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26/4/2024 Diocesi di Padova - Inventario dei beni culturali immobili
Santuario della Beata Vergine Maria del Caravaggio <San Vito, Valdobbiadene>
Data ultima modifica: 06/05/2019, Data creazione: 30/6/2011


Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria


Denominazione Santuario della Beata Vergine Maria del Caravaggio


Altre denominazioni B. V. M. del Caravaggio


Ambito culturale (ruolo)  maestranze venete (costruzione)



Notizie storiche  1826 - 1826 (preesistenze intero bene)
Nel Registro N. 28 dell’archivio della Fabbriceria della Parrocchia dei SS. Vito, Modesto e Crescenzia si cita la preesistenza di un antico capitello denominato “della Madonnetta”, posto sul punto di confine tra la parrocchia di San Vito e quella di S. Maria Assunta di Valdobbiadene.
1826 - 1826 (costruzione intero bene)
Nel Registro N. 28 dell’archivio della Fabbriceria della Parrocchia dei SS. Vito, Modesto e Crescenzia, si riporta che nell’Anno Santo 1825-26, indetto da Leone XII , il Giubileo (“extra Urbem”) prescriveva la visita di quattro chiese per l’acquisto delle indulgenze: mossi da quest’impeto di religiosità, i sanvitesi stabilirono l’erezione di un Oratorio al posto del preesistente capitello denominato “della Madonnetta”, posto sul punto di confine tra la parrocchia di San Vito e quella di S. Maria Assunta di Valdobbiadene. Si veniva in tal modo a raggiungere il numero delle quattro chiese presenti all’interno del territorio parrocchiale. Già il 21 Maggio 1826 l’Oratorio era terminato, cosicchè si tenne subito la prima processione del Giubileo. La dedicazione fu a Maria Santissima apparsa a Caravaggio (Bergamo).
1829 - 1829 (costruzione sacrestia)
L’anno 1829 iniziarono i lavori di costruzione dell’edificio posto in aderenza a nord, con funzioni di sacrestia, casa del custode / cappellano e cappella per gli infermi.
1917 - 1918 (distruzione parziale)
A seguito dell’occupazione di Valdobbiadene da parte dell’esercito Austroungarico, e delle conseguenti devastazioni causate dai ripetuti cannoneggiamenti d’artiglieria italiana appostata sul monte Tomba, il Santuario viene quasi completamente distrutto. Dell’edificio ecclesiastico ottocentesco rimangono solo parte dei fianchi e della facciata interna, assai danneggiata: il campanile, il pronao ionico, parte del coro e dell’abside e l’intera copertura andarono completamente perduti.
1922 - 1926 (ricostruzione intero bene)
Valutati i danni di guerra e richiesti i relativi risarcimenti, peraltro inadeguati, i lavori di ricostruzione e restauro furono eseguiti a più riprese tra il 1922 ed il 1926, anno del centenario dell’erezione del Santuario.
1957 - 1962 (rinnovo intero bene)
Lavori di rinnovo
2000 - 2000 (manutenzione vari ambiti)
In occasione dell’Anno Santo 2000 vengono effettuati lavori di ripassatura del manto di copertura del solo portico di facciata, con nuova scossalina di bordo, e tinteggiatura delle colonne, del soffitto del portico e della controfacciata.
2009 - 2009 (manutenzione straordinaria copertura)
Vengono effettuati lavori di manutenzione straordinaria sulla copertura del Santuario (portico escluso), consistenti nella posa di nuova impermeabilizzazione, smuramento delle teste dei travi lignei, consolidamento degli stessi e realizzazione di cordolatura perimetrale, nuove lattonerie e grondaie, posa del manto in coppi recuperato e fissato con appositi ganci in acciaio.
2011 - 2012 (restauro interni)
Il 24 Dicembre 2010, a causa di un cortocircuito dovuto all’obsolescenza dell’impianto elettrico, l’unità riscaldante a pompa di calore situata all’interno della cappella nord si incendiò : il calore fuse l’impianto elettrico ed i vicini quadri e contatori, bruciando una porzione del pavimento in assito ligneo e sprigionando una notevole quantità di fumo che si propagò alla navata del Santuario, investendo pavimenti, cupole, pareti, altare, affreschi, dipinti, tendaggi, confessionali, banchi, tappeti, ecc... Questo evento determinò l’intrapresa dei lavori generali di restauro conservativo delle superfici interne del Santuario: intonaci, pavimenti, decorazioni, serramenti, ecc… ed il totale rifacimento dell’impianto elettrico e di illuminazione, con caratteristiche di tipo domotico. Venne anche rifatto l’impianto di diffusione sonora e microfonico, la canalizzazione dell’impianto termico ad aria forzata, la nuova pompa di calore per la cappella Nord.



