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21/9/2024 Diocesi di Saluzzo - Inventario dei beni culturali immobili
Cappella di Santa Cristina <Santa Cristina, Verzuolo>
Data ultima modifica: 01/04/2020, Data creazione: 30/5/2011


Tipologia e qualificazione cappella sussidiaria


Denominazione Cappella di Santa Cristina


Altre denominazioni Santuario di Santa Cristina


Ambito culturale (ruolo)  maestranze piemontesi (costruzione dell'edificio)
maestranze piemontesi (costruzione del portico e del campanile )
maestranze cuneesi (riparazione della cupola e del campanile )



Notizie storiche  XIV - XV (prima attestazione esistenza cappella carattere generale)
"i riferimenti storici relativi alla cappella di Santa Cristina risalgono al sec. XIV: nel '400 il luogo fu romitaggio del Beato Aimone Tapparelli di Lagnasco, dell'ordine dei Domenicani, ed a lui si attribuisce la costruzione della torre che si leva, poco distante, sulle rovine di un pilone dedicato alla Santa. Su un lato della torre si può ancora scorgere, sia pur con qualche difficoltà, lo stemma della famiglia Tapparelli" (Antonioletti, Muncinelli, 1991, p. 79)
XV - XVI (proprietà del bene carattere generale)
"la cappella rimase per lungo tempo proprietà dei Padri Domenicani di Saluzzo, loro riconosciuta dai marchesi Ludovico II (1492- 1504) e da Francesco (1529- 1537)" (Baldi, 1988, p. 83)
1430 - 1440 (prima attestazione esistenza cappella carattere generale)
"l’oratorio o cappella di Santa Cristina, eretta sui monti di Verzuolo in prossimità con il comune di Pagno, si crede fondata dal Beato Aimone Taparelli dei Signori di Lagnasco dell’Ordine dei Predicatori, nei primi anni del Sec. XV, cioè tra il 1430 e il 1440. Molto prima però già esisteva su quei monti un pilone su cui vedevasi dipinta l’immagine di Santa Cristina. Sopra questo pilone, il quale servì in parte di base, venne innalzata una ruvida torre sulla quale vedevasi dipinto lo stemma della famiglia Tapparelli (…)" (Muletti, tomo V, p. 122)
1450 - 1450 (prima attestazione esistenza cappella carattere generale)
"di qualche anno dopo (1450 circa), è attribuita la fondazione della cappella di S. Cristina al Beato Aimone Tapparelli dei Conti di Lagnasco" (Baldi, 1988, p. 83)
1500 - 1500 (costruzione cappella ed edificio retrostante intero bene)
"i marchesi di Saluzzo, che possedevano lo juspatronato della cappella e delle proprietà di Santa Cristina, ne concessero l'uso fin dai primi decenni del 1500 ai frati domenicani del convento di San Giovanni di Saluzzo, che edificarono la chiesa e gli edifici annessi che attualmente vediamo" (Antonioletti, Muncinelli, 1991, p. 79)
1666 - 1682 (esistenza cappella intero bene)
Il fossanese Giovenale Boetto esegue un'incisione del paese di Verzuolo dove è presente la cappella di Santa Cristina e la torre. Alla nota 11 dell'incisione di legge la dicitura "Sacellum Sancta Christina" (da Verzolium oppidum, da Theatrum Sabaudiae, 1666 (ristampa del 1682), volume II, n.d.c.)
1798 - 1798 (identificazione dei manufatti edilizi carattere generale)
"i padri domenicani officiarono la Cappella e amministrarono le tenute annesse fino alla soppressione ordinata dal governo francese sul finire del XVIII secolo. Un documento del 13 Ottobre 1798, infatti, dichiara che, in seguito al Regio Decreto, i Domenicani sotto il titolo di San Giovanni di Saluzzo consegnano Santa Cristina. I fabbricati ceduti sono: casa, corte, Chiesa, e undici giornate di campi- prati e 17 di bosco. Il complesso passa così in mano a compratori privati ed in seguito la gestione è affidata alla Parrocchia dei Ss. Filippo e Giacomo" (Anello, 2012, p. 25)
XIX - XIX (decorazione ed ampliamento intero bene)
"parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo di Verzuolo, la quale, alla metà del 1800, fece decorare la cappella, erigere il campanile e costruire l'attuale porticato" (Antonioletti, Muncinelli, 1991, p. 79)
