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17/5/2024 Diocesi di Fano - Fossombrone - Cagli - Pergola - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa dei Santi Pietro e Paterniano <Mondavio>
Data ultima modifica: 16/06/2013, Data creazione: 13/5/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa dei Santi Pietro e Paterniano


Autore(Ruolo)  Genga Bartolomeo (rifacimento)
Genga, Girolamo (rifacimento)



Ambito culturale (ruolo)  maestranze marchigiane (rifacimento)



Notizie storiche  XIV - XIV (preesistenze intero bene)
le prime fonti archivistiche relative alla chiesa si riferiscono al 1444 ma prima di tale data esisteva già una piccola chiesa, senza le odierne cappelle, profonda pochi metri fino all'altezza dell'attuale balaustra, con soli tre altari e alquanto disadorna. Stando ad alcune memorie conservate nell'archivio parrocchiale della collegiata, la chiesa fin dal secolo XIV era parrocchiale ed era sita a circa due chilometri lontano dal paese; se ne ha ricordo nell'agiotoponimo del Ponte di San Pietro.
1444 - 1449 (titolo parrocchiale intero bene)
dal libro dei Consigli dell'archivio comunale si ha che il vescovo di Fano, Giovanni de Bertoldis, il 12 settembre del 1444 aveva eletto parroco delle due chiese riunite di San Pietro e San Paterniano Giacomo di Biagio di Arcevia. Dall'atto del 26 aprile 1449 del notaio fanese Giacomo d'Antonio si conosce la data esatta della riunione delle due parrocchie: in quel giorno, infatti, il vescovo di Fano De Tonsis rinuncia alla chiesa di San Pietro con tutti i diritti e riunisce questa chiesa a quella di San Paterniano, investendone come rettore Biagio Antonio di Barletta. Per tale unione la parrocchia inizia da allora la sua preminenza sulle altre chiese tranne quella di San Francesco. La chiesa poi si arricchisce ulteriormente con la spartizione nell'anno 1486 dei beni dell'abbandonato monastero di Santa Chiara.
1563 - 1563 (rifacimento intero bene)
nel 1563 l'edificio trecentesco fu demolito e il pievano Pietro Antonio Genga fece edificare la nuova chiesa su disegno del celebre fratello architetto Girolamo Genga o del figlio di questi Bartolomeo che, insieme al padre, aveva già progettato per Guidubaldo II Della Rovere il Palazzo Ducale di Senigallia. Il compimento dei lavori è testimoniato dall'iscrizione incisa sulla facciata che riporta: PETR(US) ANT(ONIUS) GENGA URBINA(S) PLEB(ANUS) PROPRIO AC PUBBLICO ERE A(NNO) D(OMINI) FUNDA VIT 1563. La facciata fu in seguito modificata nel corso dei secoli pur conservando le linee originali.
1741 - 1751 (ampliamento intero bene)
l'intitolazione a Insigne Collegiata, con bolla di papa Benedetto XIV, risale al 1741 quando ottenne la concessione di due dignità principali e sei canonici. Ne rimane testimonianza in due iscrizioni, sulla facciata della chiesa e all'interno. Essendo divenuta la chiesa più importante della zona, seconda solo alla cattedrale di Fano, da quel momento in poi fu un fiorire di iniziative atte a prolungare e abbellire la chiesa: venne inglobato come abside il vecchio torrione retrostante appartenente alla porta urbana di San Pietro e si aggiunsero le quattro cappelle laterali. I signori Lanucci a proprie spese edificarono la bellissima cappella dedicata all'Angelo Custode, mentre l'altra di fronte dedicata ai santi protettori del paese, San Michele Arcangelo e Sant'Eleuterio, fu fatta costruire dalla comunità di Mondavio. Il Comune donò l'altare. Il 28 settembre 1751 Mons. Sante Lanucci consacrò la chiesa rinnovata.
1754 - 1754 (costruzione campanile)
la prima pietra del campanile, opera dell'architetto Melchiorre Pagani di Fano, fu posta il 20 ottobre 1754.
1775 - 1775 (inaugurazione organo)
l'organo, opera di Angelo Albertini di Montecarotto, fu inaugurato il 16 aprile 1775.
1963 - 1963 (restauro intero bene)
nel 1963, ricorrendo il quarto centenario dalla costruzione della chiesa, si procedette a nuovi restauri provvedendo anche alla decorazione dell'abside da parte del pittore Marcantonio Bedini di Ostra. In tale circostanza il Cardinale Giuseppe Paupini, cittadino mondaviese, donò il nuovo altare maggiore in marmo.
1994 - 1994 (restauro intero bene)
la chiesa è stata sottoposta ad interventi di risistemazione e tinteggiatura nel 1994.



