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13/5/2024 Diocesi di Otranto - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santa Maria della Neve <Cutrofiano>
Data ultima modifica: 10/07/2018, Data creazione: 20/6/2011


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di Santa Maria della Neve


Altre denominazioni Chiesa Madonna della Neve;S. Maria della Neve


Ambito culturale (ruolo)  maestranze salentine (costruzione)



Notizie storiche  XV - XV (preesistenze intero bene)
l'edificio preesistente fu probabilmente edificato intorno al 1650 in sostituzione di una chiesa medievale. Di quest'ultima, edificata certamente prima del 1522 (si suppone verso la metà del XV secolo), è noto che avesse il tetto a capanna con manto di tegole, una porta sormontata da un oculo e una finestra absidale che il vescovo Lucio de Morra ordinò di chiudere in occasione della visita pastorale del 1607. Le pareti erano affrescate con immagini di santi.
XVII - XVII (preesistenze intero bene)
La struttura seicentesca, priva di cappelle laterali e dotata di una campata in meno, era di dimensione sensibilmente minore, si giovava di un sagrato più spazioso, era provvista di una porta principale e una secondaria aperta su Via don Giuseppe Villani all'altezza dell'attuale quarta campata, e nel 1864 era stata dotata di una terza porta comunicante con la sacrestia dal vicolo retrostante. Il piano di calpestio era sopraelevato di soli 75 cm rispetto alla sede stradale, e dinanzi alla facciata si disponeva un podio gradonato dalla sagoma ovale detto "cimitero", ciò che verosimilmente stava ad indicare la presenza di sepolture per gli abitanti del luogo. La struttura seicentesca conservava probabilmente molto della chiesa più antica, e solo tra il 1864 e il 1865 il progetto redatto da Giovanni Angelo Maselli ipotizzò di sostituire la copertura a tetto con il tipico manto di "chianche" in pietra leccese allo scopo di contenere le copiose infiltrazioni di umidità.
XVII - XVII (preesistenze intero bene)
Nella chiesa seicentesca il prospetto a doppia capanna evidenziava la diversa altezza delle due navate laterali rispetto a quella centrale, e il portale era probabilmente caratterizzato da una coppia di leoni stilofori. Lungo le fiancate si disponevano sette altari: tre sul lato destro e quattro sul sinistro, tra i quali quello privilegiato era dedicato a S. Antonio. L'altare maggiore comprendeva cinque statue oggi scomparse, e nel corso del Settecento fu anche demolita la parete absidale allo scopo di ampliare il coro e edificare la sacrestia. Resti di tali demolizioni, ritrovati in occasione di recenti restauri, sono custoditi nel museo civico. Il piano di calpestio era probabilmente in cocciopesto, mentre il presbiterio e le predelle d'altare erano in pietra leccese.
1780 - 1781 (preesistenze intero bene)
tra il 1780 e il 1781, il lascito di una contessa fece ipotizzare la completa demolizione e ricostruzione della chiesa seicentesca. Per l'occasione fu interpellato l'architetto alessanese Felice De Palma, il cui progetto non trovò tuttavia attuazione. In quegli anni si provvide tuttavia a sostituire il piccolo campanile a vela con una struttura più robusta allo scopo di potervi alloggiare una nuova campana.
XIX - XIX (costruzione intero bene)
l'edificio attuale è stato costruito alla fine del XIX secolo in luogo della chiesa seicentesca in gran parte demolita.
1877 - 1877 (rifacimento intero bene)
nel 1877 difficoltà economiche suggeriscono di affidare a Maselli la redazione di un progetto di consolidamento della fabbrica seicentesca. Il progetto è consegnato il 18 novembre del 1888, ma l'architetto evidenzia che i lavori avrebbero potuto solo rinviare l'inevitabile rovina delle strutture ormai compromesse.
1879 - 1879 (rifacimento intero bene)
stanti il grave stato di degrado delle strutture, e la necessità di accogliere all'interno dell'edificio la crescente comunità locale, l'Amministrazione decise di procedere alla demolizione e ricostruzione della fabbrica seicentesca, e nel 1879 costituì un comitato per la raccolta dei fondi e affidò il progetto a Giovanni Angelo Maselli. La proposta fu consegnata nel 1885, e prevedeva la conservazione del coro e della sacrestia (le strutture più recenti) e la demolizione e ricostruzione del resto dell'edificio trattenendone l'impianto a tre navate, aggiungendo una campata, ampliando le navatelle mediante cappelle laterali e sostituendo i pilastri con colonne.
1890 - 1890 (rifacimento intero bene)
nel 1890 è definitivamente approvata la scelta di procedere alla demolizione e ricostruzione dell'edificio. L'età ormai avanzata dell'architetto Maselli suggerisce di affidare l'incarico all'Ing. Pietro Micheli di Galatina, e il nuovo progetto è approvato dal Genio Civile il 25 maggio del 1892. La nuova proposta ricalca, con poche modifiche, quella di Maselli.
1893 - 1893 (stipula contratto intero bene)
il 27 febbraio 1893 è stipulato il contratto per la demolizione e ricostruzione dell'edificio. A vincere la gara è il nipote di Giovanni Angelo Maselli Pasquale Maselli, che offre un ribasso del 28 %. Nel corso dei lavori furono introdotte numerose varianti che comportarono un aumento dei costi, una riduzione del ribasso e non poche tensioni tra l'amministrazione e la ditta costruttrice. La variante principale fu costituita dalla sostituzione del campanile a vela con una vera e propria torre campanaria progettata dallo stesso Pietro Micheli. Per la realizzazione delle decorazioni interne si avviò una raccolta di offerte gestita da un'apposita commissione. La consegna dell'edificio ultimato avvenne il 29 aprile 1898.
1999 - 1999 (opere impiantistiche intero bene)
nell'anno finanziario 1999 l'edificio ha beneficiato dei fondi dell'8 per mille erogati dalla CEI per l'installazione di impianti di sicurezza (pratica CEI n. B/9554/99).