1869 - 1869 (descrizione dello stato dei luoghi intero bene)
"la chiesa stata dipinta nel 1850, merita piuttosto il nome di stalla che di chiesa: è coperta da assi e pavimentata in pietra. Vi è una specie di altare. L'icona col dipinto di S. Cristina è in tela lacera. La sacrestia vuota è dietro l'altare. Annessa vi è una casa antica, affatto aperta con quattro camere chiusa da cortile in forma di chiostro. A ridosso della chiesa verso oriente, sotto un arco, c'è uno spoglio altare che si adorna nella festa di Santa Cristina V.M. la prima domenica di settembre vi accorrono in molti. Staccato dalla chiesa è il campanile, edificato nel 1853, senza la campana che si conserva in una casa distante mezzo miglio dalla chiesa circa..." (Vescovo di Saluzzo Mons. Gastaldi, 12/06/1869)
1869 - 1869 (identificazione dei manufatti edilizi carattere generale)
"il 17 Novembre 1869 un atto tra Pilotti e Rinaudo Giovan Battista sancisce la vendita di alcuni stabili attigui alla cappella (stalla, cucina e corti) e si dichiarano specifiche condizioni di vendita. Ogni edificio del complesso è qui specificamente indicato su uno schizzo" (Anello, 2012, p. 27)
1924 - 1924 (lavori di riparazione copertura)
"nel 1924 viene riparato il tetto pericolante del fabbricato, ma altri lavori di adeguamento statico vennero fatti man mano che i mezzi economici lo consentivano" (Anello, 2012, p. 29)
1931 - 1931 (identificazione dei manufatti edilizi carattere generale)
"il 20 Settembre 1931 la parrocchia acquista dal signor Villa Felice la parte di casa che rimaneva ancora di sua proprietà. La vendita riguarda: sei fabbricati rurali, una scala in comune, un appezzamento di bosco ceduo ed un fabbricato urbano. È, però, esclusa la vendita dell’acqua potabile nei fabbricati venduti. Il signor Villa, inoltre, permette la piantumazione di nuovi alberi d’alto fusto, nonostante non siano a debita distanza. Nove giorni dopo, l’Ufficio del Catasto antico del Comune di Verzuolo notifica le proprietà del Santuario e ne elenca gli elementi: camera, porticato, campanile, piazzale, cappella, casa e giardino" (Anello, 2012, p. 29)
1932 - 1932 (stato di conservazione carattere generale)
"nel 1932, a seguito del ricevimento delle richieste di pagamento delle imposte comunali per quell’anno, Don Giusiano, succeduto a Pilotti, dichiara la decadenza del sito . In Aprile il Comune decide, dunque, di accettare il ricorso del sacerdote, abbassando l’imponibile a lire mille, rispetto alle 1650 previste. (...) l’alloggio appartenente alla Cappella, costituito da cantina, cucina, cinque camere ed orto, è abitato dal custode e quattro di queste camere sono definite in condizioni “meschine”. Le tenute del Santuario presentano solo due camere in buono stato (...) Solo metà del tetto, inoltre si dichiara, è stato riparato e l’altra metà necessita di una sistemazione. La volta a nord, che sostiene il maggior numero di camere, per difetto di fabbricazione e materiale, non può reggere il peso e il tutto deve essere abbattuto e rifatto a nuovo (Anello, 2012, p. 30)
1950 - 1950 (lavori di riparazione cupola del campanile e tetto)
"nel 1950, in seguito ai danni bellici, si procedette alla riparazione della cupola del campanile e di una porzione di tetto. I lavori vennero svolti dal capomastro Enrico Torre di Manta e dei lattonieri Pietro Delleoni di Verzuolo e Pietro Delgrosso di Saluzzo. Le spese effettive per la realizzazione di questi interventi superarono le stime previste ed ammontarono a 526.350 lire" (Anello, 2012, p. 30)
1953 - 1960 (lavori di riparazione intero bene)
