 - 1821 (orologio campanile)
Fu collocato l'orologio sul campanile. aveva due soli quadranti, uno sulla facciata della chiesa, all'interno del timpano, verso la piazza, e l'altro sulla parete rivolta verso la borgata di Vana.
1904 - 1904 (decorazione interno)
Mentre era pievano di Ceres il teologo Giovanni Milone, la chiesa fu decorata dal professor Berroggio.
1907 - 1907 (completamento facciata)
Fu terminata la facciata su progetto dell'ingegnere Enrico Ruffoni, come riportato nella data posta sopra il portale d’ingresso.
1926 - 1967 (variazione d'uso intorno)
La sede dell'oratorio di Santa Croce venne dismessa nel 1926, vista la mancanza di confratelli, e fu trasformata in un salone-teatro per la gioventù dal parroco Giuseppe Filippello. Nel 1967 venne realizzato il salone parrocchiale su progetto dell'architetto fratel Alessandro Chiappini e costruito da paret dell'impresa del geometra Marco Castagneri.
1927 - 1927 (sostituzione campanile)
Il vecchio "castello" in legno sul quale erano montate le campane venne sostituito dall'attuale in ferro, dotato di ruote e del meccanismo per eseguire il concerto festoso della "baudetta".
1946 - 1946 (restauro interno)
Ripristino del quadro della Crocefissione, risalente all'inizio del Seicento, a cura del barone Giovanni Donna d'Oldenico.
1962 - 1962 (arredi interno)
Vengono posti due confessionali lungo la navata, che ricalcano lo stile di quello alla base del pulpito, eseguiti dagli allievi della Scuola artigianato di Don Bosco di Valdocco, e in memoria del professor Mario Ricca-Barberis.
1964 - 1964 (arredo interno)
Vengono collocati i nuovi banchi offerti in ricordo dei parrocchiani defunti.
1971 - 1971 (restauro interno)
La porta della chiesa vecchia, restaurata in memoria di Rosa Ferraro, è arricchita da un artistico pannello, opera dello scultore Leopoldo Botussi, su omaggio del signor Enrico Lanfranco a ricordo della figlia.
1973 - 1973 (arredo interno)
Viene collocato il nuovo organo elettronico.
1974 - 1974 (restauro interno)
Restauro dell'organo a canne e del portale d'ingresso della chiesa.
1977 - 1977 (restauro pulpito)
Restauro del pulpito ligneo addossato al pilastro destro del presbiterio.
1980 - 1980 (restauro tetto)
Restauro del tetto.
1981 - 1981 (restauro facciata)
Restauro della vetrata artistica raffigurante la Madonna Assunta, danneggiata da impetuoso vento nella notte tra il 3 e il 4 di gennaio.
1982 - 1987 (sistemazione campanile)
Nel 1982 elettrificazione dell'orologio e posa di due quadranti sulle pareti del campanile che ne erano sprovviste, verso Cesale e il Fè, e collocazioen di due campane. Nel 1983 viene aggiunta una terza campana (si) in ricordo dell'anno Santo della Redenzione e in memoria di Antonio Chiurino, ultimo campanaro. Nel 1987 viene installata la quarta campana (do)
1988 - 1988 (restauro presbiterio)
Restauro della pala d'altare, dei dipinti laterali raffiguranti Gesù tra i dottori e l'ultima cena, e dei quadri della via Crucis. Intervento realizzato dal laboratorio Rocca di Balangero.
1989 - 1989 (restauro interno)
Restauro del portale, della bussola e degli arredi in legno intarsiato del presbiterio e della sacrestia, risalenti all'epoca di costruzione della chiesa.
1990 - 1990 (restauro interno)
In occasione del 250° anniversario è restaurato l'interno della chiesa da Enrico Baffoni di Borgaro. Viene restituita l'immagine originaria della decorazione delle volte e delle pareti; l'intervento è messo in evidenza dall'anello di illuminazione installato sopra il cornicione.