Descrizione  la chiesa ha struttura in mattoni faccia a vista e tetto a capanna. E' compresa tra il fabbricato che ospita la sacrestia e i locali del servizio pastorale, a sinistra, e la casa parrocchiale a destra. La facciata si erge sopra un breve zoccolo in pietra bianca ed è scandita verticalmente da tre lesene per ogni lato del portale in pietra architravato e orizzontalmente da un'alta trabeazione di ordine tuscanico che nel fregio reca un'iscrizione con la data della costruzione del 1563. Sopra la trabeazione si aprono due finestre quadrangolari con vetrate istoriate; era presente una terza apertura, centrale, che oggi risulta tamponata. La facciata si conclude con una cornice modanata in laterizio. A sinistra del fabbricato si erge il massiccio campanile con cupolino ottagonale. L'interno è a navata unica con volta lunettata a sesto ribassato; alcune delle lunette sono finestrate e al centro della volta è fissata una tela raffigurante Gesù che dona le chiavi a San Pietro. La navata è arricchita spazialmente da due cappelle per lato. Le cappelle più prossime al presbiterio sono più profonde e ampie delle altre tanto da individuare una sorta di transetto e di pianta a croce. L'ampio presbiterio, delimitato da una balaustra in marmo, si conclude nell'abside semicircolare coperta a catino e riccamente decorata con dipinti murali e tele; sulla parete di fondo fa bella mostra di sé il prezioso coro ligneo. L'unità stilistica dell'ambiente è data dal partito architettonico-decorativo delle lesene su alto piedistallo, con capitello a volute e foglie d'acanto, e dalla sovrastante trabeazione. La controfacciata è caratterizzata dall'imponente complesso bussola-cantoria-organo, tutto realizzato in legno dipinto, col parapetto della cantoria ad andamento mistilineo e con specchiature dipinte e dorate. Tra le cappelle segnaliamo la prima a sinistra, dedicata alla Madonna di Lourdes, con il bellissimo fonte battesimale cinquecentesco e la figura in stucco della Vergine adorante il Bambino, opera dell'urbinate Federico Brandani. L'opera apparteneva a un'intera scena rappresentante la Natività, purtroppo andata distrutta nell'ampliamento della chiesa. Tra la seconda e la prima cappella a destra si inserisce in alto un bel pulpito in legno intagliato con cielo.

Elementi decorativi
la prima cappella a sinistra è dedicata alla Madonna di Lourdes e presenta due tele del XVIII secolo di Pietro Antonio Ugolini raffiguranti l'una San Luigi Gonzaga, l'altra il Sacro Cuore di Gesù con i S.S. Domenico e Vincenzo Ferrer.
Elementi decorativi
nella cappella che funge da braccio sinistro del transetto è possibile ammirare il dipinto del fanese Sebastiano Ceccarini che rappresenta la Madonna con i Santi Protettori di Mondavio: Sant'Eleuterio papa e San Michele Arcangelo. Sulla sinistra è una tela con Sant'Eurosia di Jaca, vergine martire. Al centro dell'abside è una tela con la Vergine Assunta e i Santi Giovanni Evangelista e Caterina d'Alessandria, opera attribuibile alla scuola del Barocci. Nel soffitto della chiesa al centro ammiriamo una tela di autore ignoto del '700 raffigurante Gesù circondato dagli Apostoli mentre dona le chiavi a San Pietro.
Opere lignee
di particolare pregio sono i lavori in legno come il pulpito datato 1746, il coro e le porte, opere realizzate in pregiato noce da maestranze locali. L'organo a tre registri del 1743 è opera di Angelo Albertini di Montecarotto.
Campanile
il campanile della Collegiata, a pianta quadrangolare, presenta sulle facciate un motivo architettonico a riquadri al cui centro si apre una finestra circolare. Lesene angolari salgono fino al cornicione al di sopra del quale si innestano i quattro fornici inquadrati anch'essi da paraste poggianti su uno zoccolo. Sotto ogni fornice è stata realizzata in pieno una decorazione a ottagoni irregolari.
Elementi decorativi
nella cappella che funge da braccio destro del transetto è custodita la bellissima tela settecentesca dell'Angelo Custode di Giuseppe Bottani.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1970)
l'adeguamento liturgico della chiesa secondo la riforma del Concilio Vaticano II ha mirato a garantire: l'unità e la partecipazione attiva dell'assemblea; la salvaguardia dell'unicità e centralità dell'altare; la valorizzazione del luogo celebrativo dell'Eucarestia. L'ampio presbiterio consente un agevole svolgimento dei riti e mette opportunamente in evidenza i suoi tre luoghi eminenti: l'altare e l'ambone in marmo e la sede lignea del presidente dell'assemblea. L'antico pulpito ligneo con cielo si inserisce tra la seconda e la prima cappella a destra. La balaustra è stata conservata ma è aperta al centro e ai lati, così da non costituire ostacolo per lo svolgimento delle celebrazioni liturgiche. La tela con la Vergine Assunta e i Santi Giovanni Evangelista e Caterina d'Alessandria e la croce astile sono parti eminenti del complesso iconografico del presbiterio.
fonte battesimale - aggiunta arredo (1970)
entrambi i fonti battesimali, quello cinquecentesco in marmo e quello più recente in rame, di tipo mobile, sono conservati nella prima cappellina che troviamo entrando dal lato sinistro della bussola.
custodia eucaristica - aggiunta arredo (1970)
per la collocazione della custodia eucaristica è in uso il tabernacolo dell'altare a parete che si trova nella seconda cappella a destra; la cappella è facilmente identificabile e accessibile, dignitosa e adatta a favorire la preghiera e l'adorazione del Ss. Sacramento.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Marche
Diocesi di Fano - Fossombrone - Cagli - Pergola
Parrocchia di Santi Pietro e Paterniano

via Mazzini, 2 - Mondavio (PU)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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