"altri danni da riparare vennero riscontrati da Don Giusiano, che nel 1953 fa domanda per la riparazione di: cancello del portico, porta d’entrata, banchi, pulpito e sacrestia, porte di sacrestia e campanile, cella campanaria e campana, solaio sovrastante, tegole, grondaie di campanile e chiesa. Sette anni dopo la Curia darà l’approvazione per la riparazione dei danni di guerra. L’esecuzione dei lavori di riparazione è a cura dell’amministrazione dei lavori pubblici, a norma dell’articolo 4 dei D.L.P. 4-8-27, 1946N 35 ed ammonta a 1.200.000 lire" (Anello, 2012, p. 30)
1975 - 1975 (tinteggiatura e decorazione interni)
"nel 1975 si realizzano interventi di tinteggiatura e decorazione all’interno della Chiesa, per un totale di lire 487.950. In questo caso venne impiegata manodopera per: montaggio e smontaggio del ponteggio, raschiatura e stuccatura dei muri, preparazione delle tinte, sottofondo per l’umidità, tinteggiatura, verniciatura a smalto di porte, finestre, ed inferriate, imbiancatura a calce, ritocchi in finto marmo nel cornicione, filettature delle lesene e pannelli" (Anello, 2012, p. 31)
1979 - 1982 (furti di arredo carattere generale)
"serie di furti di oggetti della cappella negli anni compresi tra il 1979 e il 1982 e denunciati da Don Chiaffredo Pansa, succeduto a Giusiano. Il sacerdote denuncia la scomparsa di: un caminetto artistico in marmo pregiato, quattro tavolini del Settecento, trenta quadri ex-voto ed alcuni candelieri. In seguito verranno sottratti anche quattro banchi di legno noce" (Anello, 2012, p. 31)
1983 - 1983 (intervento di restauro non compiuto intero bene)
"il 24 Marzo 1983 il Gruppo A.N.A. di Verzuolo e Saluzzo propone di farsi carico del restauro degli edifici annessi a Santa Cristina, in cambio dell’uso dei locali per un equo numero di anni. L’Associazione Alpini, considerando il valore turistico della località e, ancora più, il valore affettivo che risiede nei cittadini di Verzuolo e molti altri paesi, provvederebbe ad un restauro accordato con la Parrocchia, dietro approvazione della Curia vescovile. La Parrocchia gestirebbe direttamente e liberamente, come sempre, il Santuario, ma darebbe libero accesso ai locali attigui all’associazione. A questa lettera non segue risposta documentata, ma è noto che la proposta non venne mai accettata" (Anello, 2012, p.32)
1985 - 1985 (demolizione non compiuta intero bene)
"nell’85 il degrado fisico degli apparati del Santuario è visibile e l’emergenza è talmente alta da far richiedere da Don Chiaffredo Pansa l’approvazione a demolire parte del fabbricato ad ovest del Santuario (…) A Dicembre dello stesso anno l’ufficio amministrativo della Curia vescovile scrive che non ha nulla in contrario all’abbattimento del fabbricato ovest, ma che essendo di proprietà del Beneficio pastorale ne si deve richiedere l’autorizzazione (...) Senza dubbio l’intervento non fu mai eseguito, in quanto oggi versa in condizioni di forte degrado fisico e il fabbricato ovest è ancora presente seppur vicino al collasso" (Anello, 2012, p.32- 33)
2016 - 2016 (messa in sicurezza casa colonica)
"le opere in progetto hanno come primo obiettivo la demolizione del fabbricato accessorio posto in prossimità della porzione nord di mq 26 circa (…). Puntellamento delle strutture della fabbrica, in modo da consentire lo smantellamento in sicurezza del manto di copertura. Il progetto prevede, infatti, di effettuare la rimozione manuale di tutto il manto composto di coppi (fronte sud), tegole e lastre di pietra (fronte nord), presenti sull’intero caseggiato, ad eccezione della chiesa, del portico e del campanile (...) Terminata la rimozione del manto, verrà valutata la necessità di inserire nuova travatura in legno (orditura principale e secondaria), in sostituzione di eventuali travi danneggiate (...) A seguito dell’ultimazione degli aggiustamenti murari e della verifica della corretta posa delle travi e dei listelli lignei, il progetto propone di inserire una copertura leggera in lamiera preverniciata, di colore brunito" (Anello, Relazione tecnica, 2016)