1996 - 1996 (restauro interno)
Restauro delle tele della Crocefissione, risalente all'inizio del Seicento, del dipinto raffigurante il miracolo della guarigione di un cieco, di epoca settecentesca, e la tela proveniente dalla sacrestia di Almese, datata 1632, raffigurante i santi Rocco, Pietro e Sebastiano. Restauro eseguito dal Laboratorio Rocca di Balangero con contributo del Lions Club.
1996 - 1997 (sistemazione campanile)
Il 28 luglio 1996 vengono benedette la quinta e sesta campana , omaggio del parroco Don Celestino Massaglia e della sua famiglia. L'anno successivo è collocata la settima campana.
2002 - 2002 (restauro facciata)
Restauro della facciata della chiesa.



Descrizione  La chiesa parrocchiale di Ceres si affaccia sulla piazza principale del paese, dove è sito anche il municipio. Questo luogo, un tempo chiamato "Crest di San Bernardino" fu scelto nel 1730 come luogo dell'edificazione della nuova chiesa. L'edificio è in continuità con le costruzioni della casa parrocchiale e del campanile. La pianta è rettangolare, ad un'unica navata suddivisa in tre campate più abside semicircolare identificato solo dall'interno. La facciata principale è rivolta a nord-ovest. Appare caratterizzata da due ordini sovrapposti di lesene in finto marmo disposte simmetricamente rispetto all'ingresso e alla finestra soprastante, e separate da una cornice abbastanza sporgente rispetto al piano della facciata. Un’ulteriore cornice delimita il timpano triangolare che chiude verticalmente la facciata: all'interno del timpano vi è uno dei quadranti dell’orologio. Il timpano è a sua volta sormontato da quattro torce in muratura che fanno ala alla croce di ferro. In asse con la finestra rettangolare, con vetrata artistica raffigurante la Madonna Assunta, vi è il portale d’ingresso, a sua volta sovrastato da un’iscrizione in latino e da un timpano a forma di lunetta. L’iscrizione (TEMPLUM BEATAE MARIAE VIRGINI IN COELUM ASSUMPTAE DICATUM 1740 – 1907) riporta la dedicazione dell'edificio e le date 1740 , apertura della chiesa al culto, e 1907, il completamento della facciata. In basso la facciata termina con uno zoccolo in pietra. Le pareti laterali sono rifinite con intonaco grezzo, e presentano cinque aperture per lato, tre delle quali nella parte alta e due più in basso. Alla parete sinistra è addossato il salone parrocchiale, un tempo oratorio di Santa Croce. Sul lato destro, invece, dopo la sacrestia vi è l'ingresso alla canonica. Adiacente alla parete di fondo, sulla sinistra, si eleva il campanile, a pianta quadrata, con murature in pietra per lo più intonacate. La copertura è a due falde simmetriche e ha un’orditura in legno che sostiene il manto in lastre di pietra, "lose". L'impianto strutturale della chiesa è in muratura portante, intonacata sia sul lato interno che esterno. La copertura dell’ambiente interno è costituita da una volta a botte con unghie nella prima e nella seconda campata, da una cupola ellittica in corrispondenza dell’altare e da una semicupola nella zona dell’abside. Le diverse coperture sono separate tra loro da archi che si impostano sulle paraste relative ai pilastri posti all'incrocio tra le murature. Le cappelle laterali sono coperte da volte a botte. Lungo la navata sono disposte due cappelle per lato. Sulla destra per chi entra in chiesa, troviamo la cappella con l’altare in marmo sotto il titolo del Sacro Cuore; proseguendo verso il presbiterio, la cappella dedicata alla Madonna del Rosario. Sulla sinistra, per chi entra in chiesa troviamo la cappella dedicata alla Consolata e proseguendo la cappella del Crocifisso. Ai lati della bussola si trovano: a destra la grotta di Lourdes e a sinistra il fonte battesimale. Le superfici sono affrescate e intonacate con tinte pastello che vanno dall'azzurro al rosa al crema; la pavimentazione è realizzata lastre di pietra. Il presbiterio è rialzato di tre gradini rispetto all'aula, qui trovano posto l'altare maggiore in marmo e gli arredi, mensa e ambone, in legno dorato. Sulla parete posteriore è collocata la pala raffigurante l’Assunzione al cielo della Vergine Maria. A fianco della pala dell’Assunta, nell'abside, vi sono due pitture murali: a sinistra è rappresentato Gesù tra i Dottori e a destra è raffigurata la scena dell’Ultima Cena.Sopra la bussola d’ingresso è posta la cantoria lignea. L'edificio presenta un ottimo stato di conservazione. La chiesa è officiata regolarmente.