Descrizione  Il Santuario si dispone secondo un asse Nord-Sud, affacciandosi sulla provinciale via Garibaldi, in sommità ad un dosso che segnava l’antico confine tra le parrocchie di Santa Maria Assunta e di San Vito. La facciata principale presenta il pronao ricostruito nel 1925, in forme stilisticamente più povere e grossolane rispetto all’originale. Anche il piccolo campanile è stato interamente ricostruito negli anni Venti del XX secolo. L’intero Santuario è il risultato delle ricostruzioni post-belliche degli anni 1922-26, mantenendo solo alcuni elementi strutturali verosimilmente originari ottocenteschi (fondazioni, muro perimetrale Est, pavimento in pietra della cappella Nord). L’interno della chiesa si presenta con una navata unica costituita dalla giustapposizione di un quadrato ad un ottagono, entrambi sovrastati da un soffitto a cupola non emergente dalla copertura. Il presbiterio occupa un’estensione del quadrato, verso nord, caratterizzata da volta a botte. Il presbiterio è a pianta rettangolare, in prolungamento verso Nord del quadrato con deambulatori della Navata, da questa rialzato di tre gradini in granito grigio, ha un soffitto con volta a botte. L’altare maggiore, in marmo Carrara semplicemente decorato con motivo “a festoni”, è rialzato di tre gradini in marmo Rosso di Asiago dal presbiterio. Sopra l’altare vi è la pala (olio su tela) raffigurante l’apparizione mariana alla fanciulla di Caravaggio, incorniciata da una modanatura in oro e gesso e su uno sfondo costituito da un grande mantello rosso porpora con orlature in oro e corona di maestà, il tutto pure realizzato in gesso dipinto. L’altare post-conciliare, pure in marmo di Carrara con bassorilievo centrale raffigurante l’apparizione mariana, è di forme molto semplici e venne realizzato nell’anno mariano 1987. Il pavimento, rifatto quasi certamente lo stesso anno 1987, è in granito grigio e rosso. La navata unica è costituita dalla giustapposizione di un quadrato (dotato di corridoi laterali) ad un ottagono, entrambi sovrastati da soffitto a cupola non emergente dalla copertura. Le due cupole intonacate sono realizzate da un incannucciato sostenuto da centine in legno, a loro volta legate alle murature in pietra ed alle capriate del tetto. La cupola sovrastante l’Ottagono, più ampia, è decorata con motivo “a lacunari” molto semplici, rinnovati nel Secondo dopoguerra. La stessa semplicità si trova sulle decorazioni della cupola a ridosso del Presbiterio (impostata sopra il quadrato in pianta), costituite da semplici spicchi sferici delimitati da fasce dipinte. Il pavimento della navata è in piastrelle di graniglia marmorea, con due fasce centrali più scure ad indicare l’asse processionale verso l’altare. L’andamento delle pareti interne è scandito da una sequenza di paraste con capitelli protodorici ed un’alta trabeazione dalla cornice aggettante. La navata presenta alcuni dipinti su tela e su carta del XX sec., applicati in particolare sul parapetto della cantoria, sulla lunetta d’ingresso e sui trapezi sferici a sostegno delle cupole.