Descrizione  Collocata in località Santa Cristina, a circa 5 km dal centro abitato di Verzuolo, in prossimità della Cappella di San Bernardo di Verzuolo, la cappella prospetta su una piazzola non asfaltata, adibita a zona di ristoro e attrezzata con barbecue, tavoli e panche in legno o pietra e spazio per la sosta dei veicoli (senza indicazione specifica a terra). La facciata della chiesa e del complesso immobiliare in adiacenza è posta a sud. Ad est vi è una strada privata di esigua larghezza destinata al transito della proprietà confinante (sig. Villa Guido), oltre a consentire il passaggio alla zona retrostante del complesso edilizio, un tempo utilizzata come campo bocce e area di sosta ombreggiata. Il fronte nord non consente di scorgere la cappella, in quanto questo lato è tutto occupato dal caseggiato di servizio, un tempo adibito in parte a ristorante ed in parte ad affitta-camere. Ad ovest del complesso edilizio vi è, invece, la collina boschiva. Tutto attorno spicca, infatti, la vegetazione collinare costituita principalmente da alberi di castagno. Il sito si trova nel comune di Verzuolo, tuttavia è a pochi passi da Pagno, se si considerano i percorsi pedonali o cicloturistici offerti dalla natura. L'ingresso principale alla cappella avviene lungo il fronte sud, superando una zona porticata costruita successivamente all'edificazione della chiesa. Superato un gradino posto di fronte al portone in legno di ingresso si accede alla navata unica. Subito a destra, nascosto nella muratura, vi è l'accesso al vano scala per giungere al campanile. Al fondo del presbiterio, invece, sempre sulla destra, vi è una porta di accesso alla sacrestia. Al di sopra del portone di ingresso vi è una tribuna lignea, accessibile mediante la scala a pioli in legno che conduce al campanile.