pianta
La pianta è a base rettangolare, ad un'unica navata, con due cappelle laterali per parte, suddivisa in tre campate. Completa l'impianto abside semicircolare identificato solo dall'interno.
facciata
La facciata principale è rivolta a nord-ovest. Appare caratterizzata da due ordini sovrapposti di lesene in finto marmo disposte simmetricamente rispetto all'ingresso e alla finestra soprastante, e separate da una cornice abbastanza sporgente rispetto al piano della facciata. Un’ulteriore cornice delimita il timpano triangolare che chiude verticalmente la facciata: all'interno del timpano vi è uno dei quadranti dell’orologio. Il timpano è a sua volta sormontato da quattro torce in muratura che fanno ala alla croce di ferro. Il motivo del timpano triangolare viene ripreso anche sopra l’artistica vetrata raffigurante la Madonna Assunta. In asse con l'apertura vi è il portale d’ingresso, a sua volta sovrastato da un’iscrizione in latino e da un timpano a forma di lunetta. L’iscrizione (TEMPLUM BEATAE MARIAE VIRGINI IN COELUM ASSUMPTAE DICATUM 1740 – 1907) riporta la dedicazione dell'edificio e le date 1740 , apertura della chiesa al culto, e 1907, il completamento della facciata. Le superfici sono decorate con tinte pastello che vanno dal rosa dei rilievi, al crema dei fondi. In basso la facciata termina con uno zoccolo in pietra.
facciate laterali
Le pareti laterali sono rifinite con intonaco grezzo, e presentano cinque aperture per lato, tre delle quali nella parte alta e due più in basso: delle tre alte, due sono in corrispondenza delle cappelle laterali e una in corrispondenza dell’altare, mentre le due più basse illuminano le cappelle. Alla parete sinistra è addossato il salone parrocchiale, un tempo oratorio di Santa Croce. Sul lato destro, invece, dopo la sacrestia vi è l'ingresso alla canonica.
copertura
Il tetto è a due falde simmetriche e ha un’orditura in legno che sostiene il manto in lastre di pietra, "lose".
Impianto strutturale
L'impianto strutturale della chiesa è in muratura portante, intonacata sia sul lato interno che esterno. La copertura dell’ambiente interno è costituita da una volta a botte con unghie nella prima e nella seconda campata, da una cupola ellittica in corrispondenza dell’altare e da una semicupola nella zona dell’abside. Le diverse coperture sono separate tra loro da archi che si impostano sulle paraste relative ai pilastri posti all'incrocio tra le murature. Le cappelle laterali sono coperte da volte a botte.
interni
Le superfici interne sono affrescate e intonacate con tinte pastello che vanno dall'azzurro al rosa al crema; a livello d’imposta delle volte vi è una cornice sagomata che segue tutto il perimetro dell’edificio sacro. In corrispondenza dei pennacchi della cupola ellittica sono raffigurati i quattro evangelisti con i rispettivi simboli (aquila, leone, bue e angelo) mentre al centro della cupola vi è lo Spirito Santo. Sopra la bussola d’ingresso è posta la cantoria lignea, con pitture, cornici e le decorazioni ispirate a semplice austerità. Qui è ubicato l’organo. Ai lati della bussola si trovano: a destra la grotta di Lourdes costruita alla fine dell’Ottocento nel vano della vecchia porta laterale e a sinistra il fonte battesimale con rivestimenti in marmo e una incisione del Battesimo di Cristo nel Giordano. La pavimentazione è realizzata lastre di pietra.