Descrizione  canonicamente orientata a est, si inserisce nel cuore del centro storico tra le vie Umberto I e Villani. La facciata è preceduta da un podio gradonato adagiato su un sagrato oblungo ma spazioso, e sulla sinistra una piccola piazza alberata aumenta la superficie di rispetto consentendo una gradevole visione di scorcio dell'edificio, che col prospetto tergale e parte della fiancata sinistra si addossa a volumi limitrofi. La facciata in pietra leccese a faccia vista è ritmata da paraste tuscaniche su piedistallo (corinzie al secondo ordine) che la articolano in tre settori. Il solo settore centrale si sviluppa sino al secondo ordine, raccordandosi a quello inferiore per il tramite di due morbide volute che accentuano lo slancio verticale della composizione. Tra i tre portali coronati da timpano spicca quello centrale, di dimensioni più ampie e arricchito da una coppia di colonne, una classica trabeazione con alternanza di triglifi e metope e un fastigio sommitale con icona a tutto tondo della Vergine col Bambino. Al di sopra delle porte laterali si dispongono due rosoni, mentre lungo l'asse centrale il portale maggiore è sormontato da un elaborato stemma e una finestra a edicola completa di balaustra, coppia di lesene corinzie su piedistallo e frontone. Un corposo frontone su fitta teoria di mensole chiude infine il settore centrale, coronandosi sulla cuspide di un classico acroterio a palmetta. Sulle fiancate laterali le strutture architettoniche che denunciano il ritmo delle campate sono in pietra leccese a faccia vista, mentre le specchiature murarie, ciascuna alleggerita al centro da un rosone analogo a quelli di facciata, mostrano una finitura ad intonaco tinteggiato di bianco. Più in alto si intravedono il volume parallelepipedo della navata centrale, alleggerito da spaziose finestre, e la torre campanaria attestata sul lato destro del coro, coronata da lanternino ottagonale a otto fornici e copertura a padiglione con manto di maioliche policrome.

Pianta
lo spazio interno è articolato in tre navate da robuste colonne in pietra leccese su cui si impostano arcate a tutto sesto. Semicolonne addossate ritmano anche le due fiancate, individuando nicchie con altare in forma di piccole cappelle tra le quali spicca, nella prima campata a sinistra, quella adibita a battistero. Le due navate laterali confluiscono in due absidiole con altare apparentate al presbiterio dalla presenza di un gradino comune che abbraccia l'intera dimensione trasversale dello spazio, mentre la nave centrale converge verso il coro poligonale, dominato dalla presenza dell'antico altare maggiore e completo di cantoria lignea con organo a canne. I pilastri alla base dell'arco trionfale alloggiano due nicchie con statue a tutto tondo dei santi Pietro e Paolo, il cui sguardo levato verso l'alto e rivolto al Crocifisso funge da eloquente richiamo teologico. Le superfici verticali intonacate e tinteggiate si arricchiscono di decori pittorici che si addensano particolarmente al di sopra delle arcate mimando apparati plastici e componendo delicate campiture cromatiche di colore beige, verde-azzurro e oro, mentre una corposa trabeazione si sviluppa lungo il perimetro della nave centrale e del coro sottolineandone l'unità spaziale e la priorità gerarchica.
Coperture
il sistema di copertura, articolato su diverse quote, comprende volte a botte nelle cappelle laterali, volte a vela lungo le navatelle, volte a stella lungo la navata centrale e volta a botte composta con una mezza cupola ottagonale al di sopra del coro. La superficie all'intradosso è interamente intonacata e ricoperta da decori pittorici policromi che compongono cornici geometriche, motivi vegetali e specchiature con inserti figurativi tra i quali spiccano i due putti fiancheggianti la finestra sulla controfacciata, la Vergine col Bambino tra angeli al centro della conca absidale e gli illusionistici "sfondati" con putto alato posti al centro delle volte a vela.
Illuminazione naturale
la luce naturale è introdotta dai dodici piccoli rosoni distribuiti tra facciata e navate laterali, dalle dieci spaziose finestre della navata centrale, e dalle due finestre che nel coro fiancheggiano l'organo a canne. Le finestre principali distribuite nel corpo centrale comprendono specchiature di vetro giallo che conferiscono alla luce densità e calore.
Pavimenti e pavimentazioni
la pavimentazione del podio gradonato dinanzi alla facciata si compone di lastre 30x30 cm bocciardate in pietra locale bordate da gradini in massello. All'interno dello spazio liturgico il piano di calpestio si riveste di una trama diagonale di cementine 20x20 cm di colore grigio, nero e rosso che compongono un decoro modulare a riquadri con stilizzati fiori a otto petali. Elementi analoghi per tipologia, dimensione e colore ma con diverso decoro compongono una trama modulare di croci, ottagoni e quadrati presso il presbiterio, lo spazio retroaltare e la sacrestia.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (anni Settanta)
l'edificio è stato adeguato alla liturgia rinnovata del Concilio Vaticano II mediante l'inserimento di nuovi arredi mobili entro il recinto del presbiterio.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Puglia
Diocesi di Otranto
Parrocchia di Santa Maria della Neve

via Umberto I - Cutrofiano (LE)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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