Impianto strutturale
Dal corridoio laterale destro si accede alla piccola cappella nord, inserita all’interno del fabbricato addossato alla parte absidale del santuario, costituita essenzialmente da una grande “stanza” rettangolare, a soffitto piatto, priva di alcuna decorazione e semplicemente tinteggiata: tale cappella è utilizzata soprattutto nel periodo invernale, essendo di ridotta altezza (H= m 3,50), dotata di riscaldamento autonomo costituito da pompa di calore. Soprattutto, questa cappella ospita – all’interno di una nicchia ricavata nel muro settentrionale - il gruppo scultoreo in cartapesta dipinto rappresentante la Beata Vergine Maria e la veggente Giannetta di Caravaggio, che viene portato in processione nelle solennità mariane e memorie dell’Apparizione (26 Maggio – 22 Settembre). La nicchia muraria è esternamente incorniciata da un pregevole portale in legno dipinto con foglia d’oro, costituito da due lesene doriche che sorreggono una trabeazione classica, sul cui fregio vi è l’iscrizione (sempre dorata) “AVE MARIA”. Il pavimento della cappella è costituito, per la parte destinata ai fedeli, dalle antiche lastre di calcare originarie ottocentesche; la parte presbiterale invece è stata recentemente (2012) rifatta, sovrapponendo un nuovo pavimento – che pertanto appare rialzato di un gradino – in verdello e rosso Asiago al sottostante pavimento in cotto originario, troppo degradato ma comunque non rimosso. Le pareti laterali sono adornate da due grandi tele, raffiguranti l’Annunciazione e la Natività. Sulla parete di fondo è invece appesa una ristretta selezione dei più pregevoli o significativi “ex voto” donati al Santuario: gli altri sono conservati presso l’adiacente abitazione del Cappellano. Addossato alla parete absidale, sul lato sinistro della nicchia con il gruppo dell’Apparizione, è stato collocato – su di un piedistallo marmoreo – un antico Tabernacolo proveniente da una cappella laterale della chiesa Parrocchiale dei SS. Vito, Modesto e Crescenzia, che giaceva da molti anni nei depositi parrocchiali. L’altare, l’ambone e la sede sono in legno, dunque elementi d’arredo.
Facciata
E’ di tipo neoclassico, estremamente essenziale nell’aspetto. Come accennato, il il pronao o portico è stato ricostruito nel 1925, in forme stilisticamente più povere e grossolane rispetto all’originale. E’ sorretto da sei grandi colonne di ordine ionico (quattro sul frontone e due ai lati), con una trabeazione ed un timpano privi di decorazioni. La facciata interna è contraddistinta dalla presenza del portale d’ingresso, incorniciato da una modanatura in graniglia e sovrastato da una mensola al di sopra della quale vi è una lapide con la dedicazione. Una grande scritta dipinta, con andamento semicircolare, riporta l’intitolazione: “Santuario Madonna di Caravaggio”.
Torre campanaria
Il campanile, di modesta architettura e dimensioni, è incastonato lungo il muro perimetrale Ovest del Santuario. Il fusto di ridotte dimensioni è semplicemente intonacato e privo di decorazioni. La cella campanaria è dotata di quattro aperture ad arco ed è separata dal fusto mediante una cornice aggettante dotata di dentelli. Non vi è cuspide.



Adeguamento liturgico  presbiterio - intervento strutturale (1987)
La soluzione adottata, parzialmente caratterizzata da arredi mobili molto semplici, privi di alcun pregio e di ridotte dimensioni, appare comunque idonea dal punto di vista spaziale (data la ristrettezza dell’area presbiterale) e sufficiente sotto l’aspetto liturgico. L’altare post-conciliare, di tipo fisso in marmo di Carrara con bassorilievo centrale raffigurante l’apparizione mariana, è di forme molto semplici e venne realizzato nell’anno mariano 1987. L’ambone è un semplice leggio, posto sulla sinistra dell’altare. La sede è costituita da sedie e sgabelli in legno, collocati centralmente ai piedi dell’antico Altar Maggiore, che con il suo Tabernacolo funge tuttora da Custodia Eucaristica. In definitiva, la soluzione attuale soddisfa solo parzialmente i requisiti previsti dalla Nota pastorale della Conferenza Episcopale italiana in ordine all’ “Adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica” del 31 Maggio 1996.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Triveneto
Diocesi di Padova
Parrocchia dei Santi Vito, Modesto, Crescenzia

via Garibaldi - San Vito, Valdobbiadene (TV)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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