cappelle laterali
Lungo la navata sono disposte due cappelle per lato. Sulla destra per chi entra in chiesa, troviamo la cappella con l’altare in marmo sotto il titolo del Sacro Cuore, realizzato per voto dalle famiglie degli ex-combattenti; proseguendo verso il presbiterio, la cappella con l’altare in marmo dedicato alla Madonna del Rosario sormontato dal dossale oro e azzurro del XVII secolo proveniente dalla chiesa vecchia con colonne tortili e miniature raffiguranti i quindici misteri che incorniciano la nicchia con la statua della Vergine, di autore piemontese della prima metà del XIX secolo. Sulla sinistra invece, sempre per chi entra in chiesa, troviamo la cappella con l’altare in marmo dedicato alla Consolata, e la cappella del Crocifisso. Sulle volte delle cappelle sono dipinti medaglioni con scene legate alla dedicazione delle singole; questi medaglioni li troviamo anche nella parte alta delle pareti.
presbiterio
Il presbiterio è rialzato di tre gradini rispetto all'aula, e separato mediante balaustra a colonnine in marmo. Qui trovano posto l'altare maggiore in marmo e gli arredi, mensa e ambone, in legno dorato. Sulla parete posteriore è collocata la pala ovale. E' un dipinto ad olio su tela di 3,90 m x 3,00 m di autore piemontese della seconda metà del XVIII secolo e rappresenta l’Assunzione al cielo della Vergine Maria. La tela presenta monumentale cornice dorata a foglia, larga 23 cm, sormontata da una grande corona lignea a tutto tondo anch'essa dorata a foglia ed è ornata da quattro angeli lignei monocromi (lacca bianca) con drappo dorato a foglia. A fianco della pala dell’Assunta, nell'abside, vi sono due pitture murali ad olio di autore minore piemontese della seconda metà del XVIII secolo: a sinistra è rappresentato Gesù tra i Dottori e a destra è raffigurata la scena dell’Ultima Cena. La pavimentazione è in piastrelle di cemento a motivo geometrico. La decorazione delle pareti e delle volte richiamano il gusto di quelle adottate nella restante parte dell'ambiente interno.
apparato liturgico
L'assemblea è ordinata in panche a battaglione conformemente al volume dell'aula e al suo orientamento. Sul lato destro del presbiterio troviamo il pulpito, opera realizzata dallo scultore torinese Giovanni Antonio Riva: la sua peculiarità consiste nell'avere come piede un confessionale. Lungo la navata troviamo altri due confessionali che ricalcano lo stile di quello situato alla base del pulpito. Sulla sinistra invece, in posizione simmetrica rispetto al pulpito, c’è la statua lignea del XVIII secolo, raffigurante la Madonna Assunta sorretta da angioletti su una colonna di nubi argentee. A fianco della statua è collocata una porta ricostruita con i pannelli intagliati recuperati dalla porta della vecchia parrocchiale.
organo
L’organo della parrocchiale di Ceres è opera dell’organaro Giuseppe Lingua e risale ufficialmente al 1891, come testimoniano una scritta a mano sul somiere dello strumento ed una vistosa iscrizione “Giovanni Battista Poma 1891” , dipinta sul lato interno della balconata.Lo strumento è costruito con trasmissione meccanica e dotato da tempo di motore elettrico.
Campanile
Adiacente alla parete di fondo, sulla sinistra, si eleva il campanile, a pianta quadrata, con murature in pietra per lo più intonacate. ella parte sottostante la cella campanaria, caratterizzata da quattro aperture con archi a tutto sesto, possiamo ancora vedere i fori aperti per le impalcature. La cella campanaria contiene ben sette campane.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1971)
Aggiunta di nuovo arredo posizionato in corrispondenza del presbiterio storico, di fronte all'altare originario, dietro a balaustra. Per la costruzione del nuovo altare e dell'ambone sono stati utilizzati i vecchi candelieri in legno dorato dell'altare maggiore.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Piemonte
Diocesi di Torino
Parrocchia di Assunzione di Maria Vergine

Via Cesale 1 - Ceres (TO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


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