Pianta
Schema longitudinale di forma rettangolare con direzione Sud (ingresso)- Nord (presbiterio), navata unica con una cappella laterale per ciascun lato ricavata in piccole nicchie con arco a tutto sesto.
Facciata principale
La facciata principale è realizzata in laterizio con apposizione superficiale di intonaco e tinteggiatura. Elementi caratterizzanti sono: l'antistante portico con cinque arcate chiuse da recinzione in ferro battuto e coperto da manto in coppi, oltre a superiore porzione muraria con finestra rettangolare posta centralmente e sovrastante coronamento con timpano. Al di sopra di esso, è stata realizzata una copertura, lievemente sporgente, in lastre di pietra, su cui svetta una croce in ferro battuto. A destra, guardando la facciata, è visibile il campanile. La facciata presenta una tinteggiatura sui toni del rosa e giallino.
Presbiterio
Il presbiterio non è delimitato da balaustra, ma è raggiungibile superando un gradino. La pavimentazione è stata realizzata in piastrelle di forma quadrata, con effetto marmo e di colorazione bianco e nero disposti a scacchiera. E' presente un altare principale in finto marmo ed un arredo ligneo aggiunto successivamente. A destra dell'altare è presente una porta di accesso alla sacrestia.
Sacrestia
Vano di forma quadrata, con pavimentazione in listelli grezzi di legno, accessibile dal fabbricato accessorio alla cappella o dalla cappella stessa mediante passaggio dal presbiterio. La sacrestia presenta un vano ripostiglio, senza pavimentazione ed accessibile mediante superamento di porta lignea di pregio. Sono inoltre presenti: un armadio a muro con ante in legno ed una cassetta metallica incassata nel muro, oltre ad una vasca per l'acqua benedetta addossata ad una parete. Le pareti verticali del locale sono tinteggiate di colore bianco, mentre il soffitto presenta una volta a crociera ed in chiave un affresco raffigurante una colomba illuminata dai raggi solari.
Portico
Realizzato in laterizio con apposizione superficiale di intonaco e tinteggiatura. Copertura in struttura lignea e superiore manto in coppi. Il portico presenta, sul fronte sud, cinque arcate intonacate e tinteggiate con arco a sesto acuto ed inferriate in ferro battuto, al fine di impedire l'accesso ai malintenzionati. Dal portico è possibile, infatti, accedere alla cappella o, in alternativa, spostato alla sinistra, garantire l'accesso ad un locale di esigue dimensioni ad uso del massaro. Il portico presenta pavimentazione in mattonelle quadrate di cotto e numerose panche in legno per la sosta dei pellegrini. Sulla parete corta e cieca, esposta ad ovest, vi è una lapide commemorativa, mentre sul lato est vi è una finestra protetta da inferriata. Il soffitto del portico è costituita da quattro volte a vela ribassate.
Altare principale
L'altare è del tipo alla romana, realizzato in legno su basamento in marmo. Al di sopra dell'altare è visibile una tela pittorica, inchiodata alla struttura lignea dell'altare, in forte stato di degrado.
Volte
Le volte sono realizzate in laterizio con apposizione superiore di intonaco di calce ed affreschi. La volta posta superiormente al presbiterio è del tipo a botte, mentre la navata principale presenta tre volte di tipologia a botte lunettata. Sono inoltre presenti delle catene in ferro di rinforzo. La sacrestia è coperta invece da volta a crociera. Il caseggiato presenta, inoltre, volte del tipo a botte (ad esempio all'ingresso ex ristorante), padiglione (ad esempio nell'ex cucina) ed a crociera (ad esempio nelle camere da letto ove ancora esistenti).
Coperture
La cappella presenta orditura in legno massiccio e manto in lamiere metalliche con fermi in bacchette di calcestruzzo. La copertura del caseggiato con struttura lignea, a seguito di intervento di messa in sicurezza del complesso edilizio, ha subito lo smantellamento del manto in coppi e lastre di pietra e la sostituzione con lamiera grecata di colore brunito. Tale sostituzione è stata operata al fine di alleggerire la struttura della copertura e limitare infiltrazioni di acqua meteorica, causa principale del degrado del complesso edilizio. Fa eccezione il portico della cappella che presenta manto in coppi .
Tribuna
In legno, accessibile dalla scala collegante la cappella con il campanile. Essa è in forte stato di degrado fisico, dovuto alla scarsa stabilità. L'accesso è infatti interdetto nelle celebrazioni religiose.
Elementi decorativi
L'impianto decorativo visibile all'interno della chiesa, che sembra steso con la tecnica “a fresco” ricopre la totalità dei muri perimetrali dell'aula della chiesa.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento dell'aula e delle cappelle laterali sono realizzate in lastre quadrate di pietra dalla tonalità grigia; il pavimento del presbiterio, superato un gradino di pietra, è in piastrelle ceramiche di forma quadrata, di tonalità bianco e nero, realizzate a finto marmo.
Campanile
Struttura in laterizio intonacato, tetto in lamiera metallica su travatura lignea esagonale. In sommità è presente una campana bronzea ancora mediante sostegno in legno e acciaio alla travatura in acciaio. Dal basso verso l'alto è possibile vedere che il campanile presenta un'apertura circolare su ogni fronte all'altezza del primo solaio ed una grande apertura rettangolare con superiore arco a tutto sesto e inferriata di protezione anti-caduta su ogni lato all'altezza dell'ultimo solaio. Il collegamento verticale è garantito da scale in legno in forte stato di degrado.
Scale
E' presente una scala per garantire la salita al campanile. Essa è stata realizzata in legno con corrimano. Allo stato dei luoghi è in forte stato di degrado e numerose pedate risultano rotte. Il complesso edilizio presenta altre due scale: una per la discesa al piano interrato dagli ex locali del ristorante ed una seconda per garantire l'accesso al piano primo del fabbricato accessorio. Anche queste scale risultano in forte stato di degrado dato dalla marcescenza del legno.
Struttura
La struttura muraria è in laterizio e laterizio misto ciottoli di pietra dal taglio irregolare.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (anni Settanta del XX secolo)
Si tratta di un semplice inserimento di arredo mobile per consentire al celebrante di rivolgersi di fronte all'assemblea. Di fronte al vecchio altare in finto marmo è stato collocato un altare in legno, senza bassorilievi o elementi scolpiti, inserito al di sopra di una pedana lignea. Non sono presenti l'ambone o il leggio. Si specifica, tuttavia, che sono stati rubati diversi arredi nel corso della fine del Novecento. In merito all'aggiunta di arredo non è stata presenta alcuna richiesta formale, nessuna progettazione ha preceduto i lavori che comunque non hanno comportato alcuna modifica agli elementi esistenti (né quelli fissi, né quelli mobili).






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Piemonte
Diocesi di Saluzzo
Parrocchia di SS. Filippo e Giacomo

Frazione Santa Cristina - Santa Cristina, Verzuolo (CN)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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