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19/4/2024 Diocesi di Imola - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santa Maria <Castel del Rio>
Data ultima modifica: 01/08/2018, Data creazione: 29/9/2010


Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria


Denominazione Chiesa di Santa Maria


Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria in Montefune;S. Maria in Montefune


Ambito culturale (ruolo)  maestranze emiliano-romagnole (costruzione chiesa)
architettura neoclassica (rifacimento chiesa)



Notizie storiche  1346 - 1346 (preesistenza chiesa)
viene ricordata già a metà del XIV secolo, come appartenente ai frati Carmelitani.
XVI - XVI (costruzione chiesa)
collocata circa 300 metri a est rispetto alla posizione dell'attuale, risale alla prima metà del 1500 e ciò è confermato da una campana riportante la data.
XIX - XIX (inizio lavori carattere generale)
viene ricostruita la canonica e viene abbellita la chiesa alla fine dell'800.
1811 - 1811 (rifacimento chiesa)
l'edificio attuale viene nuovamente edificato a spese di Pio VII e con oblazioni dei parrocchiani.



Descrizione  la chiesa viene ricordata già a partire dal 1346, a cavallo di una cresta montuosa, sui confini della Toscana, a 5 km da Castel del Rio e a 709 metri s.l.m. L'origine del suo nome probabilmente è da ricollegarsi a Monte La Fine ed è stata costruita dalla famiglia Alidosi, trecento metri a est rispetto all'edificio attuale. L'antica chiesa aveva la facciata rivolta a ponente, con portico antistante, ed era suddivisa in tre navate contraddistinte da colonne di pietra viva e da volte con pietre cotte e gesso. Le pareti erano anch'esse in pietra, successivamente imbiancate e il pavimento era lastricato con pietre quadrate; contava inoltre dieci finestre, di cui cinque vetriate e cinque altari: sopra al maggiore, intitolato alla Natività della Beata Vergine, era collocata all'interno di una nicchia di pietra lavorata, una statuetta raffigurante la Madonna del Carmine. Sopra all'altare vi era un tabernacolo, opera del XVI secolo, in legno indorato. Il tempio attuale è stato ricostruito nel 1811 a spese di Pio VII ed è stato utilizzato parte del materiale dell'antico edificio, ipotesi confermata anche da due bassorilievi in arenaria, raffiguranti gli emblemi della passione, che per anni hanno formato gli stipiti della porta che dalla sacrestia portava alla vecchia chiesa. La facciata è rivolta a sud, è a volta e vi sono tre altari: quello collocato sulla destra, entrando, è intitolato ai SS. Antonio Abate e Antonio da Padova, mentre l'altro di fronte è dedicato a San Vincenzo Ferreri e a Santa Lucia. Resti dell'antica chiesa, tutt'ora presenti, oltre ai bassorilievi prima citati, sono anche due acquasantiere con fregio del Rinascimento. L'intera struttura architettonica è stata restaurata di recente e viene utilizzata dalla parrocchia imolese di Zolino per la propria attività ricreativa e formativa.

Impianto strutturale
in pietra a vista.
Facciata
in pietra a vista, non intonacata, presenta un volto a capanna, con portale in legno sormontato da una finestra semicircolare.
Soffitti
caratterizzati da volte a botte.
Presbiterio
rialzato di tre gradini rispetto al piano dei fedeli, si contraddistingue per un'abside circolare, in pietra a vista, con soffitto intonacato di bianco.



Adeguamento liturgico  nessuno
permane il vecchio altare a muro, in marmo. Non è stato effettuato alcun adeguamento liturgico in seguito al Concilio Vaticano II.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Emilia-Romagna
Diocesi di Imola
Vicariato della Vallata del Santerno - Vicariato della Vallata del Santerno
Parrocchia di Sant'Ambrogio Vescovo

Castel del Rio (BO)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico

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